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Un paese allo specchio: le perle e le cicatrici del Cile post-dittatoriale. Proposta di traduzione della raccolta di cronache 'De perlas y cicatrices' dell'autore Pedro Lemebel.

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Academic year: 2021

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Dipartimento di Letteratura, Filologia e Linguistica

Corso di laurea in Linguistica e Traduzione, curriculum Traduzione

Letteraria

TESI DI LAUREA

Un paese allo specchio: le perle e le cicatrici del Cile post-dittatoriale.

Proposta di traduzione della raccolta di cronache De perlas y cicatrices

dell’autore Pedro Lemebel.

CANDIDATO

Silvia Falorni

RELATORE

Prof.ssa Alessandra Ghezzani

CONTRORELATORE

Prof.ssa Rosa María García Jiménez

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(6)

II SOMMARIO INTRODUZIONE ... VIII L’AUTORE ... 10 PEDRO LEMEBEL ... 10 IL QUADRO STORICO ... 26

IL LIBRO: DE PERLAS Y CICATRICES ... 30

UNO SGUARDO PIÙ DA VICINO ... 34

COMMENTO ALLA TRADUZIONE ... 54

LA QUESTIONE CULTURALE ... 64

L’ASPETTO LINGUISTICO ... 80

IL LINGUAGGIO MARCATO ... 92

Il registro linguistico ... 92

Il linguaggio figurativo ... 97

LO STILE DELL’AUTORE ... 106

PERLE E CICATRICI: RECENSIONI E COMMENTI ... 110

INTERVISTA A SERGIO PARRA ... 112

DE PERLAS Y CICATRICES – PERLE E CICATRICI ... 122

AMODODEPRESENTACIÓN ... 127

SOMBRÍO FOSFORECER... 131

OSCURO BAGLIORE ... 132

LAS JOYAS DEL GOLPE ... 133

I GIOIELLI DEL GOLPE ... 134

LAS ORQUÍDEAS NEGRAS DE MARIANA CALLEJAS ... 139

LE ORCHIDEE NERE DI MARIANA CALLEJAS ... 140

EL CURA DE LA TELE ... 143

IL PRETE DELLA TELE ... 144

LA VISITA DE LA THATCHER... 147

LA VISITA DE LA THATCHER... 148

GLORIA BENAVIDES ... 151

GLORIA BENAVIDES ... 152

EL ENCUENTRO CON LUCÍA SOMBRA ... 155

L’INCONTRO CON LUCÍA SOMBRA ... 156

LOS SOMBREROS DE LA PIÑEIRO ... 159

I CAPPELLI DELLA PIÑEIRO ... 160

LAS CAMPANADAS DEL ONCE ... 163

I RINTOCCHI DELL’UNDICI ... 164

(7)

III DOLCE CAPRICCIO ... 168 PALMENIA PIZARRO ... 169 PALMENIA PIZARRO ... 170 LA LEVA ... 173 IL BRANCO ... 174 CAMILO ESCALONA ... 177 CAMILO ESCALONA ... 178 EL EXILIO FRU-FRÚ ... 181 L’ESILIO FRU-FRU ... 182 EL GORRIÓN DE CONCHALÍ ... 185 IL PASSERO DI CONCHALÍ ... 186 LA QUINTRALA DE CUMPEO ... 189 LA QUINTRALA DE CUMPEO ... 190 DON FRANCISCO ... 193 DON FRANCISCO ... 194

LOS DIENTES POSTIZOS DE LA NUEVA OLA... 197

LA DENTIERA DELLA NUEVA OLA ... 198

DE MISSES TOP, REINAS LAGARTIJAS Y OTRAS ACUARELAS ... 201

MISS TOP, REGINE LUCERTOLA E ALTRI ACQUARELLI ... 202

ROSA MARÍA MAC PATO DEL ARPA ... 203

ROSA MARÍA PAPERONE DEL ARPA ... 204

CECILIA BOLOCCO ... 207 CECILIA BOLOCCO ... 208 LA TRISTEZZA DI BAMBI ... 211 LA TRISTEZZA DI BAMBI ... 212 MIRIAM HERNÁNDEZ ... 215 MIRIAM HERNÁNDEZ ... 216 MARTITA PRIMERA ... 219 MARTITA PRIMERA ... 220

LAS SIRENAS DEL CAFÉ ... 223

LE SIRENE DEL CAFFÈ ... 224

EL BIM BAM BUM ... 227

IL BIM BAM BUM ... 228

GERALDINE CHAPLIN ... 231

GERALDINE CHAPLIN ... 232

DEL CARMEN BELLA FLOR ... 235

(8)

IV

SUFRO AL PENSAR ... 239

SOFFRO AL PENSIERO ... 240

CLAUDIA VITORIA POBLETE HLACZIK ... 241

CLAUDIA VITORIA POBLETE HLACZIK ... 242

LOS CINCO MINUTOS TE HACEN FLORECER ... 245

I CINQUE MINUTI TI FANNO FIORIRE ... 246

CARMEN GLORIA QUINTANA ... 249

CARMEN GLORIA QUINTANA ... 250

KARIN EITEL ... 253 KARIN EITEL ... 254 CORPUS CHRISTI ... 257 CORPUS CHRISTI ... 258 RONALD WOOD ... 262 LA PAYITA ... 265 LA PAYITA ... 266 EL INFORME RETTIG ... 271 L’INFORME RETTIG... 272 RELICARIO ... 275 RELIQUIARIO ... 276 RÍO REBELDE ... 287 FIUME RIBELLE ... 288 EL RÍO MAPOCHO ... 289 IL FIUME MAPOCHO ... 290 DEAN REED ... 293 DEAN REED ... 294

LA REPÚBLICA LIBRE DE ÑUÑOA ... 297

LA REPUBBLICA LIBERA DI ÑUÑOA ... 298

LOS PRISIONEROS ... 303

I PRISIONEROS ... 304

EL GARAGE MATUCANA NUEVE ... 307

IL GARAGE DI MATUCANA NOVE ... 308

FLORES DE SANGRE PARA MAMÁ ... 311

FIORI DI SANGUE PER MAMMA... 312

NOCHE DE TOMA EN LA UNIVERSIDAD DE CHILE ... 313

NOTTE DI OCCUPAZIONE ALL’UNIVERSITÀ DEL CHILE ... 314

UN LETRERO SOVIET EN EL TECHO DEL BLOQUE ... 317

UN’INSEGNA SOVIET SUL TETTO DEL BLOCCO ... 318

(9)

V LA PASSEGGIATA AHUMADA ... 322 LA INUNDACIÓN ... 325 L’INONDAZIONE... 326 QUILTRA LUNERA ... 327 RANDAGIA DI LUNA ... 328

LA LOCA DEL CARRITO ... 329

LA LOCA DEL CARRELLO ... 330

SOLOS EN LA MADRUGADA ... 333

SOLI ALL’ALBA ... 334

LA HISTORIA DE MARGARITO ... 337

LA STORIA DI MARGARITO ... 338

LA MUERTE DEL CONDORITO ... 341

LA MORTE DEL CONDORITO ... 342

LAS AMAZONAS DE LA COLECTIVA AYUQUELÉN ... 345

LE AMAZZONI DEL COLLETTIVO AYUQUELÉN ... 346

BÁRBARA DÉLANO ... 349

BÁRBARA DÉLANO ... 350

EL CUMPLEAÑOS DEL RICACHO POLVORÍN ... 351

IL COMPLEANNO DEL RICCONE POLVERIERA ... 352

MEMORIAS DEL QUILTRAJE URBANO ... 355

MEMORIE DEL RANDAGISMO URBANO ... 356

FLORES PLEBEYAS ... 359

FIORI PLEBEI ... 360

RELAMIDO FRENESÍ ... 361

RICERCATA FRENESIA ... 362

EL PUEBLITO QUE SE LLAMABA LAS CONDES ... 363

IL PAESINO CHE SI CHIAMAVA LAS CONDES ... 364

UN PAÍS DE RÉCORDS ... 367

UN PAESE DA RECORD ... 368

I LOVE YOU MCDONALD’S ... 371

I LOVE YOU MCDONALD’S ... 372

EL BARRIO BELLAVISTA ... 373

IL QUARTIERE BELLAVISTA ... 374

VIÑA DEL MAR ... 375

VIÑA DEL MAR ... 376

EL TEST ANTIDOPING... 379

IL TEST ANTIDOPING ... 380

(10)

