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Pronomi personal

Nel documento Antichi testi trevigiani (pagine 145-148)

COMMENTO LINGUISTICO

54. Pronomi personal

Per ragioni legate alla conformazione del quaderno di conti, in cui si registrano debiti e crediti contratti da diversi personaggi nei confronti del mastro pellicciaio, al quale, sebbene non sia l’autore del testo, viene in modo fittizio data la parola (per la questione vd. Introduzione, più sotto e § 65), i pronomi e i verbi pertengono per la grande maggioranza alla I e III pers. s., mentre le altre persone sono scarsamente rappresentate o del tutto assenti.

I. Forme soggettive

Il pronome tonico in funzione di soggetto della I pers. s. è io 1v.5, 10, 16 (tot. 29).244 La forma della III s. è el (per un tot. di 458 occ.); i contesti in cui tale pronome occorre sono spesso equivoci: poiché non si tratta di meri criteri editoriali, riteniamo opportuno precisare e argomentare le soluzioni adottate a testo per ciascun contesto di partenza, rimandando tuttavia al § 65 per una ricognizione esaustiva riguardo all’espressione del pronome nei diversi tipi di preposizione. La

243 Un caso di mantenimento del nesso, in questo caso davanti a una nasale, è rappresentato dal toponimo Calnada App.

8.9, che muove da una radice *ALNATA (nome di pianta: cfr. OLIVIERI 1961, p. 52; nella stessa forma anche in altri testi latini del secolo XIV: cfr. MICHIELIN 1998, pp. 1103, 1105, ID. 2003, p. 1320); il toponimo corrisponde all’attuale Caonada (frazione di Montebelluna), che in effetti fissa il processo di vocalizzazione che, scomparso, nel veneziano moderno, era invece vitale nella fase medievale. La forma Calnada, che mantiene intatto il nesso, sembra confermare che in area interna il fenomeno fosse meno diffuso che in laguna.

244 Per l’interpretazione dei numerosi casi di E sun ecc., rispetto ai quali si rifiuta l’ipotesi, a tutta prima plausibile, di e

forma el, diversamente dall’articolo determinativo omografo (per cui cfr. § 52), deriva da elo per apocope della vocale atona finale, fenomeno cui il volgare del nostro quaderno, come già si è visto, partecipa in modo pressoché sistematico (cfr. § 24): per questo motivo le sequenze grafiche chel e sel, nel ms. sempre univerbate, sono state divise in ch’el, s’el. Tale soluzione è senz’altro l’unica possibile in sede preconsonantica:245 ch’el fe’ 3v.34, 18r.20, 18v.13, ch’el ie conçà 27r.3 (dove ie ‘gli’ sarà [dʒ], come per l’articolo determinativo plurale: cfr. §§ 34, 52, 54.II), ch’el conprà 33r.13. La medesima soluzione è stata adottata anche nei contesti dati dai gruppi grafici chel, sel seguiti da parola con attacco vocalico: è questo il caso dei numerosissimi luoghi (479 in totale) in cui troviamo la formula, riferita generalmente alla merce o a una prestazione ricevuta da un personaggio da parte del pellicciaio, vale a dire la causale del debito, chel ave, chel à, costituente una subordinata relativa. Com’è ovvio, in questi casi la soluzione va cercata anche nella sintassi: rinviando ancora una volta al § 65 per un’analisi compiuta dei contesti sintattici e per la questione relativa all’obbligatorietà del soggetto pronominale, basti qui anticipare che nei volgari medievali in una proposizione dipendente con soggetto identico alla principale esso tendeva a essere ripetuto tramite pronome. La ragione della scelta ch’el ave / ch’el à è legata ancora una volta all’origine di el < elo e sembra confermata, in posizione prevocalica, dall’assenza di esempi certi di una forma aferetica e debole l’ in funzione di soggetto in contesto dato da parola precedente uscente in consonante o in vocale diversa da -e (altra situazione è quella di l’ < lo pronome oggetto diretto, per cui vd. più oltre), della quale sembrano recare traccia altri testi veneti:246 per casi quali ie qual el enprestà 28r.33, 28v.21, 34v.10, apparentemente dubbi in quanto e-, a rigore, potrebbe pertenere anche alla parola precedente (dunque quale ‘quali’, evoluzione affatto legittima di -E etimologica per un aggettivo di II classe), ci si potrà appellare alla sistematicità con cui agiva l’apocope anche nei plurali dei sostantivi della III declinazione e aggettivi della II classe (cfr. §§ 24, 49), confermata inoltre da espressioni in cui qual ‘quali’ è seguito da consonante come ie qual stet 8v.24, 16r.26 o ie qual de’ aver 16v.31, 26r.6. Più problematica è la lettura dei passi in cui la sequenza chel ave, sempre parte di una subordinata relativa, ha soggetto nominale diverso da quello della principale, il quale viene espresso subito dopo (del tipo resta a dar Guidot xx s. a magistro Nicolò per una pel chel ave miser Papon 1v.8-9); in questi contesti ci si chiede se si tratti di che + pronome oggetto pleonastico riferito alla merce ricevuta (in questo caso la pel, ma la concordanza di numero e genere per tale tipo di pronomi non è necessaria, sicché una simile lettura sarebbe parimenti ammissibile in una frase con oggetto al plurale, come 4v.25, 6v.7. 7r.3, ecc.) e da sciogliere dunque che l’ave,

