2. L'AMBIEN TE IN TREN TINO: UN PUNTO DI FORZA DA TUTELARE
2.1 RISPOSTE CONTRO IL DECLINO ECOLOGICO: FORME DI PROTEZIONE
2.1.2 RICONOSCIMENTI UNESCO
della catena montuosa del Lagorai, nel Trentino occidentale94.
I territori designati “Riserva della Biosfera” vengono definiti “learning places for sustainable development”97, in quanto testano approcci interdisciplinari per la gestione della biodiversità, tra le altre cose, e promuovono soluzioni locali (basate su efficienza e funzionalità) per sfide globali. Sono territori “dinamici”, che, se pur sono simili alle aree protette, non si fermano al semplice concetto di protezione e valorizzazione. Fungono da strumento per trasmettere alle generazioni future un modus operandi - che sia in grado di essere mantenuto nel lungo periodo - per una società sostenibile; integrano i principi della biodiversità e della conservazio ne dell'ecosistema nei piani economici locali e a tal fine includono fra i maggiori obiettivi: la conservazione della biodiversità, delle risorse, delle specie e degli ecosistemi; uno sviluppo economico che sia sostenibile sia a livello socio-culturale sia ambientale; un supporto logistico che sostenga lo sviluppo sostenibile attraverso la creazione di siti per attività di ricerca, monitoraggio, educazione ambientale e formazione, oltre che di poli per la sperimentazione di politiche di sviluppo e pianificazione territoriale.
Attualmente i siti nel mondo che vantano questo titolo sono 701 ed uno di questi è appunto la Biosfera UNESCO "Alpi Ledrensi & Judicaria", la prima Riserva della Biosfera in territorio trentino. Il Direttore generale dell'Unesco - seguendo la decisione dell'Internatio na l Coordinating Council del Programma MaB UNESCO – ha concesso il riconoscimento al territorio delle Alpi Ledrensi e delle Giudicarie esteriori nel 2015, all'apice di un lungo e complesso iter di candidatura, nato in seno all'Associazione Pro Ecomuseo della Judicaria ed iniziato nel 2013 con la consegna del dossier di candidatura al Comitato Tecnico Nazionale MaB (l'Accordo di Programma, approvato nel 2016 dall'ente capofila Assemblea Generale del Consorzio B.I.M. Sarca Mincio Garda, ha durata di 9 anni, fino a dicembre 2025). L'area premiata si estende tra due gioielli del territorio provinciale, il Lago di Garda e le Dolomiti di Brenta, di straordinario valore paesaggistico e ponte tra ambiente alpino e mediterraneo con un dislivello di 3.100 m (dal Lago di Garda ai alla Cima Tosa, a 3.173 m slm); un laboratorio a cielo aperto in un'area ricca di biodiversità - con circa 1600 specie di flora, delle quali 33 rare, e 150 specie faunistiche fra cui i tre grandi predatori orso, lince e lupo98 -, “dove sperimentare sinergie fra ambiente, agricoltura e turismo”99. Le aree già precedentemente sottoposte a regimi di protezione corrispondono al 34% della Biosfera: questo territorio ricade infatti nell'amb ito
97 Unesco, https://es.unesco.org/node/314143
98 Bombarda, R. Zanoni, S. (2016). Biosfera UNESCO. Alpi Ledrensi e Judicaria, dalle Dolomiti al Garda. La piccola-grande bellezza alpina. Speciale dedicato alla Biosfera dal quotidiano L'Adige. Disponibile al lin k http://www.areeprotette.provincia.tn.it/binary/pat_aree_protette/riserva_biosfera/Biosfera_Unesco_impag.14724 55508.pdf
99 Provincia Autonoma di Trento, http://www.areeprotette.provincia.tn.it/riserva_biosfera/
di tutela del Parco Naturale Adamello Brenta, di 6 Riserve Naturali e di 11 siti Natura 2000 (7 dei quali gestiti localmente tramite le due Reti di Riserve Alpi Ledrensi e Parco Fluvia le Sarca)”100.
