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Il primo costituente è una lettera o un’abbreviazione:

Capitolo 3. La composizione nominale in tedesco

3.7. Diversi modelli di composizione nominale

3.7.9. Il primo costituente è una lettera o un’abbreviazione:

Si è appena detto che anche unità molto complesse (sintagmi e frasi) non sono escluse dalla composizione. D’altro canto, il primo costituente può essere anche un’unità molto semplice, come una singola lettera. In questo caso le lettere possono avere due tipi di funzioni: possono indicare una posizione gerarchica, come nel composto A-Klasse, oppure possono avere una funzione iconica, come in S-Kurve e Y-Chromosom. Anche lettere dell’alfabeto greco trovano posto nei composti tedeschi, come si può vedere negli

46 La componente frasale di tali composti li rende simili a forme come Ruhrmichnichtan, corrispondente all’italiano Nontiscordardimé; in queste combinazioni non sussiste però una relazione R implicita tra gli elementi, quindi in base alla definizione adottata in questo lavoro non si possono considerare composti, ma piuttosto univerbazioni di strutture sintattiche (Fleischer 2000: 889) oppure conversioni di sintagmi (Fleischer Barz 2012: 85).

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esempi Betaversion, Alphatier (Donalies 2007: 54). È necessario operare una distinzione tra i composti la cui prima unità è una lettera e quelli la cui prima unità è un’abbreviazione: si considerino ad esempio i composti A-Bombe, U-Bahn e O-Saft: le forme complete degli esempi citati sarebbero Atombombe, Untergrundbahn,

Orangensaft. La lettera in questo caso non ha né funzione gerarchica né iconica, è

semplicemente l’iniziale del costituente. Il fatto che sigle e abbreviazioni contribuiscono a formare composti (come SPD-Mitglied) è una tendenza attuale della lingua tedesca; in questo modo viene controbilanciata la propensione a creare composti molto verbosi, soprattutto in ambito tecnico e amministrativo. Lo si spiegherà meglio in seguito (punto 3.8).

3.7.10. Composizione onimica e deonimica: Goethestraße, Heulsuse

Per questo paragrafo si fa riferimento principalmente a Fleischer Barz (2012: 179-184). Nei composti onimici i costituenti si uniscono a formare un nome proprio, come

Hans-Gert; i composti deonimici sono invece nomi composti comuni in cui un nome

proprio figura tra i costituenti, come ad esempio Bachkonzert. Tra i nomi propri figurano in questi composti soprattutto gli antroponimi, cioè i nomi di persona, e i toponimi, i nomi di luogo.

Tra i composti onimici si annoverano antroponimi come Hans-Gert e Hannelore, cioè nomi di persona formati accostando due nomi, come accade in italiano con Giancarlo o Annamaria47. Per quanto riguarda i toponimi, esistono nomi di luogo composti da due

unità onimiche, come Berlin-Pankow e Leipzig-Grünau. Questo tipo di forme in cui il primo membro indica la città e il secondo membro designa un quartiere o una zona della città stessa potrebbero essere interpretati come composti con un inverso rapporto di determinazione: Leipzig-Grünau indica ‘Leipzig, und zwar Grünau’, dove il primo costituente avrebbe eccezionalmente il ruolo di testa. Questa interpretazione è sostenuta da Fleischer Barz48; casi di questo tipo saranno approfonditi nel capitolo 5 (5.1.2.). L’unione di toponimi può dare luogo anche a composti copulativi, come nel caso di

Schleswig-Holstein. Ci sono anche composti onimici in cui solo uno dei due costituenti è

47 Fleischer Barz considera composti anche formazioni dove due cognomi sono giustapposti, come in Elly

Beinhorn-Rosemeyer, oppure dove il cognome è giustapposto al nome di una località, come in Hermann Schulze-Delitzsch (Fleischer Barz 2012: 180).

48 Non così Olsen (1990: 141): secondo Olsen tali formazioni presentano regolarmente la testa a destra. L’esempio che usa è Köln-Deutz: Deutz, das sich in Köln befindet.

