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Progettazione delle indagini realizzate nell’area di studio 1 Generalità

Progettazione delle indagini realizzate nell’area di studio

1.3. Progettazione delle indagini realizzate nell’area di studio 1 Generalità

Al fine di poter specificare e calibrare un sistema di modelli che permetta di analizzare simultaneamente la mobilità passeggeri di tipo acquisti nonché di stimare le quantità movimentate in ambito urbano per differenti tipologie merceologiche, è stato necessario predisporre una base dati per mettere in luce le variabili esplicative di ciascuno step.

Le attività si sono così articolate:

• indagini a domicilio presso le famiglie residenti nella conurbazione Cosenza – Rende - Castrolibero;

• indagini a destinazione ai consumatori residenti nella conurbazione Cosenza – Rende - Castrolibero presso i principali centri commerciali dislocati nell’area di studio.

La campagna di indagini presso le famiglie ha permesso di reperire, per ciascun nucleo familiare intervistato e per differenti categorie merceologiche, dati socio-economici (zona di residenza, reddito del nucleo familiare, componenti della famiglia, livello di istruzione e stato di occupazione dell’intervistato, numero di autovetture possedute, numero di patentati) e informazioni circa le quantità consumate, gli spostamenti di tipo acquisto effettuati, i modi di trasporto utilizzati, i giorni preferiti, le fasce orarie, le preferenze nella scelta dei luoghi di acquisto, nonché la dimensione di ciascun acquisto.

Le interviste a destinazione hanno consentito di analizzare il comportamento degli utenti nell’acquisto di differenti categorie merceologiche, dal punto di vista del tempo impiegato per effettuare l’acquisto, della numerosità del gruppo recatosi presso l’esercizio commerciale, del modo di trasporto utilizzato, della dimensione del bene e dell’influenza di caratteristiche quali prezzo, marca, garanzia, consegna a domicilio delle merce sulla preferenza del prodotto acquistato.

Per quanto concerne la categorie merceologiche indagate, si è fatto riferimento alla classificazione che prevede la distinzione tra beni durevoli e beni non durevoli.

La merce che quotidianamente viene movimentata in un centro urbano si può raggruppare in diverse categorie. La genesi della segmentazione delle merci può essere ricondotta alla classificazione definita a livello internazionale dalle Nazioni Unite. Facendo riferimento alle classificazioni economiche internazionali si ha che molti Paesi, come quelli dell’Unione Europea, dell’Est Europa e del Nord America, hanno adeguato, in diversa misura, le proprie classificazioni a quelle definite a livello internazionale, a partire proprio dalle Nazioni Unite.

Il sistema internazionale integrato delle classificazioni economiche allo stato attuale può essere sintetizzato nel quadro di riferimento riportato in figura 33 (Puglisi et alii, 2006):

Isic Rev. 3.1 Classificazioni delle attività economiche Cpc Classificazioni centrali dei prodotti Cpa Nace Rev. 1.1 Versioni nazionali della Nace Rev. 1.1 (Ateco 2002)

Versioni nazionali

della Cpa Versioni nazionali della Prodcom

Prodcom Sa (Hs) Nc (Cn) Ctci Rev. 3 (Sitc)

Classificazioni dei prodotti per il commercio estero Classificazioni dei prodotti per la produzione industriale Livello mondiale Livello europeo Livello nazionale

Figura 33 – Classificazioni Internazionali (fonte: Puglisi et alii, 2006)

Le classificazioni economiche a livello mondiale approvate dalla commissione statistica delle Nazioni Unite o da un altro organismo intergovernativo competente, come il Consiglio di Cooperazione Doganale, sono:

- la classificazione internazionale tipo per industrie di tutti i rami di attività economiche delle Nazioni Unite (Isic Rev. 3.1);

- la classificazione centrale dei prodotti delle Nazioni Unite (Cpc);

- il sistema armonizzato (Sa) o Harmonised system (Hs) del Consiglio di cooperazione doganale;

- la classificazione per il commercio internazionale dei prodotti delle Nazioni Unite (Sitc/Ctci Rev. 3).

Le classificazioni economiche a livello europeo, sviluppate da Eurostat e adottate dai Paesi dell’Unione Europea e da altri Paesi dell’Europa non facenti parte dell’Unione Europea, sono:

- la nomenclatura delle attività economiche della Comunità Europea (Nace Rev 1.1) derivata dalla Isic Rev. 3.1 dell’ONU;

- la classificazione centrale dei prodotti secondo l’attività economica di origine (Cpa) derivata dalla Cpc dell’ONU con codifica che può essere considerata un’estensione della Cpa limitatamente alla parte di prodotti che interessano la rilevazione della produzione industriale; - la nomenclatura combinata (Nc) che è un’estensione della codifica Sa/Hs ed è adottata per le statistiche del commercio con l’estero.

