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Lo stato di salute e i servizi sanitari del territorio veneto

il quadro normativo

5. Il Veneto e gli Uffici per le relazioni con il pubblico in sanità

5.1. Lo stato di salute e i servizi sanitari del territorio veneto

Il Veneto di compone di sette province suddivise in 581 comuni ed ha una superficie pari a 18.390,7 Km quadrati. Un alto numero di Comuni per Provincia indica la frammentazione degli insediamenti abitativi che caratterizzano il Veneto e la conseguente criticità relativa all’implementazione e allo sviluppo di servizi socio-sanitari nel territorio.

Secondo i dati ISTAT, al 31 dicembre 2002 la popolazione residente nel Veneto ammontava a 4.577.408 unità, ovvero 47.585 unità in più rispetto all’anno 2001. Questo incremento va attribuito in gran parte al fenomeno immigratorio (più 46.485 unità) e in misura decisamente minore al saldo naturale che segnala 1.100 nati vivi in più rispetto ai morti. La componente naturale è il risultato di due fenomeni contrapposti: la natalità e la mortalità. Per quanto riguarda il primo

54 Per la trattazione completa della ricerca si rimanda al cap. 6 del presente lavoro.

55 Tutti i dati statistici che sono riportati nel seguente paragrafo sono tratti dalla Relazione Socio-

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fenomeno nel 2002 il numero di nati vivi in Veneto ammonta a 43.434, mentre i decessi risultano pari a 42.334 unità. Di conseguenza il tasso di incremento naturale, ossia la differenza tra tasso di natalità e tasso di mortalità, risulta pari a 0,2 per mille residenti. Confrontando questi dati con quelli medi nazionali, si osserva, per l’Italia, un eccedenza di morti rispetto ai nati vivi, da cui deriva un saldo naturale negativo che conferma la tendenza degli anni precedenti (1999: - 0,6 per mille residenti; 2002: - 0,3 per mille residenti). Approfondendo l’analisi sul territorio della Regione Veneto emerge si può rilevare una certa variabilità tra le province. Specificatamente a Rovigo, Venezia e Belluno il numero dei morti non è bilanciato dal numero dei nati vivi, mentre a Vicenza si registra non solo il più basso tasso di mortalità, ma anche il più alto tasso di natalità.

Aumentando il livello di dettaglio territoriale e, quindi, passando all’analisi per singola Ulss, colpisce particolarmente il valore, fortemente negativo del saldo naturale registrato nell’Ulss Veneziana (- 1198) e il valore più basso del movimento migratorio, quindi, in questa Ulss non solo il numero dei morti eccede il numero dei nati vivi, ma i trasferiti sono di poco coperti dai nuovi iscritti, di conseguenza il tasso di crescita totale risulta essere il più basso tra tutte le Ulss del Veneto. All’Ulss Veneziana si contrappongono le Ulss di Bussolengo e Vicenza, nelle quali il tasso di crescita totale si aggira attorno a 19 su mille abitanti.

Considerando la struttura per età e sesso della popolazione veneta56

emerge che il 17% della popolazione è rappresentato da minorenni. Se a questi sommiamo la popolazione di età compresa tra 19 e i 24 anni possiamo affermare che circa 1 veneto su 4 è compreso nella fascia di età più giovane. Confrontando la struttura per età dell’Italia con quella del Veneto si nota, per entrambe, una netta prevalenza della classe di età compresa tra i 25 e i 45 anni. La struttura per età dell’Italia si differenzia particolarmente da quella del Veneto per la distribuzione della classe d’età 0-15. Passando, infatti dai 15 ai 0 anni, si osserva per l’Italia un costante riduzione dei numero dei soggetti, al contrario di quanto accade nel Veneto per la stessa classe d’età.

56 Dati Istat 2001.

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La distribuzione per età sul territorio veneto mostra una certa variabilità tra le province. Belluno e Rovigo presentano la percentuale maggiore di anziani (21% oltre i 64 anni), superando addirittura la media nazionale, e insieme a Venezia si distinguono anche per il minor peso relativo di bambini (tra l’11% e il 12%) e adolescenti (attorno al 3%). Al contrario Vicenza vanta la struttura più giovane d’età registrando allo stesso tempo la maggior percentuale di bambini e la più bassa percentuale di anziani.

