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6 3 La co-istituzione dell’informazione elementare: i reclami L’informazione elementare del ciclo metodologico della ricerca è una

6.4. Il trattamento dei dati: il reclamo fra qualità e quantità

6.5.2. Reclami per sé o reclami per altr

I reclami pervenuti all’Urp possono essere il frutto di tre distinte azioni dei soggetti reclamanti. Un soggetto può reclamare per sé, per un torto che sente di avere subito in prima persona; un soggetto può reclamare “in seconda persona” per conto di parenti, amici protagonisti del “sopruso”, infine, il reclamo può avvenire tramite associazioni di tutela di diritti del malato o avvocati di parte.

Tab. 3 – Reclami per soggetti reclamanti

conseguenza di una minore propensione alla ripetenza, le donne mostrano una minore tendenza ad interrompere il percorso scolastico. Il tasso di successo nel conseguimento del diploma di scuola secondaria vede infatti 84 iscritte al primo anno su 100 conseguire il titolo cinque anni dopo l’iscrizione al primo, laddove gli uomini che riescono a concludere gli studi sono solo il 73 per cento circa. Le studentesse risultano più brillanti dei loro colleghi maschi anche rispetto agli esiti all’esame di fine ciclo. A livello universitario, uno dei principali problemi di rendimento rinvia all’elevata dispersione che contraddistingue i percorsi degli studenti: su 100 immatricolati, poco più di 46 riescono a laurearsi13. Le donne dimostrano però rispetto agli uomini una maggiore tenacia: a sei anni dall’avvio degli studi, infatti, la quota di persone che conseguono il titolo è pari al 49,3 per cento per le prime e al 41,8 per cento per i secondi. Le ragazze ottengono risultati migliori degli uomini anche in termini di votazione finale: la quota di profili eccellenti (laureati con lode) è pari a 22,3 per cento tra le prime e a 15,8 per cento per i secondi [Istat 2004].

% reclami

Reclamo in “prima persona” 75,9 Reclamo in “seconda persona” 23,1

Associazioni/avvocati 1,0

Totale % 100,00

199

Come si può notare dal grafico la maggior parte dei reclami, il 75,9%, provengono delle stesse persone protagoniste dell’evento origine del reclamo, mentre il 23,1% dei reclami proviene da soggetti che per conto di altri si rivolgono all’Urp. Solo l’1% dei reclami derivano da associazioni di tutela del malato o da avvocati di parte. È comunque importante sottolineare che circa un reclamo su tre è stato presentato, così come è stato definito, in “seconda persona”. In particolar modo, è interessante notare come fra i soggetti per conto dei quali si presenta reclamo risultano nella maggioranza dei casi i figli per il 44,2%, seguono, a distanza, i genitori con il 27,2% assieme ai coniugi con il 22,0%. Nettamente inferiore la percentuale “altri parenti”. I “figli” e, un po’ meno, i “genitori”, quindi, rappresentano le categorie per conto dei quali si reclama di più. Indubbiamente sono entrambe “fasce deboli” le quali, anche se per motivi diversi, si trovano ad essere seguiti nel percorso di malattia da un familiare. Questo sicuramente è più vero per i bambini – poco probabile pensare ad un bimbo in ospedale senza un genitore accanto – , un po’ meno per gli anziani che spesso si trovano a vivere soli l’approccio alle strutture sanitarie, anche se magari bisognosi del sostegno o dell’aiuto di qualcuno, infatti come emerge da molti dati sembra che la cura delle persone anziane sia sempre più a carico della famiglia117. Ad

ogni modo entrambi, si trovano nella condizione (per capacità ancora da acquisire od ormai perse), di non riuscire a manifestate autonomamente le problematicità incontrate o il presunto danno subito. Un’altra caratteristica che accomuna le due categorie è la propensione all’elevato utilizzo dei servizi sanitari dalle visite