Le classificazioni economiche a livello nazionale derivano da quelle dell’Unione Europea e possono avere un ulteriore dettaglio. Nel caso dell’ATECO 2002, predisposta dall’Istituto Nazionale di Statistica e derivante dalla Nace Rev. 1.1 con codifica a quattro cifre, si è aggiunta una quinta cifra per soddisfare le esigenze di un’informazione più dettagliata a livello nazionale.

L’ATECO 2007, infine, ha una sesta cifra (sotto categorie), con una struttura gerarchica finalizzata a guidare la scelta del contribuente che, per approssimazioni successive, partendo dalle sezioni arriverà a classificarsi nella specifica sotto categoria che meglio descrive la sua attività

La classificazione è, pertanto, standardizzata a livello europeo fino alla quarta cifra, mentre le categorie e le sotto categorie (rispettivamente livello 5 e 6) possono differire tra i singoli Paesi per meglio cogliere le specificità nazionali.

Attualmente, oltre 140 Paesi utilizzano classificazioni delle attività economiche basate sulla Nace Rev. 1.1 o sull’Isic Rev. 3.1. e questo facilita la comparabilità internazionale dei dati statistici.

Inoltre, in riferimento a particolari obiettivi di studio, è possibile avere altre classificazioni, ottenute aggregando o meno classi delle altre classificazioni (es. per filiere merceologiche, prodotti alimentari freschi, prodotti alimentari secchi, prodotti alimentari surgelati, etc.).

Nel caso di statistiche sui trasporti, è in uso la classificazione di unificazione europea

NST/R (Nomenclatura uniforme delle merci per la Statistica dei trasporti/Riveduta) che

prevede un’aggregazione a 9 categorie. Inoltre, è possibile operare un’ulteriore segmentazione della merce in funzione di questa classificazione. I singoli elementi sono ottenuti aggregando le categorie secondo il seguente schema (Russo, 2005):

- merci deperibili, (categoria 1) derrate alimentari e animali vivi;

- merci industriali, (categorie 2, 3, 4, 6, 7, 8) combustibili minerali solidi, prodotti petroliferi, minerali di ferro e altri minerali, cementi, calce e materiali da costruzione, concimi naturali e manufatti, prodotti carbochimica, catrami e prodotti chimici;

- merci per il consumo, (categorie 5, 9) prodotti metallurgici, veicoli ed attrezzature di trasporto, articoli metallici, vetro, vetreria, prodotti ceramici, macchine, motori e parti di motori, cuoio, tessili e abbigliamento, articoli manufatti diversi.

Di recente, per la classificazione delle statistiche sui trasporti, è stata proposta la classificazione NST 2000 in sostituzione della NST/R. La nuova classificazione proposta tiene conto dell’attività economica che ha dato origine ai prodotti e non della forma fisica delle merci. La NST 2000 si basa quindi sulla NACE Rev. 1 e sulle correlate categorie di prodotti della Cpa.

Nella campagna di indagini condotte, differenziando tra beni non durevoli e beni durevoli, sono state distinte 19 tipologie di merci non durevoli e 17 tipologie di beni durevoli (Figura 34).

Da indagini su strada (Russo et alii, 2002), emerge che le principali tipologie merceologiche di beni non durevoli che circolano generalmente sono: Generi Alimentari (frutta, verdura, carne e pesce, altri generi alimentari) e Prodotti per la Casa.

In particolare, per i beni non durevoli si è operata un’ulteriore distinzione tra beni non durevoli a ricambio quotidiano (ad esempio pane, latte, frutta, verdura, etc.) e beni non

durevoli a ricambio settimanale (ad esempio pasta, latte UHT, prodotti surgelati, etc). Invece, riguardo ai beni durevoli, in riferimento alla classificazione ATECO 2002 (Codice di Attività Economica), sono state distinte le seguenti tipologie merceologiche: prodotti di erboristeria; prodotti farmaceutici; prodotti del tabacco; ferramenta, prodotti in metallo; materiale elettrico; prodotti chimici; fiori e piante; giocattoli; libri, giornali e riviste; cancelleria; musicali; ottica e accessori; orologeria, argenteria, oro e cristalli; prodotti sportivi; tessuti e abbigliamento; calzature; elettrodomestici.

BENI NON DUREVOLI