Le Riserve della Biosfera in base a quanto stabilito nell'Art. 4 del Quadro Statuario vengono suddivise in 3 zone: core areas, buffer zones e transition area:
Le Zona centrali (core areas), corrispondenti al 10% del totale, sono costituite da territori di particolare pregio, già sottoposti a protezione ai sensi di leggi specifiche per la salvaguardia a lungo termine che siano conformi agli obiettivi di conservazione delle RB, di dimensioni sufficienti per soddisfarli e nelle quali siano permesse solo attività di ricerca/monitoraggio connesse alla straordinaria biodiversità presente, ed altre attività ad impatto zero. Nel caso della Riserva trentina quest'area si ripartisce in tre nuclei: uno nelle Dolomiti di Brenta e due nelle Alpi Ledrensi;
le Zone tampone (buffer zones), si estendono attorno alle prime con una funzione di
“cuscinetto”, e corrispondono al 33% della Biosfera; si possono svolgere unicame nte attività tradizionali di gestione territoriale - alpeggio, sfalcio, taglio del legname e caccia - ed altre attività compatibili con la conservazione come educazione ambienta le, turismo responsabile e sostenibile (o ecoturismo), monitoraggio e ricerca scientifica;
la Zona di transizione (transition area), pari al 57% del territorio in questione, circonda o confina con le zone tampone e corrisponde alla porzione "abitata" della Biosfera; è considerata un'area di sviluppo sostenibile, dove vengono promosse quindi pratiche di utilizzo sostenibile delle risorse; in quest'area sono permesse attività per lo sviluppo economico, culturale e sociale della comunità, che siano ecologicamente e socio-culturalmente sostenibili. È un'area di sperimentazione, dove testare soluzio ni innovative al fine sostenere l'economia locale in sinergia con il miglioramento della qualità della vita della popolazione residente.
All'interno di questo sistema l'uomo è attore principale - in grado di mantenere un forte legame con la terra ed i prodotti derivanti da essa - e presenza attiva, punto di partenza per lo sviluppo economico rispettoso dell'ambiente, per una gestione responsabile delle risorse naturali contro la perdita di biodiversità, per la preservazione del paesaggio naturale e culturale e per lo sviluppo di una coscienza e conoscenza culturale e sociale, fondata su principi di partecipazione e condivisione di strategie, a vantaggio dell'intera comunità. Il riconoscime nto
100 Provincia Autonoma di Trento, http://www.areeprotette.provincia.tn.it/riserva_biosfera/pagina3.html
a Biosfera UNESCO è al contempo una sfida ed un'opportunità : un monito al continuo miglioramento (ambientale, culturale e sociale) e al consolidamento della consapevolezza dei valori del territorio per valorizzarne la diversità biologica e culturale; è anche un incoraggiamento a sperimentare una tutela attiva e politiche condivise di sviluppo locale sostenibile. Aumenta altresì le potenzialità e la visibilità del territorio, grazie ai benefic i dell'esser in rete con altre Biosfere UNESCO, in un continuo interscambio di informazioni e feedback; l'appartenenza a questo network agevola inoltre la partecipazione a progetti di sviluppo comunitari e l'accesso ai fondi europei.
2) Patrimonio Mondiale Unesco
Il 26 giugno 2009, in occasione della trentatreesima sessione dell'UNESCO a Siviglia, il Comitato per il Patrimonio mondiale ha iscritto le Dolomiti nella Lista dei Beni Naturali dell'Unesco, al termine di un percorso di candidatura articolato attraverso varie fasi di valutazione; il sistema montuoso è così divenuto Patrimonio dell'umanità, sulla base dei criteri naturali (vii) e (viii)101, che ne sottolineano rispettivamente il valore paesaggistico ed il valore geologico: “le Dolomiti sono largamente considerate tra i più bei paesaggi montani del mondo”102 e “dal punto di vista geomorfologico (...) sono di rilievo internazionale”103.