117 L’ultimo rapporto dell’OMS sul XXI secolo rileva che nel mondo le aspettative di vita sono

passate dai 48 anni del 1955 ai 73 anni stimati nel 2025. L’Italia, insieme alla Svezia, all’Islanda e al Giappone, è tra i paesi più longevi, con un’aspettativa di vita di 74.3 anni per i maschi e 80.7 anni per le femmine. I dati Irp/Cnr confermano che tra trent’anni in Italia, il 40% della popolazione avrà più di 60 anni: oltre 19.000.000 contro i 12.000.000 di ora. L’Italia è attualmente il primo (e per ora unico) paese al mondo dove la percentuale di ultrasessantacinquenni (16%, pari a 9 milioni) ha superato quella dei minori di 15 anni (15%). E comunque la tendenza in tutti i Paesi europei è verso l’aumento delle persone dipendenti (18% in più nel 2010) e verso la modifica dell’equilibrio tra piccoli e anziani dipendenti, dato che appare persino più significativo dell’aumento stesso della dipendenza. Infatti nel 2010 le persone con più di 65 anni saranno il 45% delle persone dipendenti (oggi si attestano sul 35.4%).

200

mediche118. Può sembrare un paradosso data l’elevata speranza di vita in buona salute119 accompagnata dal bassissimo tasso di mortalità120 dei bambini. In realtà i bambini - con i loro genitori-, per motivi ovviamente molti diversi rispetto agli anziani, si trovano a frequentare spesso le aziende sanitarie od ospedaliere. Basti pensare alle visite pediatriche121 alle quali si devono sottoporre sia per controlli di routine sia a causa delle malattie (esantematiche, di raffreddamento, ecc) con elevata morbilità, ma quasi nulla mortalità, alle quali risultano più soggetti rispetto agli adulti. Inoltre, sono da considerare le numerose vaccinazioni122 alle quali i bambini devono sottoporsi e, la frequenza, più elevata rispetto ad altre fasce d’età, dell’utilizzo del Pronto soccorso a causa di cadute o piccoli incidenti dovuti all’imprudenza dell’età. Al di là di queste considerazioni, che per molti aspetti accomunano bambini ed anziani nella frequenza di utilizzo dei servizi sanitari, la percentuale che differenzia le due categorie è notevole, infatti quasi la metà dei reclami presentati all’Urp in “seconda persona” – il 10% del totale dei reclami raccolti – sono, in sostanza presentati dai genitori per conto dei figli (piccoli).

Tab. 4 – Reclami in “seconda persona” per categorie familiari

118 Per quanto riguarda le visite mediche la proporzione di persone che hanno fatto almeno una

visita medica nel periodo considerato cresce con l’età fino a raggiungere il 427,3 per mille tra gli ultrasessantacinquenni. In questa tenenza fanno eccezione i bambini (0-14), fra i quali la quota di quelli che hanno fatto almeno una visita medica è relativamente alta (272,7 per mille) a causa del ricorso a visite pediatriche di controllo dell’infanzia. Anche per quanto riguarda il Pronto soccorso è utilizzato in misura maggiore dai bambini fino a 5 anni (67,4 per mille) e dagli adulti a partire dai 60 anni (valori compresi tra 70,9 per mille e 125 per mille) [Istat 2005].

119 Un bambino nato nel 2000 ha una speranza di vita in buona salute pari a 50,20 contro l’1,60 di

un uomo over 75 [Istat 2005].

120 Il tasso di mortalità dei bambini nella fascia d’età 1-4 anni è dello 0,21% contro il 54,57%

degli uomini compresi fra i 75-79 anni e dell’86,48% per quelli compresi fra 80-84 anni.

121 Secondo i dati Istat [2002a] tra i bambini di 0-14 anni due terzi delle visite è di tipo generico o

pediatrico e, tra i bambini fino a 1 anno di età la percentuale di visite di tipo pediatrico supera l’85%.

122 Si stima che negli ultimi 10 anni il ricorso a prevenzione di tipo vaccinale in età pediatrica è

aumentato. Circa tre bambini su quattro fra gli 1-5 anni hanno eseguito la vaccinazione contro la pertosse (74%) [Istat 2002b]

% reclami

Figli 44,2

Coniugi 22,0