UNIVERSITA TRADIZIONALE
REVOLUCIONARIO – PERSONALIDAD – SOCIALISTA
2.4 Rapporto tra ideologia e sistema educativo-formativo
Ho utilizzato intenzionalmente il termine ideologia come titolo del paragrafo non per spostare subito il discorso su un piano pregiudiziale anzi, il mio intento è proprio contrario: dimostrare che il linguaggio latinoamericano che sto utilizzando ha connotazioni simboliche diverse da quello occidentale. È necessario fare un passo indietro rispetto alle proprie “conoscenze” per mettersi in ascolto di un‟altra visione culturale e direi anche del mondo, quella del sistema cubano di impostazione socialista.
Ideologia è una parola che compare in quasi tutti i documenti ufficiali cubani perchè è una sorta di richiamo ad una visione sociale che regola l‟agire quotidiano di chi vi appartiene, in questo caso, del popolo cubano.
Riporto la definizione di ideologia che lo studioso cubano Felipe Sánchez Linares scrive nella sua opera “¿Es Ciencia la Filosofía?”:
“Sistema de ideas y concepciones que se expresan a través de las formas de la conciencia social (jurídica, moral, política, estética, religiosa, filosófica y científica inherentes a la superestructura social) y que constituyen reflejos activos y relativamente independientes pero determinados en última instancia por el sistema de las Relaciones de Producción o Base Económica”(1990: 12)86.
Al di là della definizione è importante capire che l‟ideologia ha una valore molto concreto nella vita del popolo cubano ed è presente in ogni ambiente e azione del vivere quotidiano. In particolare ho potuto cogliere tale caratteristica durante il periodo di ricerca all‟interno dell‟Università di Pinar del Rio dove è impossibile non respirare questo forte
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Sistema di idee e concezioni che si esprimono attraverso le forme della coscienza sociale (giuridica, morale, politica, estetica, religiosa, filosofica e scientifica inerenti alla sovrastruttura sociale) e che costituiscono riflessi che sono attivi e relativamente indipendenti, ma in ultima analisi, determinati dal sistema dei rapporti di produzione o su base economica.
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legame tra educazione e politica. Lo stesso Fidel Castro ha detto: “sin Educación no hay
Revolución” (Ivi: 14)87
.
Gli obiettivi politici ed educativi sono gli stessi proprio come scrive Chacón Arteaga:
“Los intereses políticos, jurídicos, morales e ideológicos en general del sistema político socialista cubano, respecto a las intenciones y finalidades de la Educación se concretan por medio de la Política Educacional, la cual está plasmada en los documentos de los Congresos del Partido Comunista Cubano (desde 1975) y en las normativas del sistema educacional elaborados por el Ministerio de Educación, en particular en la resolución 90 del 98, referida a los lineamientos para fortalecer la formación de valores, la disciplina y la responsabilidad ciudadana desde la escuela. En el sentido educativo tanto el Trabajo Político, como el proceso pedagógico en una escuela, tienen como objetivos comunes formar en los estudiantes los valores que se erigen como ideales sociales de la ideología de la Revolución
socialista cubana en su perspectiva histórica” (2002: 12)88.
Per affrontare il complesso tema dell‟ideologia ho fatto riferimento al saggio del sociologo Anselmi che ha studiato il rapporto tra ideologia, educazione e società in America Latina e in particolare in Venezuela. I bambini di Chávez, titolo da lui scelto, mi ha subito fatto pensare all‟immagine che percepivo in molte occasioni a Cuba, quella della società come una “grande famiglia” che educa i suoi/e figli/e con i valori e gli ideali rivoluzionari, promossi per primi dal “padre” Fidel o Chávez per il Venezuela, attraverso una politica che implica azioni pratiche in tutti i settori, quello formativo-educativo in primis.
Anselmi scrive:
“L‟ideologia in quanto sistema culturale trova nell‟educazione uno dei meccanismi prediletti per la riproduzione sociale, esprimendo così una sua propria tensione educativa e un relativo potere formativo, caratterizzata la prima dall‟allargamento di quella dimensione gruppale del Noi a discapito di quella del Loro, il secondo dalla capacità di dare saldezza e stabilità a identità critiche come quelle dei soggetti in formazione” (2008: 8).
