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4.1 PROVINCIA DI FIRENZE

I SITI RURALI E SECONDAR

4.1 PROVINCIA DI FIRENZE

(TAV. 44)

Ponte a Greve (Firenze): durante gli scavi per la realizzazione del Centro Commerciale

COOP sono emersi i resti di una necropoli composta da 9 incinerazioni e 69 inumazioni (TAV. 45, 1-43): i due tipi di sepoltura formano due gruppi separati. La maggior parte delle sepolture è orientata in senso SE/NW, probabilmente in linea con un asse viario della centuriazione. Le incinerazioni, di cui fanno parte sia busta che ustrina, hanno restituito materiali databili tra I a.C. e I d.C.1047 Le inumazioni sono del tipo a cappuccina (TAV. 46, 1), a fossa semplice ad enchytrismòs e a cassa lignea, come indicano i chiodi rinvenuti in alcune deposizioni. Solamente due tombe hanno restituito oggetti di corredo. Gli unici elementi che permettono di inquadrare cronologicamente il sepolcreto sono le anfore reimpiegate per le inumazioni: si riconoscono produzioni africane e iberiche databili tra IV e VI secolo d.C. (TAV. 45, 4), che consentono di ipotizzare la continuità d‟uso di questo cimitero dal I secolo a.C. fino alla tarda antichità1048

.

Sollicciano (Firenze): durante i lavori per la realizzazione della Superstrada Firenze-

Livorno, nel 1990 vennero in luce 4 sepolture ad inumazione, disposte una accanto all‟altra a distanza irregolare, con orientamento W/E: solamente una era intatta al momento della scoperta, e non fu immediatamente scavata, mentre le altre appaiono largamente danneggiate dalle operazioni di sbancamento1049. La tomba in miglior stato di conservazione, la n. 2, presentava muretti laterali in laterizi e tegole frammentarie, che costituiscono anche il fondo della sepoltura, mentre a giudicare dalle fotografie pubblicate pare che per il lato breve sia stata utilizzata una pietra infissa nel terreno (TAV. 46, 2): della copertura restano pochi frammenti di tegole nella terra di riempimento della tomba1050. All‟interno giaceva lo scheletro di una giovane donna, che indossava al polso destro un braccialetto di cui resta un vago di pasta vitrea di colore rosso e giallo, mentre all‟altezza del cranio si trovava un piccolo frammento di ceramica

1047

GALETTI 2004,p. 20.

1048

GALETTI 2004,p. 22: non si fa menzione del tipo di oggetti rinvenuti nelle due tombe.

1049

AAVV 1998, pp. 28-29: in seguito ad un tentativo di saccheggio ad opera di clandestini, la tomba integra fu nuovamente reinterrata.

1050

AAVV 1998, pp. 28-29; le altre tombe erano ormai compromesse dallo scavo, per cui poco si può dire su di esse: la tomba n. 1, costruita mediante muretti a secco, e con il fondo in pietra, conteneva pochi frustuli frantumati dello scheletro.

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acroma1051. In base a questi scarsi elementi, il gruppo di tombe sembra riferibile genericamente ad un periodo compreso tra il IV e il VII secolo d.C.1052

Olmo (Scandicci): durante lavori per la costruzione di edifici industriali, sono state

scoperte circa trenta sepolture, del tipo a cappuccina, ad enchytrismòs o a semplice fossa terragna, databili tra III e VI secolo d.C., da riferire ad un approdo fluviale sull‟Arno1053. All‟interno del nucleo di tombe (tutte prive di corredo) si riconoscono alcune anfore di Empoli utilizzate per l‟inumazione di infanti. Riveste particolare interesse l‟uso di coprire gli arti inferiori con frammenti di anfore o laterizi, un apprestamento insolito già attestato nella necropoli pisana di via Marche1054.

Pieve vecchia di San Lorenzo (Signa): la chiesa, documentata forse dall‟IX-X secolo

d.C., ha mostrato origine ben più remote. Da qui provengono le più antiche tracce del periodo paleocristiano del territorio signese, già interessato da un insediamento di epoca romana, come alcuni indizi (una iscrizione funeraria di I d.C., monete di III-IV d.C.) rendono molto probabile1055. Gli scavi all‟interno della chiesa hanno permesso di individuare varie sepolture articolate in più fasi. Le più antiche sono a cappuccina con fondo in muratura, realizzato con laterizi di recupero(TAV. 46, 3-4): la cronologia non è determinabile, sebbene siano presumibilmente da collocare nel V-VI secolo. Successivamente, sopra due tombe a cappuccina viene impostato un pavimento a cocciopesto, pertinente ad un piccolo edificio funerario cristiano1056. Intorno all‟edificio, entro l‟inizio del VII secolo, si sviluppa una necropoli che si estende oltre i limiti della chiesa, con tombe ancora a cappuccina prive di fondo: nel nucleo di tombe spicca la presenza di una tomba infantile in anfora, di cui restano pochi frammenti sufficienti a proporne l‟identificazione come anfora vinaria orientale Late Roman 1 o 2, diffuse tra V e VII secolo1057. Da una delle tombe provengono frammenti di sigillata africana, databile genericamente tra V e VII, mentre un‟altra sepoltura ha restituito elementi in bronzo di una cintura longobarda: tre oggetti simili, sporadici, sono stati rinvenuti anche durante gli sterri precedenti gli scavi e sono stati datati alla prima metà del VII secolo1058. Gli inumati sono sepolti con orientamento W/E, forse avvolti in sudari, senza elementi d corredo, ad eccezione della cintura sopra descritta: in generale, si tratta di individui di corporatura gracile e statura ridotta, tranne un inumato, l‟unico in fossa semplice, che appare sensibilmente più robusto1059.

