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3. Il disegno di ricerca ed il profilo degli intervistati

3.3 Gli strumenti della ricerca e il profilo degli intervistati

3.3.1 Il questionario

Come anticipato, la ricerca ha preso avvio dalla predisposizione di un questionario rivolto ad operatori dell’accoglienza che ha permesso di raccogliere l’esperienza di 37 operatori sociali. Il questionario, la cui stesura è stata avviata a partire dagli obiettivi della ricerca, si compone di 21 domande, che possono essere sostanzialmente raggruppate in tre aree. Con l’obiettivo di verificare il grado di comprensione delle domande e le modalità di risposte è stata realizzata una breve fase di pre-test: la bozza del questionario è stata visionata da due soggetti con caratteristiche simili a quelli che avrebbero risposto alle domande, test che ha confermato la scorrevolezza del questionario ma che ha portato alla modifica nella formulazione di alcune domande e risposte.

In particolare, la prima parte del questionario ha cercato di raccogliere alcune informazioni socio-anagrafiche, formative ed occupazionali al fine di tracciare il profilo degli operatori intervistati e di porre in relazione i diversi soggetti con le risposte rilevate successivamente. La scelta di utilizzare in questa parte domande a risposta chiusa e di collocarle nella fase introduttiva del questionario è stata pensata anche per mettere gli intervistati a loro agio, dovendo innanzitutto rispondere a domande non eccessivamente impegnative e di facile risposta. Sempre per questo motivo e seguendo una sequenza logica a partire dalla posizione lavorativa occupata dall’intervistato, a seguire sono state inserite invece due domande, la prima a risposta chiusa e la seconda aperta, volte ad indagare eventuali cambiamenti della propria posizione lavorativa legati all’introduzione del Decreto Salvini, risultati da mettere poi in relazione con la valutazione che gli operatori avrebbero restituito in merito alla propria funzione.

Con l’obiettivo di far emergere la dimensione di agency degli operatori, si è cercato di sviluppare poi una terza parte, quella centrale e più ampia, composta da domande volte a rilevare informazioni relative alle opinioni e ai comportamenti dei singoli intervistati. Innanzitutto, si è cercato, attraverso la predisposizione di una batteria di domande (Tab 3.1), di raccogliere il grado di accordo o disaccordo con alcune affermazioni che esprimevano una

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valutazione in merito sia all’adeguatezza del proprio profilo professionale rispetto alle mansioni svolte sia delle situazioni per cui si ritiene necessaria la presenza professionale. Per provare ad offrire una prima chiave di lettura rispetto al tema dell’agency, consapevole delle differenze formative e professionali presenti all’interno dei sistemi di accoglienza, si è ritenuto opportuno partire dalla valutazione che gli stessi attribuiscono all’adeguatezza delle mansioni svolte da sé e dai propri colleghi rispetto al proprio profilo personale e formativo. Successivamente, si è ritenuto necessario invece cercare di approfondire il grado di importanza che gli operatori riconoscono al proprio lavoro, anche in relazione alle diverse categorie di utenza e al grado di autonomia che osservano nei comportamenti dei beneficiari dei progetti in cui sono inseriti.

Tab. 3.1 Quesito n. 14

Secondo una scala da 1 a 5, esprimi il tuo accordo con le seguenti affermazioni ( 1= totalmente in disaccordo; 5 = totalmente d’accordo)

1. Il mio profilo professionale è adeguato per le mansioni e il ruolo che svolgo

2. Il profilo professionale dei miei colleghi è adeguato per le mansioni e il ruolo che svolgono

3. La maggior parte degli ospiti della struttura in cui lavoro/ ho lavorato è in grado di rivolgersi in autonomia ai vari servizi del territorio di cui può avere bisogno

4. Il lavoro di supporto e di accompagnamento degli operatori sociali si rende necessario solo per le persone particolarmente vulnerabili o per le persone appena arrivate sul territorio

5. l lavoro di supporto e di accompagnamento degli operatori sociali è in generale necessario per tutti gli ospiti accolti, non solo per le persone particolarmente vulnerabili o per gli ospiti appena arrivati