Vi sono molte somiglianze tra il sistema bolivariano e quello cubano: gli ideali e i valori rivoluzionari, lo scegliere l‟educazione come strumento privilegiato di promozione ideologica, il richiamo continuo agli eroi della patria (Simón Bolívar per il Venezuela e José Martí per Cuba), il pensare ai giovani ed ai bambini come protagonisti principali dello
87 Senza educazione non c‟è Rivoluzione.
88 Gli interessi politici, giuridici, morali e ideologici in generale del sistema politico socialista cubano,
rispetto alle intenzioni e finalità dell‟Educazione si realizzano per mezzo della Politica educativa che è plasmata nei documenti dei Congressi del Partito Comunista Cubano (dal 1975) e nelle normative del sistema educativo elaborate dal Ministero dell‟Educazione, in particolare la risoluzione n. 90 del ‟98, riferita alle linee per rafforzare a partire dalla scuola, la formazione dei valori, la disciplina e la responsabilità civica. Nel senso educativo tanto il lavoro politico come il processo pedagogico nella scuola, hanno come obiettivi comuni il formare negli studenti i valori che si erigono come ideali sociali dell‟ideologia della Rivoluzione socialista cubana nella sua prospettiva storica.
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sviluppo del Paese e oggetti privilegiati delle ricerche educativo-formative. Queste caratteristiche comuni si colgono anche grazie alla forte collaborazione che vi è tra i due Paesi, tra i leader politici, Fidel e Raúl Castro e Chávez. Vi sono molti progetti di cooperazione e di scambio tra Cuba e il Venezuela, medici, insegnanti e professori cubani vanno in missione in Venezuela per formare i medici, gli insegnanti e i professori venezuelani; in cambio Cuba viene ripagata con il petrolio o altre materie prime.
Dal punto di vista pedagogico Anselmi ironizza su questo paradosso:
“Il bolivarismo rivoluzionario investe moltissimo sulla formazione ed educazione, sull‟organizzazione legale e sociale, in modo da ottenere una maggior stabilità e sicurezza nel Paese, non accorgendosi che i bambini e i giovani desiderano „una vita, diremmo noi, borghese, per niente affatto rivoluzionaria‟. Ai propositi di trasformazione programmata della realtà avanzati dall‟ideologia, gli alunni costituiscono un vero e proprio elemento di indeterminazione e di possibile sovvertimento” (2008: 9).
In parte anch‟io condivido questa contraddizione: basare la stabilità e la sicurezza del Paese su dei soggetti che per loro natura sono in sviluppo e in cambiamento; senza contare sul fatto che oggi nella società postmoderna anche le relazioni hanno assunto la caratteristica della liquidità (Bauman 2002) e dell‟“hic et nunc” (qui e ora) in cui il “per sempre” non è che un lontano nostalgico ricordo che appartiene alla generazione precedente. Gli stessi cubani mi hanno più volte confidato che la schizofrenia (continui cambi di scena, contraddizioni, incoerenze) ormai non è più una sorta di malattia sociale cubana ma una bizzarria del sistema alla quale dopo un po‟ ci si affeziona e si impara a guardarla con ironia.
Non voglio semplificare problemi che sono l‟oggetto di discussione delle tavole rotonde di sociologi, pedagogisti, economisti a livello mondiale, ma desidero mettere assieme più riflessioni in modo da rappresentare la complessità della società cubana, che come quella del Venezuela è influenzata dalla società occidentale. Basti pensare al forte ruolo del turismo e delle relazioni a distanza tra cubani residenti sull‟Isola e quelli all‟estero, dati che non possono essere trascurati o detti “sottovoce” per paura che ciò scombini qualche equilibrio politico e/o sociale! Gli stessi giovani cubani nelle interviste sulla loro storia di vita mi hanno raccontato che il loro primo interesse non sono tanto gli ideali della Rivoluzione - anche se li condividono - quanto piuttosto l‟avere le stesse possibilità sociali, economiche, formative che hanno i giovani occidentali: vestiti, casa, cibo, possibilità di viaggiare, auto, cellulare, stipendio che permetta di mantenere la famiglia.
È proprio questa realtà che interroga continuamente il sistema educativo-formativo cubano, che comporta un continuo ripensamento dell‟ideologia in termini concreti e dentro
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la vita quotidiana. Nei programmi del Ministero dell‟Educazione ad ogni valore segue un elenco di attività pratiche da attuare nei vari livelli scolastici.
