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Prima di passare a un’analisi più dettagliata del libro di cui si propone la traduzione, è opportuno chiarire il contesto storico in cui il cronista è inserito e che esercita una grande influenza sulla sua scrittura e sulle sue scelte stilistiche.

Le elezioni presidenziali del 1970 videro la vittoria del fronte socialista guidato da Salvador Allende, che divenne il primo presidente marxista democraticamente eletto nelle Americhe. La vittoria di Allende alimentò le speranze del socialismo mondiale, ma il governo fu ostacolato da diversi fronti. Innanzitutto, dalla forte opposizione degli altri due partiti Cileni: i conservatori di Jorge Alessandri Rodríguez e i cristianodemocratici di Radomiro Tomic, sui quali Allende aveva avuto solamente la maggioranza relativa e che oltre a rappresentare una buona fetta della popolazione, godevano dell’appoggio della chiesa cattolica. A questo si sommarono le pressioni da parte degli Stati Uniti di Richard Nixon, che mal tolleravano un governo socialista in America Latina proprio nel periodo della guerra fredda.

Il programma politico di Allende conteneva riforme e nazionalizzazioni che ebbero effetti positivi sull'economia del paese, ad esempio la nazionalizzazione del rame di cui il Cile è particolarmente ricco, ma nel 1974 una forte inflazione generò un terribile aumento dei prezzi e causò una crisi economica tale che gli scontri tra la destra conservatrice (i “momios”) e la Unión Popular (gli “upelientos”) si fecero molto violenti, insieme a manifestazioni e scioperi.

Il presidente perse così gradualmente consensi anche tra i socialisti stessi, che sebbene avevano creduto nella rivoluzione democratica di Allende, avevano sempre sperato nella rivoluzione popolare armata.

Nel giugno del 1973 ci fu un primo tentativo di golpe (il cosiddetto Tanquetazo o “Golpe dei carri armati”) da parte dello schieramento Patria y Libertad. Il tentativo fallì, ma il malcontento generale era tale che non sarebbe passato molto tempo prima dello scatenarsi di una crisi istituzionale: la mattina dell'11 settembre del 1973 le forze armate cilene, guidate dal comandante in capo dell'esercito Augusto Pinochet Ugarte32, attaccarono le autorità civili e bloccarono le strade. Il Palacio de La Moneda

32 Augusto José Ramón Pinochet Ugarte, (Valparaíso, 25 novembre 1915–Santiago del Cile,10

dicembre 2006) era stato nominato comandante in capo dell'Ejército de Chile il 23 agosto 1973 dal Presidente stesso, che lo considerava fedele al governo. Pinochet aveva peraltro contribuito in modo consistente a stroncare il golpe fallito di giugno.

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fu bombardato e preso d’assalto finché il presidente Allende non dichiarò la resa e, dopo il celebre discorso alla radio33, si suicidò34 nel Salón Independencia.

Quello stesso giorno ebbe inizio il governo della giunta militare e dal 27 giugno del 1974 fu ufficialmente guidato dal Generale Augusto Pinochet, nominato Jefe

Supremo de la Nación.

Alla prima fase della dittatura corrisponde un periodo di terrore e repressione. Dopo l’abolizione del congresso nazionale, dei sindacati, degli scioperi e delle riforme del governo Allende, i partiti di opposizione (l’Unidad Popular, i comunisti, i socialisti e i democristiani) furono eliminati e molti dei loro membri e sostenitori furono arrestati, torturati e uccisi. Tra questi anche studenti, accademici o musicisti (come il cantante Víctor Jara, citato anche da Lemebel nel sottotitolo della cronaca

Los cinco minutos te hacen florecer, che fu ucciso pochi giorni dopo il golpe nel Estadio

Nacional, utilizzato come centro di detenzione e tortura fino al 1974.35

Il governo commise numerosi omicidi che fece passare per scontri armati e in molti casi i cadaveri vennero occultati in fosse comuni o dispersi in mare36. Il regime istituì numerosi campi di concentramento e centri di tortura controllati inizialmente dalla DINA (Dirección Nacional de Inteligencia) e successivamente dalla CNI (Centro

Nacional de Información).

Il rapporto Rettig, (Rapporto della commissione nazionale per la verità e la riconciliazione)37, titolo anche di una delle cronache di Lemebel contenute in De perlas

y cicatrices, stima che le vittime della dittatura furono 2.279 e circa 29.000 le persone

arrestate e torturate, oltre al milione di persone che nei 17 anni di dittatura abbandonarono il paese.

La violenta repressione diminuì solo dopo il forte sviluppo economico che fece seguito alla conversione dell’economia verso il modello liberale secondo le direttive dei cosiddetti Chicago Boys38, ma sebbene l’economia crebbe, la distribuzione del

33 Il discorso di Salvador Allende su Radio Magallanes:

https://www.youtube.com/watch?v=G4zg1mRUNgU Consultato il 20 gennaio 2018.

