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Capitolo 3. La composizione nominale in tedesco

3.2. Le proprietà morfologiche

In tedesco il determinato, cioè la testa semantica e formale dei composti, è sempre il costituente di destra: eine Wohnungstür ist eine Tür, eine Waldblume ist eine Blume; si può quindi dire che per il tedesco – come per le altre lingue germaniche – vale la

Righthand Head Rule di Williams (1981, Donalies 2007: 39). La Rechtsköpfigkeit del

tedesco può essere spiegata facendo riferimento all’ordine topicale delle lingue germaniche, ovvero alla sequenza in cui i costituenti si dispongono nella frase; si tratta di una tendenza, di un ordine preferenziale che non sempre viene rispettato in tutti gli ambiti della lingua. Secondo Durrel (2006: 44) il tedesco viene convenzionalmente visto come una lingua con ordine SOV; questo significa che originariamente l’ordine predominante della frase era soggetto–oggetto–verbo, anche se il verbo nel corso della storia si è poi spostato in seconda posizione. La sequenza SOV sopravvive ancora oggi nelle frasi subordinate: Otto kocht die Suppe, während Franz ein Buch liest. Siewierska (2006: 645) spiega che esistono due possibilità nella sequenza tra verbo e oggetto, cioè VO e OV; a ciascuno di questi ordini corrisponde un preciso ordine tra modificatore e testa nelle costruzioni sintattiche. Più precisamente, all’ordine del tedesco OV corrispondono schemi strutturali ‘modificatore–testa’, infatti in tedesco l’attributo precede il nome: ein

schönes Bild; lo stesso ordine si manifesta nella sequenza determinante-determinato dei

composti tedeschi. Questo permette di spiegare che la Rechtsköpfigkeit dei composti tedeschi è congrua all’ordine topicale delle lingue germaniche3.

La composizione determinativa in tedesco crea strutture binarie e ricorsive. Così, come esemplificato da Donalies (2007: 37), la parola Apfel|torte significa ‘torta di mele’,

Apfel|torten|rezept designa la ricetta di una torta di mele, Apfel|torten|rezept|buch indica

un libro di ricette per fare torte di mele, e così via. La ricorsività non si manifesta solo nella composizione, ma anche in altre costruzioni che appartengono però alla sintassi; è il caso degli attributi al genitivo, come ad esempio der Wagen des Vaters meiner

Freundin, e delle costruzioni infinitive in funzione di oggetto, come Otto versucht zu beginnen zu lernen (Eisenberg 2006: 229). Ricorsività e binarietà fanno sì che i composti

possano essere rappresentati con diagrammi a ramificazioni binarie; la ramificazione può interessare l’unità di sinistra (Blumen|kohl|suppe), quella di destra (Berg|seil|bahn) o

3 Considerazioni simili possono essere fatte per spiegare la testa a sinistra dei composti italiani, ma in tal caso si deve contemplare anche il cambiamento di ordine avvenuto tra latino e volgare. Se ne parlerà nel capitolo 4.

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entrambe (Straßen|bahn|fahr|karte). Il tedesco predilige la ramificazione a sinistra, perché l’orecchio tedesco è teso ad afferrare la testa del composto, che è l’ultima unità: se la testa è semplice, è anche più facile da elaborare (Donalies 2007: 37). I composti possono raggiungere gradi di complessità molto elevati, ma generalmente il numero di costituenti resta contenuto per ragioni pragmatiche; composti di quattro membri sono facilmente attestabili, come nel caso di Roggen|voll|korn|brot, mentre formazioni più complesse sono generalmente occasionalismi, come Süd|see|sehnsuchts|schnapp|schuss. Composti molto complessi tendono ad essere abbondantemente presenti nei linguaggi specifici e nel lessico giuridico (Blut|stamm|zell|transplantation,

Asyl|bewerber|-leistungs|gesetz), in virtù di precisione e compressione di significato4 (Duden 2009: 716s).

3.2.1. Fugenelemente

Tra i costituenti dei composti esiste un confine netto, che in tedesco è chiamato Fuge. Nella maggior parte dei casi la Fuge non è realizzata da nessun materiale, come in

Apfel|torte, ma a volte può essere presente una piccola unità che separa i due costituenti

ed è semanticamente vuota, come in Hochzeit|s|torte (Donalies 2007:30). Poiché nelle grammatiche italiane non sussiste il bisogno di nominare tali elementi, si utilizzerà qui e di seguito il termine tedesco Fugenelement. Circa il 30% dei composti presenta un

Fugenelement (Duden 2009: 712); questi elementi risalgono ad antiche forme di genitivi

e plurali che si sono successivamente fossilizzate: ad esempio dalla forma alto-tedesca antica der gotes poto si è sviluppato il composto Gottesbote (Fleischer Barz 2012: 185). I composti che presentano un Fugenelement tra i costituenti sono stati definiti da Grimm

uneigentliche Komposita (punto 2.1.).