VI

LA CITTÀ COL VESTITO NUOVO ... 384

EL FESTIVAL DE VIÑA ... 387

IL FESTIVAL DI VIÑA ... 388

EL METRO DE SANTIAGO ... 391

LA METRO DI SANTIAGO ... 392

LOS ALBORES DE LA FLORIDA ... 395

GLI ALBORI DI LA FLORIDA ... 396

SOBERBIA CALAMIDAD, VERDE PEREJIL ... 399

SUPERBA CATASTROFE, VERDE PREZZEMOLO ... 400

NEVADA DE PLUMAS PARA UNA TIGRE INVERNAL ... 401

NEVICATA DI PIUME PER UNA TIGRE INVERNALE ... 402

LA BRUMA DEL VERANO LEOPARDO ... 405

LA NEBBIA DELL’ESTATE LEOPARDO ... 406

PRESAGIO DORADO PARA UN SANTIAGO OTOÑAL ... 409

PRESAGIO DORATO PER UNA SANTIAGO AUTUNNALE ... 410

LOS TIRITONES DEL TEMBLOR ... 413

GLI SCOSSONI DEL TERREMOTO ... 414

TU VOZ EXISTE ... 417

LA TUA VOCE ESISTE ... 418

UN DOMINGO DE FERIA LIBRE ... 421

UNA DOMENICA AL MERCATO ... 422

LA SINFONÍA CHILLONA DE LAS CANDIDATURAS ... 425

LA SINFONIA URLANTE DELLE CANDIDATURE ... 426

EL HOSPITAL DEL TRABAJADOR ... 429

L’OSPEDALE DEL LAVORATORE ... 430

LAS FLORISTAS DE LA PÉRGOLA ... 433

LE FIORAIE DELLA GALLERIA LA PERGOLA ... 434

RACCOLTA FOTOGRAFICA. ... 438

L’ALTRA VERSIONE (TE) ... 448

GLOSSARIO ... 460

CONCLUSIONE ... 470

BIBLIOGRAFIA ... 472

RINGRAZIAMENTI ... 484

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(12)

VIII

Introduzione

Sono venuta a contatto per la prima volta con l’opera di Lemebel durante un laboratorio di traduzione nel 2015, quando insieme a un team di traduttori ho partecipato alla pubblicazione di Parlami d’amore, una raccolta di cronache scelte dall’opera lemebeliana Háblame de amores.

L’esperienza per me è stata molto interessante oltre che formativa, lasciandomi particolarmente entusiasta per il particolare linguaggio dell’autore, così ricco di immagini, ironico, crudo, comico e tragico allo stesso tempo.

È stato allora che l’idea di tradurre ancora Lemebel si è insinuata nella mia mente e vi è rimasta anche nel corso dei successivi due anni di università, finché non ho scelto di tradurre De perlas y cicatrices come lavoro di tesi di laurea.

Nonostante avessi già avuto modo di lavorare sull’autore, non ho potuto fare a meno di constatare che tradurre un libro simile richiedeva una conoscenza molto profonda del contesto di appartenenza dell’opera, motivo per cui ho colto l’opportunità di svolgere la tesi all’estero offerta dall’Università di Pisa per recarmi in Cile e svolgere direttamente lì tutto il lavoro di ricerca e traduzione.

Questa opportunità si è dimostrata essere fondamentale, imprescindibile per la buona riuscita del progetto, permettendomi di fruire di una meravigliosa quantità di risorse che altrimenti sarebbero state inaccessibili, e di vivere la traduzione come esperienza totalizzante, un’immersione totale in una cultura diversa che mi ha aiutato a sperimentare sulla mia pelle le sensazioni da rendere nella versione italiana del libro. In questo lavoro, prima di tutto si analizzeranno le caratteristiche dell’autore e la sua opera nel contesto storico del Cile, per poi affrontare in maniera più approfondita il libro scelto, De perlas y cicatrices, con i suoi personaggi e i temi trattati.

Nei capitoli successivi si esplicheranno i procedimenti traduttivi, cominciando da un’introduzione sul tema della traduzione in generale per poi, dopo un piccolo confronto tra la traduzione qui proposta e una diversa versione pensata per un pubblico differente, parlare delle varie strategie di traduzione utilizzate seguendo tre principali aree tematiche: la questione della differenza culturale, le questioni relative al linguaggio (quindi le caratteristiche della varietà dello spagnolo parlata in Cile e l’uso marcato del linguaggio) e infine la questione della resa dello stile dell’autore.

A questa analisi seguono alcune recensioni del libro e l’intervista a Sergio Parra, amico di Lemebel e libraio Santiaguino. Infine, alla traduzione dell’opera si allega una raccolta di fotografie legate al testo scattate durante la permanenza in Cile, a

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IX

testimonianza dell’importanza del contributo del viaggio per lo svolgimento dell’intero lavoro.

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10

Figura 1: Pedro Lemebel, Manifiesto, 1986. Foto di Claudia Román.

L’autore

Pedro Lemebel

“Pedro Lemebel è il più grande poeta della mia generazione, anche se non scrive poesia”.

Roberto Bolaño

Pedro Segundo Mardones Lemebel, scrittore, artista, e

performer, nasce a Santiago del Cile

nel 1952 e trascorre l’infanzia nell’allora povero quartiere di San Miguel. Figlio di Pedro Mardones e Violeta Lemebel, studia al liceo industriale di La Legua, per poi frequentare la Universidad de Chile e diventare professore di

arti plastiche. Nel 1979 comincia a insegnare, ma nel 1983 viene licenziato per la sua evidente omosessualità e per il suo orientamento politico di sinistra nel Cile della dittatura. All’inizio degli anni Ottanta comincia a scrivere racconti e partecipa al concorso organizzato dalla Caja de Compensación Javier Carrera, vincendo con il racconto Porque el tiempo está cerca, testo legato alla storia delle sue origini e in cui sono narrate le difficoltà vissute dai gay delle classi umili. In questi stessi anni abbandona il cognome paterno per acquisire quello materno, come gesto di alleanza con il popolo femminile, ma soprattutto per il rapporto di profondo amore che ha con la madre, con la quale condivide inoltre la grande passione per la musica popolare.

Nel 1986 la casa editrice femminista Ergo Sum di Pia Barros, nota scrittrice cilena conosciuta in un laboratorio letterario, pubblica sette dei suoi racconti nell’antologia

Incontables. Nello stesso anno, lo scrittore prende parte a una storica riunione dei

partiti di sinistra nella Estación Mapocho di Santiago, dove legge il suo famoso manifesto Hablo por mi diferencia. Per l’occasione, Lemebel si presenta indossando scarpe con i tacchi ed ha il volto truccato con il simbolo della falce e il martello.

Il manifesto è un’aperta dichiarazione della propria identità e una provocazione rivolta alla sinistra cilena, maschilista e chiusa agli omosessuali, ed è la manifestazione

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11

della forte esigenza dell’autore di essere accettato dal partito della resistenza alla dittatura.

Il manifesto è una sorta di memoria storica e politica delle classi marginali, dei diversi, degli sconfitti, che in quel momento tramite la sua voce chiedevano risposte alla sinistra nazionale e alla proposta socialista che essa diceva di rappresentare. Vi troviamo tutti i temi cari all’autore, i temi che rappresentano la sua storia e l’epoca in cui ha vissuto e lottato: sessualità e politica, discriminazione e diritti, amore e povertà, dovere del ricordo e diritto ad un futuro migliore, per tutti. Questo è il testo che ha dato dignità a tutta la sua opera successiva.1

Nel testo, Lemebel si mette a nudo, si toglie ogni maschera e dichiara la propria

diferencia senza mezzi termini: No soy Pasolini pidiendo explicaciones/No soy

Ginsberg expulsado de Cuba/No soy un marica disfrazado de poeta/No necesito disfraz/Aquí está mi cara/Hablo por mi diferencia/Defiendo lo que soy.

È un confronto diretto con un interlocutore, un dialogo a quattrocchi con “una sinistra discriminatoria, un marxismo coi paraocchi”2 che viene continuamente provocato (“Yo no pongo la otra mejilla/Pongo el culo, compañero/Y ésa es mi venganza”), e interpellato, giudicato, chiamato a riflettere:

Por eso compañero le pregunto/¿Existe aún el tren siberiano/de la propaganda reaccionaria?/Ese tren que pasa por sus pupilas/Cuando mi voz se pone demasiado dulce/¿y usted?/¿qué hará con ese recuerdo de niños/Pajeándonos y otras cosas/En las vacaciones de Cartagena?/¿El futuro será en blanco y negro?/¿El tiempo en noche y día laboral/Sin ambigüedades?/¿No habrá un maricón en alguna esquina/Desequilibrando el futuro de su hombre nuevo?/¿Van a dejarnos bordar de pájaros/Las banderas de la patria libre?