34 Questa informazione è controversa: la versione ufficiale è stata sempre contestata dall’opposizione,

anche se le indagini effettuate sembrano confermare la versione del suicidio.

35 “Estadio Nacional: campo de concentración y tortura”, Memoria chilena,

http://www.memoriachilena.cl/602/w3-article-92649.html Consultato il 20 gennaio 2018.

36 Molte dittature latino americane, soprattutto quella argentina di Videla, sono tristemente note per i

“voli della morte”: i cadaveri dei prigionieri uccisi (o le persone ancora vive) venivano gettati in mare lanciandoli da un aereo.

37 Rapporto redatto dalla commissione costituita il 25 aprile del 1990 per investigare sugli abusi dei

diritti umani risultanti nella morte o sparizione delle vittime della dittatura militare di Augusto Pinochet (11 settembre 1973 - 11 marzo 1990).

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reddito rimase squilibrata e venne a mancare una crescita interna a favore delle esportazioni.

Gli anni a venire videro due referendum che confermarono Pinochet al potere fino al 1989, ma una crisi economica che iniziò nel 1980 portò la disoccupazione al 25% e oltre la metà della popolazione viveva sotto la soglia della povertà, situazione che dette il via a manifestazioni di protesta brutalmente represse dal regime, scenario di efferate violenze come il Caso Quemados39 di cui Lemebel racconta la storia in De

perlas y cicatrices. Lo stesso anno dell’aggressione, il 27 dicembre, ci fu un attentato al

dittatore organizzato dal Frente Patriótico Manuel Rodríguez40, che in seguito a ciò fu duramente perseguitato e molti dei membri furono uccisi in assalti come la Operación

Albania41, anch’essa raccontata da Lemebel in De perlas y cicatrices nella cronaca Corpus

Christi.

Nel 1987, fu autorizzata la creazione di partiti politici e poco dopo si permise la propaganda politica, due fattori importanti per lo sviluppo degli eventi negli anni successivi: nel 1988 fu indetto un referendum che avrebbe dovuto rinnovare l’incarico del dittatore per altri 8 anni, ma il risultato non fu quello sperato.

La vittoria del no mise fine alla dittatura e segnò l’inizio il periodo della transición

democrática, con il democristiano Patricio Aylwin nominato presidente della repubblica

l'11 marzo del 1990, e Pinochet ancora a capo delle forze armate per i successivi otto anni.

39 Il 2 luglio 1986 durante una manifestazione, un grupo di militari comandati dall’ufficiale Pedro

Fernández Dittus, inseguirono e picchiarono due giovani per poi dar loro fuoco e abbandonarli in un fosso: erano Carmen Gloria Quintana e Rodrigo Rojas de Negri, quest’ultimo morì a causa delle gravi lesioni riportate, mentre Carmen Gloria è una psicologa e risiede in Canada.

40 Il Frente Patriótico Manuel Rodríguez (FPMR) è stato un gruppo armato cileno di ideologia e

orientamento rivoluzionario marxista-leninista, che ha iniziato le sue attività il 14 dicembre 1983 per combattere la dittatura del generale Augusto Pinochet.

41 La Operación Albania, conosciuta anche come la Strage del Corpus Christi, avvenne la notte tra il 15 e il

16 giugno del 1987. Dodici membri del Frente Patriótico Manuel Rodríguez furono uccisi da agenti del CNI, e il pluriomicidio fu fatto passare da scontro armato.

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Nel contesto quindi del Cile militare colpevole di tanti crimini rimasti impuniti, conservatore ed emarginante, la scelta della cronaca rappresenta per Lemebel la possibilità di documentare e denunciare tali crimini, ma anche offrire un punto di vista sul periodo della transición democrática oltre che difendere con orgoglio la propria libertà sessuale e quella di tutta la popolazione omosessuale, utilizzando uno stile plurale che unisce biografia, narrativa e linguaggio poetico42. Così facendo sfrutta un genere che in precedenza era stato usato per narrare vicende storiche o politiche importanti o per raccontare la vita di personaggi illustri, uno scopo totalmente opposto43 rispetto a quello di Lemebel, dato che i suoi soggetti preferiti sono invece personaggi che vivono ai margini della società e le vittime della violenza dittatoriale, gli scomparsi, i trasparenti, niente a che vedere con i personaggi illustri.

42 Adrián Cangi, “La cigarra no es un bicho”, in Fernando Blanco e Juan Poblete, “Desdén al

infortunio. Sujeto, comunicación y público en la narrativa de Pedro Lemebel”, Editorial Cuarto Propio, Santiago de Chile, 2010, pp. 49-51.

43 Lorenzo Gori, “P. Lemebel, M. Bellatin e F. Vallejo: l'Aids nella narrativa ispano-americana

contemporanea”, tesi di laurea magistrale, relatrice prof. Alessandra Ghezzani, Università di Pisa, 2015/2016, pp. 47.

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Il libro