“Lo scopo primo dell‟ideologia è quello di intervenire sul reale, dove questo reale è sostanzialmente un reale sociale e politico, nel senso più classico e aristotelico di questa parola. Anche quando l‟intervento ideologico dovesse riguardare dimensioni apparentemente non sociali e non politiche, per esempio questioni ambientali e naturali, sono sempre le ricadute e le valenze politico-sociali che interessano all‟ideologia” (Anselmi 2008: 18).
Nei documenti del Ministero dell‟Educazione troviamo che la preparazione e
superación politica e ideologica deve avanzare a maggiori livelli di qualità, utilizzando in
modo speciale i discorsi di Fidel, Raúl e altri dirigenti rivoluzionari. Per questo si rafforza l‟immagine di quelle istituzioni educative che influenzano direttamente la comunità e ne sono il centro culturale più importante.
Si dovrà integrare l‟azione delle varie organizzazioni e istituzioni formative, evidenziare l‟immenso valore sociale del lavoro del maestro, intensificare l‟influenza delle istituzioni educative per l‟inserimento dei giovani nella vita sociale, promuovere azioni comunitarie a partire da strategie di sviluppo locale (Cfr. MINED 2007-2008).
Per maggior chiarezza - che non comporta la semplificazione o peggio ancora la banalizzazione - riassumo così i concetti sopra espressi: il mezzo utilizzato dal lavoro politico per costruire l‟ideologia è l‟educazione, lo strumento sono i valori, il fine è la continuazione dell‟ideologia stessa attraverso la trasmissione e la realizzazione del suo ideale di uomo nuovo e di società.
Questa centralità dell‟educazione è un investimento enorme che coinvolge tutto il sistema formativo compresi gli studenti e i professori.
“La educación debe ponerse a tono con la evolución de la sociedad y los conocimientos. La transformación profesional que se avecina exigirá mayor nivel interdisciplinario, una revitalización de las esferas éticas y estéticas y un cambio total de profesores y estudiantes” (Guemez Junco 1999: 15)89.
A richiamare l‟importanza che l‟ideologia deve avere per ogni cittadino cubano, vi sono numerosi discorsi pronunciati da Fidel Castro; molte sue frasi enfatiche vengono riportate nelle tesi di dottorato:
“Ideología es ante todo conciencia; conciencia es actitud de lucha frente a todo lo mal hecho, frente a las debilidades, privilegios, las inmoralidades. La lucha ideológica ocupa hoy
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L‟educazione deve porsi in sintonia con l‟evoluzione della società e le conoscenze. La trasformazione professionale che si avvicina esigerà maggior livello interdisciplinare, una rivitalizzazione delle sfere etiche ed estetiche e un cambio totale di professori e studenti.
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para todos los revolucionarios, la primera línea de combate, la primera trinchera revolucionaria” (Chacón Arteaga 2002: 3)90.
La formazione dei valori è una questione essenziale nel progetto politico e sociale di Cuba. Il Paese investe nella trasmissione dei valori le risorse migliori e compie ogni sforzo a sostegno di quest‟opera ideologica che rende il patrimonio della Rivoluzione una eredità da consegnare alle giovani generazioni e al mondo.
La voce di Roberto, ragazzo cubano di ventidue anni da me intervistato, mi ha aiutata a dare un‟altra interpretazione alla trasmissione dei valori rispetto a quella proclamata dal Ministero dell‟Educazione.
Ho conosciuto Roberto grazie a un‟amica italiana che abita vicino a lui e alla sua compagna che presto partorirà il loro primo figlio. Roberto è arrivato in Italia all‟età di dodici anni quando la mamma è andata a riprenderlo dopo dieci anni che l‟aveva lasciato a Cuba. Nel frattempo si era risposata con un italiano e abitava a Verona. Durante tale periodo il giovane ha vissuto all‟Avana con la nonna, con gli zii della mamma e con alcuni vicini di casa. Roberto ha un fratello e una sorella (nata da un padre diverso). L‟incontro con lui è stato per me un dono grande che mi ha aiutata a rileggere la mia esperienza cubana con la chiave dello “spazio terzo” di cui parlerò nel terzo capitolo.
Ho utilizzato l‟intervista fatta a Roberto per descrivere alcuni passaggi importanti della ricerca; grazie alla maturità e alla capacità riflessiva del giovane ho potuto addentrarmi assieme a lui nella vita quotidiana cubana e cogliere ciò che non è evidente a chi non è nato e ha vissuto per lungo tempo sull‟Isola.
