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CAPITOLO 7: LE TRE DINASTIE DIOSPOLITANE SECONDO ROSELLINI: XVIII-XIX-XX DINASTIA Dopo la cacciata degli Hyksos, iniziò per l’Egitto un lungo periodo di prosperità,

7.4. Ramses III Sesostr

Ramses II (Usermaatra Setepenra), chiamato anche “Ramses il Grande” oppure “Sesostri” dagli scrittori greci, rappresentò per   Rosellini   un   altro   “caso” complesso nella ricostruzione delle successioni dinastiche.

Per comprendere più facilmente le ipotesi avanzate dallo studioso pisano, mi sembra opportuno spiegare prima le ipotesi formulate da Champollion intorno a questo celebre faraone. Nei   vari   scritti   dell’egittologo francese Sesostri fu identificato con sovrani diversi, appartenenti a dinastie differenti, a causa soprattutto delle numerose varianti del cartiglio prenome che generò confusione negli studiosi al punto da confondere Ramses II con Ramses III. Quello che leggiamo nei Monumenti su questo faraone è dunque il risultato di un ragionamento iniziato diversi anni prima con Champollion (1814)493 e che in seguito, grazie alla Spedizione in Egitto e in Nubia, si avvicinò molto alla verità dei fatti.

Già   nell’opera   L’Ègypte   sous   les   pharaons Champollion parla più volte del faraone “Sethosis-Ramesses”, più conosciuto come “Sesostri”, re della XIX dinastia e figlio secondo le sue congetture di Amenophis III.

Seguendo  un  ordine  di  pubblicazione  “cronologico”,  la  seconda  opera  di Champollion in cui lo studioso si interrogò sulla identificazione di questo sovrano è il Précis du systéme hiéroglyphique des anciens égyptiens494 del 1824. Anche in questo caso la corrispondenza tra il Sesostri degli antichi e il Sethos di Manetone, primo re della XIX dinastia, è la medesima, ma questa volta le ipotesi dello studioso francese si fondarono sullo studio filologico delle iscrizioni e delle legende reali.

Nel Précis495 Champollion analizzò i cartigli presenti su un gran numero di monumenti egiziani (Tav. 101). Il faraone cui si riferisce la legenda “Il  Re  del  popolo obbediente (Ra-Saté,   approvato   da   Ammone)   figlio   del   Sole   (amato   d’Ammone Ramsés)” è per Champollion un sovrano guerriero, perché la sua immagine è scolpita su bassorilievi che rappresentano scene di guerra. Inoltre, poiché le immagini ritraggono popolazioni dalla pelle e dai costumi differenti da quelli degli egizi,   secondo   l’egittologo Ramsés avrebbe portato la guerra in paesi lontani dall’Egitto.  A  conferma  del  fatto  che  questo  celebre  re  fosse  appartenuto  alla  famiglia  

493 Champollion J. F., L’Égypte sous les pharaons, ou Recherches sur la Géographie, la

Religion,  la  Langue,  les  Écritures  et  l’Histoire  de  l’Égypte  avant  l’invasion  de  Cambyse,  vol. 1, Paris 1814

494 Cap. VIII, Application de l’Alphabet  hiéroglyphique  aux  noms  propres  des  Pharaons, pp.

220-231

dei Ramses, viene citato dallo studioso, come fonte storica, Tacito che negli Annali (lib.II, cap.60) scrive riguardo alle iscrizioni presenti sui monumenti di Tebe visitati da Germanico “atque   eo   cum   exercitu   regem   Rhamsen   Libya,   Aethiopia,   Medisque   et   Persis, et Bactriano ac Scytha potitum”.

