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Il materiale bibliografico e archivistico reperito è stato consultato ed esaminato mediante un approccio storiografico tenendo conto dello stato dell’arte della ricerca scientifica riguardante tutti gli aspetti presi in considerazione nella presente ricerca. Si tratta di un corpus documentale multidisciplinare e di respiro internazionale che approfondisce numerosi ambiti di ricerca. Buona parte del materiale riguarda gli strumenti tecnici utilizzati che sono stati di ausilio alla ricerca (le nuove tecnologie dell’informazione geografia in particolare) e focus sulla storia della cartografia e il suo utilizzo nella ricerca storico geografica.

Specificatamente al caso di studio preso in considerazione come già accennato precedentemente è bene premettere che si è riscontrata una sostanziale carenza di studi geostorici. Questa ricerca dunque, si pone l’ambizioso obiettivo di colmare un vuoto storiografico ed ermeneutico da una prospettiva geostorica adottando il più possibile una visione interdisciplinare volta ad arricchire il lavoro di nuove prospettive lungimiranti e pluridirezionali. Le motivazioni di questo vuoto storiografico sono molteplici, ma la principale, a mio avviso risale probabilmente alla considerazione della valle dell’Amaseno nell’ottica di area marginale, circondata da territori che hanno attraversato fasi storiche di rilievo su cui gli studiosi delle più diverse discipline hanno preferito concentrarsi. Mi riferisco alla vicina area pontina o alla valle latina, certamente territori su cui non solo storici ma anche geografi hanno investito tempo e ricerche approfondite per delinearne le fasi evolutive e territoriali. Studi specifici sulle reali cause degli impaludamenti che esaminano la gran mole di materiale documentale e

56 Ad esempio è stato possibile individuare dettagli preziosi negli scavi dell’antica Privernum, chiusi momentaneamente al pubblico e quindi non visitabili personalmente e da vicino.

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cartografico archiviato nelle conservatorie, non esistono, in pochi si sono soffermati sul ruolo del fiume Amaseno nel difficile deflusso delle acque pontine e nessuno, o quasi, ha analizzato le rappresentazioni cartografiche che riproducono nel dettaglio l’intero territorio e offrono preziose informazioni e delucidazioni sulla situazione idrogeologica storica.

Ci si augura quindi, di esser riusciti almeno in parte, ad aver contribuito a delineare una completa storia della valle dell’Amaseno e di averne colto i principali aspetti geostorici toccando tutte le fasi e le trasformazioni territoriali più importanti e rilevanti che hanno dato luogo alla conformazione paesistica che oggi possiamo ammirare.

Del periodo pre romano e romano troviamo informazioni preziose nella Storia romana di Tito Livio in cui è possibile ricostruire le dinamiche relative alle guerre tra Roma e il popolo Volsco. Il fiume Amaseno invece viene più volte menzionato da Virgilio nell’Eneide di cui si è parlato nel capitolo IV di questo lavoro.

La prima storia completa della città di Priverno risale al 1637 ed è scritta dal domenicano Teodoro Valle; La Regia et Antica Piperno, è il primo tomo, in cui si parla della città volsco-romana e della sua misteriosa distruzione avvenuta nel corso del IX secolo d.C. Nel 1646 il Valle pubblica il secondo tomo della sua storia dal titolo La città nova di Piperno edificata nel Latio. Questi volumi costituiscono importanti fonti di approfondimento sui secoli XIII-XVI. Nelle opere del Valle posiamo rintracciare preziose notizie sugli altri centri storici dell’area esaminata, Sonnino, Roccagorga, Roccasecca dei Volsci, Maenza e Prossedi e indirettamente sulla valle stessa.

In appendice al primo volume di Italia Sacra dell’abbate Ferdinando Ughelli, stampato fra il 1644 e i 1662 viene pubblicata la Chronicon Fossae Novae importante fonte di notizie di carattere storico relative all’XI e al XII secolo, riguardanti l’area della valle dell’Amaseno e più in generale tutto il Lazio. Tra gli avvenimenti più rilevanti riportati nell’opera, troviamo la descrizione della consacrazione della chiesa di Fossanova eseguita da Innocenzo III nel 1208.

Il manoscritto della Cronaca di Fossanova fu ritrovato nel XVII secolo presso l’omonimo monastero, in condizioni di grave usura tanto che vennero subito predisposte una serie di copie, di cui una di queste fu utilizzata da Cesare Baronio per la sua opera sugli Annales Ecclesiastici. In assenza del manoscritto originale del Seicento

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attualmente disponiamo di due codici, uno conservato presso la Biblioteca Vallicelliana di Roma e firmato da Benedetto Conti di Sora, l’altro, che sarebbe una copia del primo, custodito alla Biblioteca Brancacciana. Il titolo varia tra Chronicon Fossae Novae con espresso richiamo al luogo dove fu ritrovato il manoscritto e Annales Ceccanenses, così denominato perché si ipotizza sia stato scritto da Giovanni da Ceccano. Il ritrovamento del manoscritto nel monastero di Fossanova induce gli studiosi a ipotizzare che si tratta di un’opera realizzata dai monaci57. L’opera narra gli avvenimenti

storici dalla nascita di Cristo all’anno 1217, fonte preziosa e attendibile per la ricostruzione dei principali avvenimenti storici politici del territorio di Campagna e Marittima.

