Capitolo II. Tra acquisti ed eredità, la formazione del patrimonio
2.8 Il primo lascito in favore di Raniero Aldrovandi – Marescott
Alla morte di Filippo iunior nel 1748 tutto il suo patrimonio andò direttamente all’unico figlio maschio rimastogli, Raniero. Nel suo patrimonio andranno però a confluire tutte e tre le eredità dei fratelli Aldrovandi, tanto da creare una situazione decisamente confusa risolta in parte alcuni decenni dopo dai suoi stessi figli. Già all’atto della divisione i tre fratelli avevano predisposto una primogenitura in favore dei discendenti maschi della famiglia Aldrovandi e in mancanza di questi delle femmine.171 Alla morte del
primogenito Ercole iunior questa passò all’altro figlio Raniero.172 Con questo atto si voleva ricreare quell’unità patrimoniale rotta dalla divisione sancita dal testamento di Ercole del 1672. Unità patrimoniale sembrava volesse dire anche maggiore forza per la famiglia, anche se per alcuni punti di vista questa visione verrà in parte smentita. Nonostante questa iniziale intenzione, ci furono degli importanti ripensamenti per
169 Il sistema monetario modenese prevedeva per le monete di conto un sistema simile al bolognese con una moneta “grande”, lo zecchino seguito dalla tradizionale tripartizione in lire, soldi, denari. Le monete effettive erano in oro, argento e rame. Le monete in oro erano: zecchini e doppie; quelle in argento i ducatoni, gli scudi, i ducati e i mezzi ducati; in rame i soldi e i denari. Vedi allegato 2.
170 Si tenga presente che i valori riportati tratti da Angelo Martini, Manuale di metrologia, op. cit., vengono calcolati così fino al 1796.
171 A tal proposito vedi ASBo, Archivio Aldrovandi – Marescotti, Serie Instrumenti, busta 26, ma anche BABo, Aldrovandi Pompeo e fratelli, Disposizioni de’ ss.ri fratelli Aldrovandi sulla primogenitura e fideicommisso costituito da monsignor Pompeo e da signori conti Filippo e Nicolò fratelli …, (17. C. IV. 1).
172 Il cambio della primogenitura dopo la morte di Ercole Aldrovandi iunior viene confermato da documenti ufficiali, come l’atto di conferma di Nicolò che si trova in ASBo, Archivio Aldrovandi – Marescotti, Serie Instrumenti, busta 30. Nel caso dell’eredità dello zio Nicolò questa passò a Raniero in maniera indiretta visto che alla sua morte gli eredi universali erano i fratelli Pompeo e Filippo come ci testimonia l’inventario dell’eredità presente in ASBo, Archivio Aldrovandi – Marescotti, Serie Carteggio, Atti vari, Miscellanea storico – scientifica, busta 382.
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quanto riguardava il cardinale Pompeo, con relative cause risolte dall’intervento pontificio. Ci occuperemo però in questo paragrafo dell’eredità che Filippo lasciò direttamente al figlio, precisando come tra questi ci fossero anche metà dei beni che facevano parte del patrimonio di Nicolò morto nel 1740.
Nell’inventario in questione il notaio ribadiva come Raniero fosse non solo l’erede diretto del padre e dello zio, ma anche del prozio Marescotti, il quale anch’egli aveva stabilito una primogenitura in favore dei figli di Filippo. Nello stesso documento si disponeva già in favore del primo figlio maschio di Raniero, Gian Francesco.173
L’interesse per l’inventario deriva però anche dal fatto di essere molto particolareggiato, presentando una valutazione in lire bolognesi per i beni che direttamente facevano parte delle proprietà di Filippo, al contrario quelli di Nicolò venivano solamente citati. In realtà anche per la parte di Filippo dalle valutazioni sono esclusi i beni immobili, comunque la valutazione delle “robe” presenti in essi è particolarmente preziosa anche per gli argomenti che si tratteranno successivamente.
Ad esempio la descrizione del palazzo di via Galliera, anche se parziale, ci fa comprendere come questo fosse di molto cambiato, grazie ai lavori intrapresi da Pompeo, e come fosse maggiore il lusso rispetto al passato. Di grandi dimensioni era la libreria, anche questa aveva beneficiato degli apporti di casa Marescotti, costituita da un bel numero di titoli che meriterebbero in altra sede un’approfondita analisi.174 Ci basti per ora osservare che questi valevano in totale 7.061 lire senza che peraltro fossero presenti volumi particolarmente preziosi dal punto di vista artistico come potevano essere ad esempio dei codici miniati. Se i libri rappresentavano il lato culturale di una
173 L’inventario legale dei beni del fu signor Conte Filippo Aldrovandi è in ASBo, Archivio Aldrovandi – Marescotti, Serie Carteggio. Atti vari. Miscellanea storico – scientifica, letteraria e d’arte, busta 374, tutte le successive citazioni derivano da questo documento. Non è invece presente nell’archivio il testamento di Filippo, ma nell’introduzione all’inventario il notaio ne fa un riassunto permettendoci così di capire le principali disposizioni.
174 Tanto può essere infatti compreso dalla lettura dei titoli di una privata biblioteca sulla cultura di chi ne usufruiva. Su questo argomento, pur realizzato su un caso differente, si fa riferimento a Carlo Ginzburg, Il formaggio e i vermi, Torino, Einaudi, 1999. Per un quadro sintetico del mercato del libro nella Bologna del Settecento Maria Gioia Tavoni, Note a margine dell’azienda tipografica bolognese nel Settecento in Clio, anno XXVII, n. 2, 1991, pp. 305-330.
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famiglia comunque dedita alle arti liberali, le numerose armi presenti ribadivano la presenza di una mentalità ancora legata ai vecchi valori della “nobiltà guerriera” ma anche i “riti aristocratici” della caccia. La stima delle armi presenti nell’armeria è di 1.670 lire oltre alle armi da fuoco come archibugi, fucili, “pistolle” e spingarde erano presenti anche spade e sciabole rifinite con materiali di una certa qualità certamente tenuti più “per bellezza” che per vera e propria utilità.
Le altre proprietà rappresentavano le parti che spettavano a Filippo dalla divisione ma soprattutto il grosso dell’eredità Marescotti. L’interesse per le valutazioni delle altre proprietà è minore poiché non rappresentavano in alcuni casi tutta l’impresa ma solo le parti direttamente possedute da Filippo, inoltre si stimavano sempre e soltanto i beni mobili presenti nei palazzi e nelle case di proprietà della famiglia. (vedi tabelle 2.17- 2.24). Anche in questo caso l’inventario ci dà notizie più interessanti per gli argomenti che andremo a trattare nei prossimi capitoli, ma vale la pena comunque metterne in luce alcuni. Parziali e tutto sommato non troppo differenti dagli altri inventari sono le descrizioni della Giovannina e di Crespellano, più interessante poiché completo e allo stesso tempo nuovo, è il quadro dell’impresa ex Marescotti della Fontana. Il palazzo era il più grande di quelli di campagna e costituiva la dimora del fattore che gestiva la tenuta ma in esso era presente anche una stanza privata ad uso di Filippo. E’ ancor più interessante notare la presenza di una fornace che produceva coppi, pietre cotte e tavelle175 probabilmente a scopi commerciali. Queste erano così valutate: coppi 24 lire il migliaio, tavelle 15 lire il migliaio e pietre cotte 15 il migliaio.
Al lascito di Filippo si univano anche le parti che erano dello zio Nicolò le quali non vengono valutate e che corrispondevano a frazioni di proprietà a Crespellano e a Bologna.
Raniero però non riceveva dal padre solo beni mobili e immobili ma anche molti debiti. L’inventario parla di ben 8.539 lire bolognesi di argenti impegnati al monte di pietà di San Pietro a Bologna e di altri argenti impegnati al monte di pietà di Roma per un valore complessivo di quest’ultimi di 318 scudi romani. Ma non finisce qui, il ristretto dei debiti parla di ben 473.222 lire 7 soldi e 5 denari da dare a varie specie di creditori (per il dettaglio vedi la tabella 2.26). E’ questo un valore molto grande anche se difficile
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da raffrontare con lo stato attivo delle proprietà famigliari che come abbiamo visto non è completo, oltre alle parti degli altri fratelli manca infatti la valutazione dei beni immobili. La rilevanza dei debiti ci fa quindi pensare che lo stato economico della famiglia a metà Settecento, nonostante le immense proprietà, non fosse così positivo. Questo aspetto merita un’analisi approfondita delle entrate e delle uscite che verrà svolto nei seguenti capitoli. Però già dai dati a nostra disposizione si può individuare una tendenza all’indebitamento, le cui cause vanne cercate in livelli di vita maggiormente dispendiosi degli Aldrovandi del Settecento, Filippo iunior e Pompeo in particolare, rispetto ai loro predecessori.
Tabella 2.17 Mobili, oggetti e animali presenti nelle varie proprietà in valori monetari (1748). Valori in lire bolognesi
Palazzo di Bologna 101.578 San Silverio 4.142 Giovannina 2.106 Fontana 18.555 Crespellano 4.146 Totale 136.324
Fonte: ASBo, Archivio Aldrovandi Marescotti, Serie Carteggio. Atti vari. Miscellanea storico – scientifica, letteraria e d’arte, busta 374.
Tabella 2.18 Elenco dei beni valutati nel palazzo di Bologna (1748). Valori in lire bolognesi
Mobili e arredi vari 15.317
Abiti del conte Filippo 816
Abiti del conte Raniero 2.052
Abiti del conte Giovanni Francesco 1.240
Abiti vari e biancherie 10.890
Pitture 20.228
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Libri 7.061
Argenti 8.255
Orologi 425
Armi 1.670
Cavalli nella scuderia 12.210
Oggetti nella rimessa 8.140
Oggetti nelle sellerie 1.916
Oggetti nelle cucine 1.044
Cantina 1.823
Legnaia e teggia 1.220
Altri oggetti 2.571
Totale 101.578
Fonte: ASBo, Archivio Aldrovandi Marescotti, Serie Carteggio. Atti vari. Miscellanea storico – scientifica, letteraria e d’arte, busta 374.
Tabella 2.19 Elenco dei beni valutati alla Giovannina (1748). Valori in lire bolognesi
Mobili e arredi nel palazzo 646
Sotterranei 93
Cantina 1.171
Cortile 50
Cappellina 146
Totale 2.106
Fonte: ASBo, Archivio Aldrovandi Marescotti, Serie Carteggio. Atti vari. Miscellanea storico – scientifica, letteraria e d’arte, busta 374.
Tabella 2.20 Elenco beni valutati a Crespellano (1748). Valori in lire bolognesi
Mobili nel palazzo 1.234
Biancheria e arredi del palazzo 2.154
Casa del fattore 228
Rimessa e bugaderia 62
Sagrestia 148
Cantina e tinazzara 320
80
Fonte: ASBo, Archivio Aldrovandi Marescotti, Serie Carteggio. Atti vari. Miscellanea storico – scientifica, letteraria e d’arte, busta 374.
Tabella 2.21 Beni valutati a San Silverio – Camaldoli (1748). Valori in lire bolognesi Mobili e arredi 2.100 Granaio 147 Oggetti in cucina 152 Cantine 202 Cappellina e sotterranei 1.533 Scuderia 8 Totale 4.142
Fonte: ASBo, Archivio Aldrovandi Marescotti, Serie Carteggio. Atti vari. Miscellanea storico – scientifica, letteraria e d’arte, busta 374.
Tabella 2.22 Beni valutati alla Fontana (1748). Valori in lire bolognesi
Mobili nel palazzo 7.152
Cantine 1.054
Tinazzara 589
Scuderia e stanza cocchieri 214
Burattaria 88
Granaio 157
Cappellina 344
Magazzino del legname 313
Fornace 150
Forno e osteria 243
Cascina 1.058
Pastoreria 83
Totale 11.455
Fonte: ASBo, Archivio Aldrovandi Marescotti, Serie Carteggio. Atti vari. Miscellanea storico – scientifica, letteraria e d’arte, busta 374.
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Tabella 2.23 Elenco delle bestie presenti alla Fontana (1748). Valori in lire bolognesi
Vacche (63) 4.490
Vitelle (29) 1.405
Tori (5) 302
Vitelli (1) 26
Pecore, agnelli e montoni (171) 877
Totale 7.100
Fonte: ASBo, Archivio Aldrovandi Marescotti, Serie Carteggio. Atti vari. Miscellanea storico – scientifica, letteraria e d’arte, busta 374.
Tabella 2.24 Totale beni valutati alla Fontana (1748). Valori in lire bolognesi
Mobili 11.455
Animali 7.100
Totale 18.555
Fonte: ASBo, Archivio Aldrovandi Marescotti, Serie Carteggio. Atti vari. Miscellanea storico – scientifica, letteraria e d’arte, busta 374.
Tabella 25. Argenti impegnati (1748). Valori in valuta bolognese e romana Argenti impegnati nel monte di pietà di
San Pietro e Bologna 8.589 lire bolognesi
Argenti impegnati nel monte di pietà di
Roma 318 scudi romani
Fonte: ASBo, Archivio Aldrovandi Marescotti, Serie Carteggio. Atti vari. Miscellanea storico – scientifica, letteraria e d’arte, busta 374.
Tabella 26. Ristretto dei debiti (1748). Valori in lire, soldi e denari bolognesi Creditori per capitali fruttiferi 379.738, 7, 3
Creditori per frutti 20.068, 17
Gravezze di decime 2.253, 18, 8
Mercanti diversi 9.871, 11, 4
Creditori di più specie 20.780, 4
82 Creditori che restano da liquidare 35.693
Totale 473.222, 7, 5
Fonte: ASBo, Archivio Aldrovandi Marescotti, Serie Carteggio. Atti vari. Miscellanea storico – scientifica, letteraria e d’arte, busta 374.
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Capitolo III. Pompeo artefice delle fortune famigliari e il quadro economico di