Champollion  è  certo  che  l’opera di Manetone, dove sono presenti tre sovrani con lo stesso nome o comunque simile al Rhamsen di Tacito, indichi la posizione dinastica di questo faraone. Il primo di questi tre sovrani con lo stesso nome sarebbe, secondo l’egittologo   francese, o , quattordicesimo re della XVIII dinastia di cui non rimangono imprese memorabili; il secondo sarebbe il figlio, Raméses “amato d’Ammone” (Mai-Amoun) e il terzo risulterebbe essere il quarto re della XIX dinastia, anch’esso   non memorabile di alcuna impresa militare. Nessuno di questi va identificato per Champollion con il Ramses conquistatore celebrato sui monumenti. La sua opinione è che questo faraone guerriero sia in realtà il bisavolo del terzo Ramses, chiamato , o nell’opera di Manetone. Questo sovrano sarebbe stato il primo re della XIX dinastia, salito al trono dopo la morte del padre Amenophis III e avrebbe conquistato la Siria, la Fenicia, Babilonia e gran parte dell’Asia   minore.   Secondo Champollion ci sarebbe perfetta corrispondenza tra il Sethos di Manetone e il Sesoosis di Diodoro Siculo o il Sesostris di Erodoto e di Strabone, in quanto le tradizioni scritte tramandate dai greci su questo re concordano con ciò che è rappresentato sui monumenti egizi.

La certezza che Sethos avesse portato il nome di Ramses fu data a Champollion ancora una volta da Manetone che, raccontando della seconda invasione dei Pastori sotto il regno di Amenophis III, afferma che il re partì per combattere questi stranieri “dopo  aver  affidato  ad  un  amico  fidato  il  proprio  figlio  Sethos,  che  aveva  allora  cinque   anni, e che portava anche il nome di Ramesses a causa di Rampses, nome di suo padre”.496

L’errore   di   Champollion   derivò dall’aver   identificato il Sethos degli antichi con il grande conquistatore “Sesostri”, quando Sethos non era altri che il faraone Sety I, padre  di  Ramses  II.  Un’altra  inesattezza di tipo filologico, che poi influenzerà anche il pensiero di Rosellini, fu di aver pensato che una delle varianti del cartiglio prenome (Tav. 9, n°112) di Ramses-Sesostri fosse appartenuta ad un altro Ramses, il quattordicesimo re della XVIII dinastia e il primo che avesse portato questo nome. Pertanto Ramses III (Usermaatra Meryamun) diventò per Champollion il quindicesimo re della XVIII dinastia e quindi il secondo con questo nome, mentre

Ramses IV (Heqamaatra Setepenamun) risultò il terzo faraone con questo nome, quarto re della XIX dinastia. D’altra   parte certi errori erano ben giustificati se si considera che Ramses III adottò per sé una titolatura molto simile ai grandi faraoni della XIX dinastia.

Successione dinastica secondo Manetone: XVIII dinastia

xiv Ramses (I)

xv Ramses Meiamoun (II) XIX dinastia

Sethos (Ramses Sesostris)

Ramses (III)

Trascorsi  una  decina  d’anni  dalla  pubblicazione  del  Prècis, nelle due Lettres relatives au Musée Royal égyptien de Turin, in conformità a una nuova ricomposizione della XVIII   dinastia   basata   sull’analisi   dei   monumenti,   Champollion   identificò   il   “Sesostri” degli antichi sempre con il Sethos di Manetone, capo della XIX dinastia, non più figlio di Amenophis III ma di Ramses V. In questo modo fu Ramses VI ad essere identificato con “Sesostri”.

Nelle lettere497 che Champollion  scrisse  dall’Egitto è presente ancora l’identificazione con Ramses VI. Ad esempio, nella lettera del 23 Agosto 1828 dove viene descritto l’obelisco   di   Cleopatra   ad   Alessandria,   lo   studioso   afferma   che   le   iscrizioni   laterali   appartengono a Ramses VI Sesostri.498 Poco oltre, però, nella lettera del 3 Ottobre 1828,499 dove Champollion parla del colosso di “Sesostri” che fu dissotterrato dal Caviglia a Mit-Rahine,500 Ramses il Grande diventa Ramses II, (Tab. 71) re della XVIII dinastia, che corrisponde al Ramses Sethos di Manetone. Infine, dal Giugno 1829501 il “Sesostri” degli antichi è identificato da Champollion con Ramses III, figlio di Menephtah I.