Nel 1987 Lemebel forma il collettivo artistico Yeguas del apocalipsis insieme a Francisco “Pancho” Casas Silva, con il quale realizza un importante lavoro di

performance, fotografia, video ed esposizioni. Il nome, “le cavalle dell’apocalissi” ha

origine dalla personificazione della versione femminile dei cavalli dell’Apocalissi: “Todo indica que surgió inspirado por el SIDA, entonces considerada como la plaga

1 Beatrice Borgato, “’Hablo por mi diferencia’, Pedro Lemebel e il suo manifesto umano e politico”,

Diacritica, A. III fasc. 5 (17), 25 ottobre 2017.

http://diacritica.it/traduzione-e-inediti/hablo-por-mi-diferencia-pedro-lemebel-e-il-suo-manifesto-umano-e-politico.html Consultato il 14 gennaio 2018

2 Beatrice Borgato, “’Hablo por mi diferencia’, Pedro Lemebel e il suo manifesto umano e politico”,

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de fin de siglo. En respuesta a esta profecía, ellos decidieron personificar la versión femenina de los bíblicos jinetes del Apocalipsis”3

Utilizzando i propri corpi come soggetti e oggetti dei loro lavori, i due realizzano alcuni interventi storici che hanno segnato l’immaginario urbano cileno degli anni Ottanta e Novanta, in atteggiamento di forte critica verso forme artistiche tradizionali, denunciando la violenza dittatoriale e la crisi dell’Aids nonché ponendosi su un binario alternativo rispetto alla classica militanza omosessuale: “Entonces se trataba de actividades políticas, de discursos impertinentes que representaban al mismo tiempo un reclamo y un lamento, y una explosión de colores en un Santiago en blanco y negro.”4

La loro prima azione avviene durante la consegna del premio Pablo Neruda al poeta cileno Raúl Zurita, quando incoronarono il poeta con una corona di spine alludendo al forte contenuto religioso delle sue poesie, il 22 ottobre 1988.

Un'altra performance memorabile è nota come La cueca sola, o anche La conquista de

América, (Figura 2) realizzata presso la Commissione dei Diritti Umani.

Lemebel definisce così l’intervento5:

A diferencia de otras, esta performance fue una acción planificada. Diría que fue una de las acciones más políticas, porque ahí estaba nuestra huella; estaba la sangre y el baile. Ahí estaba todo, el contagio del SIDA, los desaparecidos, dos hombres y también estaba el doblaje de dos mujeres solas.

Figura 2: Las Yeguas del apocalipsis, La cueca sola. Foto di Paz Errázuriz

3 “Las Yeguas del Apocalipsis”, Memoria chilena:

http://www.memoriachilena.cl/602/w3-article-96708.html Consultato il 14 gennaio 2018

4 Patricio Fernández, “Él y su obra”, catalogo della mostra Arder/burn, a cura di Pedro Montes e

Sergio Parra, Santiago de Chile, 2017, p. 7.

5 Fernando A. Blanco, “Desdén al infortunio. Sujeto comunicación y público en la narrativa de Pedro

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In quell’occasione, il 12 ottobre 1989, a torso nudo e indossando pantaloni neri i due artisti ballano una cueca6 a piedi nudi sulla cartina dell’America latina ricoperta di vetri rotti. L’obiettivo della performance è quello di rappresentare il neoliberismo e la globalizzazione come forme di oppressione imperialista da parte degli Stati Uniti, già accusati di aver supportato i governi militari dell’America latina negli anni Settanta.

Nel novembre del 1989 le Yeguas sono invitate dall’Instituto Chileno-Francés de Cultura a partecipare a un evento che riunisce diversi artisti chiamato “Intervenciones plásticas en el paisaje urbano”. La loro proposta consiste in un’esposizione fotografica intitolata Lo que el SIDA se llevó, 30 fotografie scattate dal cileno Mario Vivado che ritraggono Las Yeguas e omaggiano alcuni personaggi culturalmente famosi nonché alcune amiche transessuali del duo, vittime dell’Aids.7

Tra le altre performance8 ne segnalo due particolarmente emblematiche: la

Refundación de la Universidad de Chile (1988) (Figura 3) e La dos Fridas (1989) (Figura 4).

La prima consiste nell’ingresso alla facoltà di Arte della Universidad de Chile cavalcando nudi un cavallo chiamato Lady Godiva. A reggere le briglie del cavallo, Carmen Berenguer e Carolina Jerez9, mentre Nadia Prado10 suona il flauto. L’azione fa riferimento sia a Pedro de Valdivia, fondatore di Santiago, che alla leggenda di Lady Godiva11, e vuole rappresentare l’accesso delle minoranze all’università.

Las dos Fridas rappresenta invece la messa in scena travestita dell’omonimo quadro

dell’artista Frida Kahlo. Nel 1990, in occasione dell’esposizione nella galleria Bucci in calle Huérfanos, a Santiago, i due artisti rimangono seduti impersonando il quadro per più di tre ore.

6 Dal 1979 ballo ufficiale del Cile, si tratta di una danza in coppia praticata anche in Bolivia, Perú,

Argentina e Colombia, che si balla indossando un costume tradizionale e con un fazzoletto in mano.

7 Dal sito ufficiale de Las yeguas del apocalipsis: “1989: lo que el sida se llevó”,

http://www.yeguasdelapocalipsis.cl/lo-que-el-sida-se-llevo/ Consultato il 14 gennaio 2018

8 L’elenco e la descrizione completa di tutte le loro azioni si trova nella sezione “Biografia” del sito

ufficiale del collettivo: http://www.yeguasdelapocalipsis.cl/biografia/ Consultato il 14 gennaio 2018

9 Carmen Berenguer (Santiago,1946) poetessa, cronista e artista cilena, e la figlia Carolina. 10 Scrittrice cilena.

11 Secondo la leggenda, la nobildonna anglosassone moglie del conte Leofrico di Coventry cavalcò

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Figura 3: Refundación de la Universidad de Chile, 1988. Figura 4: Las dos Fridas, 1989. Foto di Pedro Marinello.

L’ultimo intervento del duo risale al 1997, in occasione della VI biennale a L’Avana. Travestiti, truccati e indossando tacchi alti e vestiti neri realizzano una conferenza durante la quale vengono proiettate immagini delle loro performance.

Recentemente Francisco Casas ha pubblicato il libro Yo, yegua, nel quale racconta la propria esperienza come Yegua del apocalipsis. Il libro è stato presentato in occasione dell’inaugurazione della mostra Arder il 21 novembre 2017 (Figura 5 e 6), ricorrenza del compleanno di Lemebel, presso il Centro de Extensión della Universidad de Talca. La mostra raccoglie le principali opere visive realizzate da Lemebel nel corso degli anni, opere in linea con il lavoro de Las Yeguas, separatesi in seguito alla partenza di Casas per il Messico.

Figura 5: manifesto pubblicitario ufficiale dell'inaugurazione della mostra

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15

Figura 6: La mostra inaugurata il 21 novembre nel Centro de Extensión della Universidad de Talca

Tra le opere presenti alla mostra, vi sono ad esempio Boom Boom Kid, (Figura 7), poster raffigurante l’opera intitolata Frida, utilizzata impropriamente da una band di Buenos Aires per pubblicizzare un loro concerto nel 2011. Lemebel inizialmente si infastidisce molto perché non gli è stato chiesto il permesso e la sua identità non appare sul poster,12 ma successivamente vuole che il poster ricopra un’intera parete della sua mostra, come si evince dalla figura 6.

Sin título (Gillette) (1998) (Figura 8), Del Carmen bella flor (2008) (Figura 9), e La araña del rincón (2017) (Figura 10), sono altre opere significative presenti alla mostra,

oltre ad alcuni video, come quello di Abecedario (Figura11), performance del 2014 in cui Lemebel, indossando tacchi alti, dà fuoco a un alfabeto da lui disegnato sulla passerella del Cementerio Metropolitano. Il fuoco è un elemento molto importante nelle sue opere ed è presente anche in Desnudo bajando la escalera (2014) (Figura 12), dove Lemebel rotola giù dai gradini infuocati del Museo de Arte Contemporáneo di Santiago dopo essersi infilato nudo in un sacco.13

12 Javier García, “Arder, el libro que reúne la obra visual de Pedro Lemebel”, La tercera, 29 dicembre

2016. http://www2.latercera.com/noticia/arder-libro-reune-la-obra-visual-pedro-lemebel/ Consultato il 15 gennaio 2018

13 La performance fa riferimento all’omonima opera di Duchamp. Il video della performance di Lemebel:

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Tú ves que en toda su obra está el fuego muy presente. Tiene una cosa muy fuerte con la figura de Sebastián Acevedo, los detenidos desaparecidos, los Derechos Humanos, de inmolar con fuego. Los chicos Rodrigo Rojas Denegri y Carmen Gloria Quintana. Siempre el fuego está presente en todo el trabajo de performance de Pedro, por eso la exposición se llama Arder14

L’autore ci vuole dire che il fuoco non cancella, “arder no es desaparecer”15, infatti uno degli scopi dell’opera visiva di Lemebel è proprio quello di restituire corpi e identità, e lo fa criticando i processi di emarginazione relativi all’omosessualità, all’Aids, alle malattie, al comunismo, tutti elementi attraverso i quali le persone vengono “etichettate”. Non a caso aveva il volto dipinto con la falce e il martello durante la sua apparizione alla Estación Mapocho nel 1986 (Figura 1). Lemebel attraverso il travestimento toglie le etichetta e si pone contro ogni tipo di costrizione identitaria:

14 Sergio Parra in Claudia Montecinos, “Amigo de Pedro Lemebel materializa el deseo del escritor de

exponer su legado visual en su vecindario”, El Mostrador, 6 aprile 2015.

http://www.elmostrador.cl/cultura/2015/04/06/amigo-de-pedro-lemebel-materializa-el-deseo-del-escritor-de-exponer-su-legado-visual-en-su-vecindario/ Consultato il 16 gennaio 2018

15 Paz López, “Arder no es desaparecer. Sobre la muestra de Pedro Lemebel en el Museo de la

Memoria y los Derechos Humanos, inaugurada a un año de su muerte”, Atlas. Revista, fotografía e imagen, 25 gennaio 2016, https://atlasiv.com/2016/01/25/arder-no-es-desaparecer-sobre-la-muestra-de-pedro-lemebel-en-el-museo-de-la-memoria-y-los-derechos-humanos/ Consultato il 16 gennaio 2018.