3.2.1.1. Aspetto formale dei Fugenelemente

È la prima unità del composto a stabilire il Fugenelement, in base alla propria struttura morfologica e fonologica, al grado di complessità e – qualora si tratti di un sostantivo – alla classe di flessione cui appartiene (Fleischer Barz 2012: 187). Quando si coordinano due composti che presentano uno stesso costituente, come in Frühlings- und

4 Un esempio molto verboso è Rindlfeischetikettierungsaufgabenübertragungsgesetzt, eletta ‘Unwort des

Jahres’ 1999, resa in italiano con ‘legge della ripartizione dei compiti sul controllo della carne bovina’

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Herbsttage, il Fugenelement appartiene infatti al primo membro (Fuhrhop 1998: 187).

Nella maggior parte dei casi il Fugenelement5 compare dopo costituenti nominali o verbali (Fleischer Barz 2012: 185). Dopo costituenti sostantivali i Fugenelemente possono essere realizzati in diversi modi: Universität|s|bibliothek, Tag|es|licht,

Löwe|n|zahn, Tag|e|buch, Student|en|club, Herz|ens|wunsch, Kind|er|dorf. Se invece il

primo costituente è un verbo, l’unico Fugenelement disponibile è –e–, come in

Reib|e|käse6; aggettivi e costituenti indeclinabili invece costruiscono parole composte senza Fugenelement (Duden 2009: 712). Nei composti che presentano confissi o costituenti stranieri si può talvolta inserire il Fugenelement di origine greca –o–, come in

Therm|o|meter (Duden 2009: 712); si tratta di un elemento particolare, che non pare

dipendere solo dal primo costituente: compare nei composti in cui è presente un confisso o una parola straniera, siano essi la prima o la seconda unità del composto, come in

Spiel|o|thek. Nei composti con confissi può talvolta comparire l’elemento –i–, come in Stratigraphie, ma è scarsamente attestato (Donalies 2007:31). Vi sono parole che

presentano più varianti di Fugenelemente, come la parola Kind: Kind|bett, Kind|es|wohl,

Kind|s|taufe, Kind|er|garten; in tal caso la scelta dipende dalle caratteristiche del secondo

membro (Eisenberg 2006: 237).

Anche se non si può descrivere con regole chiare, la distribuzione dei Fugenelemente non avviene affatto in modo arbitrario7, e adempie a precise funzioni grammaticali. In primo luogo tali elementi aiutano a strutturare la parola complessa e ne facilitano la segmentazione morfologica; si vedano come esempi Hof|mauer e Friedhof|s|mauer (Fleischer Barz 2012: 190), Werk|zeug e Handwerk|s|zeug (Fuhrhop 1998: 191). In secondo luogo i Fugenelement possono determinare la categoria lessicale del primo membro, come in Land|klima, nome, opposto a Land|e|platz, verbo (Fleischer Barz 2012: 189); inoltre possono aiutare a disambiguare il significato di costituenti polisemici: ad

5 Esiste anche la Subtraktionsfuge, cioè la sottrazione di materiale dal primo costituente; si elide per lo più la vocale schwa come in Schulbuch, Wolldecke, Sprachunterricht, e talvolta la si sostituisce con –s, come in Gebirgszug. (Duden 2009: 712, Eisenberg 2006: 236, Fleischer Barz 2012: 185).

6 Riguardo alla presenza di Fugenelemente nei costituenti verbali, Donalies (2007: 33) dissente sulla scorta di Gallmann (1999: 185), secondo cui la –e– dopo radici verbali in –b, –d, –g, –s, –t non è un Fugenelement, ma un elemento che costruisce una variante della radice di tali verbi (Gallmann, Peter (1999), “Fugenmorfpheme als Nicht-Kasus-Suffixe”, in Butt, Matthias & Fuhrhop, Nanna (a cura di), Variation

und Stabilität in der Wortstruktur, Hildesheim, 177-190).

7 In uno studio di Libben et al. (2009) è stato chiesto ad un gruppo di studenti di giudicare l’adeguatezza di un numero di composti; alcune formazioni erano realmente attestate, altre presentavano il Fugenelement errato, cioè non conforme alla lingua attuale. I soggetti sapevano indicare con precisione se il composto in questione fosse formato col il giusto Fugenelement (Libben et al. 2009).