Riporto alcune parti dell‟intervista (in appendice vi è quella completa, allegato n. 1) che ho trascritto in modo fedele al suo racconto, per questo motivo la forma italiana non è del tutto corretta.
C.: secondo te ha senso il fatto che vogliono portare avanti gli ideali della Revolución? R.: beh, il discorso sarebbe semplice no? Tu prova a pensare che è da 50 anni che va avanti un governo che dice che tutto migliorerà, che tutto sarà meglio, no? comunque loro sono da 50 anni che sono convinti di quello, sarebbe un disonore, una vergogna, perchè è da così tanto tempo che si porta avanti un ideale che adesso farlo svanire perchè non è valido... se io come persona porto avanti un ideale che non vale, non è valido, non funziona, però continuo a portarlo avanti perchè se cerco di cambiarlo sarebbe una sconfitta su me stesso; e chi è che vuole sentirsi sconfitto?
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Ideologia è prima di tutto coscienza, coscienza è la caratteristica della lotta contro tutto ciò che è fatto male, contro le debolezze, i privilegi e le immoralità. La lotta ideologica occupa oggi per tutti i rivoluzionari, la prima linea di combattimento, la prima trincea rivoluzionaria.
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C.: eh sì, però loro ora dicono ai giovani a quali valori è necessario credere. Sono valori buoni perchè parlano dell‟onestà, della solidarietà, della responsabilità, dell‟amore per la patria, ...
R.: i valori sono ottimi, diciamo che sono irrealizzabili i valori, perchè i valori sono cose che cambiano, mutano, sono diversi da persona a persona. Io ho un valore che magari su di te è diverso.
C.: ad esempio abbiamo l‟amicizia come valore comune.
R.: esatto, ma magari io la penso sulla guerra, sulla patria, sulla vita, sulla morte in modo diverso da come la pensi tu, giusto? Io non posso fare un libro sui valori e convincere tutte le persone sui valori dal punto di vista mio perchè sicuramente tu avrai degli altri punti di vita, e visto che ogni essere umano deve vivere senza fare del male a chi ha accanto e vicino, cioè sicuramente ognuno ha i suoi valori, arriva ai suoi valori, con la sua mente, pensando, con la sua esperienza di vita, con la sua capacità intellettuale, con tutto quanto, però ci arriva ai suoi valori, sicuramente ci arriva tramite la riflessione, lo studio, il pensiero, no? Non saranno mai valori negativi in fondo, perchè le persone colte, ...se si vede nel mondo anglosassone, noi siamo più avanti e perchè? Perchè abbiamo valori individuali, noi siamo persone che riescono a pensare con la nostra testa, e comunque si vive. Se vai nei posti come il Sud America, Africa, in quei posti lì, si vede che le persone hanno un valore unico e sono in guerra perchè c‟è più ignoranza, gli fanno il lavaggio del cervello, c‟è più di tutto no? e comunque questi sono valori che non valgono alla fine no? perchè io sono uno che ha valori miei e li impongo a tutti gli altri, non è un valore questo, è un‟imposizione, non è una cosa positiva secondo me. I valori come l‟onestà, il lavoro, il sacrificio, ... che ne so, tutti questi qua, i valori che come dice Fidel, come dice il Governo, sono valori buoni e positivi giustamente, non può imporli sulla gente, è la gente che deve da sola arrivarci a questi valori, pensando, vivendo la vita, mi spiego? (annuisco) è su questo che delle volte non si è d‟accordo. Se questi valori sono così, come mai vivendo la vita non vengono mai soddisfatti, realizzati? Vuol dire che sono valori scritti, non sono fatti! Sono valori che servono per far credere anche alle persone fuori di qua che dentro ci sono dei valori.
Nelle parole di Roberto possiamo notare la tensione tra ciò che anche lui stesso ama del suo Paese e lo scontro con la realtà che non è come idealmente si desidera. Questo distacco tra il reale e l‟immaginario crea nei giovani cubani una capacità di stare nelle contraddizioni attraverso uno “spazio terzo”, un luogo dove possono essere liberi di dire e di agire nonostante ciò possa essere trasgressivo rispetto alle regole sociali. La creatività di alcuni giovani consiste proprio nel far nascere alternative positive capaci di dare una testimonianza di vita dei valori promossi dallo Stato cubano in modo originale. Ad esempio Roberto ha scelto di educare il figlio consegnandogli la sua esperienza di vita e le radici culturali cubane a cui appartiene, allo stesso tempo desidera lasciarlo libero di fare le sue scelte di vita sperimentando da solo ciò che è bene per lui e per la società in cui vive (Italia) o sceglierà di vivere.