Figura 7: Boom Boom Kid. Il poster che apparve nelle strade di Buenos Aires e che è diventato parte della mostra.

Figura 8: Sin título (Gillette) (1998). Foto di Paz Errázuriz

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Trasvestido en el cuerpo “discapacitado” de Frida Kahlo, en el cuerpo “enfermo” del sidoso, en el cuerpo “estigmatizado” del comunista, en el cuerpo “autoinmolado” de la desobediencia civil, travestido entonces en aquellos “cuerpos que faltan”, en aquellos “cuerpos destinados a morir”, Lemebel mantiene una posición crítica y atenta a los procesos de exclusión que toda ficción identitaria genera. Autor anárquico entonces, que no intenta reivindicar lo propio de una comunidad (gay, discapacitada, comunista, etc.) sino producir campos de fuerza que sean capaces de devolverle el cuerpo al hombre, el cuerpo en su exquisita materialidad, campos de fuerza que disputan intensamente la relación entre el cuerpo y el mundo, para que nadie entonces muera sin amor.16

16 Paz López, “Arder no es desaparecer. Sobre la muestra de Pedro Lemebel en el Museo de la

Memoria y los Derechos Humanos, inaugurada a un año de su muerte”, Atlas. Revista, fotografía e imagen, 25 gennaio 2016, https://atlasiv.com/2016/01/25/arder-no-es-desaparecer-sobre-la-muestra-de-pedro-lemebel-en-el-museo-de-la-memoria-y-los-derechos-humanos/ Consultato il 16 gennaio 2018.

Figura 9: Del Carmen bella flor (2008) Foto di Paz

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In seguito molte delle sue opere visive verranno utilizzate, secondo le sue indicazioni, per le copertine dei suoi libri, ad esempio Sin título (Gillette) è la copertina del libro trattato in questa tesi, De perlas y cicatrices.

Figura 11: Marcel Duchamp, Nu descendant un escalier no 2,

1912

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Anche Del Carmen bella flor ha a che fare con De perlas y cicatrices, che contiene l’omonima cronaca: in essa la vergine, passando tra la folla in processione, è un’icona che assume simbolicamente il significato di aristocrazia emperifollada17 e sprezzante. La

conclusione della cronaca ne riassume il significato:

Al final, grita la gente, viene la Virgen del Carmen envuelta en un fogonazo de flores amarillas. Tan linda ella, como un cisne blanco. Tan super star, como una miss extranjera que visita Chile, que no pisa el suelo porque sólo viene de paso.18

La vergine e le altre icone religiose che si specchiano “en los cristales del citibank” evocano da un lato il passato dittatoriale, e dall’altro il sistema economico neoliberale che ha trasformato il paese in un grande mercato.

Juan poblete commenta:

Lemebel resacraliza los espacios desacralizados por el capitalismo neoliberal al tiempo que toma los actores y lugares de estos espacios e intenta introducirlos en una economía de valor al recuperarlos como valores estéticos y literarios. 19

Nel 1989 Lemebel comincia a pubblicare i suoi scritti su diversi media nazionali, tra i quali i periodici “Página Abierta” e “La Nación”, e le riviste “Punto Final” e “The Clinic”. È a questo punto che l’autore comincia a prediligere il genere della cronaca rispetto a quello del racconto. I suoi testi sono definiti ‘cronache urbane’ e sono testi immediati, che offrono immagini cittadine e autobiografiche e che rispondono all’urgenza di comunicare. In queste cronache, tutti i generi sono ammessi: sono “un calidoscopio oscilante donde caben todos los géneros”, come sostiene l’autore stesso:

Yo digo crónica por decir algo, quizás porque no quiero enmarcar o alambrar mis retazos escriturales con una receta que pueda inmovilizar mi pluma o signarla en alguna categoría literaria. Puedo tratar de definir lo que hago como un calidoscopio oscilante, donde caben todos los géneros o subgéneros que posibiliten una estrategia de escritura, así la biografía, la carta, el testimonio, la canción popular, la oralidad, etc. Creo que escogí esta escritura por las distintasposibilidades que me ofrece o que

17 Agghindata.

18 Pedro Lemebel, “Del Carmen bella flor”, in Pedro Lemebel, “De perlas y cicatrices”, Seix Barral

Biblioteca Breve, quinta edizione, Santiago de Chile, 2017, pp. 100-102.

19 Marta Sierra, “‘Tu voz existe’: percepción mediática, cultura nacional y transiciones democráticas en

Pedro Lembel”, in Fernando A. Blanco e Juan Poblete, “Desdén al infortunio. Sujeto, comunicación y público en la narrativa de Pedro Lemebel”, Editorial Cuarto Propio, Santiago de Chile, 2010, pp.101-133.

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puedo inventar, para decirlo en lenguaje travesti es como tener el ropero de Lady D. en el computador20.

Nelly Richard, a questo proposito, scrive:

Pedro Lemebel siempre fue reacio a las definiciones de género. Primero, a la norma del género como identificación sexual cautiva del binarismo masculino/femenino que su sorprendente personaje traicionaba a cada vuelta de la esquina con las con las contorciones excéntricas de la loca. Segundo, a las reglas de los géneros que ordenan las forma y contenidos de las obras según métodos de reconocimiento que, al disciplinarlas en categorías, le restan plasticidad e hibridez a una creatividad que el itinerario de la/s pluma/s de P. Lemebel siempre quiso movediza y fronteriza.21

La cronaca urbana di Lemebel è una forma di scrittura che mette in questione l’eredità culturale del Cile post-dittatoriale attraverso una voce che percorre differenti spazi sociali sempre dal punto di vista della marginalità, portando così alla luce la segregazione e la gerarchizzazione della società santiaguina e facendo parlare quindi i

rotos, le locas, i picantes22. Una società che “está siempre aterrada con la posibilidad del

contagio a las malas costumbres, al comunismo, a los rotos, a los indios, a los maricas, a los sidosos y a todo aquello que no se pliegue incondicionadamente a su credo e ideología”23.

L’autore denuncia e infrange gerarchie attraverso uno stile di scrittura che sfrutta l’oralità, ma anche le espressioni poetiche e il gusto per le parole, il tutto inserito in un quadro tragico, talvolta melodrammatico, ma con uno sguardo ironico e dissacrante, che regala fotografie nitide della società cilena messa a nudo.

A partire dagli anni Novanta Pedro Lemebel raggiunge il grande successo ed è attivo su molti fronti, dai programmi radiofonici (nel 1996 realizza il programma «Cancionero»24 su radio Tierra, una nota radio femminista dove intervista personaggi di spicco della cultura cilena, come Roberto Bolaño, e legge le proprie cronache con un sottofondo musicale) ai laboratori letterari e le conferenze presso diverse università.

20 Ángeles Mateo del Pino, “Cronista y malabarista. Entrevista a Pedro Lemebel”, Cyber Humanitatis,

20, primavera 2001,

http://web.uchile.cl/vignette/cyberhumanitatis/CDA/vida_sub_simple3/0,1250,PRID%253D11735 %2526SCID%253D11737%2526ISID%253D436,00.html Consultato il 17 gennaio 2018.

21 Nelly Richard, “Bordar de pájaros las banderas de la patria libre”, catalogo della mostra Arder/burn,

a cura di Pedro Montes e Sergio Parra, Santiago de Chile, 2017, pp.11-17.

22 Personaggi umili, travestiti e omosessuali, e poveri. In seguito se ne parlerà in modo approfondito. 23 Tomás Moulian, “De perlas y cicatrices. Comentario al libro” Editorial Lom, Santiago de Chile,

1998, pp. 115-117.

