In astratto, il Comune di Pisa, che ad oggi non ha implementato alcun progetto di telelavoro, dovrebbe operare secondo una procedura, non troppo rigida ma in qualche modo complessa, in linea con quanto sancito nell’ articolo 3 del Regolamento .
Innanzitutto occorrerebbe una proposta che partisse dal dirigente generale ( o figura equiparata, perché ogni amministrazione , anche piccola , non è il caso in oggetto, può ricorrere al telelavoro). Sulla base di tale proposta, l’ organo di governo dovrebbe individuare gli obiettivi raggiungibili mediante il telelavoro e destinasse apposite risorse.
Lo step successivo si dovrebbe sostanziare in un progetto generale di telelavoro ( approvato dal dirigente Angela Nobile con il responsabile dei servizi informativi , nel caso in oggetto il Dott.re Luigi Paoli ) al quale dovrebbero assegnare un contenuto minimo indispensabile.
Il progetto di telelavoro da pubblicare sul sito istituzionale del Comune di Pisa dovrebbe avere tali
contenuti in breve riportati :
Gli obiettivi che si prefigge di raggiungere con il telelavoro quali potrebbero essere la verificabilità dell’ applicabilità del telelavoro presso l’amministrazione comunale, miglioramento dell’ efficienza, della produttività e di incentivazione di nuove forme di flessibilità lavorative, incremento del livello di soddisfazione e della qualità della vita dei lavoratori , creazione di nuove opportunità di lavoro per i disabili o per coloro che hanno problemi di mobilità, necessità di sostenere la maternità.
Le attività interessate
Le tipologie professionali ed il numero dei lavoratori cui si prevede il loro coinvolgimento, esempio si potrebbero pensare a categorie protette, a dipendenti madri dopo il periodo di astensione obbligatoria post parto per continuare l’ attività lavorativa immediatamente dopo il parto mantenendo il rapporto con la prole e fruendo comunque di un emolumento stipendiale non decurtato , oltre che degli emolumenti integrativi previsti dal negozio giuridico. Altri dipendenti coinvolti potrebbero essere individuati nei project managers, nei progettisti delle reti intranet, internet e reti civiche, oppure addirittura negli operatori della Segreteria adibiti alla stesura degli atti.
Le tecnologie da utilizzare alla luce delle regole tecniche che DigitPa deve adeguare costantemente
I sistemi di help on line all’ attività del lavoratore La scelta tra le varie forme di tele prestazione Il timing e i modi di realizzazione del progetto Costi e benefici diretti ed indiretti
La formazione ed aggiornamento periodico sia per chi svolge l’ attività di telelavoro sia per chi è interessato
Il periodo di tempo che deve trascorrere prima che rientri in sede Le modalità di comunicazione tra telelavoratore e contesto organizzativo I criteri di verifica dell’ adempimento della prestazione
La fase successiva, una volta steso il progetto ( si dovrebbe stenderlo in modo tale da “rivederlo “ periodicamente alla luce delle necessità che possono sopravvenire) dovrebbe essere la fase di
assegnazione dei dipendenti, ovvero di “autorizzazione” che l’ amministrazione dovrebbe concedere ai propri dipendenti perché possano telelavorare.
Una volta assegnato il progetto ai dipendenti di dovrebbe aprire la fase di svolgimento della prestazione telelavorativa : in questo caso occorrerebbe ricordare ciò che viene stabilito dalla contrattazione collettiva in materia della tutela della salute e della sicurezza del lavoro, l’ obbligo di assicurazione infortunistica. In tale modo si ricorderebbe un trattamento equivalente a quello dei dipendenti impiegati nella sede di lavoro impedendo , a sua volta, quelle prassi volte a retribuire di meno i telelavoratori, sulla supposizione di minori costi da loro affrontati per raggiungere la sede di lavoro. In sostanza, il Comune dovrebbe assolutamente porre su un binario parallelo l’ addetto al telelavoro rispetto al collega rimasto nella sede di lavoro originaria. Per quanto concerne poi la psicologia del telelavoratore, l’ assegnazione al telelavoro non dovrebbe essere vista come una situazione potenzialmente in grado di pregiudicare le aspettative di carriera e di progressione economica del dipendente.