I dati disponibili evidenziano dunque l‟esistenza di un primitivo nucleo di sepolture, cui segue la costruzione di un edificio sacro. Le due inumazioni su cui viene eretto 1051 AAVV 1998, p.29. 1052 AAVV 1998, p. 29. 1053

Notizie desunte dal sito Internet

http://www.comune.firenze.it/soggetti/sat/mostre/scandicci/scandicci.htm.

1054

La necropoli dell‟Olmo è attualmente in corso di studio da parte della Dott. M. Turchetti.

1055

VANNI DESIDERI 2007,p. 38.

1056

VANNI DESIDERI 1999,p. 41; VANNI DESIDERI 2007,pp. 38-40.

1057

VANNI DESIDERI 1999,pp. 41-42.

1058

VANNI DESIDERI 1999,p. 42; DEGASPERI 1999,p. 47.

1059

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appartenevano verosimilmente a personaggi di spicco, particolarmente venerati dalla comunità, dal momento che le sepolture successive si dislocano e si addensano nei pressi della cappella1060.

Montelupo F.no: gli scavi condotti dal 2000 all‟interno della chiesa dei SS. Quirico e

Lucia, hanno portato in luce resti di un edificio, databile tra la fine dell‟età repubblicana e il primo impero, abbandonato in età tardoantica, allorché ai muri perimetrali si addossano sepolture a cappuccina, a cui segue un nuovo periodo di abbandono1061.

Montaione: in questa località è venuta in luce una piccola concentrazione di tombe alla

cappuccina, in parte sconvolte da lavori agricoli, che hanno restituito recipienti ceramici e oggetti in vetro: le tombe, che si caratterizzano per l‟estrema semplicità e povertà, si datano tra II e III secolo d.C., e sono da connettere ad una villa di grosse dimensioni ubicata nelle vicinanze1062.

San Pietro in Bossolo (Tavarnelle Val di Pesa), nel 1767, durante scavi nel cimitero

della chiesa, Giuseppe Bini rinvenne l‟epigrafe dedicata nel 423 d.C. da Flavius Faustinianus, domesticus, alla moglie, di cui non si conserva il nome ma che è qualificata come alamanna, di origine dunque barbarica1063. L‟epigrafe, ormai perduta, reca il formulario consueto in onore della defunta, oltre alla data di morte e la croce monogrammatica affiancata da alpha e omega, motivo ripetuto tre volte nella parte in basso della lastra, che la qualifica chiaramente come cristiana1064. Per quanto riguarda l‟arrivo di Alamanni in Italia, si ha notizia da Ammiano Marcellino dello stanziamento di alcuni gruppi di questa popolazione nella valle del Po intorno al 370 d.C. in qualità di

tributarii1065.

I Crocioni (Scarperia), come narra Brocchi nel XVIII secolo, “si sono sempre trovate dai

contadini nel lavorare quelle terre gran quantità d‟ossa di morti, e molte sorte d‟armature, come ancora spesse volte delle monete, avendone avuta io una d‟oro, con l‟impronta di Libio Severo”1066

. Libio Severo fu imperatore dal 461 al 4651067.

1060

VANNI DESIDERI 1999,p. 42; VANNI DESIDERI 2007,pp. 40, 42.

1061

Cfr. la scheda di F. Cantini in NEPOTI 2001, p. 405.

1062

CASTIGLIONI,PIZZIGATI 1997,p. 31.

1063

CIL XI, 1731; Chellini avanza riserve in merito all‟effettiva origine da questa località, dal momento che proprio nel 1767 si effettuarono scavi nella chiesa di Santa Felicita a Firenze, da cui forse l‟iscrizione potrebbe provenire: CHELLINI 1993,p. 126.

1064

CHELLINI 1993,p. 126.

1065

AMM.MARC.,XXVIII,5,15;CHELLINI 1993,p. 126; è probabilmente da identificare come alamanna Essva, sepolta all‟interno del Duomo di Trento in età teodericiana. Essa aveva un ricco corredo composto da armille in argento ad estremità ingrossata e decorata, due fibule in argento dorato con almandini, sei grossi vaghi di ambra, una fibbia in ferro ageminato, un pettine in osso e un recipiente in vetro: gli oggetti e la posizione ne testimoniano l‟origine germanica e l‟alto rango, considerata anche la posizione in un cimitero dove si trovano i massimi esponenti della chiesa di Trento, martiri e vescovi: CAVADA 1998, pp. 130-131.

1066

TONDO 1994,p. 93: la moneta fu mostrata a Filippo Buonarroti, all‟epoca il più importante antiquario della Toscana. La moneta recava in esergo le lettere COMOB, forse una lettura errata per CONOB, da ricollegare al termine obryzatum od obryzum con cui si indicava l‟oro di particolare purezza, in base ai

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confronti con altre monete auree dell‟epoca in cui si trova la dicitura CONOBRY; il Brocchi, su suggerimento del Buonarroti, scioglie erroneamente la sigla come “Constantinopoli Moneta Obsignata”.

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4.2 - PROVINCIA DI PISA