• Non ci sono risultati.

Strumenti per elaborazione della fonte cartografica

La ricerca si è avvalsa del supporto dei Sistemi Informativi Geografici (GIS) al fine di restituire una visione integrale e integrata del quadro paesistico-territoriale della valle nel suo insieme, traducendo in un medesimo linguaggio diversi tipi di dati acquisiti con svariate tecniche di rilievo. Tali strumenti hanno consentito di analizzare le

47

sovrapposizioni delle componenti materiali e culturali, in maniera interattiva e immediata51.

Tali strumenti, in particolare i GIS sono stati e sono tutt’ora al centro di importanti dibattiti circa le implicazioni sociali e la presunta oggettività della realtà riprodotta tramite queste nuove tecnologie informatiche. La comunità di geografi americani ha approfondito la tematica individuando una notevole carenza epistemologica nella rappresentazione dei fenomeni sociali e una stretta connessione alle dinamiche comunicative di potere52.

Sono stati elaborati numerosi e diversificati dati geografici, rilevati mediante diverse tecnologie di ricognizione geografica (GPS, UAV), che rappresentano i principali tematismi riguardanti gli aspetti salienti del territorio della valle dagli aspetti geomorfologici (idrografia, orografia, geologia, pedologia, )agli aspetti legati alle trasformazioni antropiche (l’uso del suolo, la viabilità, gli insediamenti urbani, gli opifici idraulici e il sistema difensivo storico, antichi tracciati viari e idrici) e sono state elaborate diverse carte tematiche, corredate da statistiche e grafici, che mostrano in un’ottica diacronica e sincronica l’evoluzione del territorio e le principali trasformazioni attuate nel corso dei secoli53.

I GIS sono stati utilizzati anche per analizzare nel dettaglio le cartografie storiche mediante la conversione delle informazioni geografiche in dati digitali di tipo vettoriale. A tal proposito particolare attenzione è stata attribuita alle problematiche relative all’uso delle carte pregeodetiche all’interno dei GIS, a causa della natura stessa di queste rappresentazioni cartografiche storiche, prive di una metodologia scientifica alla base della loro realizzazione prospettica. Alcune carte sono state georeferenziate tramite l’identificazione di punti riconoscibili rimasti invariati nel tempo, permettendo in

51 I GIS hanno molteplici potenzialità, dalla «visualizzazione, gestione e analisi di dati spazialmente definiti; efficacia nel produrre e modificare cartografia; versatilità nella produzione di carte tematiche, modelli tridimensionali, scenari virtuali; capacità di integrare banche dati diverse, disponibilità di strumento vocati all’analisi spaziale utili a contestualizzare i segni lasciati sul territorio e ad analizzare le relazioni spazio-temporali» (AZZARI, 2010a, p. 53).

52 Per approfondimenti sulla corrente dei Critical GIS si rimanda a PICKLES 1995; SHUURMANN 2006.

53 I GIS hanno permesso di studiare i cambiamenti avvenuti sul territorio e l’impatto delle trasformazioni antropiche e naturali attraverso l’archiviazione e l’elaborazione dei dati e la successiva sintesi degli stessi. Attraverso l’analisi di diverse tipologie di dati vegetazionali e relativi all’utilizzo del suolo, confrontati con i dati relativi a fattori antropici è stato possibile effettuare un’analisi strutturale del territorio e una valutazione sullo stato della biodiversità e della frammentazione degli ecosistemi.

48

questo modo il corretto posizionamento, in un definito sistema di riferimento, delle immagini raster scansionate54. Questa procedura può riportare degli errori metrici

dovuti alla diversa proiezione, deformazioni relative alla conservazione della carta o ad errori di rappresentazione che sono comunque accettabili in quanto si tratta di carte storiche55.

I numerosi dati geografici acquisiti sono stati implementati in un geodatabase, strumento in grado di effettuare un aggiornamento progressivo e dinamico delle trasformazioni del territorio attraverso un’integrazione sistemica e organica dei dati geografici. Tutti i dati rilevati costituiscono la base del GIS che ha il principale scopo di permettere un’analisi comparata delle rappresentazioni iconografiche congiuntamente a fonti di altra natura al fine di poter comparare le diverse fasi di territorializzazione e interpretare in un’ottica geostorica gli elementi morfologici e antropici che si sono evoluti nel corso del tempo per arrivare a formulare un adeguato quadro geomorfologico-paesistico esaustivo (carte storiche e topografiche attuali, cartografia tematica, fotografie aeree e satellitari). Tutti i documenti sono stati sottoposti a un’attenta lettura multidisciplinare la quale ha consentito di individuare la vocazione funzionale del territorio esaminato. Di rilevante ausilio si è dimostrata l’analisi delle carte storiche, opportunamente digitalizzate e in alcuni casi georeferenziate, e dei tematismi estrapolati. Accanto ai GIS sono stati utilizzati altri due strumenti propri dell’informazione geografica che hanno consentito un monitoraggio diagnostico del territorio esaminato, i GPS e i droni. In particolare quest’ultima tecnologia, ha permesso di osservare attentamente e dettagliatamente le persistenze storico archeologiche integralmente nel loro contesto territoriale e di approfondirne la stratigrafia. Utili nell’individuazione di antichi tracciati viari,

54 A questo proposito sono state prese in considerazione solo le carte prodotte dal XVIII secolo in poi, dotate di precisi riferimenti geodetici e geometrico-topografici. La documentazione cartografica di tipo pre catastale, caratterizzata da tecniche di rappresentazione prive di riferimenti geodetici (ad esempio le riproduzioni a “volo d’uccello” o zenitali) è stata attentamente analizzata senza procedere a operazioni di georeferenziazione che avrebbero comportato solo una gran quantità di errori e gravi deformazioni del documento.

55 Per approfondire il dibattito sulle problematiche relative all’utilizzo della cartografia storica all’interno dei GIS e per acquisire una metodologia scientifica adeguata in merito, si rimanda ai lavori, in ambito anglosassone, di: GREGORY, ELL, 2007; KNOWLES, 2002; 2008; mentre in Italia, le prime riflessioni critiche e metodologiche sui GIS e le carte storiche si diffondono dalla seconda metà degli anni Novanta del Novecento, e fanno riferimento in particolare agli scritti di ROMBAI, 2010; AZZARI et AL. 2002; AZZARI, 2010b; FAVRETTO 2005.

49

nell’analisi specifica della condizione degli argini del fiume Amaseno, nell’identificazione di crepe e situazioni pericolanti nei manufatti antropici come le torri difensive, permettono di avviare prontamente attività di restauro e recupero valorizzativo, visualizzare ed esaminare dall’alto in una prospettiva privilegiata e non abituale gli scavi archeologici56; essi permettono di riaffermare il potenziale di un

manufatto e di includerlo in virtuosi circuiti di fruizione e valorizzazione.