Analizzando il fenomeno per singola Ulss, risulta che quella Veneziana è la più anziana, infatti oltre il 22% della popolazione ha più di 64 anni ed è anche l’Ulss con il valore più allarmante per l’indice di vecchiaia (212,4%). Fanno seguito le Ulss di Rovigo e Feltre con una percentuale di anziani oltre i 65 anni di poco inferiore al 22% e Belluno e Adria per le quali questa percentuale si aggira attorno al 21%. A queste si contrappone l’Ulss Alta Padovana che, oltre a presentare la più bassa percentuale di popolazione anziana (15,3%), si distingue anche per la struttura più giovane per età, infatti vanta la maggior percentuale di giovani di età compresa tra 0 e 24 anni. Con tutta probabilità, le percentuali di suddivisione della popolazione riscontrate nel 2001 saranno confermate anche nel biennio 2002-2003, con un ulteriore aumento della popolazione anziana. In tal senso, secondo i dati Istat la popolazione risulta pari a 4.642.899 unità mentre alla stessa data del 2002 ammontava 4.577.408 residenti. Nel 2003 si è registrato quindi un incremento della popolazione residente pari all’1,4%, tale incremento è in larga parte dovuto alle iscrizioni anagrafiche successive alla regolarizzazione degli stranieri presenti in Italia mediante “sanatoria”.

Le donne costituiscono il 51,13% della popolazione per un totale di 2.373.724 a fronte di un numero di uomini pari a 2.269.175 unità (48,87%). La maggior percentuale di individui di sesso femminile è tipica delle società a forte invecchiamento ed è dovuta ad una maggiore longevità delle donne rispetto agli uomini.

La popolazione del Veneto rappresenta l’8,02% della popolazione Italiana. La provincia più popolata risulta essere quella di Padova con 871.190 abitanti

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seguono Verona, Treviso, Venezia, Vicenza, Rovigo e infine Belluno. Come avviene ormai da quattro anni il saldo naturale è positivo, ovvero il numero dei nati vivi supera il numero dei decessi. Tuttavia, il saldo naturale del 2003, pari a + 124 unità, è il più contenuto registrato a partire dal 2000. Tra le province si registra saldi negativi a Belluno, Venezia, Rovigo e Verona, mentre le province di Treviso, Vicenza e Padova presentano saldi naturali positivi. L’invecchiamento progressivo della popolazione determina un numero di morti in costante crescita, ma l’incremento osservato nel 2003 è dovuto alle particolari condizioni climatiche di quell’anno. Infatti, nei mesi estivi da giugno a settembre è stato rilevato un aumento dei decessi pari all’8% fronte dell’1,4% registrato nel corso dell’anno.

In merito alla famiglie e alla loro composizione si può rilevare una crescita costante dal 1991 al 2000, mentre se ne può registrare un leggero decremento tra il 2001 e il 2002. Il numero medio di componenti della famiglia è di 2,7 persone, infatti il Veneto si caratterizza ancora, rispetto alla media nazionale, per una percentuale di famiglie estese, ovvero composte da due o più nuclei o da un nucleo famigliare con altre persone aggregate. Continuano a diminuire i nuclei famigliari costituite da coppie con figli, in questo caso il dato veneto si pone al di sotto del dato medio nazionale.

In merito allo stato di salute della popolazione veneta si può rilevare che la speranza di vita alla nascita continua ad aumentare nella Regione Veneto per entrambi i sessi. Ciò evidenzia un ulteriore miglioramento dello stato di salute dei cittadini rispetto al recente passato che si riflette in una minore mortalità anche nelle età avanzate. Le donne si caratterizzano per una aspettativa di vita alla nascita maggiore rispetto agli uomini, fattore che può essere spiegato generalmente con due ragioni. La prima è uno svantaggio biologico degli uomini che si traduce in 3 anni in media di vita in meno rispetto alle donne; la seconda è la maggiore esposizione ai fattori di rischi da parte degli uomini come tabacco, alcool, traumi sul lavoro, guida senza cinture di sicurezza, ecc… .

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- i tumori maligni, sono la prima causa di morte tra gli adulti con un rischi tra gli uomini doppio rispetto alle donne. L’importanza della patologia tumorale per la Regione Veneto viene messa in evidenza dal confronto dai tassi di mortalità per infarto al miocardio e per tumore del Veneto con quello degli altri paese industrializzati;

- le malattie cardiocircolatorie, sono la prima causa di morte negli anziani e la seconda tra gli adulti, più frequenti nei maschi rispetto alle femmine in tutte le classi d’età tranne che in quelle più avanzate;

- la cirrosi epatica, è la terza causa di morte nei maschi e la quarta nelle donne tra i 45 e i 65 anni d’età, tra i maschi con più di 45 anni il rischi di cirrosi è due volte e mezza rispetto a quello tra le donne.

