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Uso del relativo

Nel documento Antichi testi trevigiani (pagine 157-159)

COMMENTO LINGUISTICO

67. Uso del relativo

La relativa rappresenta la tipologia di subordinata maggiormente diffusa nel nostro registro (e nelle partite di conto in genere: basti il rinvio alle esemplificazioni offerte da LOACH BRAMANTI 1974-1975); è costruita per lo più col relativo che, utilizzato sia con referente soggetto che oggetto quand’esso si trovi in posizione immediatamente precedente al pronome (per alcuni ess. cfr. § 65).

È discretamente attestato anche l’uso del relativo analitico ‘il quale’:273 esso ha un referente soggetto nei casi di Item die’ dar la nuora de ser Vivian da Montel, la qual è monega a San Pol, v lbr. ecc. 9r.2 e j lavorier de piliçaria lo qual ie besugnava 1r.5, ma è soprattutto utilizzato in funzione di oggetto diretto, secondo un uso vitale nelle varietà antiche e non più ammesso in italiano moderno (cfr. AGENO 1956, p. 4 e, in ultimo, DARDANO 2012, p. 215). Con una sola eccezione (j comandament, lo qual à magistro Nicolò 10v.18), il costrutto ricorre nei casi in cui referente e pronome siano separati da altri costituenti della frase: Item sì enprestà magistro Nicolò xx lb.a magistro Quarient dì de sàbat | deredan de mago, le qual ie dè Piero Segnor 26r.2-3; Item die’ dar lo cugnà de ser Doménec da Mansuè xl s. a magistro Nicolò, | ie qual stet a dar Girart de maestro Ençelier ecc. 8v.23-24; … de’ aver magistro Nicolò iiij lbr. e v s. dal maestro de ie veretoni dì de sàbat prim de deçenbre, | ie qual stet a dar ser Bevegnù da Viçença soldà 16r.25- 26;274 Item die’ dar ser Masatin xx s. a magistro Nicolò, ie qual de’ aver Tomas ecc. 16v.31; Ancora die’ dar ser Des xvj s. a magistro Nicolò, ie qual el dè a magistro Doménec ecc. 17r.4; Ancora à r. magistro Quarient xl lb. da magistro Nicolò, ie qual ie dè ser Piero | Segnor ecc. 26r.6- 7;275 Item die’ dar Doménec dit Soreng piliçer, nevo de dona Marchadiera, vj s. a magistro |

272 Si è già avuto modo di notare come la presenza del pronome el a inizio assoluto di periodo contribuisca a definirlo

forma tonica e non atona, come invece nelle varietà moderne: cfr. VANELLI 1987 (1998), pp. 55-56 e BENINCÀ 1983 (1994), pp. 172-173.

273 Per una disamina delle diverse ipotesi avanzate sull’origine della forma analitica, presente in diverse lingue romanze

e dunque, con buona probabilità, già nel latino volgare, cfr. SESTITO 1999, in partic. p. 6; questo studio poco ci dice, invece, sulla distribuzione complementare delle forme che / il quale nelle scritture usuali, dal momento che lo spoglio è condotto su soli testi letterari, in molti dei quali, per quanto di livelli stilistici diversi, l’alternanza tra i due tipi pare rispondere a una variazione stilistica (cfr. pp. 27-28).

274 In questi ultimi due esempi la relativa, introdotta da ie qual, serve a indicare il saldo del debito espresso nella

principale (per la questione cfr. § 69) ed è scritta in un rigo diverso rispetto al resto della registrazione, sicché non è escluso sia frutto di un’aggiunta successiva: comunque sia, l’ammissibilità del relativo analitico in funzione di oggetto diretto è confermata dalle altre occorrenze riportate.

275 In questo caso l’articolo che forma il relativo analitico non si accorda col genere del referente: la forma del maschile

plurale ie in luogo di le potrebbe essere dovuta a un errore dello scrivente, che di seguito usa ancora ie come forma del pronome obliquo di III pers. s. (cfr. §§ 52, 54), o potrebbe invece rinviare a un sottinteso denari.