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21

Nel 1995 esce il suo primo libro di cronache: La esquina es mi corazón, (Figura 13) una raccolta che gli regala un posto d’onore nella storia della letteratura cilena e che è solo la prima di molte altre che avranno come tematiche centrali la marginalità e la disuguaglianza in Cile, soprattutto dal punto di vista dei poveri e degli omosessuali. L’anno successivo partecipa alla Biennale a L’Avana e nel 2001 pubblica il suo primo e unico romanzo: Tengo miedo torero (Figura 14), (Ho paura torero, 2004) una storia d’amore complicata all’epoca dell’attentato a Pinochet dell’86 lungo il Cajón del Maipo25, un testo che ha come protagonista una Loca e che per più di un anno rimane il libro più venduto in Cile. Nel primo decennio del 2000 l’autore è molto attivo in campo accademico, ospite in molti campus per tenere conferenze: nel 2003 è ospite all’Università di San Marcos, nel 2004 ad Harvard e nel 2007 si reca all’Università di Stanford.

Tra i premi e riconoscimenti ricevuti, nel 1999 ottiene il Fondo de las Artes y la Creación del Ministero della Cultura del Cile per progetti di creazione artistica e il fondo Guggenheim; nel 2005 vince il Premio Anna Seghers a Berlino, nel 2006 Casa de Las Américas gli dedica la Settimana d’Autore; e nel 2013 il premio iberoamericano de Letras José Donoso, conferitogli dall’Università di Talca.

Fino alla fine della sua vita, Lemebel continua a scrivere cronache e pubblica numerose raccolte: Loco afán, Crónicas del sidario (1996), De perlas y cicatrices (1998),

25 Canyon andino situato appena fuori la città di Santiago.

Figura 13: Pedro Lemebel, La

esquina es mi Corazón, Seix Barral,

2013. In copertina: Sin título, 1990 Figura 14: Pedro Lemebel, Tengo

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Zanjón de la aguada (2003), Adiós mariquita linda (2005), Serenata Cafiola (2008), Háblame de amores (2012) (Parlami d’amore, 2016) e infine Mi amiga Gladys (2016), pubblicato

postumo secondo le indicazioni lasciate dall’autore.

Loco afán, crónicas del sidario, (Figura 15) si concentra soprattutto sulla tematica

dell’omosessualità e il problema dell’Aids, ed è il libro che consacra Lemebel a “cronista barroco y deslenguado del mundo de las locas, de los mariquitas”26.

In esso Lemebel “sostiene questo forte e convincente vincolo tra la politica, la loca e il virus”27: il neoliberalismo degli anni Ottanta vuole lasciar credere di facilitare la vita all’omosessuale (in quegli anni aprirono ad esempio molti club gay) ma si tratta di una trappola.

Con la globalizzazione e l’avvento della dittatura militare di Pinochet (sostenuta dalla politica conservatrice di Nixon), non solo si permette l’entrata di capitali esteri, instaurandfo una nuova forma di imperialismo economico, ma viene concesso l’ingresso di abitudini culturali foranee che soppiantano quelle autoctone, avviando anche un capitalismo culturale che ovviamente incide sulle abitudini sessuali.28

26 Tomás Moulian, “De perlas y cicatrices. Comentario al libro” Editorial Lom, Santiago de Chile,

1998, pp. 115-117.

27 Lorenzo Gori, “P. Lemebel, M. Bellatin e F. Vallejo: l'Aids nella narrativa ispano-americana

contemporanea”, tesi di laurea magistrale, relatrice prof. Alessandra Ghezzani, Università di Pisa, 2015/2016, p. 54.

28 Lorenzo Gori, “P. Lemebel, M. Bellatin e F. Vallejo: l'Aids nella narrativa ispano-americana

contemporanea”, tesi di laurea magistrale, relatrice prof. Alessandra Ghezzani, Università di Pisa, 2015/2016, p. 54.

Figura 16: Pedro Lemebel,

Zanjón de la Aguada, Seix Barral

2003

Figura 17: Pedro Lemebel, Adiós

mariquita linda, Seix Barral 2014. In

copertina: Frida II Figura 15: Pedro Lemebel, Loco

Afán. Crónicas del sidario, Seix Barral

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23 In sostanza si tratta di un

tentativo di adeguarsi all’atteggiamento degli Stati Uniti nei confronti degli omosessuali, permettendo “l’invasione dell’omosessuale virile e muscoloso statunitense”29 e dando origine a una nuova forma di colonizzazione (a questo proposito la performance La

conquista de América de Las yeguas

del apocalipsis) che avviene anche attraverso l’arrivo dell’Aids (“La plaga nos llegó como una nueva forma de colonización por el contagio, reemplazó nuestras plumas por jeringas, y el sol por la

gota congelada de la luna en el sidario”30) Lo stesso tema è centrale nella sua opera

La marcha de los alacranes (Figura 18), foto scattata durante il gay pride di Manhattan

nel 1994, che ritrae Lemebel che cammina in strada con addosso un cartellone con scritto: “Chile return Aids” e la testa coronata di siringhe. Simbolicamente, l’autore sta riportando l’Aids al luogo di origine.

De perlas y cicatrices affronta invece i colpevoli e le vittime della dittatura attraverso

un percorso nella città di Santiago con il sottofondo musicale delle canzoni popolari. Di questo libro, oggetto di questo lavoro, si parlerà nello specifico più avanti.

Zanjón de la aguada (Figura 16) prende il nome dal fiume lungo il quale sorgeva il

quartiere di baracche dove l’autore è nato, e affronta le tematiche più care all’autore e ricorrenti in tutti i suoi scritti: marginalità, disuguaglianza, maschilismo e omosessualità. Il testo è inoltre corredato da 30 fotografie in bianco e nero chiamate

Porquería visual che fanno da supporto alle cronache.

29 Lorenzo Gori, “P. Lemebel, M. Bellatin e F. Vallejo: l'Aids nella narrativa ispano-americana

contemporanea”, tesi di laurea magistrale, relatrice prof. Alessandra Ghezzani, Università di Pisa, 2015/2016, p. 54.

30 Pedro Lemebel, “Loco afán. Crónicas del sidario”, Editorial Lom, Santiago de Chile, 1996, pp. 7.

Figura 18: Pedro Lemebel: La marcha de los alacranes, 1994. Foto di Gabriela Jara

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In tutti i libri di cronache, queste sono divise in sezioni a seconda del tema trattato. In Adiós mariquita linda (Figura 17) ritroviamo le stesse tematiche delle precedenti raccolte, ma una struttura un po’ diversa: oltre a un corredo di foto e la consueta suddivisione, il libro contiene una parte chiamata Bésame otra vez, forastero che raccoglie quattro lettere indirizzate a personaggi reali e fittizi, oltre a un glossario finale di termini in spagnolo cileno.

Serenata cafiola (Figura 19) ha un’impronta particolarmente autobiografica e, come

in De perlas y cicatrices, il ritmo del libro è scandito dalla musica popolare. Patricia Espinosa su Serenata cafiola31:

Serenata cafiola es un conjunto de crónicas que nos muestra por qué Pedro Lemebel es

uno de los grandes cultores de este complejo género. El volumen, que incluye algunos artículos publicados en el diario La Nación, se estructura fundamentalmente como una biografía musicalizada o ‘cancionero memorial’, como lo denomina el propio autor, armado por diversas canciones y cantantes del registro popular. A partir de ecos musicales que aparecen caóticamente, desde Hervé Vilard y Joselito hasta Los Prisioneros y Chayanne, irrumpen los años de la dictadura, la globalización, la política nacional, los amores, las amistades, los viajes, la muerte de la madre del autor, la domesticidad del universo cotidiano y el compromiso social.

Háblame de amores, (Figura 20) anch’essa una raccolta che ripropone i temi cari allo

scrittore, è stata così commentata da Carlos Monsiváis:

Un diálogo, un encuentro fortuito, un compañero de viaje, un aeropuerto, un museo, un rincón de la ciudad, un pasajero del metro, una calle, un recuerdo de infancia, una

31 Cristina Varas, “Serenata Cafiola, Pedro Lemebel”, Critura, 3 dicembre 2008,

https://cristinavaras.wordpress.com/2008/12/03/serenata-cafiola-pedro-lemebel/ Consultato il 18 gennaio 2018.

Figura 19: Pedro Lemebel,

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mujer, un amor pasajero; estos son los destellos que dan vida a esta nueva recopilación de crónicas de Pedro Lemebel. Con su pluma barroca, crítica y voluptuosa, el autor va fotografiando escenas de los días presentes y pasados, completando una obra que con Háblame de amores se consolida entre las más originales del panorama literario latinoamericano.

Desde que se dio a conocer dentro y fuera de Chile con sus textos y las de las Yeguas del Apocalipsis, Lemebel se ha mostrado irreductible. ¿Qué le pueden argumentar de nuevo, qué le pueden decir que él no se haya dicho? ¿Cómo sorprender al que ha examinado con metáforas y descaro a una sociedad que sólo admitió la diversidad al sometérsela a la peor uniformidad? Al incapaz de engaño no se le vence con injurias y menos aún con expulsiones del Santasanctórum de la decencia, que para Lemebel nada más es una institución patética del autoengaño.

