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Premessa: la nascita della sociologia del teatro

il dibattito sul teatro come oggetto di studio

2.1 Premessa: la nascita della sociologia del teatro

La seconda tappa di questo percorso di ricostruzione teorica, incentrato sulla relazione tra sociologia e teatro, è rappresentata dalla sociologia del teatro, vale a dire da quei primi studi sociologici che si sono occupati di definirne la relazione in modo sistematico, prendendo in esame la pratica drammatica come pratica della società e prodotto culturale, quindi, come oggetto. Questi studi hanno dato origine ad un vero e proprio dibattito emerso, nella seconda metà degli anni cinquanta, dal lavoro di George Gurvitch e Jean Duvignaud, e proseguito fino agli ottanta con l’organizzazione del Primo congresso mondiale di sociologia del teatro, tenutosi nel 1986 presso l'Università “La Sapienza” di Roma, a cura del Centro Teatro Ateneo. Alcuni importanti contributi teorici giungono, infatti, proprio dagli atti di questo congresso, come quello dato dal pensiero di Maria Shevtsova e dai lei stessa sviluppato, in seguito, con l’istituzione del PhD in Sociology of Theatre and Performance Research Group. Prima, però, di entrare nel vivo di queste proposte teoriche, vorrei ricordare, nuovamente, la figura di George Gurvitch, considerato il padre fondatore (cfr. Meldolesi 1986; Shevtsova 2009; Serino 2011) di questa branca della disciplina sociologica cui egli stesso ha attribuito il nome di sociologia del teatro in un saggio apparso sulla rivista francese Les lettres nouvelles nel 1956. Noto più per i suoi scritti riguardanti il mondo del diritto che per il suddetto articolo, in queste pagine vi si rintraccia l’impegno di individuare tutte le possibili aree di studio di una sociologia che intenda occuparsi di teatro. In questo sforzo di ricostruzione concettuale, egli parte dal presupposto teorico che qualsiasi analisi sociologica intenda approfondire questa relazione possa contare sulla profonda affinità tra il teatro e la società tenendo conto, necessariamente, delle influenze reciproche che l'uno esercita nei confronti

56 dell'altra e viceversa. «Tale evidente affinità – scrive - entra in gioco sia che si adotti il teatro come punto di partenza sia che si ponga il problema prima di tutto nella prospettiva della realtà sociale su tutte le sue scale e tutti i suoi piani di profondità» (Gurvitch 1956, trad. it. p. 25).

Di questa forte corrispondenza si accorgerà anche Erving Goffma che, solo tre anni dopo dalla pubblicazione di questo saggio, formulerà il ben più noto paragone tra l'attore teatrale e l'attore sociale. Tuttavia, come ammetterà lo stesso autore di questa analogia, nella metafora drammaturgica il teatro non costituisce altro che un espediente per la spiegazione dei meccanismi di funzionamento delle interazioni sociali, mentre per Gurvitch esso costituisce, non solo materia utile ad un paragone, ma un oggetto di studio complesso che, contemporaneamente, rappresenta, anche, il mezzo con il quale si possono compiere una serie di sperimentazioni sociologiche. Il sociologo russo dà alla sociologia del teatro il compito di indagare ogni aspetto del fenomeno teatrale in quanto manifestazione sociale avanzando, intanto, la proposta di sperimentarne l’efficacia come strumento di ricerca. A ben vedere però, nonostante abbia sostenuto, con fermezza, questa idea non si comprende bene la ragione per cui egli non si è mai cimentato nel dare attuazione a questi propositi, pur avendo osservato ed esaminato, scrupolosamente, l’esempio concreto fornito dai lavori sociometrici e sociodrammatici del collega Jacob Levi Moreno.