Inoltre dovremmo ragionare anche in termini di costing dato che l’ insieme delle attrezzature hardware e software che consentono lo svolgimento dell’ attività , ovvero la “postazione di telelavoro”, installato e collaudato da parte dell’ amministrazione, che ne sopporterebbe le spese. Sull’ amministrazione graverebbero inoltre tutte le spese di manutenzione e di gestione dei sistemi di supporto che garantiscono l’ assistenza nei confronti del dipendente , come pure di tutti i collegamenti telematici necessari per l’ effettuazione della prestazione. Si dovrebbe ribadire la titolarità degli strumenti di lavoro da parte dell’ amministrazione comunale, così verrebbe a gravare sul dipendente telelavoratore l’onore di non utilizzare il computer per spedire email personali o per fare videogiochi. Le particolarità connesse ad un sistema tecnologico informatizzato farebbero però sì che si presti a fungere, oltre che da strumenti di lavoro, anche da canale di comunicazione “ sociale”. Ecco , allora, che il progetto di telelavoro dovrebbe definire le modalità con le quali sarebbe possibile garantire il diritto del dipendente a comunicare con il “contesto organizzativo” in cui opera: cioè con il Comune di Pisa, con gli altri colleghi di lavoro e di telelavoro, con il sindacato e le organizzazioni di tutela del lavoro . Altro principio intuivo, a questo punto, dovrebbe essere quello dell’ assoluta personalità della prestazione del telelavoro, con il divieto di porre in comune con i familiari la postazione del telelavoro. Tale principio della personalità si raccorderebbe al tema dell’ identificazione del dipendente ( uso di password, badge personali, quello della firma digitale cui rimando per la trattazione esaustiva all’ allegato II dell’ elaborato).
Durante gli incontri presso il Comune ci siamo domandati , poi , se l’ implementazione di un progetto di telelavoro domiciliare sarebbe fattibile e quali regole ulteriori dovrebbero essere diligentemente seguite dal dipendente data la particolarità della coincidenza del luogo normalmente destinato alla vita quotidiana con il luogo di lavoro. Per esigenze di rispetto del diritto della privacy ed alla libera disponibilità della propria dimora si dovrebbe effettuare telelavoro domiciliare solo dietro consenso esplicito del dipendente: si dovrebbe effettuare telelavoro presso il domicilio del dipendente laddove l’ ambiente sia conforme alle norme generali di prevenzione e di sicurezza. Inoltre, dato i consumi energetici non
facilmente e direttamente quantificabili, quali potrebbero essere quelli dell’ energia elettrica per uso domestico con quelli per uso lavorativo? Sarà la contrattazione collettiva a stabilire l’ equa corresponsione di una somma forfetaria a titolo di partecipazione.
Altra problematica che abbiamo individuato relativamente al telelavoro domiciliare risulterebbe quello di accesso di terzi nel domicilio privato e di tutela della sicurezza. L’accesso dovrebbe essere limitato solo ai soggetti aventi competenza inmateria di salute e sicurezza nell’ espletamento della propria funzione di verifica e di controllo.
Interessante chiedersi se per i 16 soggetti con qualifica dirigenziale sarebbe consentito telelavorare. Si potrebbe pensare che ai dirigenti, proprio per la natura delle funzioni tipiche che gli richiedono la sua presenza fisica in loco , il telelavoro sia inapplicabile. In effetti, anche quanto sancito all’ articolo 3, comma 6 del Regolamento, il dirigente potrebbe telelavorare , anche se si parla di “telelavoro di parte”. Tale modalità di telelavoro “parziale”, svolto in parte fuori dall’ ente comunale ed in parte all’ interno, comporterebbe la possibilità di individuazione di un orario di lavoro ( flessibile), delle fasce orarie di reperibilità obbligatoria , dei rientri periodici nella sede lavorativa originaria.
Dato che la Legge del 1998 sancisce esplicitamente che il dipendente può chiedere la “reintegrazione” nella sede di lavoro originaria. Il termine non è certo felice, alludendo troppo al sistema dell’ articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Al di là di tutto, il regolamento ha disposto un meccanismo che tutela l’ aspirazione del dipendente a fare ritorno in amministrazione . Ciò secondo la disposizione legislativa deve avvenire senza pregiudizio per la riuscita del progetto complessivo di telelavoro e per la salvaguardia stessa delle esigenze di flessibilità e di riduzione dei costi. Si prevede che la richiesta scritta di reintegrazione possa essere rappresentata soltanto dopo che sia decorso un “ congruo” periodo di tempo dall’ inizio dell’ assegnazione al telelavoro: ciò per evitare che una decisione immotivata possa rischiare di bloccare o menomare gravemente un progetto complesso ed importante. Si dovrebbe considerare che la reintegrazione nella sede originaria potrebbe essere resa difficile o addirittura impossibile per la presenza di ostacoli di tipo organizzativo e tecnico: il progetto di telelavoro potrebbe comportare la soppressione o la riduzione di determinati posti di lavoro all’ interno dell’ amministrazione. Si dovranno studiare alternative correttamente praticabili, quale potrebbe essere l’ assegnazione del dipendente ad una mansione equivalente, anche presso altro ufficio della stessa amministrazione.
