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La produzione ed il consumo

Nel documento PRODOTTI AGRICOLI MERCATI GLOBALI (pagine 104-107)

3 Il mercato delle principali commodities

1. La produzione ed il consumo

Originario del Sud-America, l’albero del cacao cresce nei climi equatoriali caldo-umidi. Secondo le stime dell’Organizzazione Internazionale del Cacao (ICCO), la produzione totale di cacao è di circa 4,4 milioni di tonnellate, suddi-vise tra Africa (60%), Asia e Oceania (30%), America (20%). I principali Paesi produttori sono Costa d’Avorio e Indonesia, con 1.370.000 ton e 790.000 ton, che rappresentano la metà della produzione, seguiti dal Ghana (700.000 ton). In America Latina i pricipali produttori sono il Brasile (202.000 ton), l’Ecuador (94.000 ton) e la Colombia (44.000 ton). In Africa, vanno segnalati anche Nige-ria e Camerun.

Il mercato del cacao (000 ton) -2008

Prod. Imp. Exp.

C. d'Avorio 1.370 31,1 Olanda 680 23,1 C. d'Avorio 782 26,5 Indonesia 792 18,0 Malesia 398 13,5 Ghana 474 16,1 Ghana 700 15,9 USA 355 12,0 Indonesia 380 12,9 Nigeria 500 11,4 Germania 334 11,3 Nigeria 227 7,7 Brasile 202 4,6 Belgio 178 6,0 Camerun 171 5,8 Camerun 187 4,3 Francia 155 5,3 Olanda 155 5,3 Ecuador 94 2,1 GB 119 4,0 Belgio 117 4,0 Togo 80 1,8 Spagna 95 3,2 Togo 104 3,5

P.N. Guinea 48 1,1 Singapore 93 3,2 Ecuador 80 2,7 Colombia 44 1,0 Brasile 73 2,5 P. N. Guinea 67 2,3

Mondo 4.400 100 2.950 100 2.950 100

Costa d’Avorio, Ghana, Indonesia, Nigeria, Camerun, Togo e Ecuador sono i primi 7 esportatori di cacao ed arrivano al 75% della produzione mondiale. Questi Paesi sono la parte più debole del mercato. Generalmente, infatti, agli agricoltori rimane al massimo il 5% del valore del mercato.

Le prime fasi della produzione, dalla fermentazione all’essiccazione, avvengono nei Paesi di origine, queste operazioni sono svolte a mano. La trasformazione e la confezione dei prodotti a base di cacao avviene in Europa e negli Stati Uniti. Generalmente il cacao viene coltivato in piccoli appezzamenti di 5 ha a condu-zione familiare.

Solo recentemente si è assistito alla comparsa di grandi piantagioni superiori ai 20 ha in Centro e Sud America e in Africa. Le piantagioni più grandi sono svi-luppate in Brasile ed Ecuador.

In Costa d’Avorio, la coltura del cacao fu introdotta sul finire del XIX secolo, successivamente si sono registrati forti aumenti della produzione, oggi il Paese è il principale produttore mondiale di fave di cacao.

La coltivazione avviene in piccoli appezzamenti a gestione familiare, in più di 200.000 impianti che impiegano 1,2 milioni di agricoltori. L’intervento statale ha promosso la formazione di gruppi a struttura cooperativistica e ha sovven-zionato programmi per il miglioramento della qualità.

Lo Stato si è fortemente adoperato per stabilizzare le quotazioni del cacao sui mercati mondiali in modo da garantire il reddito agricolo.

Il principale strumento utilizzato è stato la Caisse de Stabilisation (CAISTAB), fondata nel 1955, che operava uno stretto controllo sulle vendite, seguendo il prodotto fino alla destinazione finale. Lo Stato deteneva il monopolio delle vendite sul mercato mondiale e la CAISTAB sviluppava i suoi interventi anche in campo economico e sociale, sovvenzionando vaste operazioni agricole e ac-quisendo partecipazioni in società.

Nel 1991 questa istituzione è stata ristrutturata in seguito alle forti pressioni della Banca Mondiale, al fine di eliminare il monopolio statale e ristabilire il li-bero mercato.

Con un raccolto di 750 mila tonnellate di cacao, il Ghana si conferma il secondo produttore mondiale.

Il principale mercato di destinazione delle sue esportazioni è quello europeo, in modo particolare quello olandese e inglese. Quasi tutto il raccolto viene espor-tato (92%), ma nel 2008, l’avvio di nuove industrie cioccolatiere, tra cui l’americana “Archer David’s Morrison”, la francese “Barri Calebaut”, la “WAMPO” , consente l’avvio della lavorazione locale.

