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Premesse alla Corte permanente di giustizia internazionale e attività

Negli anni precedenti alla scoppio della Grande guerra tra gli ambienti internazionale, si ebbe la sensazione che si stesse delineando,un’insieme giudiziario internazionale, che avrebbe finalmente risposto alle attese dei più convinti sostenitori di una giustizia internazionale.

Il processo evolutivo di tale giustizia si arrestò bruscamente di fronte a un più forte indirizzo politico orientato alla

costituzione di un unico organismo giudiziario

internazionale, il quale riverberava gli intendimenti solo di alcuni settori .

Nonostante la nota avversione politica del presidente americano Wilson, per la costituzione di una sola Corte mondiale, la World Court, essa divenne il vero pilastro della pace e rimase il modello giudiziario internazionale di riferimento per gran parte dei politici e dei diplomatici americani, i quali, com’è noto, erano divisi tra coloro che

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pensavano ad una corte mondiale autonoma, come appunto i conservatori, e coloro invece che prefiguravano una futura organizzazione internazionale dove la Corte mondiale rientrava a pieno titolo a fianco di altre istituzioni, come fu appunto la Società delle nazioni, tanto sostenuta dal presidente Wilson, a cui però gli Statu Uniti non aderiranno.

Decisiva in questa frangente, fu l’esperienza della prima guerra mondiale, che aveva mostrato come «il perseguimento degli interessi della politica degli Stati aveva fatto si che si sgretolassero definitivamente le istanze della giustizia internazionale, e inoltre mostrava come la guerra dopo la stipula del trattato di Versailles, aveva imposto una netta asimmetria politica- culturale, tra chi agiva nel nome del diritto e chi invece era chiamato a giudizio e che tendenzialmente assumeva i caratteri sempre più marcati di

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governo di uno Stato “ ingiusto”, destinato a violare i diritti degli individui»28.

Ebbene la Grande guerra, portò al disfacimento dei rapporti di potere tra gli Stati nazionali coinvolti, e si fece ancora più impellente l’idea e l’esigenza politica di considerare l’istituzione di un ordinamento internazionale al disopra degli stati, che doveva adoperarsi per contrastare le guerre di aggressione , considerate un vero crimine , sancito addirittura dall’ art. 227 proprio del trattato di Versailles, che dichiarava ormai «l’avvenuto ripensamento e superamento dei principi di repressione dei tradizionali crimini in bello , ovvero crimini relativi esclusivamente alla condotta della guerra e al rispetto dei prigionieri»29.

Considerare il concetto di guerra come atto meramente criminale, e quindi ritenerla come una vera e propria

28 L . Tedoldi, La giustizia internazionale. Un profilo storico-politico dell’arbitrato della Corte

penale; con testi di Patrizio gonnella, Elisa Orrù, Alessandro Polsi e Pier paolo Portinaro , Carocci, Roma, 2012, p. 73-75.

29 Cfr. G. Gozzi , Diritti e civiltà. Storia e filosofia del dirito internazionale, Il Mulino, Bologna ,

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violazione dell’ordine internazionale, faceva in modo che l’esigenza della costituzione di una più robusta e articolata corte internazionale si manifestasse come una condizione improrogabile ormai.

Com’è noto, in questo contesto intervenne l’attività politica del presidente Wilson; l’azione di quest’ultimo proponeva il superamento dell’equilibri di potere con l’istituzione di una comunità di potere organizzata e soprattutto legittimata dal consenso.

La comunità di potere ideata da Wilson era rivolta al raggiungimento di obiettivi politici più ampi, come ad

esempio il perseguimento e il rafforzamento

dell’internazionalismo di democrazia, di libertà e di libero scambio che doveva essere quindi esteso in tutto il mondo e garantito soprattutto dalla costruzione di un governo mondiale.

Queste furono le premesse che poi condurranno il presidente americano a rivolgere i propri sforzi in politica

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estera all’organizzazione di un’ associazione generale delle nazioni, approvata dalla pace di Parigi del 1919, che sarebbe stata istituita allo scopo di garantire, attraverso la difesa dell’indipendenza politica e dell’integrità territoriale per tutti i paesi grandi e piccoli, il rafforzamento di una duratura sicurezza collettiva.

Questa associazione così desiderata era la Società delle Nazioni, la cui data di nascita, il 10 gennaio 1920, corrispose al giorno dell’entrata in vigore del trattato di Versailles. Il processo che portò alla creazione della Corte internazionale, peraltro prevista dall’ art. 14 del trattato, s’irrobustì durante il biennio 1918-19, proprio all’interno del confronto internazionale sull’istituzione della Società delle Nazioni.

La proposta più incisiva però pervenne al presidente degli Stati Uniti, dalle osservazioni proposte dal regno Unito , che trovarono luogo nel documento che vi emerse, ovvero un

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documento sul Patto della Società delle Nazioni, stilato dal ministro Cecil.

In vero, in questo documento trovano poste alcune proposte che diventeranno terreno di confronto aperto e diventeranno matrice stessa della Corte : la creazione di una Corte di diritto internazionale, nominata dal Consiglio della Società , la quale doveva ratificare le decisioni nei casi in cui la Corte riteneva di procedere.

Quasi un anno dopo , il secondo incontro del Consiglio della Società delle nazioni diede il via a un comitato di giuristi con il compito di preparare un progetto di Corte permanente di giustizia internazionale.; Tra giugno e luglio del 1920 il comitato discusse di svariati temi affrontando questioni che erano considerate come grandi quesiti sottesi alla cultura giuridica internazionale del tempo, con una grande professionalità.

Le discussioni quindi riguardavano, in particolar modo, i rapporti tra politica e diritto , tra giustizia ed equità, tra

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arbitrato e decisone giudiziaria, i quali costituivano gli elementi del tessuto giurisprudenziale posto a fondamento della carta statuaria della futura Corte.

In questa sede quindi si focalizzo l ‘attenzione attorno ai complessi nodi teorici e politici legato alla’istituzione della Corte internazionale.

Per queste nascenti ed imminenti motivazioni il comitati decise di riprendere la discussione delle valutazioni sulle risoluzioni della conferenza di pace del 1907, per ripensare anche al rafforzamento del principio dell’uguaglianza giuridica degli Stati e della giurisdizione obbligatoria della Corte, sempre rifiutata dalla grandi potenze.

Il testo proposto dal comitato all’ Assemblea della Società delle nazioni «proponeva la nascita di un vasto organismo giudiziario unitario, in ottemperanza all’art. 14 del trattato di Versailles, e quindi configurava la nascita di una Corte

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Internazionale competente per giudicare i crimini contro l’ordine pubblico internazionale.»30

Sebbene la proposta fu deposta con una certa velocità innanzi all’ Assemblea della Società delle nazioni, nel 1920 questa la respinse giudicandola troppo “ prematura”.

Infine la bozza dello statuto della Corte permanete , venne in seguito approvata unanimemente nella sessione plenaria dell’ assemblea della Società delle Nazioni il 13 dicembre dello stesso anno.

1.6. L’istituzione della Corte internazionale di