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Il processo di selezione degli indicator

aPPendice al caPitolo

2.5 Il processo di selezione degli indicator

Nelle pagine che seguono descriveremo le diverse fasi del processo di sele- zione che ha portato all’individuazione di uno schema di misurazione composto da 18 indicatori di sostenibilità per l’agricoltura biologica, relativi a 6 aree tematiche o componenti ambientali sensibili (Acqua, Atmosfera e clima, Ecosistema, Suolo, Biodiersità, Energia).

A guidare questa fase della ricerca un duplice quesito: cosa si sa sulla so- stenibilità ambientale del biologico italiano? E ancora, cosa bisognerebbe sapere per essere in grado di rispondere al meglio alle esigenze di progettazione ed im- plementazione delle politiche di settore a livello locale, nazionale, comunitario ed internazionale?

Per trovare una risposta a entrambe le domande è stata condotta un’ampia rassegna della letteratura che ha portato all’individuazione di un vasto universo di indicatori, effettivamente misurati o anche solo potenzialmente adatti a descrivere le performance ambientali del comparto biologico.

Come vedremo a breve, il primo quesito - cosa si sa sulle performance am- bientali del biologico italiano? - si scontra con la carenza e con la frammenta- rietà di dati. Ciò, oltre a costituire un vincolo per la scelta della metodologia, ha influenzato anche la selezione stessa degli indicatori che compongono il set. La reale calcolabilità dei valori connessa alla disponibilità dei dati, infatti, è uno dei fattori imprescindibili per la corretta predisposizione di uno schema di misurazio- ne rispondente agli obiettivi del lavoro. Il framework proposto risponde bene alle esigenze di flessibilità e di adattabilità di cui si è discusso in precedenza. Ad ogni modo, verranno analizzati tanto i limiti quanto le potenzialità che caratterizzano singolarmente gli indicatori del set, e di cui bisogna necessariamente tenere conto durante le fasi di calcolo e di interpretazione dei risultati.

2.5.1 selezione degli indicatori di sostenibilità ambientale. analisi delle propo- ste e delle tendenze nazionali e internazionali

La prima fase di ricognizione della letteratura aveva l’obiettivo di indi- viduare i risultati già disponibili riguardo alle performance ambientali dell’a- gricoltura biologica italiana. Il quadro venutosi a delineare è apparso però frammentario ed incompleto, rafforzando l’esigenza di predisporre un sistema completo di indicatori realmente misurabili.

In Bioreport 2011 - L’agricoltura biologica in Italia (Rete Rurale Nazio- nale, 2011) sono contenuti gli unici indicatori di sostenibilità ambientale per l’agricoltura biologica disponibili per l’intero territorio nazionale (De Maria, 2011). A partire dai dati dell’Indagine sulla Produttività e sulle Strutture delle Aziende Agricole del 2007, sono stati calcolati il carico di bestiame e la biodi- versità coltivata per 5 macro circoscrizioni del nostro paese: Nord-Est, Nord- Ovest, Centro, Sud e Isole (figg. 2.7 e 2.8).

Fig. 2.7 – Carico di bestiame dell’agricoltura biologica e convenzionale

Elaborazione propia su dati SPA 2007

Fig. 2.8 – Biodiversità coltivata per l’agricoltura biologica e convenzionale

Fonte: Bioreport 2011 - L’agricoltura biologica in Italia (RRN, 2011).

Se da un lato i dati confermano quanto auspicato nel Reg. CE/834/2007 in termini di ridotto impatto ambientale dell’agricoltura biologica rispetto a quel- la convenzionale, dall’altro però i due indicatori non riescono da soli a dare conto di tutte le sfaccettature che compongono il complesso puzzle della so- stenibilità ambientale.

Alcune informazioni utili relative alla realtà italiana possono essere ot- tenute guardando ai casi studio rintracciabili in letteratura, nonostante emerga una profonda frammentarietà dei dati e dei risultati. I lavori, infatti, non sono uniformemente distribuiti sul territorio nazionale: diversi studi si concentrano in Toscana (Pacini et al., 2002; Pacini et al., 2004a e 2004b; Moriondo et al., 2009) mentre altre Regioni restano praticamente scoperte. Inoltre, tali studi sono a carattere “site specific” e si riferiscono quindi a singole aziende agricole (Pa- risi et al., 2005; Marinari et al., 2006; Moriondo et al., 2009) oppure riguardano un numero limitato di colture e di orientamenti produttivi (La Rosa et al., 2008; Blengini, Busto, 2009), o ancora, si concentrano sull’impatto dell’attività agri-

cola limitatamente a singole e specifiche componenti ambientali (Parisi et al., 2005; Boldrini et al., 2007; Marinari et al., 2010).