245 Escludiamo, naturalmente, la soluzione che ’l, ammissibile solo nel caso si trattasse di articolo, alla luce della trafila

lo > l’ > el, attraverso cioè apocope e prostesi vocalica (cfr. § 52); cfr. p. e., che ’l chapitanio App. 3.2.

246 Cfr. p.e. gli esempi forniti da BERTOLETTI 2005, p. 221, i quali tuttavia, per ammissione dello studioso stesso,

ovvero di pronome soggetto ancora pleonastico che anticipa il soggetto nominale, per cui ch’el ave.247 La situazione è affatto simile a quella data dalla sequenza Ela che troviamo in diciotto occorrenze in posizione iniziale assoluta di frase seguita da un soggetto nominale (Ela / Elave + sogg. nom. + ogg. + apres de si ecc. 1r.16, 5r.7, 6v.16, 8r.28, 9r.20, 10r.2, 16r.25, 16v.13, 17v.20, 18r.2, 19v.24, 21r.2, 21v.4, 23v.2, 8, 28r.19, 29v.63, 31r.16): anche in questi casi il dubbio tra pronome oggetto o soggetto è legittimo, e non sembrano esserci indizi probanti a favore dell’una o dell’altra soluzione; non si può escludere la lettura el à sulla base della legge di Tobler-Mussafia in quanto si tratta di pronome tonico; né – in questo caso per ragioni stilistiche – è da scartare l’analisi E l’à / E l’ave, in quanto spesso i nostri compilatori cominciano le frasi con la congiunzione e: in particolare, come già si è sottolineato, e in principio di frase ricorre sistematicamente nelle note adibite alla registrazione del saldo del debito, sia – senza eccezioni – in quelle apposte in corpo minore sul margine destro delle carte (del tipo E io magistro Nicolò sì ò r. ecc. 1v.16 o E magistro Nicolò sì à r. ecc. 2v.12), sia in quelle aggiunte in momenti successivi negli spazi vuoti delle carte (laddove possibile in prossimità di una registrazione relativa al medesimo debitore) come E à r. magistro Nicolò viij lbr. ecc. da ser Iacom 11r.14; la presenza di e, insomma, pare legata alla necessità di collegare tra loro diverse registrazioni riguardanti il medesimo personaggio.248 Quanto