497 Lettres de Champollion le jeune. Lettres et journaux de Champollion recueillis et

annotés par H. Hartleben in Bibliothéque égyptologique, Paris 1909

498 Ibid., p. 34 499 Ibid., pp. 98-103

500 Porter & Moss III part. 2, p. 840 501 Op. cit., pp. 391-402

Anche nelle Notices descriptives, pubblicate postume nel 1844, troviamo l’assimilazione   di   “Sesostri” con Ramses III.502 Il cambiamento d’identità che ha portato a identificare “Sesostri” prima con Ramses VI e poi con Ramses III, quattordicesimo faraone della XVIII dinastia secondo la ricostruzione dinastica di Champollion, sembra dovuto proprio alla campagna archeologica compiuta dalla Spedizione franco-toscana a Tebe nel 1829, durante la quale i due egittologi supposero, sulla base dei monumenti attribuiti  a  “Sesostri”, che fosse stato Ramses III quel famoso conquistatore tanto celebrato dagli antichi.

Tabella riassuntiva  delle  varie  tappe  sull’identificazione  del faraone Sesostri da parte di Champollion L’Égypte sous les pharaons Précis du systéme hiéroglyphique des anciens égyptiens Lettres relatives au Musée Royal égyptien de Turin Lettres écrites d’Egypte  et  de  

la Nubie en 1828 et 1829 Notices Descriptives Sesostris: Sethosis- Ramesses. Figlio di Amenophis III e primo re della XIX dinastia Sesostri: Sethos di Manetone. Figlio di Amenophis III e primo re della XIX dinastia Sesostri: Ramses VI (il Sethos di Manetone). Fu figlio di Ramses V e primo re della XIX din.

Sesostri: Ramses VI; Ramses II (il Sethos di Manetone); Ramses III, (il Sethos di Manetone)14°re della XVIII din.

Sesostri: Ramses III (Sethos)

14°re della XVIII din.

Fig. 9- Tappe  sull’identificazione  di  Sesostri  da  parte  di  Champollion

Dopo aver  seguito  l’evoluzione  del  pensiero  di  Champollion  su  questo  “problematico” sovrano egizio, passiamo dunque a ricostruire quello di Rosellini che, in gran parte, segue le orme del suo maestro per allontanarsene poi, nei Monumenti, dove afferma che Sesostri è diverso dal Sethos di Manetone.

Prima della Spedizione franco-toscana, Rosellini riconobbe in Ramses VI il celebre “Sesostri” degli scrittori antichi, considerato il fondatore della XIX dinastia. Di questa identificazione troviamo traccia nei manoscritti dello studioso, i quali ci aiutano a tracciare un percorso congetturale nato intorno a questo faraone che generò a quel tempo, per chi si occupava di questo tipo di studi, molti dubbi e poche certezze.

Nel Ms. BUP 282 troviamo varie attestazioni, come alcuni appunti dello studioso503

(Tav. 34), che ci mostrano la composizione della XIX dinastia a capo della quale è appunto Ramses VI Sesostri che iniziò a regnare secondo la ricostruzione cronologica di Rosellini nel 1473 a.C. Nei Monumenti,504 lo studioso fissò la data

d’inizio di questa dinastia al 1474 a.C., ma il fondatore diventò secondo le sue congetture Ramses IV (Sethos-Aegyptus), il successore di Ramses III Sesostri, XIV re della XVIII dinastia.505

Un’altra testimonianza è offerta da due schede inedite: la prima (Tav. 102) contiene le tante varianti dei cartigli di Sesostri, ricopiate da vari monumenti prima della Spedizione in Egitto; la seconda (Tav. 103) riproduce delle iscrizioni copiate da Wilkinson nel tempio di Abu-Simbel. Se osserviamo attentamente soprattutto la prima scheda, tra le varianti indicate manca il prenome interpretato da Rosellini Sole custode o sostegno di verità (Tav. 9, n°112 p) che nei Monumenti506 lo studioso affermerà di aver trovato su edifici fatti costruire da “Menephtah I”. Sarà proprio questo prenome, attribuito da Rosellini a Ramses II dopo il viaggio in Egitto, a generare confusione nella successione dei re della XVIII dinastia e a rivelare l’identità del famoso Sesostri.