La seconda fase della rassegna della letteratura è stata estesa anche a livello internazionale. In particolare sono stati presi in considerazione i princi- pali studi a livello sovranazionale (OECD, 2001; OECD, 2009), a livello di Unione Europea (Stolze et al., 2000; Simoncini, 2004; EEA, 2006), oltre a quelli relativi a specifici sistemi agricoli nazionali, come nel caso dell’Australia (Wood et al., 2006) o della Danimarca (Hansen et al., 2001). Sono stati quindi individuati oltre 160 indicatori9 relativi a quasi 50 aree tematiche differenti, successivamente

classificati, rispetto ai seguenti attributi:

1. Informazioni bibliografiche (titolo, autore, anno di pubblicazione, ab- stract;)

2. Caratteristiche degli indicatori ambientali utilizzati (nome indicatore, og- getto misurato, unità di misura, formula di calcolo);

3. Riferimenti spazio-temporali (luogo d’indagine, periodo di analisi);

4. Caratteristiche metodologiche (database di riferimento, metodologia d’indagine);

5. Conclusioni ed eventuali note aggiuntive (ente finanziatore, riferimento ad un progetto di ricerca specifico, conclusioni della ricerca rilevanti). Questa operazione di classificazione ha reso possibile l’individuazione delle aree tematiche più rilevanti per la misurazione della sostenibilità am- bientale, attraverso l’identificazione delle componenti naturali a cui più fre- quentemente tali indicatori venivano associati: aria, acqua, suolo, biodiversità, ecosistema ed energia. A questo punto la scelta del set definitivo degli indica- tori si è basata su criteri oggettivi e accettati a livello internazionale (Direc- torate General for Agriculture and Rural Development, 2006; Unep, 2008). In particolare i criteri di selezione hanno riguardato:

• Effettività/Efficacia: le relazioni tra l’attività agricola e gli effetti ambien- tali, così come descritte dagli indicatori, devono essere basate su analisi scientificamente rigorose, robuste ed attendibili.

• Semplicità/Sinteticità: gli indicatori devono essere in grado di trasmettere le informazioni essenziali in modo chiaro e comprensibile, per facilitare il compito dei decisori politici ma anche per porsi come strumento valido per tutti gli altri soggetti coinvolti nel settore agricolo, consentendo così di predisporre le misure più adatte alle diverse circostanze.

• Reperibilità dei dati: gli indicatori devono essere calcolabili utilizzando dati già disponibili o che possono essere raccolti a costi ragionevoli; indirettamente que- sto significa che l’indicatore deve essere semplicemente misurabile, evitando un’eccessiva complessità anche dal punto di vista metodologico.

• Capacità di cogliere aspetti peculiari dell’agricoltura biologica: gli indicatori devo- no essere sensibili alle caratteristiche peculiari di questo metodo di produzione, consentendo anche analisi comparative con altre forme di produzione agricola. • Diffusione nella letteratura internazionale: consente di valutare la robustezza

di un indicatore e di armonizzare le misurazioni relative ai diversi paesi, in modo da facilitare i confronti nello spazio e nel tempo.

In base a tali criteri, il vasto insieme precedentemente individuato è stato così ridotto a 18 indicatori di sostenibilità ambientale per l’agricoltura biologica italiana, che vengono di seguito sinteticamente riportati (tab. 2.1).

Tab. 2.1 - Elenco degli indicatori ambientali selezionati

Tematiche Indicatori DPSIR

acqua

1 Consumo di prodotti fitosanitari P

2 Sistemi d’irrigazione P

3 Bilancio dell’Azoto P

4 Azoto di origine antropica P

atmosfera e clima 5 Emissioni gassose P

6 Emissioni (assolute) di gas serra P

biodiversità

7 Presenza di elementi semi naturali S

8 Specie rare a rischio S

9 Biodiversità coltivata/allevata (Crop Diversity Index) S

ecosistema 10 Autosufficienza foraggera S

11 Carico di bestiame P

energia

12 Dipendenza da fonti di energia non rinnovabili P

13 Efficienza energetica P

14 Consumo totale di energia S

suolo

15 Consumo di fertilizzanti P

16 Perdita di suolo da erosione (USLE) I

17 Qualità biologica del suolo S

2.6 Focus sugli indicatori selezionati. potenzialità e limiti per