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un nome proprio: accade spesso nei soprannomi, dove l’antroponimo è la testa che viene determinata da un nome comune49. Tra i toponimi, composti di questo tipo designano città come Altleipzig e Großberlin, nonché nomi di strade e luoghi pubblici come

Goethestraße, Augustusplatz, Clara-Zetkin-Park.

I composti deonimici risultano invece essere nomi comuni, dove però almeno uno dei costituenti è un nome proprio; vi sono formazioni in cui il determinante è onimico, più precisamente un toponimo, come nelle parole Berlinreise, Sibirtiger, oppure un antroponimo, come nel caso di Bachkonzert. In tedesco esistono anche dei composti deonimici molto interessanti, dove la testa è un antroponimo che si comporta come un nome comune: sono composti del tipo Heulsuse. Il secondo costituente –suse é un nome di donna, ma nella composizione perde le caratteristiche di nome proprio e diventa un appellativo: in combinazione con la radice verbale Heul- ‘ululare, piangere, strillare’ significa ‘piagnucolona’ (hor mal auf, die Heulsuse zu spielen!). Esistono in tedesco alcuni nomi propri50 specializzati nel formare questi composti: per il femminile si citano, oltre a -suse, -trine (Heultrine) e -lise (Quatschellise, ‘chiacchierona’); tra le varianti maschili compaiono –heini (Pfeifenheini ‘arbitrucolo’), e -hans (Prahlhans, ‘fanfarone’); si trovano molte formazioni con –fritze: Filmfritze, Werbefritze, Quasselfritze,

Zeitungsfritze, Zigarrenfritze51. Ad esempio, nelle prime pagine di Im Westen nichts Neues52 (Niente di nuovo sul fronte occidentale) compaiono i due composti deonimici Gulaschmarie e Küchenkarl, il primo che indica la cucina da campo, e il secondo che

designa il cuoco del reggimento. In italiano non pare esistere questo modello; questi

49 Fleischer Barz (2012: 181) indica a tal proposito un paese in cui abitano quattro signori di nome Klaus, disambiguati coi nomi di Goldzahn-Klaus, Kriesgruben-Klaus, Leichenwagen Klaus, Sauf-Klaus. Immediato il confronto con la mia contrada, in cui il nome Anna è molto diffuso soprattutto tra le persone di una certa età: fino a pochi anni fa bisognava distinguere tra Anna Mejora, Anna Capitana, Anna Bon,

Anna Frane, Anna Capetta.

50 Gli esempi sono tratti da Fleischer Barz (2012: 184), Marx (1994: 96, 1990:12, 23 e nota 10), OWID (https://www.owid.de/, url consultato l’11.04.17).

51 Significano rispettivamente ‘cinematografaro’, ‘venditore ambulante’, ‘chiacchierone’, ‘giornalaro’, ‘tabacchino’, tutti con una connotazione spregiativa e che è difficile rendere in italiano (Marx 1994:69 e nota 88) Una serie di nomignoli famosi di questo tipo si deve ad un libro per bambini di H. Hoffmann: figure come Struwwelpeter, che non si pettina mai, Zappelphilipp, che non sta mai fermo, e Suppenkaspar, bambino schizzinoso che non vuole mangiare la zuppa, sono diventati oggi nomi comuni per designare persone con queste caratteristiche (Marx 1990:23 e nota 10).

52 Remarque, Erich Maria (2000:12, prima edizione 1929), Im Westen nichts Neues, Köln, Kiepenheuer & Witsch. In una traduzione italiana Gulaschmarie viene reso con “cucina da campo”; sembra che sia il nome che l’autore dà alla marmitta per cuocere il gulasch, chiamata anche Gulaschkanone. Il nome Kuchenkarl invece viene tradotto come „cuciniere”. Nella traduzione italiana quindi il composto deonimico si perde, sostituito da nomi comuni (si fa riferimento alla traduzione di Stefano Jacini Niente di nuovo sul fronte

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composti corrispondono di frequente a formazioni con suffissi alterativi, spesso con connotazione dispregiativa (piagnucolona, arbitrucolo, giornalaro).