Nicholò, ie qual magistro Nicholò sì gi à enprestà ecc. 28r.17-18; Item die’ dar Minigin vij s. a magistro Nicolò, ie qual el enprestà ecc. 28r.33; Item die’ dar Gonbert da Trivignan xxxj s. a magistro Nicolò, ie qual | el ie enprestà ecc. 28v.20-21; Item sì enprestà magistro Nicolò x s. a ser Çan, ie qual | el volea per lo conçier ecc. 32r.17-18; Anchora die’ dar Donà xvj lbr. a magistro Nicholò, ie qual el ie enprestà ecc. 34v.10.276

Annotiamo soprattutto il ricorso al tipo ‘il quale’ in funzione di obliquo senza l’uso della preposizione: tale costrutto, affatto simile a quello del cosiddetto ‘che polivalente’ o ‘indeclinato’ (per il quale cfr. almeno DARDANO 2012, pp. 218-220), è assimilabile agli esempi di «relativo svincolato difficili da ricondurre a costrutti noti» che STUSSI 1995b, p. 213 isolò nel Decameron e dei quali, in effetti, si trovano riscontri in scritture pratiche simili al nostro registro, caratterizzate dal ripetersi di formule più o meno fisse.277 Nel nostro quaderno, in particolare, il relativo utilizzato in questo modo ha sempre un referente non personale, sembra svolgere la funzione sintattica di un complemento di causa e sottintende, dunque, la preposizione per: è il caso anzitutto di El ave ser Nicolò Capela ecc. j piliçon per so frare el qual (= per il quale) de’ aver | magistro Nicolò iiij lb. e v s. dì de ecc. 23v.2-2. Accanto a questo esempio troviamo una serie di occorrenze in cui il relativo compare sempre nella forma la qual con antecedente non personale: il contesto è il medesimo, ed è rappresentato dal tipo El à magistro Arient una pel apres de si la qual (= per la quale) de’ aver magistro Nicolò xv gros. | dì de ecc. 5r.7-8; formula identica, con sostantivo relativizzato femminile singolare, è in 5r.12-13, 6v.16-17, 8r.28-29, 9r.20-21, 10r.2-3, 16r.25-26, 16v.13-14, 21v.4-5, 23v.8-9, 28r.19-20, 29v.26-27, 31r.16-17, 31v.15-16. Non è chiaro se il fatto che talvolta la stessa costruzione presenti un referente cui il relativo non si accorda per numero (j pel e ij mànege … la qual 18r.2; ij pel … la qual 19v.24; ij tose … la qual 21r.2) sia da spiegare come semplice errore di formulario dovuto al cristallizzarsi dell’espressione o vada invece interpretato come indizio di una defunzionalizzazione del relativo, che assumerà dunque l’accezione di ‘per la qual cosa’. Si segnalano tre ulteriori esempi di relativo analitico svincolato dei quali è tuttavia specificata la funzione tramite una preposizione con ripresa pronominale successiva, secondo un costrutto discretamente diffuso nell’italiano antico:278 Item die’ dar un lo qual stese ser Bandino per elo 6v.21,279 j piliçon per Pinamont da iiij lb. e v s., el qual ge n’à magistro | Nicolò j capuc per peng 22r.21-22 e Ancora sì enprestà magistro Nicolò xl lb. a magistro Quarient, le qual à magistro Nicolò | una quarta de queste x lb. 26r.4-5.

276 Anche questo caso di mancato accordo di genere potrebbe spiegarsi con la vicinanza del pronome obliquo ie. 277 Si veda p.e., da un libro di conti edito da Arrigo Castellani, «Avemo dato a Lapuccio, i quali d. conperò un paio

ecc.», dove i quali varrà ‘con i quali’ (CASTELLANI 1952, p. 707). Altri esempi del tipo ‘il quale’ come oggetto indiretto

senza preposizioni si rinvengono nei testi veneziani trecenteschi pubblicati da TOMASIN 2013a (cfr. p. 14).

278 Cfr. ancora STUSSI 1995b, pp. 212-213.

Registriamo infine una locuzione assai diffusa nei testi antichi per indicare gli orfani: lo fio che fo de ser Pol 14v.12, 16, Bastart che fo de Stan da Spada 29v.8 (cfr. LOACH BRAMANTI 1985).

Nel documento Antichi testi trevigiani (pagine 157-159)