alle annotazioni comincianti con la sequenza Ela / Elave, restano da segnalare i due casi di Ella 5r.12, 31v.15, per altro non dirimenti poiché la presenza della doppia l potrebbe indicare tanto due occorrenze sporadiche del pronome soggetto El in un contesto dato da E l’ha, quanto due isolati esempi di utilizzo del pronome soggetto lo / la in un sistema in cui la regola è rappresentata dall’attacco con pronome soggetto El.249 In assenza di indizi decisivi che permettano di propendere a favore dell’una o dell’altra soluzione, si sceglie di analizzare le formule Ela / Elave e chel ave in subordinata relativa con soggetto nominale posposto diverso da quello della principale rispettivamente El à / El ave e ch’el ave, dunque con pronome soggetto pleonastico anteposto al soggetto nominale, secondo una costruzione non solo tollerata, ma anche ben diffusa ovunque a questa altezza cronologica (cfr. § 65), e inoltre documentata nel nostro registro in casi non dubbi (per quanto con pronome soggetto posposto al soggetto nominale) quali magistro Nicolò lo qual el de’ 17r.4;250 scartiamo quindi, per le proposizioni rientranti in queste casistiche, la lettura con congiunzione iniziale, che riflette una costruzione certo ben documentata nel nostro registro ma in

247 Andrà specificato, tuttavia, che solo due sono i luoghi che rientrano in questa casistica, sicché non si può escludere si

tratti di mero errore di formulario: sulla questione cfr. § 65.

248 Quando il debito viene estinto a più riprese le annotazioni successive alla prima cominciano con Ancora à r.

magistro Nicolò ecc.

249 Per la questione si rinvia al § 65, in partic. n. 266.

250 Precisiamo, infine, che un pronome pleonastico non è di regola coordinato al soggetto nominale: è questo il caso di

contesto differente, dato da registrazione dell’avvenuto pagamento di seguito alle note che dichiarano i debiti contratti da un dato personaggio ovvero da note che si accodano ad altre relative a uno stesso soggetto: è utile sottolineare, infatti, che le frasi con #El à o #El ave non riguardano mai individui citati in altri luoghi della carta.

Il pronome soggetto femminile è la: comparendo sempre in posizione prevocalica, viene eliso; in particolare, si presume di essere dinnanzi a pronome personale soggetto femminile nei casi dati dalla sequenza chel ave in subordinata relativa con soggetto femminile uguale a quello nominale espresso nella principale: si interpreta, dunque, che l’ave 6v.36, 7v.2, 8v.33, 37, 39, 40, 43, 9r.3, 8, 32, 35, 39, 15r.8, 20v.18, 21v.2, 26r.20, 41, 27v.32, 29r.18.

II. Forme oggettive

Quanto alle forme oggettive, dirette e oblique, si registrano solo esempi per la III pers. s., sia maschile che femminile.

Tra i pronomi tonici maschili s. annotiamo l’obliquo elo 6r.21 introdotto dalla preposizione per; per la serie degli enclitici diretti troviamo ’l (no ie ’l plase 34r.11) per il maschile, la al femminile (culù che la metè 1v.3); i casi di l’ che abbiamo già visto (il tipo El l’à sogg. apres de si una pel 5r.12, 31v.15) rappresentano con ogni probabilità un pronome oggetto diretto proclitico femminile s. riferito a pel ‘pelle’.

Quanto alle forme oggettive clitiche oblique, registriamo in funzione di complemento di termine ie 1r.2, 5, 9v.20, 24r.30, 26r.3, 6, 27r.3, 28r.31, 35, 28v.21, 30v.35, 32r.19, 33r.21, 34r.11, 34v.10 in posizione incondizionata,251 gi 28r.18, 34r.25 dopo vocale e, insieme col partitivo e dopo vocale, ge ’n 1v.19, 9v.31 e ie ’n 1r.6; in enclisi: -gi 10v.18.

Il pronome genitivo-partitivo, infine, si presenta, oltre che in enclisi in unione al pronome obliquo ge e ie appena visto, nella forma proclitica n’ 22r.21, c.e.3.

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