Il volume sulla storia di Amaseno di Giuseppe Tomassetti del 1899 è corredato da un prezioso apparato documentario e da una Appendice diplomatica in cui l’autore inserisce oltre duecento atti per la maggior parte inediti e ordinati cronologicamente estratti dai registri pontifici e dalle Rationes decimarum conservati entrambi all’Archivio Segreto Vaticano, dall’archivio della cattedrale di Ferentino, dall’Archivio Colonna e dall’Archivio della famiglia Caetani. Nella premessa al terzo capitolo egli precisa che «dagli archivi, specie da quelli del circondario di Frosinone, che sono o dispersi o in stato da far pietà, poche notizie si traggono su questo paese. L’archivio di Amaseno non contiene che poche carte, tra le quali qualche volume di deliberazioni consigliari, il più antico dei quali è del 1580: l’archivio notarile ha un volume del 1493, parecchi del sec. XVI e un buon numero dei secoli posteriori, tutti rilegati con antiche pergamene scritte e con pagine di corali» (TOMASSETTI, 1899, p. 101)

Presso l’Archivio Colonna, in particolare, è stato possibile ritrovare la maggior parte di materiale documentario e cartografico utile a una ricostruzione geo storica della valle, come il Tomassetti precisava infatti, «gli archivi di Amaseno poco materiale ci hanno fornito, né molto più fortunate sono state le ricerche nell’archivio della curia vescovile e della cattedrale di Ferentino, quantunque accuratamente esplorati. Maggior copia di documenti si è trovata nei Diversorum Cameralium e nei registri e nelle pergamene sciolte dell’Archivio segreto della Santa Sede, ma la massima parte delle

57 Si rimanda al volume SPERDUTI, 1980 per approfondire le vicende legate al manoscritto di cui l’autore discorre ampliamente nella prefazione dell’edizione da lui curata che analizza nel dettaglio anche le precedenti edizioni.

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notizie proviene dall’archivio Colonna, di questa nobilissima famiglia, feudataria come di tanti altri comuni anche di Amaseno, e che possiede un preziosissimo archivio, nel quale si sono trovati numerosi documenti relativi ad Amaseno» (TOMASSETTI, 1899, p. 102).

Un notevole apporto alla ricostruzione delle vicende storiche della valle e dei centri storici che ne fanno parte si è avuto anche dall'esame del volume di Giuseppe Marocco, Monumenti dello Stato pontificio e relazione topografica di ogni paese del 1835.

Altri storici che sono occupati della valle dell’Amaseno nei suoi molteplici aspetti sono Alberico Magni che si è soffermato sull’evoluzione del fiume Amaseno dall’antichità ai giorni nostri, esplorando anche i caratteri socio-economici e folcloristici dell’alta valle (cfr. nello specifico MAGNI, 1998; 2004); Ernesto Mastropietro che nella sua opera Memorie storiche di Amaseno-San Lorenzo in valle descrive nel dettaglio le dinamiche sociali e territoriali riguardanti non solo il comune di Amaseno ma tutto il territorio dell’alta valle dall’epoca medievale all’epoca attuale fornendo un quadro completo e chiaro delle vicende storiche (MASTROPIETRO, 2011). Sugli aspetti storico religiosi si è concentrato lo storico Enrico Giannetta che nelle sue opere ha approfondito questo aspetto ed esaminato nel dettaglio alcune importanti strutture religiose della valle (cfr. nello specifico GIANNETTA, 1977;1987). Di rilievo gli studi di Maria Teresa Caciorgna, incentrati sul periodo medievale che forniscono non solo informazioni di carattere prettamente storiche ma è possibile rintracciare un approccio geo storico alla storia locale, con approfondimenti sulle attività produttive, in particolare l’attività ittica e le peschiere e sulle proprietà collettive (tra gli altri cfr. CACIORGNA, 1996; 2009). Di carattere medievale anche gli studi di Lucia Ployer Mione che ripercorre scrupolosamente le vicende storiche della valle con focus su alcuni centri storici e approfondimenti sul sistema castrense che si diffonde in seguito alle invasioni barbare (cfr. nello specifico PLOYER MIONE, 1990; 1986).

Tra i diversi autori che si sono occupati del territorio qui esaminato emerge sicuramente la figura di Edmondo Angelini, storico dell’arte dalla grande sensibilità verso i temi della salvaguardia del territorio e del suo patrimonio, che ho avuto la fortuna di conoscere personalmente, e che si è occupato degli aspetti storici-artistici e archeologici (Cfr. nello specifico ANGELINI, 1973; 1991; 1998).