Nel Veneto, l’evoluzione del quadro epidemiologico durante il XX secolo ha comportato una drastica riduzione delle malattie infettive e una diffusione delle malattie non trasmissibili. La mortalità e anche la morbosità per malattie infettive immunizzabili dell’infanzia ha raggiunto frequenze molto basse in conseguenza degli elevati tassi di copertura vaccinale degli interventi di profilassi introdotti negli ultimi cinquant’anni in Italia e nel Veneto. Inoltre, la mortalità per Aids è diminuita negli ultimi 5 anni in conseguenza dei progressi terapeutici ottenuti con i farmaci e alla riduzione della trasmissione tra tossicodipendenti. Le patologie non trasmissibili hanno seguito un andamento inverso rispetto alle malattie infettive superandole. La diminuzione della mortalità per neoplasie è stata più limitata ed è iniziata più recentemente rispetto alle malattie cardiovascolari e ciò si è tradotto in un incremento dell’importanza relativa dei tumori come causa di morte in entrambi i sessi. L’invecchiamento della popolazione è l’altro fattore che ha fatto aumentare l’importanza in termini assoluti e relativi delle morti da tumore in quanto l’incidenza, e quindi la mortalità per neoplasie, aumenta con l’età avanzata. Paradossalmente l’aumento della proporzione di morti per tumori è segno dell’aumentata longevità della popolazione. Le dinamiche demografiche ed epidemiologiche degli ultimi come dei futuri decenni hanno e sempre avranno

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conseguenze notevolissime sui bisogni della popolazione, sulle strutture della società e quindi sulla progettazione dei servizi socio-sanitari.

Il Servizio sanitario della regione Veneto si articola su 21 Aziende Usl e 60 Distretti.

Tab. 1 - Numeri e strutture del Servizio Sanitario della Regione Veneto*

Popolazione residente al 31.12.2002 4.577.408

Comuni 581

Aziende Usl 21

Distretti 60

Aziende Ospedaliere 2 Ospedali a gestione diretta 61 Policlinici universitari 0 Istituti a carattere scientifico 0 Istituti a carattere scientifico-sedi distaccate 0 Ospedali classificati 8 Case di cura accreditate 16 Posti letto pubblici 21.855 Posti letto privati accreditati 1.262 Ambulatori e laboratori pubblici 446 Strutture residenziali pubbliche 153 Ambulatori e laboratori privati 332 Strutture residenziali private 494

* Dati SIS – Anno 2001, Rilevazione ASSR – Anno 2003

L’evoluzione che interessa attualmente il Sistema Sanitario Regionale tende gradualmente a determinare un riequilibrio tra il modello tradizionale di servizio sanitario, inteso esclusivamente in chiave diagnostico-terapeutica, ed il modello più avanzato che agisce nell’ambito della prevenzione, della promozione e dell’educazione alla salute. Questo comporta indubbie difficoltà dal momento che tale paradigma considera l’individuo come soggetto interagente con l’ambiente che lo circonda, con i luoghi dove vive, lavora, studia e ovviamente dove viene curato. Questo significa qualificare la persona umana come facente parte di tutti questi macro e micro sistemi. In particolare i settori di azione previsti dalla Regione Veneto sono i seguenti:

- sorveglianza e prevenzione epidemiologica delle malattie infettive; - sicurezza nei luoghi di lavoro;

163 - igiene di alimenti e bevande; - sanità veterinaria;

- servizi di igiene pubblica.

Nel Veneto l’assistenza ospedaliera si caratterizza per 2 Aziende ospedaliere e 61 ospedali a gestione diretta, offrendo un numero di posti letto, fra strutture pubbliche e privato convenzionato, pari a 23.117. L’assistenza ospedaliera, così come per le altre regioni, costituisce uno dei nodi di un sistema a rete in cui l’ospedale è una componente insieme ai distretti socio-sanitari, ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta e ai dipartimenti di prevenzione. Nello specifico, all’interno degli ospedali sono attualmente rilevabili due aree assistenziali:

- aree orientate ad interventi rapidi e di grande complessità e specialità riservate a pazienti con forme acute, caratterizzate da numeri di letti e tempi di degenza sempre più contenuti. La costituzione ed il consolidamento di queste aree fanno parte di un processo che si colloca attualmente nella sua fase iniziale per la maggior parte delle aziende sanitarie venete;

- aree destinate all’assistenza in fase di post-acuzie e per riabilitazione al fine di affrontare la cronicizzazione delle forme neoplastiche ed in generale di tutte le forme cronico-degenerative. Anche in questo caso, per le aziende sanitarie del Veneto, la suddivisione di queste ultime aree non è ancora così precisa e delimitata.

Tali evidenze segnalano la necessità di ri-orientare l’assistenza ospedaliera veneta affinché si caratterizzi per una forte interiorizzazione di approcci organizzativi e gestionali più legati alle manifeste necessità e maggiormente in grado di dare risposta ai bisogni di salute espressi dalla popolazione veneta.

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