2. Parole fort
2.3. Ragioni del nuovo progetto e metodo della ricerca
2.3.1. Prima fase
Una prima fase del progetto ha visto il gruppo confrontarsi sui temi e i concetti ritenuti maggiormente rappresentativi della cultura degli anni Sessanta e Settanta, intorno ai quali ci si è brevemente soffermati nel para- grafo precedente, e che portano alla ribalta problematiche oggi particolar- mente dense di interrogativi.
Il concetto di autorità sembra ben riassumere un orizzonte di signii- cati attorno a cui rilettere, da cui trovano una possibile declinazione più e diverse dimensioni dell’esistenza, secondo i piani interpretativi offerti da ciascun soggetto femminile che qui esprime la propria originale presa di parola. Gli anni Sessanta e Settanta, che fanno da sfondo alle nostre storie, sono stati anni di critica dell’autorità: lottare contro l’autoritarismo era un leitmotiv proprio dei movimenti studenteschi.
Il signiicato di Autorità si esplica nella relazione tra le persone e at- tiene, come spiega Luisa Muraro, all’ordine simbolico, costituito da parole, gesti, immagini, arte, poemi, monumenti, cerimonie. Esso è utile a preser- vare un ordine sociale in assenza del quale si può facilmente fare ricorso all’uso della forza o della repressione. Tale situazione rappresenterebbe, secondo Arendt (1999) il fallimento dell’autorità stessa, che cesserebbe di essere vera autorità. Quest’ultima, continua a spiegare la ilosofa, inizia con la relazione materna. La relazione materna differisce da donna a uo- mo, perché la differenza sessuale da biologica si plasma in umana proprio nel corso di quella relazione (Muraro, 2013).
A partire dagli anni Trenta, gli intellettuali facenti capo alla Scuola di Francoforte, interpretando l’allora recente scoperta della psicoanalisi in chiave marxista, hanno indagato il concetto di autorità denunciando la re- pressività della società capitalistica e concentrando i propri studi sulla per- sonalità, sulla famiglia, sullo Stato o sui sistemi scolastici autoritari, spesso tuttavia confondendo il signiicato di autorità con il suo abuso. Tali teorie hanno avuto una notevole inluenza nei decenni successivi, in quei movi- menti di contestazione, specie giovanile, che criticavano i sistemi repressivi della società.
Ma il confronto con la realtà ci fa comprendere come l’assenza di auto- rità generi in molti casi disagi nei giovani e problemi legati alla disgrega- zione della personalità. Al concetto di autorità è connesso, ancora secondo una storica interpretazione psicoanalitica, quello di legge, che può essere a sua volta reinterpretato collegandolo alla igura del padre. La lettura di re- centi contributi sul tema permette di mettere a fuoco diversi punti di vista. In particolare il padre viene avvertito come igura alquanto assente, specie sul piano simbolico, nella società contemporanea; un’assenza che rende più dificile la separazione del iglio dalla madre, dal mondo protetto dell’in- fanzia, dalla casa della famiglia d’origine. Tratti che ritroviamo nei giovani di oggi, frequentemente in dificoltà a intraprendere il percorso verso l’età adulta (Risé, 2013). Anche lo psicoanalista Massimo Recalcati (2013; 2017) pone in evidenza altri aspetti connessi al signiicato di paternità. L’autore vede nel padre di oggi non più il padre rappresentante (infallibile) di una legge inderogabile, ma il “testimone” della legge: l’immagine del padre autoritario di ieri sembra cedere il passo a un padre capace di lasciare in eredità al iglio la legge dell’amore, a cui è annesso il dono della libertà. Il viaggio (la vita) del iglio comporta infatti una parte segreta destinata a rimanere inaccessibile al genitore e occorre che i genitori – che l’ac- compagnano nelle diverse fasi del suo sviluppo – imparino a lasciar andar il iglio. L’eredità del padre e della madre diventa quindi testimoniare il proprio sistema di valori e, in caso sia presente, il credo religioso. Essi non
possono sostituirsi al iglio, neanche quando avverte errori o fallimenti o ferite, che possono invece rivelarsi per entrambi le parti fonte di appren- dimento. Continuare a credere nella forza del proprio iglio permette a quest’ultimo di accrescere il suo desiderio di espansione del proprio Sé e di valorizzazione dei propri talenti e risorse.
A questo punto sono state individuate più inalità a cui può rispondere il nostro processo d’indagine:
– obiettivi formativo-educativi, conoscitivi ed etici che si manifestano nell’impegno a indagare e descrivere criticamente i fatti avvenuti e nell’assumere una “responsabilità generazionale”, nel momento in cui gli scritti personali restituiscono un passato ed esperienze vissute an- che da altri;
– un obiettivo politico è rintracciabile nelle traiettorie autobiograiche che mettendo in scena il mondo vogliono incidere sulla società, sulle politiche pubbliche, sui nuovi conlitti, sul singolo e sulle sue esigenze di libertà, sui rapporti di genere in via di trasformazione, sui vincoli sociali che si silacciano e che le protagoniste e autrici delle storie spesso desidererebbero modiicare e ricomporre.
È signiicativo annotare come anche in questa nuova indagine sul Ses- santotto, la dimensione del gruppo sia stata determinante. L’attivazione di intelligenze e il confronto di esperienze diverse hanno ulteriormente arricchito l’elaborazione e la scoperta dei signiicati legati agli eventi ricor- dati, a quelli nuovi come pure a quelli “riconfermati”, oppure l’emergere di valutazioni differenti. È prevalsa la scelta, direi il coraggio, di mettersi alla prova con il metodo e la pratica del dialogo, principio dichiarato tanto quanto disatteso nella contemporaneità. Questo contempla il riconosci- mento e la valorizzazione delle differenze di esperienze e di opinioni e la veriica di una possibile condivisione dei signiicati. In tale prospettiva di dialogo si pone anche il metodo autobiograico, che poggia infatti su un impianto dialogico, in quanto, come sopra esposto, induce a stabilire uno scambio con se stessi e con gli altri, offrendo un modello della differenza, che attraverso il racconto di sé rispetta e valorizza la soggettività umana, l’originalità e l’unicità di ogni persona.