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Della tutela e valorizzazione dei beni archeologici si è occupata un’altra figura molto importante e di riferimento per qualsiasi ricerca sul territorio della valle, Margherita Cancellieri, la cui produzione letteraria spazia da contributi prettamente di carattere tecnico archeologico a indagini territoriali storico geografiche e approfondimenti sulla situazione idraulica (si vedano in particolare CANCELLIERI, CIFARELLI, 1996; CANCELLIERI, 1998; 1999; 2012). Infine, nell’ambito degli studi relativi alla topografia antica sono certamente da menzionare i contributi di DE ROSSI e in particolare il suo recente volume Fossanova e San Tommaso, Sulle orme di San Tommaso d’Aquino a Fossanova, un percorso tra agiografia e topografia, edito nel 2013, e che analizza la situazione idraulica del territorio della media e bassa valle ripercorrendo la morfologia dell’Amaseno nel corso dei secoli prendendo in considerazione diverse carte storiche. Non si tratta in realtà di un’analisi di carattere preminentemente geostorica, ma essa costituisce certamente un apporto di rilievo per lo studio delle dinamiche sincroniche e diacroniche del territorio. Per quanto riguarda gli aspetti legati all’evoluzione del turismo e alla fruizione dei beni geografici della valle si rimanda ai diversi contributi a tal proposito, riportati in bibliografia, di Edmondo Angelini e Margherita Cancellieri.

Gli aspetti geologici, geomorfologici, botanici, faunistici sono trattati con attenzione principalmente da Luigi Zaccheo e Piergiacomo Sottoriva mentre per le tematiche più specialistiche riguardanti la situazione idrogeologica della valle e sulle numerosi sorgive è bene rimandare a Vittorio Novarese.

Riguardo gli aspetti idraulici l’opera più maestosa e rilevante fu il progetto di bonifica portato avanti sotto la guida di Pio VI alla fine del XVIII.

L’intensa attività di ingegneri e periti idraulici volta a fronteggiare situazioni di pericolo ed emergenza, provocate dai continui e perduranti fenomeni di esondazione delle acque dell’Amaseno è testimoniata dalle innumerevoli perizie, progetti, atti di pagamento relativi a lavori di costruzione e risarcimento di argini e ponti, interventi di sistemazione delle sponde e opere di bonifica dei territori prossimi al fiume. Grazie alla cospicua produzione cartografica storica, è possibile ricostruire con precisione le radicali trasformazioni che si sono prodotte nel corso dei secoli a seguito dei principali eventi alluvionali dell’Amaseno.

Di recente produzione il volume di Rocci (ROCCI, 1995) che ripercorre tutta la storia della bonifica delle paludi pontine, nei diversi aspetti scientifici e da plurime

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prospettive, soffermandosi in una sorta di catalogazione delle principali cartografie storiche, per lo più conservate presso l’ASR, che riproducono progetti di sistemazione idraulica del territorio e dei corsi d’acqua e quadri ambientali e paesaggistici propri degli ambienti di bonifica.

Di particolare rilievo i volumi del Ministero dei Lavori Pubblici, Servizio Idrografico - Sorgenti Italiane: Agro pontino e Bacino di Fondi (1934) che contengono uno studio idrologico, la descrizione delle sorgenti, un elenco dettagliato delle stesse con riferimenti cartografici, ubicazioni (quota e coordinate geografiche), schemi grafici delle sorgive, misure di portata e di temperatura dell’acqua, note sulla qualità e sull’uso dell’acqua.

Anche gli studi della Cassa per il Mezzogiorno – Indagini preliminari conoscitive delle risorse idriche dell’area di intervento del Progetto Speciale n. 29 (1978) contengono uno studio idrogeologico del territorio esaminato, un elenco delle sorgenti ed uno schedario con i loro dati caratteristici (riferimenti cartografici, misure di portata con temperatura acqua ed aria, portata minima massima e media storica) e una analisi delle caratteristiche fisico-chimiche dell’acqua (temperatura aria e acqua, resistività, residuo secco, durezza totale e durezza permanente).

L’opera di Biagio Camponeschi e Francesco Nolasco (1983) fornisce un inquadramento idrogeologico sintetico, informazioni e considerazioni su pozzi e sorgenti, misure di portate sorgive e caratteristiche termali e chimico-fisiche delle acque con indicazioni qualitative ed idoneità ai diversi usi, oltre che a dati stratigrafici di perforazione e risorse minerarie.

Riguardo la ricostruzione dell’antico acquedotto romano di San Lorenzo, oltre alla documentazione archivistica ci vengono in ausilio alcuni studi di carattere archeologico e topografico portati avanti da Lugli (1926), D’Onofrio (1999) e Floris (2001).

55 CAPITOLO I