Quali potrebbero essere i vantaggi o svantaggi derivanti dall’ implementazione nel Comune di Pisa del progetto di telelavoro?
Cerchiamo di elencare i vantaggi che abbiamo individuato e cerchiamo anche di dare delle motivazioni a supporto di questi:
Risparmio di tempo e di denaro per gli spostamenti: il più palese dei benefici e risulta anche essere la motivazione primaria che spinge molti lavoratori a telelavorare. Inoltre intuitivo risulta che ridurre il numero di persone che ogni giorno si spostano per raggiungere il luogo di lavoro
porterebbe diversi benefici sociali: riduzione del traffico e dell’ inquinamento, migliore gestione degli spazi di vita urbana con la possibilità di riqualificazione della città di Pisa migliorando la qualità della vita.
Incremento delle opportunità di lavoro : sia la domanda che l’offerta di lavoro si sono ampliate in termini di estensione geografica , di profili professionali e di qualità. Il lavoratore non è più limitato a svolgere attività che si trovano nelle vicinanze della propria dimora. Potenzialmente il telelavoro può consentire alle persone in aree con alto tasso di disoccupazione ( non è il caso dell’ area pisana, ma ci riferiamo ad ampie zone del Meridione italiano e delle zone insulari) di poter accedere ad opportunità di lavoro che nascano in ogni parte del mondo. Opportunità che richiedono comunque sia profili professionali altamente qualificati oltre ad un’ adeguata preparazione personale ed all’ utilizzo di reti informatiche.
Minore sconvolgimento della vita lavorativa: un programma efficace di telelavoro e di lavoro flessibile riduce la necessità di cambiamenti di residenza per conseguire” avanzamenti di carriera”. Aspetto ancora più rilevante è quello che il telelavoro possa consentire l’ accesso al lavoro, all’ addestramento ed all’ integrazione sociale a persone con problemi quali invalidità che rendano difficile gli spostamenti, problemi familiari che possono influenzare la vita lavorativa, permettendogli di svolgere un’ ordinaria vita professionale
Migliore equilibrio tra lavoro e vita familiare: il telelavoratore ,pur dedicando più tempo nel lavoro effettivo, riesce ad avere con la propria famiglia un rapporto più stretto potendo prestare maggiore attenzione alle questioni di famiglia
Partecipazione alla vita della comunità locale: il telelavoratore che risiede in campagna o in aree rurali, recuperando parte del tempo che prima impiegava per spostamenti tra la residenza e luogo di lavoro, può dedicarsi con impegno maggiore e con una presenza significativa all’ attività comunitaria
Possibilità di decidere gli orari di lavoro: i tempi di lavoro possono essere regolati tenendo conto delle necessità di tutte la parti coinvolte nel lavoro sfruttando al meglio le 24 ore giornaliere. Questo nuovo modo di lavorare sta stravolgendo e stravolgerà in un futuro recente gli schemi classici del lavoratore che fino ad ora erano caratterizzati da un pendolarismo e da un orario di lavoro di tipo “industrialista” che condannavano tutti a lavorare negli stessi orari . Un approccio di telelavoro flessibile, accompagnato da un programma di telelavoro ben progettato , può significare libertà individuale per fermarsi e ricominciare, sfruttando al meglio le proprie capacità di lavoro. Infatti, non dobbiamo dimenticare che non tutti noi individui abbiamo gli stessi ritmi ”biologici” nel corso della giornata, alcuni di noi siamo più efficienti nelle prime ore del giorno, altri nelle ore notturne.
Sul fronte degli svantaggi ciò che abbiamo individuato è riconducibile al rischio di isolamento, isolamento dall’ ufficio unito all’ isolamento dai colleghi.
Esaminando e prendendo in considerazione le varie modalità con cui può essere svolto il telelavoro , abbiamo cercato di elencare in maniera sintetica , in forma tabellare, i pro e i contro sia per il telelavoratore che per l’ ente comunale.
Per quanto concerne il Telelavoro domiciliare: