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organizzazione

Competenze della Comunità

Per le finalità di promozione e di valorizzazione del distretto, alla Comunità sono attribuite molteplici funzioni che, in sintesi, rappresentano un interessante approccio per uno sviluppo sostenibile del territorio. In particolare la Comunità:

• individua aree e infrastrutture a fruizione pubblica utili al conseguimento delle fi- nalità del distretto o ne propone l’individuazione ai comuni interessati ove questa sia di loro competenza ai sensi del vigente ordinamento;

• promuove la realizzazione di attrezzature e servizi per la funzione sociale e turisti- ca del distretto quali, ad esempio, uffici informativi, attività ricettive e di agrituri- smo;

• realizza servizi e strutture a carattere turistico e naturalistico, da gestire in proprio o da concedere in gestione a terzi;

• promuove la conservazione e il corretto sviluppo degli elementi floristici, faunistici, paesaggistici e, in genere, naturali e culturali del distretto;

• individua, anche in collegamento con altri enti e soggetti pubblici e privati, le carat- teristiche di biodiversità presenti nel distretto, attraverso una relazione scientifica; • promuove e realizza, di concerto con i comuni interessati, interventi di riqualifica- zione, di recupero e di miglioramento, anche attraverso l’acquisizione o l’affitto di immobili;

• promuove l’utilizzazione sociale, culturale, scientifica, ricreativa e turistico-sporti- va del distretto, secondo criteri di sostenibilità ambientale;

• promuove iniziative per l’esercizio di attività tradizionali, agro-silvo-pastorali, arti- gianali e culturali, anche per favorire lo sviluppo di un turismo eco-compatibile; • formula proposte alla Provincia per la definizione di misure specifiche di intervento

nell’ambito delle politiche di incentivazione nei settori economico, sociale e cultu- rale, per il perseguimento delle finalità del distretto;

• valorizza e coinvolge il volontariato in interventi e iniziative promossi o realizzati per la valorizzazione e la promozione del distretto;

• propone ai soggetti competenti la definizione di gradi e tipi di accessibilità veicola- re e pedonale alle strade interpoderali;

• può svolgere forme di educazione ambientale volte a conseguire le finalità di que- sta legge, anche realizzando progetti e iniziative in collegamento con l’Agenzia pro- vinciale per la protezione dell’ambiente e con altri enti competenti.

il ruolo e le funzioni dell’agenzia

L’Agenzia è la struttura organizzativa per la gestione del distretto e l’attuazione del programma. È alle dirette dipendenze della Comunità medesima pur essendo dotata di elevato grado di autonomia tecnica, operativa, amministrativa. Il suo funzionamento è disciplinato con regolamento della Comunità, ha inoltre compiti consultivi e di proposta nei confronti della comunità per il perseguimento delle finalità del distretto. L’Agenzia è tenuta a formulare pareri in sede di formazione degli strumenti di pianificazione territo- riale dei comuni del distretto e della Comunità. Anche l’esecuzione di opere di bonifica agraria oggetto di concessione edilizia da parte di privati nonché gli interventi pubblici di bonifica agraria da effettuarsi nell’ambito del territorio del distretto sono soggette al preventivo parere dell’agenzia.

il Consiglio di amministrazione dell’agenzia

L’Agenzia è amministrata da un consiglio di amministrazione, presieduto da un sogget- to eletto al suo interno, costituito da una folta rappresentanza dei portatori di interessi del territorio, a dimostrazione della reale volontà di partecipazione all’affermazione del Distretto il Comitato di partecipazione

Su proposta del Consiglio di amministrazione dell’Agenzia si costituisce un Comitato di partecipazione nominato dalla Comunità. Il Comitato è composto da non più di trenta per- sone che rappresentino in modo equilibrato il mondo agricolo, la società civile e il terziario. Il Comitato esprime parere preventivo sugli strumenti di programmazione e sugli atti di carattere generale di gestione del distretto e formula proposte relative alla gestione.

Progettazione

Il consiglio di amministrazione dell’Agenzia adotta il programma di attività del distret- to, in coerenza con le finalità del distretto, con il programma di sviluppo provinciale, con il piano urbanistico provinciale e con gli strumenti di pianificazione territoriale.

Il Programma definisce le strategie, gli obiettivi e le priorità per lo svolgimento delle attività e la realizzazione degli interventi, descrive le attività e gli interventi da realizzare nel periodo di riferimento, con l’indicazione dei tempi e delle modalità di realizzazione, dei sog- getti coinvolti, delle risorse finanziarie necessarie e delle relative modalità di copertura. Il programma ha durata pluriennale ed è aggiornabile a cadenza almeno annuale, unitamente al bilancio di previsione.

Procedure e competenze

Il programma è adottato dal consiglio di amministrazione dell’Agenzia, nel rispetto di un atto d’indirizzo approvato dalla Comunità, previo parere obbligatorio del Comitato di partecipazione e dei comuni interessati. Il programma è definitivamente approvato dalla comunità.

il programma di riqualificazione agricola

La Comunità approva un programma di riqualificazione agricola volto a perseguire molteplici obiettivi di valorizzazione dei prodotti e delle risorse secondo un’impostazione che coniuga il ruolo multifunzionale dell’agricoltura con la diversificazione produttiva delle aziende agricole e la valorizzazione della qualità e dell’immagine delle produzioni, in un rapporto diretto con i consumatori e con i turisti. Il programma promuove, mediante la definizione di criteri operativi e tecniche agronomiche:

• le produzioni zootecniche, cerealicole, vitivinicole e ortofrutticole di alta qualità, per competere sul mercato e garantire ai produttori agricoli redditi equi;

• la valorizzazione dei prodotti locali attraverso marchi legati al distretto agricolo; • la conservazione e la promozione di varietà antiche e tradizionali;

• la creazione di una filiera corta e riconoscibile di vendita dei prodotti locali o caratte- ristici del distretto sul mercato regionale e di prossimità, indirizzata ai turisti;

• la protezione dall’inquinamento dei suoli, delle acque superficiali e sotterranee e la conservazione della fertilità dei terreni;

• il mantenimento e il ripristino del paesaggio agrario tradizionale, con particolare ri- guardo alle alberature, alle siepi, ai canali e alle fontane;

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• lo sviluppo di attività connesse con l’agricoltura, quali l’agriturismo, la fruizione del verde, le attività ricreative;

• lo sviluppo dell’agricoltura biologica e biodinamica.

In questa logica, il programma analizza i vincoli di ordine paesaggistico cui è sottopo- sta l’attività agricola valutandone gli eventuali riflessi economici negativi.

Procedure e competenze

Il programma è adottato su proposta dell’Agenzia previa acquisizione del parere della struttura provinciale competente in materia di aziende agricole.

il programma è approvato dalla giunta provinciale.

L’attuazione del programma, per cui la comunità si avvale dell’Agenzia, può formare oggetto di accordi di programma che coinvolgono i soggetti pubblici e privati interessati. In relazione agli obiettivi previsti dal programma, la comunità può formulare alla Giunta provinciale proposte di integrazione degli strumenti di incentivazione ai sensi dell’articolo 2, comma 1, lettera i.

Finanziamento

Nell’ambito dell’intesa istituzionale di programma per l’istituzione del distretto è pos- sibile trasferire alla Comunità la gestione amministrativa e finanziaria delle leggi di inter- vento nei settori economici, nei limiti e con le modalità previste dall’intesa medesima an- che in deroga alle procedure previste dalle leggi vigenti. Tale trasferimento può riguardare anche la concessione di agevolazioni finanziarie previste da leggi di settore nei confronti di soggetti pubblici e privati per il mantenimento e il ripristino delle caratteristiche ambientali e paesaggistiche e delle tipologie edilizie.

legge regionale nr. 21/2004 “Disciplina dei distretti rurali”

Finalità

La Regione Toscana formula la propria “Disciplina dei distretti rurali”10 in recepimen-

to del D. Lgs. 228/2001, a partire dall’esperienza del Distretto rurale della Maremma, avvia- ta già dal 1996 nell’intero territorio delle provincia di Grosseto11 (Pacciani, 2003), alla quale

riconosce con la DGR 549/200212 il significato di «Distretto sperimentale» che viene assun- to come «laboratorio di studio e ricerca per l’acquisizione degli elementi e dei parametri tecnici necessari alla definizione della normativa regionale».

Nella narrativa della delibera si evincono già alcuni elementi che riassumono l’espe- rienza grossetana e che connoteranno in parte la legge regionale:

• il Distretto rurale della Maremma è descritto come «un complesso progetto al quale partecipa l’intera collettività locale [...] con interventi finalizzati al rafforzamento delle relazioni tra gli operatori pubblici e quelli privati»;

• del percorso grossetano è richiamato il processo di concertazione condotto dalla Pro- vincia e la sua formalizzazione che «ha dato origine a linee progettuali condivise, re- cepite e sviluppate, nel tempo, in un documento di programmazione e in un protocollo d’intesa sottoscritto da tutti i soggetti operanti sul territorio provinciale»;

• il terzo elemento tratto dall’esperienza grossetana è già una valutazione del risultato raggiunto, e dunque conseguibile attraverso una costante animazione del territorio, cioè il coordinamento di tutti gli strumenti di programmazione attivati fin dal 1995, tra cui LEADER II, il Piano di sviluppo socio-economico delle Comunità Montane, il Piano locale di sviluppo rurale, il Programma provinciale dei servizi di sviluppo agri- colo, i Piani provinciali di filiera, ecc., nonché l’attivazione di importanti strumenti di programmazione negoziata in sede locale quali il Patto territoriale generalista, il Patto territoriale per l’agricoltura e la pesca, il Contratto di programma per il settore agroindustriale.

• un ultimo elemento è, infine, quello soggettivo, che identifica nella Provincia di Gros- seto il soggetto promotore e animatore del Distretto rurale della Maremma e dunque porta ad “affidare il coordinamento distrettuale alla Provincia di Grosseto” anche in questa fase di sperimentazione. Si deve peraltro rilevare che la Regione Toscana, come altre, in quegli anni stava affrontando un percorso di forte decentramento am- ministrativo, che caratterizzerà quasi tutto il decennio e porterà ad affidare non solo alla Province ma anche alle Comunità Montane l’implementazione a livello locale del PSR 2007/13.

L’esito di questo meditato percorso per la definizione della legge regionale sui di-

10 Legge regionale 5 aprile 2004, n. 21 «Disciplina dei distretti rurali» Bollettino ufficiale della Regione Toscana n. 14 del 14.4.2004.

11 La coincidenza di un Distretto rurale con un’intera provincia è un fatto a oggi unico, ma ben comprensibile se si considera che si tratta di un’esperienza nata prima di qualunque definizione normativa, sotto l’effettiva guida dell’Amministrazione provinciale degli anni 1995-1999.

12 Delibera n.549 del 03-06-2002 Sperimentazione del distretto rurale.