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L’Urp come organizzazione correlazionale

il quadro normativo

3. Funzioni e modelli organizzativi degli Urp in sanità

3.3. L’Urp come organizzazione correlazionale

Gli ampi apporti normativi che si sono susseguiti in questo ultimo decennio, inquadrano in sostanza l’Urp come un ufficio dedicato esclusivamente a funzioni di comunicazione nelle organizzazioni, orientate alla soddisfazione dei bisogni informativo-comunicativi dei cittadini in relazione ai servizi offerti e alle modalità di accesso e del personale che compone le organizzazioni stesse. Nelle intenzioni del legislatore l’Urp risulta un servizio di comunicazione con una doppia natura [Ducci 2001]:

1. Struttura di una comunicazione e immagine per le istituzioni: ufficio

che cura gli aspetti comunicativi legati alla promozione dell’istituzione che si mostra in grado di fornire reali servizi al cittadino con l’obiettivo di ottenere consenso e legittimità;

2. Struttura che consente di produrre un reale valore aggiunto in una

duplice direzione: per il cittadino/utente dei servizi pubblici (realtà esterna all’organizzazione) e per l’organizzazione stessa (realtà interna), diventando quindi non solo uno strumento di comunicazione esterna, ma anche leva di innovazione organizzativa.

L’Urp sembra fungere da cerniera fra l’ambiente esterno (cittadini) e l’ambiente interno (l’organizzazione sanitaria). Esso rappresenta quello che potremmo definire un “terzo attore” all’interno dell’organizzazione del sistema sanitario. Esso si pone da interfaccia fra l’ambiente interno (l’azienda sanitaria od ospedaliera) e l’ambiente esterno (i cittadini e il Terzo settore). È un soggetto che, proprio per questa specificità, compie due operazioni di codifica di flussi comunicativi che si possono definire circolari:

Esterno URP Interno

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L’Urp, nei confronti dell’ambiente esterno, ha il compito di accoglienza ed informazione dei servizi, inoltre sta all’Urp recepire le dinamiche che si svolgono all’esterno dell’organizzazione attraverso la raccolta delle osservazioni e delle istanze che i cittadini hanno del servizio erogato (ad es. la raccolta e l’elaborazione dei reclami). Una volta in possesso di queste informazioni, è l’Urp a distribuirle in direzione delle aree organizzative interessate al fine di migliorarne l’organizzazione, e a restituire ai cittadini la risposta in merito alle problematicità sollevate.

Il secondo flusso parte dall’azienda sanitaria od ospedaliera. La struttura eroga i servizi. Spetta all’Urp informare i cittadini in merito ai tempi e ai modi dell’erogazione del servizio. Infine, compete all’Urp, attraverso apposite indagini, rilevare in livello di gradimento dei servizi da parte dell’utenza e analizzarne i risultati al fine di migliorare il servizio erogato (interno).

L’Urp diviene una struttura situata ai confini dell’organizzazione che consente a quest’ultima di sintonizzarsi con gli altri sistemi rappresentati dai cittadini e dall’azienda sanitaria, traendo arricchimento da questa esperienza apportando di volta, in volta modificazioni strutturali ed organizzative. L’interattività si completa nel momento in cui gli input, provenienti o dall’interno o dall’esterno dell’organizzazione sanitaria, divengono risorsa ed elaborati dando luogo a un ri-orientamento continuo della struttura. In quest’ottica è come se l’Urp di dovesse rapportare ad un “doppio acquirente”: quello esterno (il cittadino e il Terzo settore) e quello interno (i membri dell’organizzazione di riferimento), entrambi di volta in volta “clienti e fornitori” l’uno per l’altro. Attraverso gli Urp la cittadinanza, i membri dell’organizzazione e il sistema-organizzazione si pongono sullo stesso piano relazionale e co-partecipano e alla creazione di un dominio consensuale che si esplica in servizi, norme, ecc..

Si è di fronte ad una concezione di organizzazione che potremmo definire correlazionale [Cipolla 1997]45 che assume i connotati del pluralismo, della

45 Correlazionale come «epistemologia che cerca di abbattere confini, astrazioni, ontologie,

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multimensionalità e della co-integrazione. È un sistema che richiama a sé diverse prospettive che ricomprende e fa coesistere, disgiungendo e congiungendo diverse prospettive. È un flusso continuo e circolare di informazioni tra interno-esterno che porta quasi a rendere obsoleta una tale distinzione comunicativa. È sempre più difficile separare i messaggi rivolti verso l’esterno da quelli rivolti all’interno e viceversa, per cui diventa necessario integrarli. Per questo oggi si tende a parlare di “comunicazione organizzativa” intesa come: «l’insieme dei processi di creazione di scambio, e di condivisione di messaggi informativi e valoriali all’interno delle diverse reti di relazioni che costituiscono l’essenza dell’organizzazione e della sua collocazione nel suo ambiente. Essa coinvolge i membri interni, i collaboratori interno-esterni e tutti i soggetti esterni in qualche modo interessati o coinvolti nella vita dell’organizzazione compresi i suoi clienti effettivi o potenziali. Essa costituisce parte integrante dei processi produttivi e decisionali e dei rapporti con gli ambienti esterni; viene usta per definire e condividere la missione, la cultura, i valori dell’istituzione; viene impiegata per sviluppare la qualità dei servizi; favorisce la visibilità all’interno e all’esterno di tutta l’organizzazione […]» [Invernizzi 1996: 172].

Questa definizione pone al centro del concetto di comunicazione nelle organizzazioni l’integrazione fra tutti i processi comunicazionali che supportano la vita e lo sviluppo del sistema organizzativo: «comunicazione interna ed esterna devono essere fortemente integrate, vale a dire che i contenuti di entrambe devono essere coerenti. In tal senso occorre un unico presidio delle attività di comunicazione complessive dell’azienda che, nel caso delle organizzazioni pubbliche, vede l’Urp da protagonista» [Ducci 2001: 75].

Fig. 2 – La centralità dell’Urp [Fonte: Ufficio relazioni con il pubblico, Azienda Usl di

Ferrara]

come epistemologia «che si avvale di tanti apporti metodologici, che cerca continuamente di ricomporre, di combinare, di integrare fra di loro per parti e per prove ed errori, al fine di una verità più piena ed attendibile» [ibidem: 575].

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L’Urp diviene attore e portatore dei nuovi paradigmi in sanità: comunicazione, partecipazione e tutela [Cfr cap. 1]. Ad esso, infatti, sono attribuite queste peculiarità funzionali che contrassegnano i nuovi percorsi delle nuove organizzazioni socio-sanitarie. È chiaro, dunque, che l’Urp diviene

strumento strategico per l’intera gestione aziendale come interfaccia tra l’Azienda ed i cittadini, con i loro problemi, le loro aspettative e le loro necessità

di comunicazione, partecipazione e tutela.

R Raappppoorrttiiccoonnii m meeddiiaaeeuuffffiicciioo s sttaammppaa

Comunicazione esterna e pubbliche relazioni

Comunicazione interna e relazioni interne

A Assccoollttoo--AAccccoogglliieennzzaa I Innffoorrmmaazziioonnee P Peerrccoorrssii P Paarrtteecciippaazziioonnee T Tuutteellaa

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4. Gli aspetti tecnici della gestione dei