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Q UALI CONSEGUENZE SULLA “ BIT GENERATION ”?

UdL n 10 AVVISO AI CYBERNAUTI Per un diverso modo di “navigare”

Q UALI CONSEGUENZE SULLA “ BIT GENERATION ”?

il rischio sotteso alla maniacale ricerca di questo voler “stare in onda” a tutti i costi è quello di cadere in comportamenti “pseudo-allucinatori”, che portano poi alla fuga dalla realtà. Comportamenti che si caratterizzano per un “eccesso emozio- nale” che, in mancanza di un adeguato spazio di “raffreddamento razionale” gene- rano, nei soggetti “virtual-dipendenti”, un sovraccarico di eccitazione, che richiede a sua volta di essere scaricata in azione.

Per avere un’idea più precisa del gioco che c’è nel rapporto tra28:

“EMOZIONE-RAGIONE-AZIONE”

è necessario, anzitutto, mettere a confronto le differenze tra le generazioni attuali e quelle cresciute prima del “virtuale”:

PRIMA …

… esisteva uno spazio abbastanza “proporzionale” tra:

OGGI …

… con la presenza del “virtuale”, lo spazio della “ragione” viene assorbito e sempre più ridotto tra le due polarità (“emozione”-“azione”):

… e DOMANI?

il rischio di “eccesso emozionale” prodotto dalla dipendenza virtuale fa preve- dere che lo spazio della ragione tenderà a ridursi progressivamente, fino a scompa- rire. È allora che, in mancanza di quel sistema di “raffreddamento” che prima ve- niva giocato dalla ragione, si provocherà, come in qualsiasi stato di dipendenza, un passaggio diretto:

da un sempre maggiore bisogno di “ECCITAZIONE” ➔ al bisogno di scaricarla in “AZIONE”

in questo caso le eccitazioni non hanno più bisogno di essere trasformate in emozioni (ciò che renderebbe ancora possibile il “raffreddamento”), per cui una volta attivate dovranno cercare immediatamente (a causa appunto della dipen- denza) una via di fuga attraverso azioni in grado di appagare e/o di sedare l’ango- scia e/o la tensione provocata.

(“Il rimorso di Oreste” - di W.A. Bourguereeau - 1862)

Da questa analisi gli esiti possibili sono: 1. Il rifugio nel virtuale.

Sono giovani che rientrano nella categoria delle pseudo allucinazioni. È come se dicessero: “mi esalto e mantengo la voglia di evadere”.

2. Il rifugio in sé.

Sono i giovani che scelgono la strada dell’alcolismo, del tabagismo, delle droghe e dei comportamenti alimentari abnormi. È come se dicessero: “mi la- scio andare”.

3. Il passaggio all’atto.

Sono i giovani che scelgono la strada dell’antisocialità, dei comportamenti al limite nella sfera sessuale e nella sicurezza “viaria”. È come se dicessero: “mi sfogo passando all’azione”.

4. Il faticoso percorso di crescita.

Sono i giovani che si rendono conto che per crescere bisogna avere un progetto e … realizzarlo, anche se con fatica. È come se dicessero: “mi do da fare con grinta e determinazione”29.

iV Area

SCENARIO

Se l’educazione alla cittadinanza può essere intesa come lo specchio dei cam- biamenti sociali di un paese, la sfida di oggi sta anzitutto nel definire a “QUALE cittadinanza” si intende fare riferimento.

nella società di oggi, a dimensione planetaria, nell’avviare un qualsiasi pro- cesso educativo occorre partire dal presupposto che l’educazione alla e nella diffe- renza diventa la traiettoria all’orizzonte di tutto il percorso.

È necessario cioè educare a saper coniugare locale e globale, identità e diffe- renza, entro un percorso di formazione del cittadino planetario, quale “persona”: – capace di relazioni costruttive con tutto ciò che è “altro-da sé”, quale risorsa

per la crescita sia individuale che collettiva e sociale;

– competente a livello di rivendicazione dei diritti inalienabili dell’uomo, ma anche in grado di responsabilizzarsi nel gestire i propri doveri;

– portatrice di responsabilità anche nei confronti del complesso snodo che si gioca tra globale e “glocale”, tra riconoscimento dei diritti universali e neces- sità che essi siano rispettosi delle differenze locali.

Un processo democratico, infatti, non si realizza se non nel confronto e nel dialogo fra differenti identità. L’educazione alla cittadinanza va quindi intesa come luogo e momento nel quale si apprende e si sperimentano convivenza democratica e nuova cittadinanza, sia a livello singolo che di gruppo sociale, sia a livello “glo- cale” che globale.

ne consegue che la cittadinanza a cui è necessario fare riferimento nell’atti- vare un processo educativo comporta una continua ri-elaborazione e ri-negozia- zione, lungo il percorso della storia, dei suoi significati e dei suoi valori.

tutto questo significa che anche il concetto stesso di educazione alla cittadi- nanza va interpretato in prospettiva evolutiva, dal momento che la sua complessità aumenta parallelamente all’aumentare della complessità e dell’accelerazione degli attuali cambiamenti epocali.

Testo di riferimento: pp. 149-163 Altri testi

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la più bella che ci sia cara, la bandiera la più bella che ci sia... Ama, la tua bandiera è la più bella che ci sia... Ama, la tua bandiera è la più cara che ci sia... Senti, che emozione, sventola la tua bandiera... Senti, un tuffo al cuore, sventola la tua bandiera... Guarda, c’è una bandiera che non ha i colori della tua... guarda, lì c’è una bandiera

che non ha i colori della tua... Guarda, quella gente

che non sventola la tua bandiera... guarda, quella gente che ha una bandiera con i colori diversi dalla tua... Odia, quella gente

che non sventola la tua bandiera... odia, quella gente

che non sventola la tua bandiera... Odia, tutta la gente

che non sventola la tua bandiera... odia, tutta la gente

che ha una bandiera con i colori diversi dalla tua... (“La bandiera” - Bennato)

LA“CITTADINANZA”: UNA CONQUISTA, UN’EREDITÀ GRATUITA, MA ANCHE UN BENE