In Ghana, la coltivazione del cacao è stata introdotta dagli inglesi nel 1885. Il Ghana è stato per più di mezzo secolo il maggior produttore mondiale di cacao, con raccolti globali di oltre 600.000 tonnellate annue, i cui proventi rappresen-tavano i due terzi della valuta estera del Paese. Fino al 1992, l'esportazione di cacao era controllata dal potentissimo "Cocoa Marketing Board", organizza-zione statale che decideva i prezzi e le quantità che ciascun produttore poteva consegnare, mentre l'esportazione privata era proibita. I prezzi percepiti dai col-tivatori erano bassissimi, e fioriva il contrabbando con la vicina Costa d'Avorio. Per questo, la produzione ghanese di cacao è andata rapidamente diminuendo, e il Paese ha perduto la sua posizione di primo produttore mondiale.

La grave crisi economico-politica succedutasi, caratterizzata da colpi di stato e da una corruzione incontrollabile, ha spinto la Banca Mondiale e il Fondo Mo-netario Internazionale (FMI) ad imporre al Ghana, secondo una ricetta che si sa-rebbe ripetuta nella maggioranza dei Paesi africani, una rigida politica di aggiu-stamento economico, con la riduzione della spesa pubblica e l'aumento delle esportazioni di materie prime agricole, non disponendo di un’industria di tra-sformazione.

Dal 1992, con la progressiva privatizzazione dell’economia, anche i coltivatori di cacao, prodotto strategico per l'economia del Paese, hanno potuto disporre liberamente dei propri raccolti. Nel 1993 è stato fondato il KKU (Kuapa Kokoo Union Ltd), la prima organizzazione privata di produttori di cacao.

In Indonesia, la coltivazione del cacao, già praticata nel secolo scorso, così come in altri Paesi asiatici (Malesia, Sri Lanka), si è affermata solo negli ultimi decenni. Oggi la coltura interessa circa 330.000 ha, situati in particolare nell’isola di Sulawesi (70%), nella zona settentrionale di Sumatra e nella parte orientale di Giava.

Il Brasile è il principale produttore del continente latino-americano. La coltura è diffusa prevalentemente nello stato di Bahia (60%), in misura inferiore negli stati di Espirito Santo, nel bacino inferiore del Rio Doce, Parà e Amazonas. Gli impianti più vecchi vengono, tuttavia, sostituiti con altre colture (noci di cocco, piassava, cereali).

La coltivazione del cacao nello stato di Bahia, così come in altre parti del mondo, ha favorito grandi addensamenti di popolazione per soddisfare l’ingente fabbisogno di manodopera.

Il cacao viene coltivato soprattutto nelle piantagioni, abili nell’approfittare della concorrenza tra piccoli produttori e nell’espandersi a loro spese. Tuttavia, il de-clino della coltivazione costituisce una tragedia per i lavoratori. Nella sola pro-vincia di Bahia si sono persi 250.000, dei 450.000 posti di lavoro. La sostitu-zione del cacao con altre colture provoca la migrasostitu-zione della popolasostitu-zione verso le periferie urbane.

Nel mercato mondiale del cacao si distinguono due grandi categorie di fave: le fine, o flavour (FF), e le bulk, o ordinarie.

La quota di mercato del cacao FF è drasticamente crollata, così i produttori di cioccolato estraggono il gusto desiderato anche da fave di qualità inferiore. Le regioni dell’America Latina e dei Caraibi forniscono circa l’80% del cacao FF, seguiti da Asia e Oceania (18%), Africa (2%). L’Ecuador, con circa 70.000 ton/anno fornisce più della metà del cacao FF mondiale.

Crescente interesse riveste il cacao biologico, che presenta una crescita annua del 10-15%. E’ la repubblica Dominicana il principale produttore di cacao bio-certificato, con una quota pari al 60%.

Il settore della produzione presenta due situazioni: le grandi piantagioni, posse-dute da un unico proprietario terriero, o dalle multinazionali, più diffuse in Asia; le piccole piantagioni, possedute dai singoli produttori, molto diffuse in Africa. Il 90% della produzione mondiale di cacao proviene da piccoli appezzamenti inferiori ai 5 ettari.

Il consumo mondiale di cacao raggiunge le 4,4 milioni di tonnellate, con la cre-scente domanda di burro di cacao e quella in calo per la polvere.

L’Europa rimane la principale regione di sbocco (55%), seguita da America e Africa, 20% e 15%. Il rimanente è costituito da Asia e Oceania.

Tra i Paesi importatori, i principali trasformatori sono i Paesi Bassi e gli USA, con circa 400.000 ton/anno.

Il mercato dell’industria dolciaria raggiunge un valore di 85 miliardi di dollari. Il mercato europeo è il più esteso, seguito dalle Americhe. In particolare, cinque imprese concentrano il 75% della distribuzione di cioccolato, Mars inc., Nestlè, Cadbury Scheppes PLC, Ferrero spa e Herschey Foods Corp. Nei mercati USA ed UE la domanda risulta stabile in termini di volume, mentre la crescita di va-lore è legata alla differenziazione qualitativa.

Negli altri mercati, il potenziale di domanda è collegato all’evoluzione del red-dito e agli elementi culturali.

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