L'ineguagliabile bellezza naturale e l'eccezionale importanza geologica di valore internazio na le è dunque ciò che contraddistingue questo complesso montuoso e che gli è valso il riconoscimento dell'Organizzazione delle Nazioni Unite come bene seriale. La Dichiarazio ne di Eccezionale Valore Universale104 descrive il Bene Unesco in questo modo:
“I nove sistemi montuosi che compongono le Dolomiti Patrimonio dell’Uma nità comprendono una serie di paesaggi montani unici al mondo e di eccezionale bellezza naturale. Le loro cime, spettacolarmente verticali e pallide, presentano una varietà di forme scultoree straordinaria a livello mondiale. Queste montagne possiedono inoltre un complesso di valori di importanza internazionale per le scienze della Terra. La quantità e la concentrazione di formazioni carbonatiche estremamente varie è straordinaria nel mondo, e contemporaneamente la geologia, esposta in modo superbo, fornisce uno spaccato della vita marina nel periodo Triassico, all’indomani della più grande estinzione mai ricordata nella storia della vita sulla Terra. I paesaggi sublimi, monumentali e carichi di colorazioni delle
101 United Nations educational, scientific and cultural organization. (2009). Report of decisions. Convention concerning the protection of the world cultural and natural heritage. World heritage committee. Thirty -third session. Seville, Spain 22-30 June 2009. Disponibile al link: https://whc.unesco.org/archive/2009/whc09-33c o m-20e.pdf
102 Dolomiti Unesco, https://www.dolomitiunesco.info/i-valori-universali/il-valore-de l-paesaggio/
103 Dolomiti Unesco, https://www.dolomitiunesco.info/i-valori-universali/il-valore-de lla -geologia/
104 Servizio Urbanistica e Tutela del Paesaggio della Provincia Autonoma di Trento. Contenuti della Decisione del Comitato per il Patrimonio mondiale. Disponibile al link: http://www.urbanistica.provincia.tn.it/binary/pat_
urbanistica/dolomiti_unesco/Decisione_WHSCommitee_gen11.1295608628.pdf
Dolomiti hanno da sempre attirato una moltitudine di viaggiatori e sono stati fonte di innumerevoli interpretazioni scientifiche ed artistiche dei loro valori.”
(UNESCO, Comitato per il Patrimonio mondiale - Siviglia, 26 giugno 2009) I 9 sistemi montuosi in questione, caratterizzati ciascuno da peculiarità proprie, ed estesi su una superficie di circa 142.000 ettari (ai quali si sommano 85.000 ettari di 'aree cuscinetto', per un totale di 231.000 ettari) sono: Pelmo, Croda da Lago; Marmolada; Pale di San Martino, San Lucano, Dolomiti Bellunesi, Vette Feltrine; Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave; Dolomiti settentrionali; Puez-Odle; Sciliar-Catinaccio, Latemar; Bletterbach; Dolomiti di Brenta.
Figura 22: I 9 sistemi dolomitici
Fonte: Sito web ufficiale delle Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO, https://www.dol omitiunesco.info/i-nove- gruppi-dolomitici/
Il sistema montuoso delle Dolomiti si presenta articolato e complesso, sia geograficamente e paesaggisticamente, che geologicamente e geomorfologicamente; i 9 “giganti di pietra”, seppur non confinanti, sono strettamente interconnessi105 e vengono considerati come insie me unitario. Sono distribuiti su un'area alpina suddivisa fra 5 Province (Belluno, Bolzano, Pordenone, Trento ed Udine), le quali hanno condotto – in congiunto con le Regioni di riferimento - il percorso di candidatura avviato dallo Stato italiano nel 2004. Nel 2010 - per
105Sono infatti collegati da un'ampia area costituita da affioramenti carbonatici e sono iscritti come bene seriale .
ottemperare all'impegno nei confronti delle Nazioni Unite e garantire la miglior gestione coordinata del Bene dell’Umanità - hanno costituito la Fondazione Dolomiti Unesco (con la partecipazione anche delle due Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto), “referente univoco sia per il Ministero italiano dell’Ambiente sia per il Comitato per il Patrimonio mondia le UNESCO”106.
L’intera area dolomitica si è rivelata come un patrimonio montano dalle caratteristiche uniche al mondo, una “montagna delle identità”, che è al contempo bene naturale ed espressione identitaria territoriale di primaria importanza, come sintesi del binomio uomo (e delle sue attività sedimentatisi nei secoli) e ambiente, dove gli elementi naturali sono imprescindibili per gli usi del territorio da parte della popolazione.
L’iscrizione nel Patrimonio Mondiale si configura come sigillo di valorizzazione ed è inteso come sistema di aree protette per eccellenza. L'impegno di tutela viene inoltre testimoniato e supportato dal fatto che i gruppi dolomitici erano già soggetti a precise regole di tutela e di valorizzazione in quanto ricadevano - ancor prima del riconoscimento internazionale - per oltre il 95% in aree protette, compresi nelle zone di tutela107 di 9 Parchi108 e del Monumento Naturale Bletterbach, che includono 26 zone della Rete Natura 2000 (SIC e ZPS), per un totale di 231.169 ettari di eccezionale bellezza e importanza, in un paradiso di flora e fauna.