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esempio Klasse|n|zimmer e Klasse|zimmer, Geburt|s|tag e Geburt|en|kontrolle8

(Fleischer Barz 2012: 189). Un’altra funzione è di tipo prosodico: i Fugenelemente completano la configurazione ritmica del primo membro in modo da formare una sequenza trocaica9, la struttura prosodica preferita dal tedesco, come in Herz|ens|lust (Fleischer Barz 2012: 189).

3.2.1.2. Fugenelemente paradigmatici e non paradigmatici

Secondo Donalies (2007: 32) esistono due teorie sull’analisi dei Fugenelemente, entrambe non prive di incongruenze: la prima teoria parte dal presupposto che la composizione avvenga soltanto mediante radici di parole, mentre la seconda sostiene che nei composti possano esserci anche forme flesse. Tra i sostenitori della prima posizione si trova Eisenberg, secondo cui “Mit Fuge ist jede phonologische Veränderung gegenüber einer bestimmten Stammform gemeint” (Eisenberg 2006: 236). In questa prospettiva, se il primo costituente mostra marche del genitivo o del plurale si tratta di desinenze ormai defunzionalizzate, e in sincronia il materiale in esubero tra il primo e il secondo membro non può che essere un Fugenelement. Questa posizione non necessita della distinzione tra elementi paradigmatici e non paradigmatici (Donalies 2007:33). Per la seconda teoria invece le marche inflessionali indicano effettive forme plurali o genitive: un esempio è

Königsmantel – der Manter des Königs, dove la –s– esprime il genitivo. Allo stesso modo

il plurale del primo costituente può essere semanticamente giustificato, come in

Blumenvase, e può presentare anche il tipico Umlaut, come in Ärztehaus e Güterbahnhof

(Donalies 2007:33). Vi sono tuttavia innumerevoli controesempi, uno tra tutti Liebesbrief dove la forma *Liebes non coincide con nessuna forma flessa del sostantivo femminile

Liebe: si necessita quindi di distinguere tra Fugenelemente paradigmatici e non

paradigmatici. I primi sono omonimi alle possibili desinenze nel paradigma del costituente, e formano con esso la forma flessa; i Fugenelemente non paradigmatici

8 Il Duden è di altra opinione: si tratterebbe qui di una marca plurale semanticamente motivata, omonima al Fugenelement –en–. Quando il primo membro indica una moltitudine di entità, allora compare al plurale, come in Minderheiten|kontrolle vs. Minderheit|s|regierung (Duden 2009: 713s)

9 In tal senso vi sono Fugenelemente sillabici (–e–, –en–, –er–, –ens–) e non sillabici, cioè –s–. I sillabici servono a fornire al primo membro una sillaba in più, così da formare la sequenza accentato-non accentato (un trocheo). Se il primo membro finisce in schwa (Dose|n|pfand), il Fugenelement può proteggere l’ultima vocale dall’elisione (cosa che accade in Schul|buch) (Duden 2009: 714). Eisenberg (2006: 240) sostiene la funzione prosodica e fonologica dei Fugenelemente.

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invece non appartengono al paradigma del sostantivo che li precede, come in Liebesbrief, e pertanto vengono considerati Fugenelemente a tutti gli effetti (Donalies 2007: 32). Da questo punto di vista sono ‘veri’ Fugenelemente soltanto la Fugen–s– non paradigmatica, –o– e –i–, poiché tutti gli altri possono essere potenziali affissi. Sembra una prospettiva semplificatrice, quindi conveniente soprattutto dal punto di vista didattico, se non esistessero svariati esempi di falsi singolari e falsi plurali (Eisenberg 2006: 237); ad esempio in una Nudelsuppe ci si aspetta più di una tagliatella, in una Kinderjacke è difficile far stare più bambini, e non è chiaro se in una Bücherstube vi siano più libri che in una Buchhandlung: ancora una volta non è possibile fornire regole chiare di distribuzione. Nonostante la mancanza di sistematicità, si possono perlomeno descrivere le tendenze del Fugenelement più diffuso, ovvero la Fugen–s–. Dopo i suffissi –heit/–

keit/–igkeit, –ion, –ität, –schaft, –ung, –ling, –tum, –um e –sal, gran parte dei quali

formano sostantivi femminili, la Fugen–s– compare regolarmente (Donalies 2007: 3110); si trova anche dopo parole semplici in –ing, come in Hering|s|salat (Duden 2009: 714-715). Si tratta di una tendenza che prevede anche poche eccezioni, come le formazioni

Stellungnahme e Arbeitgeber, che non presentano Fugen-s- nonostante i suffissi

sopraindicati.