a) Diritti di 1° generazione: fanno riferimento alla “LIBERTÀ di …”: pensiero, associazione, espressione (artistica, culturale, …); in questi casi lo Stato non può impedire al cittadino (non più suddito, dopo le rivoluzioni liberali e illumi- nistiche) di fare certe cose (ad esempio, informare, aggregarsi in gruppi/asso- ciazioni, …), se non violano i diritti degli altri.
b) Diritti di 2° generazione: fanno riferimento alla “LIBERTÀ da …”: igno- ranza, fame, malattia, bisogni, … conquistati attraverso le lotte dei movimenti di contadini, operai, sindacati; in questi casi tocca allo Stato promuovere le condizioni o meglio i servizi che permettono di garantire ai cittadini il diritto allo studio, al lavoro, alla salute, a una migliore e più dignitosa qualità della vita.
c) Diritti di 3° generazione: fanno riferimento a quanto contenuto nella “DI-
CHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI” e riguardano ogni
individuo in quanto membro del genere umano e, come tale, “cittadino del mondo”.
d) Diritti di 4° generazione: fanno riferimento ai diritti che, nel “villaggio glo- bale” l’uomo ha in riferimento alla sua evoluzione sul pianeta. Quindi il diritto alla comunicazione, alla pace, alla difesa/conservazione dell’ambiente, alla qualità della vita, alla privacy, alla sicurezza e, non ultimo, anche il diritto ad
emigrare!
tutti questi diritti devono essere garantiti non solo dallo Stato, ma anche dalle istituzioni/organizzazioni internazionali/sovranazionali deputate a tale scopo.
LA“DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI”
il 10 dicembre 1948, l’Assemblea Generale delle nazioni Unite ha approvato e proclamato la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani36.
La “DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI” riconosce due tipi di diritti, civili e politici, tra loro interdipendenti, e che si sono affermati gradualmente attraverso la storia del pensiero e delle istituzioni democratiche. Si compone di un preambolo e di 30 articoli:
– il preambolo collega il mancato rispetto dei diritti umani agli “atti di barbarie che offendono la coscienza dell’umanità” (con chiaro riferimento ai tragici eventi della seconda guerra mondiale) e ne fissa il rispetto in un “ideale di pace e di libertà da raggiungere da tutti i popoli”;
– gli artt. 1-2 stabiliscono, come principio fondamentale, che “tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti”;
Dopo un lungo viaggio di paure e di stenti
siete arrivati felici e contenti qui nel paese dei balocchi
dalle vostre case ve ne siete scappati ma non vi preoccupate siete i benvenuti qui nel paese dei balocchi paese dei balocchi il cielo è sempre azzurro e c’è sempre il sole va tutto a gonfie vele e vi troverete bene qui nel paese dei balocchi qui si scherza sempre è carnevale tutto l’anno non ci sono scandali ne’ crisi di governo qui nel paese dei balocchi paese dei balocchi... giù giù giù
dai fratelli al sud, ma, ma, ma forse è meglio al nord chissà...! siamo uniti ed affiatati noi mai qui il razzismo non ha attecchito mai...! tutti quanti gli altri
vi hanno chiuso le porte ma noi siamo buoni vi accoglieremo a braccia aperte qui nel paese dei balocchi
bene arrivati siamo molto contenti siete i benvenuti anche se già siamo in tanti qui nel paese dei balocchi paese dei balocchi... giù giù giù dai fratelli al sud
ba ba baci i fratelli al nord e già... siamo uniti ed affiatati noi qui il razzismo
non ha attecchito mai...! appena arriverete all’ufficio smistamento riceverete un premio di incoraggiamento chiedete lo scontrino, firmate ricevuta, la festa è cominciata si...appena cominciata... dopo un lungo viaggio di paure e di stenti
siete arrivati felici e contenti qui nel paese dei balocchi
– gli artt. 3-11 fissano i diritti e le libertà individuali;
– gli artt. 12-17 stabiliscono i diritti dell’individuo nei confronti della comunità in cui egli vive (diritti civili);
– gli artt. 18-21 sanciscono la libertà di pensiero e di associazione (diritti poli- tici);
– gli artt. 22-27 enunciano altri diritti: economici, sociali, culturali;
gli artt. 28-30 danno delle disposizioni per la realizzazione di questi diritti.
QUAL È IL VERO PROBLEMA OGGI?
i diritti nascono da bisogni che emergono in particolari momenti della storia. oggi, tuttavia, il problema di fondo non è tanto quello di averli, quanto piuttosto di conservarli e soprattutto di “proteggerli”, dal momento che si possono “indebolire” o perfino perdere, del tutto o in parte:
– se vengono dimenticati;
– se vengono vissuti passivamente, dal momento che sono stati ereditati ma non conquistati;
– se non vengono adeguatamente difesi, rivendicati e “aggiornati” rispetto all’e- voluzione dell’umanità.
Tanti diritti, dei bei diritti dritti, non dei diritti storti, però,
però, però: Quando mangi,
perché tu hai il diritto di essere nutrito, ricorda chi non mangia
perché ha il diritto e non il cibo. E quando giochi,
perché hai il diritto di giocare, ricorda chi non gioca,
perché non ha il posto per giocare. Quando vai a scuola,
perché hai il diritto di essere educato, ricorda chi ha il diritto
e non la scuola. Quando riposi,
perché hai il diritto di riposare, ricordati di chi ne ha il diritto ma non può riposare. Ricorda il tuo diritto, ma anche il suo rovescio, perché c’è un diritto che non hai: dimenticare.
Testo per riflettere - “I DIRITTI E IL ROVESCIO …” (r. Piumini)
La libertà non è star sopra un albero non è neanche il volo di un moscone la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione (“La libertà” - G. Gaber)
VOGLIA DI PARTECIPARE= VOGLIA DICAMBIARE! La storia della partecipazione civica:
– è la storia delle lotte per i diritti sociali e per la conquista dell’uguaglianza, grazie alle quali è stato possibile raggiungere l’obiettivo della partecipazione “democratica” dei cittadini alla “cosa pubblica”;
– è la storia dello Stato moderno e del suo costituirsi in Stato di diritto, trasfor- mando di conseguenza i suoi membri da “sudditi” a “cittadini”.
COSA SI INTENDE, OGGI, PER CITTADINANZA“PARTECIPATIVA”?
Con questo termine si vuole fare riferimento ad un processo “democratico” che deriva la propria forza e legittimità da una partecipazione attiva alla vita della col- lettività tra soggetti liberi e in stato di parità, i quali non delegano a terzi il potere di decidere, ma si impegnano direttamente nella presa di decisioni “democra- tiche”.