Insieme al romanzo Tengo miedo torero, e una raccolta da Adiós mariquita linda,

Háblame de amores è il terzo libro dell’autore pubblicato in Italia. (Ho paura torero (2004) Baciami ancora, forestiero (2008), Parlami d’amore (2016), Marcos y Marcos).

Infine Mi amiga Gladys (Figura 21) è la raccolta pubblicata postuma che racconta della profonda amicizia tra l’autore e Gladys Marin, ex segretaria generale del Partito Comunista in Cile, che aprì le porte del partito agli omosessuali.

Negli ultimi anni le opere di Lemebel sono state adattate al teatro e a mezzi audiovisivi, oltre ad essere tradotte in inglese, tedesco, francese e, come già menzionato, in italiano.

Pedro Lemebel muore nel 2014 dopo alcuni anni di lotta contro un cancro alla laringe.

Figura 21: Pedro Lemebel, Mi

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Il quadro storico

Prima di passare a un’analisi più dettagliata del libro di cui si propone la traduzione, è opportuno chiarire il contesto storico in cui il cronista è inserito e che esercita una grande influenza sulla sua scrittura e sulle sue scelte stilistiche.

Le elezioni presidenziali del 1970 videro la vittoria del fronte socialista guidato da Salvador Allende, che divenne il primo presidente marxista democraticamente eletto nelle Americhe. La vittoria di Allende alimentò le speranze del socialismo mondiale, ma il governo fu ostacolato da diversi fronti. Innanzitutto, dalla forte opposizione degli altri due partiti Cileni: i conservatori di Jorge Alessandri Rodríguez e i cristianodemocratici di Radomiro Tomic, sui quali Allende aveva avuto solamente la maggioranza relativa e che oltre a rappresentare una buona fetta della popolazione, godevano dell’appoggio della chiesa cattolica. A questo si sommarono le pressioni da parte degli Stati Uniti di Richard Nixon, che mal tolleravano un governo socialista in America Latina proprio nel periodo della guerra fredda.

Il programma politico di Allende conteneva riforme e nazionalizzazioni che ebbero effetti positivi sull'economia del paese, ad esempio la nazionalizzazione del rame di cui il Cile è particolarmente ricco, ma nel 1974 una forte inflazione generò un terribile aumento dei prezzi e causò una crisi economica tale che gli scontri tra la destra conservatrice (i “momios”) e la Unión Popular (gli “upelientos”) si fecero molto violenti, insieme a manifestazioni e scioperi.

Il presidente perse così gradualmente consensi anche tra i socialisti stessi, che sebbene avevano creduto nella rivoluzione democratica di Allende, avevano sempre sperato nella rivoluzione popolare armata.

Nel giugno del 1973 ci fu un primo tentativo di golpe (il cosiddetto Tanquetazo o “Golpe dei carri armati”) da parte dello schieramento Patria y Libertad. Il tentativo fallì, ma il malcontento generale era tale che non sarebbe passato molto tempo prima dello scatenarsi di una crisi istituzionale: la mattina dell'11 settembre del 1973 le forze armate cilene, guidate dal comandante in capo dell'esercito Augusto Pinochet Ugarte32, attaccarono le autorità civili e bloccarono le strade. Il Palacio de La Moneda

32 Augusto José Ramón Pinochet Ugarte, (Valparaíso, 25 novembre 1915–Santiago del Cile,10

dicembre 2006) era stato nominato comandante in capo dell'Ejército de Chile il 23 agosto 1973 dal Presidente stesso, che lo considerava fedele al governo. Pinochet aveva peraltro contribuito in modo consistente a stroncare il golpe fallito di giugno.

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fu bombardato e preso d’assalto finché il presidente Allende non dichiarò la resa e, dopo il celebre discorso alla radio33, si suicidò34 nel Salón Independencia.

Quello stesso giorno ebbe inizio il governo della giunta militare e dal 27 giugno del 1974 fu ufficialmente guidato dal Generale Augusto Pinochet, nominato Jefe

Supremo de la Nación.

Alla prima fase della dittatura corrisponde un periodo di terrore e repressione. Dopo l’abolizione del congresso nazionale, dei sindacati, degli scioperi e delle riforme del governo Allende, i partiti di opposizione (l’Unidad Popular, i comunisti, i socialisti e i democristiani) furono eliminati e molti dei loro membri e sostenitori furono arrestati, torturati e uccisi. Tra questi anche studenti, accademici o musicisti (come il cantante Víctor Jara, citato anche da Lemebel nel sottotitolo della cronaca

Los cinco minutos te hacen florecer, che fu ucciso pochi giorni dopo il golpe nel Estadio

Nacional, utilizzato come centro di detenzione e tortura fino al 1974.35

Il governo commise numerosi omicidi che fece passare per scontri armati e in molti casi i cadaveri vennero occultati in fosse comuni o dispersi in mare36. Il regime istituì numerosi campi di concentramento e centri di tortura controllati inizialmente dalla DINA (Dirección Nacional de Inteligencia) e successivamente dalla CNI (Centro

Nacional de Información).

Il rapporto Rettig, (Rapporto della commissione nazionale per la verità e la riconciliazione)37, titolo anche di una delle cronache di Lemebel contenute in De perlas

y cicatrices, stima che le vittime della dittatura furono 2.279 e circa 29.000 le persone

arrestate e torturate, oltre al milione di persone che nei 17 anni di dittatura abbandonarono il paese.

La violenta repressione diminuì solo dopo il forte sviluppo economico che fece seguito alla conversione dell’economia verso il modello liberale secondo le direttive dei cosiddetti Chicago Boys38, ma sebbene l’economia crebbe, la distribuzione del

33 Il discorso di Salvador Allende su Radio Magallanes:

https://www.youtube.com/watch?v=G4zg1mRUNgU Consultato il 20 gennaio 2018.

34 Questa informazione è controversa: la versione ufficiale è stata sempre contestata dall’opposizione,

anche se le indagini effettuate sembrano confermare la versione del suicidio.

35 “Estadio Nacional: campo de concentración y tortura”, Memoria chilena,

http://www.memoriachilena.cl/602/w3-article-92649.html Consultato il 20 gennaio 2018.

36 Molte dittature latino americane, soprattutto quella argentina di Videla, sono tristemente note per i

“voli della morte”: i cadaveri dei prigionieri uccisi (o le persone ancora vive) venivano gettati in mare lanciandoli da un aereo.

37 Rapporto redatto dalla commissione costituita il 25 aprile del 1990 per investigare sugli abusi dei

diritti umani risultanti nella morte o sparizione delle vittime della dittatura militare di Augusto Pinochet (11 settembre 1973 - 11 marzo 1990).

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reddito rimase squilibrata e venne a mancare una crescita interna a favore delle esportazioni.

Gli anni a venire videro due referendum che confermarono Pinochet al potere fino al 1989, ma una crisi economica che iniziò nel 1980 portò la disoccupazione al 25% e oltre la metà della popolazione viveva sotto la soglia della povertà, situazione che dette il via a manifestazioni di protesta brutalmente represse dal regime, scenario di efferate violenze come il Caso Quemados39 di cui Lemebel racconta la storia in De

perlas y cicatrices. Lo stesso anno dell’aggressione, il 27 dicembre, ci fu un attentato al

dittatore organizzato dal Frente Patriótico Manuel Rodríguez40, che in seguito a ciò fu duramente perseguitato e molti dei membri furono uccisi in assalti come la Operación

Albania41, anch’essa raccontata da Lemebel in De perlas y cicatrices nella cronaca Corpus

Christi.

Nel 1987, fu autorizzata la creazione di partiti politici e poco dopo si permise la propaganda politica, due fattori importanti per lo sviluppo degli eventi negli anni successivi: nel 1988 fu indetto un referendum che avrebbe dovuto rinnovare l’incarico del dittatore per altri 8 anni, ma il risultato non fu quello sperato.

La vittoria del no mise fine alla dittatura e segnò l’inizio il periodo della transición

democrática, con il democristiano Patricio Aylwin nominato presidente della repubblica

l'11 marzo del 1990, e Pinochet ancora a capo delle forze armate per i successivi otto anni.

39 Il 2 luglio 1986 durante una manifestazione, un grupo di militari comandati dall’ufficiale Pedro

Fernández Dittus, inseguirono e picchiarono due giovani per poi dar loro fuoco e abbandonarli in un fosso: erano Carmen Gloria Quintana e Rodrigo Rojas de Negri, quest’ultimo morì a causa delle gravi lesioni riportate, mentre Carmen Gloria è una psicologa e risiede in Canada.

40 Il Frente Patriótico Manuel Rodríguez (FPMR) è stato un gruppo armato cileno di ideologia e

orientamento rivoluzionario marxista-leninista, che ha iniziato le sue attività il 14 dicembre 1983 per combattere la dittatura del generale Augusto Pinochet.