Dei 9 sistemi montuosi, 4 appartengono (almeno in parte) al territorio trentino:
1. la Marmolada (sistema 2), la Regina delle Dolomiti, si estende per 2.208 ettari ed è condivisa tra le Provincie di Trento e Belluno; di altissimo valore scenografico, ospita le cime più alte della Regione – tra cui Punta Penìa, che con i suoi 3.343 m s.l.m è la più alta di tutte le Dolomiti UNESCO – oltre che il ghiacciaio più esteso dell'area dolomitica, nel suo versante nord.
2. le Pale di San Martino-San Lucano (sistema 3), si sviluppa su 31.666 ettari di territorio, nelle provincie di Trento e Belluno; è il secondo sistema più esteso delle Dolomiti, con un ambiente naturale estremamente ricco e geologicamente molto variegato (ospita inoltre alcune delle pareti più celebri dell'alpinismo mondiale), tanto da esser riconosciuto come meritevole di una particolare tutela: gran parte della superficie è
106 Dolomiti Unesco, www.dolomitiunesco.it
107 La preesistenza di vincoli di protezione era in ogni caso uno dei requisiti per l'iscrizione richiesti da UNESCO.
108 Parco Naturale Adamello-Brenta, Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino, Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, Parco Naturale Dolomiti Friulane, Parco Naturale Fanes Senes Braies, Parco Naturale Dolomiti di Sesto, Parco Naturale Dolomiti d'Ampezzo, Parco Naturale Puex Odle, Parco naturale Sciliar Catinaccio.
infatti compresa nell'area di due importanti aree protette, il Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino e il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi nel versante veneto.
3. il gruppo Sciliar-Catinaccio, Latemar (sistema 7), con paesaggi d'eccezione in tre atolli fossili, si sviluppa su una superficie di 9.302 ettari, ed è condiviso tra le province di Trento e Bolzano109; fra le mete più note troviamo le Torri del Vajolet ed il Lago di Carezza (attualmente viene frequentato da alpinisti di tutto il mondo). Nel versante altoatesino è stato istituito nel 1974 il Parco Naturale Sciliar-Catinaccio (il primo in Alto Adige), per tutelare il paesaggio contro il degrado ambientale.
4. le Dolomiti di Brenta (sistema 9), si estendono su una superficie di 11.135 ettari (divisa in due sezioni dalla Bocca di Brenta) internamente nella Provincia di Trento; sono considerate “un'isola di dolomia”110, in quanto (come si può vedere nella mappa in Figura 22) sono separate geograficamente dagli altri sistemi, sviluppandosi nella parte più occidentale dell'area dolomitica; anche dal punto di vista morfologico si discostano dagli altri gruppi dolomitici (dalle linee più snelle) con guglie e pinnacoli di varia forma, modellati dall'erosione. L'ambiente naturale è di eccezionale importanza paesaggistica e geologica, ragion per cui come abbiamo già avuto modo di vedere, è tutelato dal Parco Naturale Adamello Brenta.
L'importante riconoscimento è stato un grande risultato a livello nazionale, un marchio di qualità mondiale ed un tributo ad un esempio vincente nelle politiche di conservazione, che per la popolazione residente si traduce in una maggior consapevolezza del valore del proprio territorio e senso di responsabilità verso i trentini del futuro, in una partecipazione che gioca un ruolo centrale nel veicolare al meglio gli obiettivi di uno sviluppo sostenibile. Una preziosa opportunità dunque, che al contempo implica anche forte impegno e responsabilità, per ragionare sui temi della montagna e sulle specificità del territorio dolomitico e condivid ere territorialmente un progetto di protezione e sviluppo sostenibile in un vero e proprio museo a cielo aperto, dove si crea lo spazio per coniugare tutela e valorizzazione dell'ambiente, che renda fruibili le bellezze paesaggistiche attraverso un turismo consapevole, al fine di goderne appieno il patrimonio naturalistico e culturale, garantendo nel tempo la preservazione dei valori universali riconosciuti dall'Unesco.
109 Nello specifico lo Scilar appartiene interamente alla Provincia di Bolzano, mentre il Catinaccio è condiviso tra la Val di Fassa, la Valle di Tires, la Val d'Ega e il Latemar tra le valli di Fiemme e Fassa, e la Val d’Ega.
110 Dolomiti Unesco, https://www.dolomitiunesco.info/?gruppo-dolomitico=dolomiti-di-brenta