Per favorire una maggiore concretezza, è stata predisposta una successiva batteria di domande (Tab. 3.2) volta a rilevare la frequenza con la quale alcuni fatti siano accaduti nell’ultimo anno. La scelta di utilizzare batterie di domande è stata legata alla volontà di rendere la compilazione del questionario il più breve possibile; allo stesso tempo, il richiamarsi a fatti ed eventi, circoscrivendoli anche temporalmente, aveva l’obiettivo di rendere le domande il più comprensibili possibili e permettere poi di verificare se quanto dichiarato precedentemente fosse in linea anche con le esperienze concrete. Le affermazioni predisposte sono mirate, ancora una volta, a delineare il grado di azione dei singoli operatori e si concentrano in particolare sull’interazione tra utenti ed operatori dell’accoglienza con altri servizi del territorio. Come osservato nel corso della mia esperienza professionale nell’ambito dell’accoglienza, i percorsi di inclusione infatti richiedono per gli operatori di lavorare non solo in una continua relazione con i beneficiari dei progetti ma anche con altri uffici e servizi del territorio (uffici comunali, servizi sanitari, altri servizi sociali ecc.).

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Tab. 3.2 Quesito n. 15

Qual è la frequenza con cui, nell’ultimo anno, si sono verificate le seguenti situazioni? (Frequentemente – Raramente – Almeno una volta – Mai )

1. È stato necessario un mio intervento, a fronte di un ostacolo, per permettere ad un ospite di raggiungere l’obiettivo prefissato presso un servizio/ente

2. L’équipe in cui lavoro/ho lavorato ha valutato opportuno accompagnare un ospite presso un servizio al fine di facilitare il raggiungimento di un obiettivo prefissato (svolgimento di pratiche legali o burocratiche, visite mediche..)

3. Gli ospiti/gli operatori hanno osservato difficoltà nell’accesso ai servizi / nello svolgimento di pratiche a causa del fatto che il servizio era impreparato a rispondere ad un’utenza straniera

4. Gli ospiti hanno riportato di essere stati protagonisti di episodi di razzismo durante l’accesso ad un servizio 5. Durante un accompagnamento presso un servizio/ ente mi sono trovato a discutere del fenomeno e

dell’immagine dei migranti con il personale del servizio

Sempre al fine di indagare azioni e comportamenti degli operatori, in seguito sono state predisposte tre domande a risposta chiusa (Tab. 3.3, 3.4 e 3.5) con l’obiettivo di riscontrare l’eventuale presenza di atteggiamenti negativi da parte dei servizi e delle istituzioni nei confronti sia delle persone accolte sia degli operatori dell’immigrazione, andando poi ad approfondire la risposta messa in campo dai lavoratori sociali e lasciando lo spazio, attraverso una successiva domanda aperta, per raccontare eventuali episodi significativi.

Tab 3.3 Quesito n. 16

Durante gli accompagnamenti presso vari enti e servizi sul territorio, ti è mai capitato di assistere a commenti o atteggiamenti negativi nei confronti degli utenti che accompagnavi da parte del personale preposto al servizio? *

- Sì, spesso

- Sì, ma solo in rare occasioni - No, mai

Tab 3.4 Quesito n. 17

Se sì, come ti sei comportato?

- Ero a disagio e non sono intervenuto/a - Ero a disagio ma sono intervenuto/a
 - Ero a mio agio


- Ho cecato di spostare l'attenzione su altro - Altro:

65 Tab 3.5 Quesito n. 18

Durante gli accompagnamenti presso vari enti e servizi sul territorio, ti è mai capitato di assistere a commenti o atteggiamenti negativi nei confronti degli operatori dell'accoglienza da parte del personale preposto al servizio?