111 2.4.1 Inculcación
Altro termine spesso usato a Cuba e che scandalizza educatori e pedagogisti italiani è “inculcare”. Molti professori e studenti lo usano come rafforzativo per dire che è importante trasmettere e assorbire i valori proclamati dallo Stato. Dal momento che l‟educazione è lo strumento per trasmettere l‟ideologia ai giovani, la scuola e l‟Università hanno il “dovere-compito” (tarea) di “inculcare” (inculcar) i valori della Rivoluzione.
L‟impostazione dell‟educazione top-down dove tutto viene deciso dall‟alto verso il basso comporta un atteggiamento passivo degli/lle educandi/e e un disabituarsi a sentirsi protagonisti/e delle proprie scelte di vita.
Don Giulio, durante l‟intervista mi spiega come questo stile educativo fa sì che le persone non siano abituate a pensare e a prendere decisioni con la propria testa, ma attendano sempre le direttive dell‟autorità. In questo senso avviene un‟inculcación.
G.: Il problema è che la formazione è unidirezionale, viene dall‟alto… C.: … verso il basso.
G.: Sì. Nella Chiesa si cercava di fare qualcosa che esprimesse anche le idee dal basso verso l‟alto e non solo viceversa.
C.: Secondo te è possibile questo dopo tanti anni?
G.: È difficile. Ti racconto un esempio. In una comunità c‟era una chiesetta di assi e tetto di palme che un nubifragio aveva reso inagibile. Abbiamo cercato una alternativa e vennero presentate due possibilità di scelta, una più vicina e una più lontana. Abbiamo chiesto alla gente dove sarebbe stato meglio andare. Ho dovuto fare votazione segreta per capire dove volevano andare. Si aspettavano che decidessi io. Ma erano loro che dovevano dire dove erano più comodi perché per me non c‟erano differenze.
Nei documenti del Ministero dell‟Educazione che ho consultato il termine inculcar ricorre quasi come un termine tecnico riferito alla formazione dei valori.
È lo stesso termine “inculcare” che ho ascoltato spesso nelle interviste, usato sia dagli studenti che dai professori; si trova anche in alcuni discorsi dello stesso Fidel Castro.
Ne riporto un esempio. Loriana.
C.: ¿y el profesor gjía te dirige hacia unos valores?
L.: sí, desde niño, en la escuela, te empiezan a inculcar esos valores que debe tener uno, esos valores de patriotismo, de amor a la patria.
C.: ¿y tú qué piensas de eso?
L.: que es muy bueno tener esos valores91.
91 C.: e il professore guida ti indirizza verso alcuni valori?
L.: sì, fin da bambino, nella scuola, iniziano a “inculcarti” (trasmetterti) questi valori che ciascuno deve avere, i valori di patriottismo, di amore alla patria.
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Nel discorso pronunciato dall‟ex Presidente Fidel Castro, nella cerimonia di conferimento del titolo ai diplomati delle Scuole Emergenti di Maestri dell‟Istruzione Primaria all‟Avana, il 2 settembre 2002, egli disse:
“A mio giudizio, educare è seminare valori nelle persone, inculcare e sviluppare sentimenti, trasformare le creature che vengono al mondo con imperativi della natura che molte volte sono in contraddizione con le virtù che apprezziamo di più come la solidarietà, la rinuncia, il coraggio, la fratellanza e altre. I genitori devono essere i primi a educare i propri figli. E per garantire l‟educazione dei bambini bisogna garantire l‟educazione dei loro genitori. Voi, giovani diplomati come Maestri Emergenti, avete nelle vostre mani il compito più importante d‟una società umana. Le famiglie pongono nelle vostre mani il bene più caro, il tesoro maggiore, le loro più legittime speranze. La Rivoluzione vi offre il più grande privilegio, la più alta responsabilità sociale, il più nobile e umano di tutti i compiti e pone e porrà nelle vostre mani tutte le risorse necessarie. Dallo sforzo individuale e collettivo dipenderà il massimo riconoscimento sociale”92.
Nel tabloid del Ministero dell‟Educazione e in alcune ricerche cubane da me esaminate è evidenziata la difficoltà di apprendimento dei valori rivoluzionari da parte dei giovani a