I due scienziati della società condividono, infatti, la stessa attenzione scientifica per le micro dimensioni della società di cui è testimonianza un’opera di Gurvitch successiva al saggio di sociologia del teatro: La vocazione attuale della sociologia (1950). Un testo di «400 pagine tese, piene di idee e di intelligenza» (Braudel 1984, trad. it. p. 256) in cui affronta l’argomento della necessità di occuparsi delle interazioni sociali nei piccoli gruppi di individui come la coppia, la famiglia, il gruppo dei pari, le compagnie teatrali, in altre parole, di microsociologia. Questa si occupa dell’osservazione e dell’interpretazione delle interazioni della vita quotidiana e, in generale, di quelle componenti sociali elementari che costituiscono la base delle strutture più complesse della società. Questa vocazione, per altro intrapresa negli stessi anni, come si è detto, anche da Goffman, va perseguita, secondo Gurvitch e secondo Moreno, con i mezzi propri dell’approccio sociometrico. Attraverso questo metodo di rilevazione quantitativa dei dati, nell’osservazione microsociologica degli aspetti della vita quotidiana, il sociologo del teatro propone lo studio sistematico delle strutture relazionali di tipo socio-affettivo psichico e comportamentale in un

57 gruppo ristretto di individui (Gurvitch 1949, 1963), tra cui anche quello delle compagnie teatrali. In un primo momento, l’analisi sociometrica diviene, quindi per l’autore, uno degli strumenti metodologici della sociologia del teatro nello studio di gruppi teatrali ristretti. Successivamente, però, egli giunge a superare questa visione, prettamente quantitativa, sostenendo la possibilità che lo strumento teatrale possa servire, a sua volta, alla ricerca sociologica in più campi, specialmente lì dove, criticando Moreno10, il gruppo è già costituito come tale, già presente come realtà

sociale.

Nel delineare, programmaticamente, i temi di cui la sociologia del teatro deve occuparsi, Gurvitch prende in considerazione possibilità molto diverse tra loro. Ad esempio, suggerisce di affrontare lo studio del teatro come una «sublimazione di talune situazioni sociali, che si tratti della loro idealizzazione, della loro parodia, o dell’invito al loro superamento –considerandolo – una via di fuga dalle lotte sociali e una incarnazione di queste lotte» (Gurvitch 1956, trad. it. p. 32). Viceversa, propone, di rintracciare l’elemento teatrale all’interno delle cerimonie della vita collettiva (ivi, p. 26) o di analizzare il processo di realizzazione dell’evento teatrale come prodotto culturale di un dato contesto sociale. Insomma, nelle poche pagine del saggio Sociologia del teatro, sono elencati tutti gli aspetti indagabili del fenomeno teatrale inteso come manifestazione sociale che «riproduce, senza alcun dubbio, una situazione sociale, una congiuntura sociale; costituisce esso stesso un quadro sociale nel quale si integrano gli attori» (ivi, p. 29).

Alla luce di queste considerazioni Gurvitch stila un elenco di tematiche sulle quali la sociologia del teatro può concentrare la propria attenzione:

- la composizione e i differenti gradi di coesione dell’audience del pubblico teatrale e la loro possibile trasformazione in unità collettive strutturabili;

- il rapporto tra rappresentazioni drammaturgiche e quadro sociale che descrivono; - le compagnie in quanto gruppi di professionisti e di attori sociali soggetti alle relazioni e alle dinamiche di costruzione dell'identità del gruppo stesso;

- i legami esistenti tra il contenuto, la forma, lo stile di un’opera teatrale e il proprio contesto storico, con particolare riferimento alle strutture sociali di questo contesto; - le funzioni sociali del teatro nei differenti tipi di strutture istituzionali di una società;

58 - la variazione, in un’ottica comparativa, delle sue funzioni sociali nei diversi tipi di società globale.

- il teatro come strumento di indagine e sperimentazione sociologica.

Su quest’ultimo punto, sviluppato nell’agone e nella parabasi11, ho concentrato la

ricerca empirica attraverso l’osservazione dei casi studio del Teatro del lemming e del Playback South.

Evidente è l’influenza esercitata da questo elenco e dalla pubblicazione dell’intero saggio Sociologia del teatro, è rintracciabile in tutti gli scritti ad esso successivi. Da quelli degli chiamati ad intervenire nel 1986 sull’argomento in occasione del primo congresso sulla materia e agli sviluppi teorici di Duvignaud che, tra tutti, è stato colui che ha anticipato l’idea gurvitchiana di un’analisi sociologica della messinscena teatrale e ha collaborato attivamente alla definizione dei confini della sociologia del teatro.