Anche nel Ms.BUP 291.1 c.13, precedente alla Spedizione, Rosellini traducendo probabilmente da epitomi di Manetone parla di “Sesostri” come di Ramses VI: “La venuta di Giuseppe in Egitto accadde sotto i re Pastori e precisamente sotto Apophis. Infatti egli non avrebbe potuto fare tutta quella fortuna sotto i faraoni i quali tornati a dominare non vollero riconoscere gli Ebrei altro che come schiavi. E furono certo trattati da schiavi al tempo dei faraoni perché furono impiegati a fabbricare una città chiamata dal nome di uno di essi Ramesses. Poi moltiplicatisi troppo cagionarono sospetti al re = ne forte addantur inimicis nostris = cioè, che se per caso tornino  i  Pastori  ad  invadere  l’Egitto,  essi  non  si  congiungano  coi  loro  vecchi  amici.  E   certo la dimora degli Ebrei in Egitto deve aver durato 360 anni come dice S.Paolo perché 1°essi vi erano al tempo dei Ramses che furono gli ultimi della XVIII dinastia. 2°perché la loro uscita deve essere stata al tempo di Ramses V, padre di Sesostri; mentre di Sesostri non si fa menzione nella Bibbia ed è certo che egli passò per la Siria  quando  andò  nell’Asia  minore  a  far  conquiste.  E  dov’era  allora  il  popolo  ebreo?   Certamente  uscito  dall’Egitto   sotto   Ramses  V.   era   allora   nel   deserto   pel   quale   non  

503 Ms. BUP 282 c.2bis3

504 Mon. Stor., Tomo II, parte prima, p. 32 505 Mon. Stor., Tomo I, parte prima, pp. 286-287 506 Mon. Stor., Tomo I, parte prima, pp. 253-254

passò Sesostri, e non ebbe a che fare con gli Ebrei; ed ecco perché di lui non si fa nella  Bibbia  menzione”.

Dall’analisi   della   documentazione   finora   proposta   risulterebbe che Rosellini avesse seguito fedelmente la ricostruzione della XIX dinastia sia secondo il giovane Champollion nelle Lettres à M.  le  Duc  de  Blacas  d’Aulps sia secondo il fratello Figeac nella Notice Chronologique allegata alla seconda lettera.507 In ambedue le Lettere, il celebre “Sesostri” di Erodoto è Ramses VI, primo re della XIX dinastia, che regnò per 55 anni dal 1473 al 1418 a.C.

Sempre nei manoscritti è presente anche un’altra  identificazione,  quella  con  Ramses   III, che Rosellini ipotizzò a seguito della campagna tebana del 1829 e che pubblicò come definitiva nei Monumenti. Infatti, in alcuni appunti del Ms. BUP 293.2508 sta scritto   a   proposito   di   un’iscrizione presente nel Tempio di Karnak, riguardante il trattato509 stipulato tra Ramses il Grande e i popoli Sceto (Hittiti): “Questo  Ramses  è   quel medesimo che da Champollion era stato creduto Sesostri il Grande delle storie; ma i monumenti non hanno confermato questa congettura. Ci hanno anzi dimostrato che questo gran conquistatore Ramses III anziché essere quarto di questo nome e capo   della   XIX   dinastia   è   il   quart’ultimo   re   della   XVIII   ed   è   identico   coll’Osimandia   celebrato   da   Diodoro   Siculo”. A proposito poi del cartiglio di Sety I lo studioso aggiunge: “Questo  è  quel  faraone  chiamato  altrimenti  Usirei  e  del  quale  la  tomba  a   Biban-el-Moluk fu aperta da Belzoni. Il suo vero nome è Menephtah ed è padre di Ramses III. È desiderabile che Champollion pubblichi presto queste correzioni alla successione  dei  re  d’Egitto  che  i  monumenti  ci  hanno  dimostrate  con  ordine  certo”.   Dopo la Spedizione Rosellini non condivise più la teoria di Champollion secondo cui nel “Sesostri” degli antichi doveva riconoscersi “Ramses Sethos-Aegyptus”, capo della XIX dinastia, ma concluse che si trattava di un faraone diverso facente parte della XVIII. Un’altra   scheda510 inedita testimonia questa convinzione da parte di Rosellini  e  l’identificazione  di  Ramses  III, faraone della XVIII dinastia tebana, con il celebre “Osymandias” (Tav. 104).