- Sì, spesso


- Sì, ma solo in rare occasioni - No, mai

In conclusione, con l’obiettivo di offrire una lettura dei risultati anche alla luce dei possibili cambiamenti e del clima istituzionale e politico attuale, si è cercato anche di indagare se gli intervistati avessero riscontrato un cambiamento rispetto all’atteggiamento del personale preposto ai servizi (Tab 3.6) e, attraverso una successiva domanda aperta, a quali fattori ritengono possa essere legato un eventuale cambiamento.

Tab 3.6 Quesito n. 20

In generale, ritieni che nel tempo l'atteggiamento del personale dei servizi nei confronti degli operatori si sia modificato?

- Sì, ritengo che generalmente si sia modificato in positivo - Sì, ritengo che si sia modificato in negativo


- No, non ho osservato alcun cambiamento

Per quanto concerne la diffusione del questionario, lo stesso è stato accessibile online tramite la condivisione del link relativo a partire dal 1˚ agosto 2019 ed i risultati sono stati raccolti all’inizio del successivo mese di ottobre. Si è deciso di condividere il link inizialmente con alcuni operatori conosciuti nel corso del percorso universitario e nella mia attività professionale, impiegati nell’ambito dell’accoglienza a diverso titolo, chiedendo loro la disponibilità a procedere alla compilazione del questionario. Si è poi continuato a reperire intervistati secondo il metodo valanga, chiedendo cioè alle persone da me contattare di inoltrare, a loro volta, la richiesta del questionario a colleghi o altri professionisti conosciuti. E’ stata preparata una breve introduzione, all’apertura del questionario nella quale, dopo essermi presentata come laureanda di laurea magistrale e come operatrice sociale nell'ambito dell'immigrazione, ho richiesto la disponibilità a prendere parte al lavoro di ricerca, che ho descritto volto ad approfondire il lavoro sociale degli operatori dell'accoglienza che hanno lavorato/lavorano nei diversi centri di accoglienza per i richiedenti asilo/titolari di protezione

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e ad approfondire la valutazione in merito al ruolo svolto.

La scelta di distribuire il questionario non solo ad assistenti sociali ma anche ad educatori e ad altri operatori impiegati a vario titolo nei centri di accoglienza è stata legata al riconoscimento che quella dimensione comunitaria e politica si caratterizza come trasversale a tutto il lavoro sociale e al fatto che ciascun operatore, in relazione alla specificità del proprio ruolo, avrebbe potuto fornire un contributo interessante per la ricerca.

È significativo osservare come dall’analisi dei risultati del questionario si delinea, innanzitutto, un profilo degli intervistati dai tratti molto chiari: il gruppo di operatori sociali che ha risposto al questionario è essenzialmente femminile, giovane e altamente istruito. Come si può osservare dai grafici riportati alla pagina seguente, al questionario hanno infatti risposto 29 donne e 8 uomini, in una fascia di età compresa essenzialmente tra i 24 e i 47 anni. In particolare circa il 43% degli intervistati è compreso nella fascia d’età 24 – 30 anni, il 40,5% ha un’età compresa tra i 31 e i 40 anni mentre solo circa il 16% ha più di 40 anni. Per quanto concerne il titolo di studio, invece, circa il 90% degli intervistati risulta laureata: il 35% ha conseguito il titolo magistrale, il 32% quello triennale mentre il 22% ha riportato di aver frequentato un master o un corso di specializzazione post lauream. Il campo di studio prevalente risulta essere quello educativo (12 intervistati), seguito da quello umanistico (6), sociologico (6, di cui solamente uno servizio sociale) e giuridico (4). Gli operatori rimanenti si sono, invece, laureati nell’area linguistica (2) e nell’area scientifica (2). Tra i quattro intervistati che non risultano laureati, emerge la presenza di un operatore sociale occupato all’interno di un Centro di Accoglienza Straordinario in possesso della sola licenza media e di un’operatrice con compiti amministrativi diplomata in ragioneria. Inoltre, sono presenti due uomini che svolgono funzione di coordinamento: il primo è in possesso del titolo di animatore sociale ed in procinto di conseguire il titolo di educatore sociale (non è specificato se la qualifica derivi dal percorso universitario tradizionale o dal corso per educatore previsto temporaneamente dalla legge nº 205/2017 per permettere il conseguimento del titolo di educatore anche a coloro che, pur non avendo la laurea, hanno maturato una serie di requisiti) mentre il secondo ha frequentato un corso di formazione post diploma in ambito educativo/formativo.

Sebbene il numero delle risposte al questionario sia ridotto, possiamo osservare come il profilo delineato si presenta in linea con i dati emersi da altre ricerche sullo stesso tema: quella dell’Associazione Naga, ad esempio, aveva già evidenziato nel 2017 come il profilo di coloro che lavoravano all’interno dell’accoglienza fosse giovane, prevalentemente femminile e con una formazione principalmente universitaria, sebbene poi non mancassero eccezioni.

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F 78% M

22%

Grafico 3.1 Sesso (Valori percentuali)

0 1 2 3 4 5 6 24 25 26 27 28 30 31 32 34 36 37 38 42 43 45 47 48 Grafico 3.2 Età (Numero di intervistati suddivicisi per

fascia di età) 3% 3% 32% 35% 19% 3% 5%

Grafico 3.3 Titolo di studio (Valori percentuali)

Licenzia media

Diploma di scuola superiore secondaria Laurea triennale

Laurea magistrale Master

Specializzazione post lauream magistrale Altro 34% 11% 14% 17% 6% 3% 1% 14%

Grafico 3.4 Area disciplinare di studio (Valori percentuali)

Educativa Giuridica Sociologica Umanistica Psicologica Servizio sociale Politologica Altro

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La città più rappresentata nella ricerca è Milano (40%), seguita dalla provincia di Sondrio (24%) e Monza Brianza (13,5%); successivamente, troviamo la provincia di Bergamo (11%), quella di Padova e Venezia (8%), Varese (5%) e le città di Verona, Trieste e Bologna (grafico 3.5 alla pagina seguente). È opportuno precisare che molti operatori hanno nelle risposte riportato di lavorare su diverse province contemporaneamente. Come si può affermare guardando questi dati, la Lombardia rappresenta il territorio prevalente: questo dato è sicuramente legato alla modalità con cui il questionario è stato portato a conoscenza, ovvero a partire da alcuni colleghi di lavoro (la cooperativa presso la quale lavoro si occupa di accoglienza sul territorio milanese, varesino e valtellinese) e di studio presenti, come me, sul territorio lombardo.

Per quanto concerne la situazione occupazionale, tra gli intervistati si trovano 13 educatori, 8 operatori sociali generici e un’operatrice specializzata nell’inserimento sociale e lavorativo, 5 figure legali, un’assistente sociale, una psicologa, una insegnante di italiano L2, una figura amministrativa, una volontaria di servizio civile e cinque figure di coordinamento (grafico 3.6). Per quanto riguarda l’ambito lavorativo, la maggior parte degli intervistati è impiegata contemporaneamente in diverse strutture dell’accoglienza, ovvero sia nei Centri di Accoglienza Straordinaria sia nei progetti SIPROIMI (grafico 3.7). Rispetto alla tipologia di struttura, invece, la rete di appartamenti risulta la principale, seguita dalle strutture comunitarie. Un operatore, infine, impiegato in provincia di Padova e Venezia ha dichiarato di lavorare presso un hub mentre in un altro caso emerge la presenza anche di una tendopoli. Per quanto concerne la situazione occupazionale, inoltre, la quasi totalità delle persone (91%) lavora presso cooperative; le due eccezioni sono rappresentate da due operatori impiegati in un’associazione e uno in una Fondazione. Delle persone intervistate, inoltre, 21 hanno dichiarato di essere occupati nel settore da meno di tre anni; i restanti 16 di essere impiegati nel settore da più di tre anni. Circa il 57% è assunto a tempo indeterminato, il 35% a tempo determinato mentre circa solo il 5% come consulente con partita IVA.

Come si avrà modo di osservare dall’analisi dei risultati, non tutti gli operatori hanno risposto completamente al questionario; alcuni hanno, infatti, scelto di non completare qualche domande aperta o chiusa.