41 La Operación Albania, conosciuta anche come la Strage del Corpus Christi, avvenne la notte tra il 15 e il

16 giugno del 1987. Dodici membri del Frente Patriótico Manuel Rodríguez furono uccisi da agenti del CNI, e il pluriomicidio fu fatto passare da scontro armato.

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Nel contesto quindi del Cile militare colpevole di tanti crimini rimasti impuniti, conservatore ed emarginante, la scelta della cronaca rappresenta per Lemebel la possibilità di documentare e denunciare tali crimini, ma anche offrire un punto di vista sul periodo della transición democrática oltre che difendere con orgoglio la propria libertà sessuale e quella di tutta la popolazione omosessuale, utilizzando uno stile plurale che unisce biografia, narrativa e linguaggio poetico42. Così facendo sfrutta un genere che in precedenza era stato usato per narrare vicende storiche o politiche importanti o per raccontare la vita di personaggi illustri, uno scopo totalmente opposto43 rispetto a quello di Lemebel, dato che i suoi soggetti preferiti sono invece personaggi che vivono ai margini della società e le vittime della violenza dittatoriale, gli scomparsi, i trasparenti, niente a che vedere con i personaggi illustri.

42 Adrián Cangi, “La cigarra no es un bicho”, in Fernando Blanco e Juan Poblete, “Desdén al

infortunio. Sujeto, comunicación y público en la narrativa de Pedro Lemebel”, Editorial Cuarto Propio, Santiago de Chile, 2010, pp. 49-51.

43 Lorenzo Gori, “P. Lemebel, M. Bellatin e F. Vallejo: l'Aids nella narrativa ispano-americana

contemporanea”, tesi di laurea magistrale, relatrice prof. Alessandra Ghezzani, Università di Pisa, 2015/2016, pp. 47.

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Il libro

De perlas y cicatrices

Il libro viene pubblicato per la prima volta dalla casa editrice LOM nel 1998 ed è una raccolta di 71 cronache scritte da Lemebel per il programma radiofonico «Cancionero», in onda su Radio Tierra dal 1996, dove Lemebel legge personalmente i suoi lavori. Lo speciale carattere ‘radiale’ dei racconti si conserva nel libro attraverso i riferimenti alle canzoni popolari e lo stile squisitamente orale della scrittura, che “unisce il barocco alla marginalità con un tono di provocazione e risentimento”44.

Le cronache ci accompagnano in un viaggio nella memoria che affonda il coltello nelle ferite della storia recente del Cile, raccontandoci delle sue ‘perle’ e le sue ‘cicatrici’, i protagonisti colpevoli e le

vittime della dittatura, percorrendo i quartieri della città di Santiago divisa tra i cuicos45 del Barrio Alto e i pobladores46delle baracche, lungo il serpeggiante e roto fiume Mapocho:

Perlas, que se refiere a personajes que tuvieron un protagonismo en la dictadura y que ahora han pasado piola al tablado democrático o que se hacen los lesos; y de Cicatrices que sería la contraparte, de personajes que tuvieron un protagonismo trágico en la dictadura y que han sido olvidados. [...] La última parte se llama Paisaje, donde hago un recorrido por las comunas de Santiago. Por las comunas inventadas como la Florida, donde todas tienen perros dobermann que se ven como elefantes en pequeños jardincitos. En la Florida es como ser rico, pero en miniatura. Ñuñoa es la

44 “Maquillaje, rabia y provocación: Pedro Lemebel”, Memoria chilena,

http://www.memoriachilena.cl/602/w3-article-3651.html Consultato il 21 gennaio 2018

45 Persone facoltose e snob.

46 Persone povere, abitanti dei quartieri bassi.

Figura 23: Pedro Lemebel, De perlas y cicatrices, Seix Barral 2017, immagine di copertina: Sin título (Gillette) 1998. Pedro Lemebel (performance), Paz Errázuriz (fotografia).

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comuna del idealismo, todos íbamos a ser príncipes, revolucionarios, hippies. La comuna de la utopía. Aquí hay un poquito de nostalgia47

Le perle di Lemebel sono la ricchezza barocca, l’eccesso decorativo, spazi e corpi che rappresentano la superficialità, l’apparenza, quell’aristocrazia infiocchettata fedele a un’estetica che vorrebbe dimenticare tutto il “brutto”. Le cicatrici sono proprio il “brutto”. Sono quelle ferite indelebili che invece non vogliono e non possono essere dimenticate.

L’immagine in copertina (Figura 22) è, come accennato in precedenza, una delle opere fotografiche di Lemebel, Sin título (Gillette), e raffigura un torso nudo e rasato che indossa una collana di rasoi. Con questa immagine, “lo ‘utilitario’ y ‘peligroso’ se ve transformado en elemento meramente decorativo”48, trasmettendo uno sconcerto che diventa ancora più forte dalla bocca chiusa dell’autore, che si apre però nel libro per scagliarsi contro tutti coloro che “han hecho con sus ‘perlas’ un rosario de cicatrices para otros”49, le “perle” taglienti come i rasoi al collo dell’artista hanno causato le cicatrici, e in questo libro sono chiamate a rispondere delle loro azioni.

Nello specifico, il libro si compone di 8 parti più una sezione fotografica centrale. I numerosi riferimenti alla musica popolare cominciano sin dalle prime pagine: oltre alla citazione inziale tratta da una canzone di Lucho Barros (“Golpe con golpe yo pago,

beso con beso devuelvo. /Esa es la ley del amor que yo aprendí, que yo aprendí”), ogni titolo

presenta un sottotitolo che riprende la frase di un film, il testo di una canzone o di una performance radiofonica:

Sombrío fosforecer Dulce veleidad

Esta lata de gusanos se abre desde adentro. Devuélveme mi amor para matarlo

(Film Mississippi en llamas) (Canta Lorenzo Valderrama)

In questo modo leggendo ogni cronaca sembra quasi di sentire il motivo della canzone citata all’inizio del capitolo o all’interno delle cronache stesse, ricreando così quel legame con l’aspetto ‘radiale’ dei testi, senza contare che al giorno d’oggi internet

47 Pedro Lemebel, “Entrevista a Pedro Lemebel: Géneros bastardos”, Textos profanos, 1, Santiago de

Chile, Cuarto Propio, noviembre de 1997, p. 2.

48 Ángeles Mateo Del Pino, “Descorriéndole un telón al corazón”, Revista Chilena de Literatura, 64,

2004, p.132.

49 Ángeles Mateo Del Pino, “Descorriéndole un telón al corazón”, Revista Chilena de Literatura, 64,

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offre la possibilità di ascoltare davvero quelle canzoni durante la lettura, e non solo: anche alcune puntate del programma «Cancionero» sono presenti su Youtube50.

La prima parte del libro, costituita dalle sezioni Sombrío fosforecer, Dulce veleidad, De

misses top, reinas lagartijas y otras acuarelas, e Sufro al pensar, passa in rassegna una serie di

nomi facenti parte del mondo dello spettacolo, della scena musicale, della cultura popolare cilena, ma anche volti delle vittime della dittatura. Sono personaggi iconici, reali o fittizi, descritti con un linguaggio mordace, ironico che cambia nell’ultima sezione per farsi più commemorativo e complice.51

Vediamo esibirsi tra le pagine i cantanti Gloria Benavides, Zalo Reyes e Palmenia Pizarro, il “gordo” presentatore Don Francisco, la Cecilia Bolocco, la Virgen del Carmen, le vedette del Bim Bam Bum, e poi appare il volto bruciato di Carmen Gloria Quintana, il faccino di mela di Claudia Victoria, I capelli spettinati di Ronald Wood, il vestito ingessato della Primera Dama e quello a pois della ragazza alla moda. Come in un libro dei ricordi, questi volti scorrono attraverso le pagine in una carrellata della memoria fino ad arrivare a Relicario, la sezione fotografica che divide a metà il libro con le fotografie di Álvaro Hoppe52 e non solo, e che rinforza l’elemento del ricordo attraverso l’aggiunta delle immagini associate alle cronache.

Esta sección se ubica en el centro de la compilación que hace Lemebel a manera de un espacio que abre las cicatrices de la memoria y logra la veneración visual. Las imágenes adquieren aquí un carácter sagrado, por cuanto reestablecen una conexión entre la memoria y el lenguaje de la crónica.53

I capitoli che riaprono la lettura sono Río rebelde, Quiltra lunera, Relamido frenesí e

Soberbia calamidad, verde perejil. In questa parte Lemebel ci accompagna in un percorso

per le vie di Santiago, attraverso i quartieri ricchi e quelli popolari, da El Arrayán, nel Barrio alto, fino al callamperío54 dei quartieri periferici, lungo il fiume Mapocho, sul

50 Come già segnalato, il programma Cancionero: https://youtu.be/waRqOmQI8C0 Consultato il 21

gennaio 2018

51 Tomás Moulian, “De perlas y cicatrices. Comentario al libro” Editorial Lom, Santiago de Chile,

1998, pp. 115-117.