Anche il Giornale della Spedizione documenta una certa confusione intorno a questo faraone: infatti, è identificato da Rosellini dapprima con Ramses II come quando,

507 Seconde Lettre. Suite des monuments historiques, p. 157 508 Ms. BUP 293.2 c.7

509 La versione egizia del trattato si legge su una stele contro un muro del Tempio di

Karnak: Porter e Moss, Topographical Bibliography, II, p. 49.2.

durante   l’escursione   a   Mit-Rahin,511 lo studioso descrive il “Colosso di Sesostri” oppure a proposito della descrizione del tempio di Abu Simbel,512 ma poi nella fase finale della campagna di scavi a Tebe “Sesostri” diventa Ramses III.

Ugualmente, nelle Lettere di Rosellini dall’Egitto513 è possibile verificare l’accostamento  del faraone conquistatore prima con Ramses II e poi con Ramses III. La Lettera quinta (Tebe, 12 marzo 1829)514 in particolare reca a piè pagina una nota dove si rettifica che sulla base dei monumenti originali è stato dimostrato che Ramses Sesostri è il terzo di questo nome, che fa parte della XVIII dinastia e che quindi non può essere il fondatore della XIX dinastia come aveva creduto Champollion.

Nei Monumenti515 Rosellini dedicò ampio spazio alla figura di questo famoso sovrano e le supposizioni   esposte   su   quest’argomento dallo studioso dimostrano che non sempre egli seguiva “alla  lettera”  le teorie di Champollion e di altri studiosi dell’epoca,   ma che talvolta preferiva azzardare congetture diverse da quelle fino a quel momento ipotizzate. Rosellini nella sua opera cerca di argomentare sempre in maniera precisa e si serve di ogni tipo di fonte per avvalorare il più possibile le sue congetture.  D’altra  parte, dal  momento  che  la  scienza  dell’egittologia  era  appena  agli   inizi, si trattava di un lavoro di ricostruzione basato su tentativi e sullo studio filologico dei monumenti egizi che gli studiosi avevano a disposizione. Le basi gettate da Champollion   erano   senz’altro   di   fondamentale   importanza   per   il   lavoro   di   Rosellini, che partì da queste per proporre però anche una sua ricostruzione storica delle trentuno dinastie.

L’errore   in cui incappò Rosellini fu di considerare i cartigli da lui analizzati e riconducibili tutti a un unico faraone, Ramses II, come appartenenti a due diversi sovrani:   Ramses   II   e   Ramses   III,   quest’ultimo identificato dallo studioso con il Sesostri di Erodoto e di Diodoro Siculo.

Rosellini, considerando le successioni del Ramesseum e di Medinet-Habu, (Tav. 105) affermò che era succeduto al faraone che lui chiamava “Menephtah I” un celebre re contrassegnato dal cartiglio n°11, (corrispondente al faraone Ramses II) che diventò il terzo Ramses. A differenza di Champollion che aveva seguito la

511 Op. cit., pp. 48-49 512 Ibid., pp. 131-132

513 Ibid., Lettera seconda, pp. 200-206; Lettera terza, pp. 206-216; Lettera quinta, pp.

228-242

514 Ibid., p. 240 (1)

515 Mon. Stor., parte prima, Tomo I, pp. 252-278; Mon. Stor., parte prima, Tomo III-parte

versione di Manetone secondo la quale il fondatore della XIX dinastia sarebbe stato un re chiamato Egitto, denominato poi Sesostri dagli scrittori antichi, lo studioso toscano era convinto che il faraone con il cartiglio n°11 occupava il XIV posto della XVIII dinastia, perché era il cartiglio n°15 (corrispondente a Ramses III) che doveva essere assegnato al primo re della XIX dinastia e cioè a Ramses IV. La confusione di Rosellini fu generata in primo luogo dal non aver considerato che, in seguito allo studio di alcuni monumenti su cui erano presenti sia il prenome del re “Sesostri”

(n°11)

sia sovrapposto un altro prenome appartenente sempre a questo faraone (Tav. 9

n°112p),

i due cartigli appartenevano entrambi a Ramses II, in secondo luogo dalla convinzione che nella successione di Medinet-Habu doveva mancare un cartiglio tra questi due, presente nella Tavola di Abydos, da attribuire al predecessore di Sesostri, cioè a Ramses II che corrisponderebbe all’Armais,  Armes  o  Armesses degli epitomatori di Manetone i quali erroneamente accorciarono almeno di dieci anni la durata del suo regno. I cartigli con il prenome e nome che furono associati da Rosellini a questo faraone furono da lui letti Sole custode, o sostegno di verità, Amonmai Ramses (Tav. 9, n° 112 p, n). Ecco perché per Rosellini, Sesostri diventò Ramses III e Ramses III di conseguenza diventò il IV, il fondatore secondo la sua ricostruzione della dinastia successiva.

Lo studioso scartò tutte le considerazioni in base alle quali i cartigli in questione avrebbero potuto essere delle semplici varianti dello stesso nome e presentò degli argomenti a sostegno del fatto che Ramses III doveva essere diverso da Ramses II cui era legato solo dal rapporto di parentela perché suo fratello. Rosellini pensò in primo luogo che, poiché la terza fila della tavola di Abydos era completamente occupata dal prenome e nome di Ramses Sesostri e tutti i nomi dei re predecessori, presenti nei registri superiori, pregano per lui, non era possibile che dopo “Menephtah I” ci fosse il cartiglio dello stesso re verso il quale erano rivolte le preghiere degli offerenti. Perciò doveva trattarsi di suo fratello, predecessore immediato di Ramses III. In secondo luogo egli era convinto che il prenome distinto

col titolo stp n ra “prescelto   da   Ra”   e  tradotto   da   Rosellini   come   “Approvato dal sole”, era diverso da quello con il titolo “Sole custode di verità”, e dunque appartenenti a due persone distinte così che, quando Rosellini trovò più volte il prenome cancellato sui monumenti affinchè vi fosse sovrapposto l’altro,   interpretò   questo fatto come la volontà del re di sostituire il proprio nome a quello del predecessore.

Un’ultima   e   rilevante prova della veridicità delle sue teorie su Sesostri fu esposta dallo studioso in una nota finale del tomo II dei Monumenti Storici.516 L’egittologo, che al momento della scoperta fatta dai francesi riguardante un cartiglio inciso sopra uno degli obelischi di Luqsor, stava correggendo le stampe delle tavole del Tomo I, non aveva potuto inserire questa notizia in quel volume. Questa nota riguarda il ritrovamento, nel 1832, di un cartiglio con il nome di Ramses II cui è aggiunto il titolo approvato dal Sole, che è inciso sul piano inferiore   dell’obelisco. Per Rosellini si trattò ancora una volta del cartiglio di “Ramses III Sesostri” e, poiché l’obelisco   riporta   nell’iscrizione   media di alcune sue facce il nome di quel Ramses che era il secondo per lui, e nelle iscrizioni laterali il nome del fratello Ramses  III,  quest’ultima scoperta sembrò per lo studioso, per usare le stesse sue parole, “metter suggello di certezza   all’opinione   già da me nel precedente volume dimostrata, che cioè distinti fossero   di   persona   e   di   regno   i   due   Ramses   ch’io   ho chiamati secondo e terzo di questo nome”.517 Per un attimo l’egittologo   ipotizzò anche che i due prenomi differenti potessero appartenere a un solo faraone, ma in quel caso non avrebbe