2. L'AMBIEN TE IN TREN TINO: UN PUNTO DI FORZA DA TUTELARE
2.1 RISPOSTE CONTRO IL DECLINO ECOLOGICO: FORME DI PROTEZIONE
2.1.3 LE RETI DI RISERVE
riconosciute Patrimonio Unesco e le Aree di protezione fluviale. Queste ultime sono individuate e disciplinate dal PUP e quindi definite nell'Art. 23112 della LP 5/2008 (in un territorio in cui l'acqua costituisce un elemento cruciale nella definizione del paesaggio, la loro istituzione gioca un ruolo chiave nello stabilire speciali misure di conservazione anche per i fiumi e risponde all'obiettivo di proteggere le risorse idriche ed i relativi habitat, mediante la creazione di fasce di naturalità lungo i principali corsi fluviali del territorio provinciale)113. I sistemi territoriali interessati, risultanti dall'aggregazione delle diverse tipologie di aree, sono quelli che “per valori naturali, scientifici, storico-culturali e paesaggistici di particolare interesse, o per le interconnessioni funzionali tra essi, si prestano a una gestione unitaria”, come previsto dall'Art. 47.1 della LP 11/07.
La Rete di Riserva è amministrata attraverso un Piano di gestione, uno strumento di adozione obbligatoria (elaborato entro un anno dalla stipula dell’Accordo di programma) che si basa sul principio della sussidiarietà responsabile, e sviluppa la propria strategia attorno a due assi centrali: la conservazione delle riserve che viene perseguita secondo la sua accezione di “tutela attiva” (condotta attraverso interventi di gestione mirati) e lo sviluppo locale sostenibile.
Sintetizzando si può affermare che sono tre i principi fondamentali della sui quali si basa la filosofia della Rete:
l'integrazione, fra le priorità di conservazione e le necessità/politiche economiche di sviluppo sostenibile sul territorio;
la partecipazione (ed inclusione) delle diverse realtà territoriali e dei cittadini, con contributi su più fronti, dalla formazione, alla sensibilizzazione alla messa in atto di progetti di conservazione;
la sussidiarietà responsabile, che si declina attraverso una crescita culturale delle comunità locali, nelle quali accresce la consapevolezza del valore del capitale naturale del proprio territorio e quindi anche del suo potenziale in termini economici (e turistici). Non viene creata nessuna nuova sovrastruttura gestiona le
112 “Aree di protezione fluviale. 1.La tavola delle reti ecologiche e ambientali individua le aree di protezione fluviale poste lungo i corsi d’acqua principali meritevoli di tutela per il loro interesse ecologico e ambientale, anche sulla base degli ambiti fluviali di interesse ecologico del piano generale per l’utilizzazione delle acq ue pubbliche, da disciplinare e valorizzare secondo principi di continuità e naturalità. 2. I piani territoriali delle comunità provvedono a delimitare le aree di protezione fluviale, tenuto conto delle complessive esigenze di assetto territoriale, e ne dettano la disciplina d’uso secondo principi di sicurezza idraulica, continuità e funzionalit à ecosistemica, qualità e fruibilità ambientale, tenuto conto dei criteri previsti dal piano generale richiamato dal comma 1. 3. I piani regolatori generali possono specificare ulteriormente le prescrizioni da osservare per la conservazione e valorizzazione ambientale delle aree poste lungo i principali corsi d’acqua”. (Art. 23, PUP).
113 Trentino Tree Agreement, https://www.trentinotreeagreement.it/il-patrimonio-naturale-de l-trentino/aree-protette/
per le RR, ma si utilizzano le competenze delle strutture già esistenti, rafforzate eventualmente in modo mirato.
La Legge Provinciale 11/07 “ha convertito in termini istituzionali il concetto di rete ecologica e di “coerenza” di cui parla la Direttiva Habitat”114. La coerenza di ogni Rete viene garantita dall'individuazione di corridoi ecologici, ovvero “aree di collegamento funzionale tra le diverse aree protette che, per la loro struttura lineare o per il loro ruolo di raccordo, favoriscono i processi di migrazione, di distribuzione geografica e di scambio genetico delle specie selvatiche” (Art. 34.2, LP 11/07). Questo approccio innovativo viene sostenuto anche dal PUP attualmente vigente, che disciplina al Capo V le Reti ecologiche e ambientali, identificando le come “le aree interessate dalle reti idonee a interconnettere gli spazi e le risorse naturali sia all'interno del territorio provinciale che nei rapporti con i territori circostanti, in modo da assicurare la funzionalità ecosistemica e in particolare i movimenti di migrazione e dispersione necessari alla conservazione della biodiversità e degli habitat”(Art. 19.1, PUP).
Nell’ambito delle Reti di riserve, i rispettivi Piani di gestione possono individuare (oltre ai corridori ecologici) anche “ambiti territoriali di pregio”115 che mettano in collegamento le aree protette, ma esterni ad esse (come indicato nelle Linee guida operative dei Pdg).
Ad oggi le Reti di riserve istituite sono complessivamente 10 (dopo che due di loro si sono fuse insieme) ed ad alcune è stata conferita la designazione di Parco Naturale Locale116 o Parco Fluviale: Parco Naturale Locale Monte Baldo, Rete di Riserve Bondone, Rete di Riserve Val di Cembra Avisio, Parco Fluviale Sarca (nata dall'unione delle due Reti di Riserve Sarca Basso Corso e Sarca Alto Corso), Rete di Riserve Alpi Ledrensi, Rete di Riserve Fiemme-Des tra Avisio, Parco Fluviale Alto Noce, Rete di Riserve Val di Fassa, Rete di Riserve Valle del Chiese, Rete di Riserve Fiume Brenta. Altre proposte di Rete sono attualmente in fase di studio.