52 Álvaro Hoppe (Santiago 7 luglio 1956). Fotografo Cileno. Il suo lavoro fotografico si è sviluppato

intorno al genere della fotografia urbana e del reportage. Le sue foto hanno registrato i momenti più delicati e violenti della dittatura di Pinochet, in quanto al tempo lavorava come reporter grafico della rivista Apsi.

53 Marta Sierra, ’Tu voz existe’: percepción mediática, cultura nacional y transiciones democráticas en

Pedro Lembel, in Fernando A. Blanco y Juan Poblete (Eds.). Desdén al infortunio. Sujeto, comunicación y público en la narrativa de Pedro Lemebel., Editorial Cuarto Propio, Santiago de Chile: 2010, pp.101-133

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Paseo Ahumada, nel garage Matucana 9 ad ascoltare le prove dei Prisioneros che fanno risuonare la “voz de los ochenta”55.

Il libro, come dice Lembel stesso in un’intervista per la casa editrice Cuarto Proprio, “tiende a reflotar [esas] odiosidades, tiende a refrescar la memoria”56, con l’obiettivo di mettere il dito nella piaga, togliere la polvere dai ricordi che molti in Cile hanno cercato di dimenticare. Ci parla dei noti volti della dittatura, degli ‘stivaloni’, di chi si è girato dall’altra parte, di chi ha cercato di distrarsi e distrarre attraverso la televisione, la musica, i concorsi di bellezza, e poi ci parla di chi ha perso la voce, di chi è stato messo a tacere dalla violenza della repressione e di chi invece è riuscito a farsi sentire, o almeno ci ha provato.

Tutto questo Lemebel lo fa attraverso l’immediatezza della cronaca urbana, accompagnata dal ritmo della musica popolare e in uno stile che riproduce l’oralità, ma che ricerca anche il gusto per la parola, per la metafora, quasi come se le parole dipingessero immagini al ritmo di boleri, marce militari, valzer, canzoni pop, ballate, twist, cumbia, cueca e rock and roll. Lo fa anche attraverso le foto, le immagini contenute in Relicario, una memoria visiva, fotografie che insieme alle cronache conservano il ricordo del passato. Infine, l’elemento che fa da cornice al grande quadro urbano dipinto da Lemebel, è senz’altro l’ironia: un humor a tratti acido e sarcastico, a tratti comico, tragicomico, ridicolo, nero, che impregna ogni pagina dando vita a uno stile unico nel suo genere.

Tomás Moulian lo commenta così:

Lemebel elabora un tipo de crónica en la cual utiliza las armas del sarcasmo y de la hipérbole, pero también el arma de la simpatía y hasta de la ternura, para realizar la crítica de situaciones y personajes. Lemebel trata con ironía y hasta con crueldad a los poderosos y a los que se asimilan al poder. Con simpatía a los perseguidos y a las víctimas57.

55 Pedro Lemebel, “Los prisioneros”, in Pedro Lemebel, “De perlas y cicatrices”, Seix Barral

Biblioteca Breve, quinta edizione, Santiago de Chile, 2017, pp. 163-166.

56 Pedro Lemebel, Entrevista a Pedro Lemebel: Géneros bastardos, Textos profanos, 1, Santiago de Chile,

Editorial Cuarto Propio, novembre 1997, pp. 2.

57 Tomás Moulian, “De perlas y cicatrices. Comentario al libro” Editorial Lom, Santiago de Chile,

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Uno sguardo più da vicino

In questa parte ci occuperemo di analizzare più nello specifico la poetica lemebeliana, le principali tematiche da lui trattate e i principali mezzi narrativi da lui utilizzati nelle cronache raccolte in De perlas y cicatrices.

Marta Sierra, nel suo saggio “Tu voz existe’: percepción mediática, cultura nacional y transiciones democráticas en Pedro Lembel”, analizza la connessione tra

media, cultura tecnologica e produzione culturale, e stabilisce una proposta estetica

lemebeliana che chiama “estética de la interrupción barroca”, da lei descritta nel seguente modo:

Frente a una percepción del espacio que volatiliza la experiencia histórica, Lemebel propone la creación de una conciencia crítica por medio de la interrupción de las imágenes mediáticas. Al mismo tiempo, De perlas y cicatrices reconstruye la proximidad de una voz y evoca experiencias de comunicación comunitarias a partir del espacio radial.58

Sempre secondo Sierra il libro rappresenta un’analisi delle possibilità ‘democratizzatrici’ delle industrie culturali, stabilendo che mezzi culturali come la radio o la cronaca possono generare sentimenti di cittadinanza e partecipazione democratica. Il rapporto tra le industrie culturali e i mezzi di comunicazione viene trattato da Lemebel con una prospettiva ironica che rende evidente che le immagini predominanti durante la dittatura vengono riciclate durante la transición democrática e diventano neutrali. Chiari esempi di questo sono le cronache El cura de la tele, Cecilia

Bolocco, Don Francisco, Gloria Benavides e El romance musical de los sesenta.

Nel primo caso, la cronaca si conclude con una critica aperta e diretta: il prete che era stato complice della dittatura nell’occultare e filtrare le notizie, oltre a predicare contro le sinistre, ha ancora il permesso di stare in tv:

En tanto hoy, la pantalla democrática pareciera evangelizar su negociada transición con estas negras máscaras que comulgaron con el horror. Pero la amnesia es otra mentira de este reconciliado carnaval, porque en los dulces Ora Pronobis de este inolvidable pastor, aún su lengua lagarta se asoma en la TV como una beata comadre que vocea el Santo, Santo de aquella podrida inquisición.59

58 Marta Sierra, “‘Tu voz existe’: percepción mediática, cultura nacional y transiciones democráticas en

Pedro Lembel”, in Fernando A. Blanco e Juan Poblete, “Desdén al infortunio. Sujeto, comunicación y público en la narrativa de Pedro Lemebel”, Editorial Cuarto Propio, Santiago de Chile, 2010, pp.101-133.

59 Pedro Lemebel, “El cura de la tele”, in Pedro Lemebel, “De perlas y cicatrices”, Seix Barral

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In Cecilia Bolocco, la protagonista viene eletta Miss Universo durante il periodo dittatoriale. Con l’arrivo della democrazia la miss se ne va negli Stati Uniti per poi ritornare in patria, dove il pubblico ha già dimenticato la sua “reaccionaria adhesión”:

El caso de Cecilia Bolocco no fue la excepción, ya que su belleza aguachenta era similar a la de las misses anteriores. Pero de tanto insistir con esa imagen de barbie sin drama, de tanto copiar el modelito castaño claro, seminatural, casi saliendo de la ducha, y sin opinión política. Sobre todo eso, le machacaba la chaperona a la Ceci en las entrevistas. Ni hablar de la situación de Chile que, por esos años, se peleaba a bombazos su vuelta a la democracia. Menos opinar sobre el aborto y esos horrores que discuten las feministas. Porque una reina no tiene opinión, solamente habla de las bondades de su tierra: del clima, del paisaje, de los copihues, del vino y sus lindas mujeres. Todo en orden, todo tranquilo gracias al gobierno militar. […]

De regreso al país, lo primero que hizo fue visitar al dictador que la recibió en palacio retratándose con ella como emperador y soberana. […]

Actualmente, en el devenir político de los acontecimientos, se ve bastante cambiada animando la tontera chistosa de la pantalla chilena. Pareciera otra, compartiendo las tallas sin gracia de los humoristas de turno. Seguramente, a la Ceci no le quedó más que hacerse la popular para que la gente olvidara la reaccionaria adhesión que manchó su reinado.60

Anche nella cronaca Don Francisco, dove il protagonista è descritto come massimo rappresentante del conformismo culturale, ritroviamo lo stesso elemento: il successo del conduttore televisivo “quizá se debe a que supo entretener con el mismo cantito apolítico todas las épocas”. In questo modo “Don Pancho” organizza “la felicidad consumista del pueblo” e “hace mofa de la audiencia pulguienta ansiosa por agarrar una juguera radio-encendedora-estufa a costa de parar las patas, mover el queque o aguantar las bromas picantes”. Don Francisco quindi alimenta il divertimento facile e nutre di idiozia il popolo televisivo che, grazie a lui, è libera di non pensare.

Gloria Benavides, la “Gotita”, che come la maggior parte dei nuevaoleros non si era mai espressa politicamente, forse fa anche peggio: si fa scoprire sposata con un agente della CNI:

Durante los años triunfales de su carrera humorística, nada se sabía de su vida privada. Hasta aparecer en la prensa la noticia policial que la Benavides había quedado viuda de su segundo matrimonio. Lo curioso fue que nadie conocía a ese segundo marido, hasta leer el diario y enterarse que era un agente de la CNI

60 Pedro Lemebel, “Cecilia Bolocco”, in Pedro Lemebel, “De perlas y cicatrices”, Seix Barral

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