Al fine di facilitare lo sviluppo di una rete, un'ultima novità introdotta nell'ambito della LP del 2007 riguarda il coordinamento delle aree protette che viene affidato a due nuovi organi istituzionali di riferimento:
114 Provincia Autonoma di Trento, http://www2.areeprotette.provincia.tn.it/RetiRiserve.h tml
115 Aree Protette della Provincia Autonoma di Trento . Cabina di regia delle Aree Protette e dei ghiacciai. Gruppo di lavoro “Linee guida per la costituzione delle Reti di Riserva”. Disponibile al link http://www.areeprotette.provincia.tn.it/binary/pat_aree_protette/documentazione/linee_guida.1350642821.pdf 116 La Giunta Provinciale può assegnare alla Rete la denominazione di Parco naturale locale, “al fine dell'integrazione degli obiettivi di conservazione della natura con quelli relativi alla promozione e alla valorizzazione territoriale” (art. 48.1, LP 11/07), qualora siano presenti specifici requisiti territoriali e naturali; è intesa come un'evoluzione della Rete e rappresenta di fatto una nuova via possibile per la costituzione dei parchi naturali sul territorio provinciale, partendo dalla v olontà delle singoli Amministrazioni locali. Rimane comunque ancora valido, in base alla L.P. 11/07, l'approccio classico per l'istituzione dei Parchi naturali, ovvero il procedimento tramite apposita legge provinciale, come risultato di specifici patti te rritoriali.
il Comitato scientifico delle aree protette, introdotto dall'Art. 52, è l'organo di consulenza tecnico-scientifica della Provincia in materia di aree protette e amplia di fatto le competenze del Comitato scientifico dei Parchi previsto nella L.P. 18/88;
fra i suoi compiti vi è esaminare i progetti dei piani di parco e dei piani di gestione delle riserve, ed i progetti d'istituzione/modifica delle aree protette provinciali e della rete Natura 2000;
la Cabina di regia delle aree protette e dei ghiacciai, introdotta con l'Art. 51, ed istituita dalla Giunta provinciale per la durata della legislatura, “coordina, promuove e indirizza le azioni di conservazione della natura e di sviluppo delle aree protette provinciali” curando inoltre “la connessione organizzativa e promoziona le dei parchi e delle riserve all'interno della rete provinciale delle aree naturali protette e tra questa e la rete nazionale e internazionale di conservazione della natura” (art.
51.1). Viene assicurata la rappresentanza, tra gli altri, anche delle aziende turistic he.
Le reti di riserve sono massima manifestazione, e luogo di sperimentazione, dei nuovi princip i introdotti (in particolar modo quello di integrazione delle politiche) in tema di tutela ambienta le dalla Provincia Autonoma di Trento, che – come abbiamo visto nel corso del capitolo - ha dato una svolta decisa nella politica delle aree protette, creando tramite la Legge Provinciale del 2007 un sistema interconnesso di habitat, che supera gli ostacoli di una burocrazia centralizza ta e contrasta la frammentazione, rafforzando collegamenti fra elementi naturali isolati (e sostenendo in particolare le piccole aree protette). Attraverso un iter molto democratico sono stati creati spazi di manovra per i Comuni, che vengono in questo modo abilitati per valorizzare - sotto un punto di vista sia culturale che socioeconomico - gli istituti di tutela presenti sul proprio territorio, spesso in passato considerati come ostacoli, portando i temi ambientali a trovare dunque maggiore espressione anche nelle politiche e sui tavoli di discussione a live llo locale.
Si tratta di un traguardo fondamentale, perché, come ha sottolineato Claudio Ferrari, Dirigente Servizio Sviluppo sostenibile e Aree protette, si è finalmente raggiunta la consapevolezza che
“la conservazione della natura non è una cosa fine a se stessa, e deve lavorare con una forte interazione con il turismo sostenibile e con l'agricoltura, in una forte alleanza”117.
117 Ufficio Stampa della Provincia autonoma di Trento (gennaio 2016). La Provincia Informa - Il sistema delle aree protette, interprete dello sviluppo sostenibile. Disponibile al link: www.ufficiostampa.provincia.tn.it/layout/
set/print/Web-TV/La-Provincia-Informa-2016/La -Provincia-Informa -Il-siste ma-delle-a ree-protette-interprete-dello-sviluppo-sostenibile2
Ad ottobre 2017 anche le Reti di Riserve hanno ottenuto la Carta Europea del turismo sostenibile: è stata la prima volta che la certificazione è stata concessa ad un sistema di reti e non ad una singola area protetta, e la Provincia ha assunto il ruolo di coordinatore e garante.
La documentazione per la candidatura, inviata il 15 dicembre 2016 ad Europarc, è frutto di 26 tavoli di confronto, con il coinvolgimento dei principali attori economici e sociali (fra cui le Aziende e i Consorzi per il Turismo) per un totale di 146 portatori di interesse locale. Il risultato per il quinquennio 2017-2021 è stato la promozione di 232 Azioni Locali, in tutto il sistema, per un valore complessivo di 10 milioni di euro di investimenti (250.000 euro di media all’anno per ogni RR). Si tratta di un riconoscimento importante per un sistema come quello trentino, verso il quale lo stesso Comitato di valutazione di Europarc ha manifestato grande interesse, citandolo a livello europeo come esempio di best practice per l'innovativo modello di gestione della rete Natura 2000118.
2.2 ALTRE CONVENZIONI INTERNAZIONALI DI RIFERIMENTO PER IL