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La reliquia del Legno della Croce del Vescovo Pietro Dandolo

VICISSITUDINI DI UNA RELIQUIA

4.5 La reliquia del Legno della Croce del Vescovo Pietro Dandolo

L’attestazione della donazione del Legno della Croce da parte di Pietro Dandolo nel 1507, non poteva che essere riproposta da Magrini:

1507, ind.X. 7 decem. Vicentie in episcopatu rev. in Christo pater dominus Petrus Dandulus, Dei et Apostolice sedis gratia episcopus Paduanus, olim Vicentinus voles ad laudem Omnipotentis Dei et ejus Sanctissime Crucis erigere seu erigi unam cappellam in ecclesia cathedrali vicentina, qui donavit partem ligni santissimi crucis, construit mag. et generosos equites d. Nicholaum q. d. Simonis de Thienis equitem egregium, et sapientem d. i. n. d. Hieronymum de Scledo civ. vicent. gubernatores et suprastantes dicte fabrica ac ipsius capelle defensores ac proctetores. Insuper r. d. episcopus consegnavit d. Simoni de Portis archidiacono vicentino unam ex clavibus armarioli, in quo est dictum lignum crucis per ipsum donatum, aliam vult remanere penes vicarium r. d. episcopi, et aliam penes speciales dominos deputatos ad utilia civitatis.187

La donazione della reliquia e l’elezione di Dandolo a Vescovo, non possono essere considerati eventi fortuiti: si devono prendere in esame alcuni aspetti apparentemente secondari alla vicenda per fornire un quadro d’insieme, iniziando proprio dai fatti storico-politici di Vicenza.

Conclusa l’epoca del dominio Visconteo, nel 1404 Vicenza si consegnò a Venezia. Il ceto aristocratico vicentino, orgoglioso e insofferente, non aveva sopportato che, in cambio di una spontanea resa alla Serenissima non fosse stata corrisposta una “fiducia politica”: tutte le cariche governative locali, infatti, vennero riservate al patriziato veneziano.188

La nomina a Vescovo di Dandolo avvenne in una situazione di particolare tensione che coinvolse gli elettori vicentini e il Papa. Tre giorni prima della morte del Cardinale Battista Zeno (1471-1501), il capitolo vicentino, in previsione dell’imminente lutto e cosciente delle leggi veneziane in merito alla

187 Antonio Magrini, Sopra la insigne reliquia della Santa Croce ... op. cit., pp. 27-28.

188 Achille Olivieri, L’età delle riforme in Renato Zironda a cura di, Santità e religiosità nella

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successione che obbligavano alla scelta di vescovi veneziani in tutte le città dominate, provvide all’elezione del successore dando la preferenza a Leonardo Contarini. Solo alcuni giorni più tardi, il 14 giugno 1501, Papa Alessandro VI, scavalcando il clero vicentino, nominò il veneziano Pietro Dandolo.

Le leggi dogali imponevano ai vescovi la residenza in città in un periodo anteriore alla nomina, condizione che apparentemente favoriva i locali ma che spesso era travalicata dal governo veneziano da una tempestiva previsione in merito alla successione.189

Dandolo, che aveva preso preventivamente residenza a Vicenza, ebbe quindi la possibilità di salire alla cattedra vescovile, senza alcuna legittima opposizione.

Alla morte di Pietro Barozzi, vescovo di Padova, Papa Giulio II Della Rovere trasferì il vescovo berico nella sede patavina ma a causa delle cattive condizioni di salute, gli risparmiò il viaggio fino a Roma necessario a ricevere l’investitura. Morì a Padova nel giugno 1509.190

Dandolo, nonostante la tensione iniziale creata dalla sua nomina, si rivelò persona di grande spessore, amato dai fedeli e tanto affezionato a Vicenza che, allo scadere del suo mandato decise come segno di appartenenza alla città di far dono della reliquia del Legno della Croce alla Cattedrale, oggetto che apparteneva alla sua famiglia da più di duecento anni, dotandolo di uno splendido tabernacolo d’argento, all’interno del quale la reliquia era riposta in una piccola teca di cristallo.

In tale occasione venne indetta una processione: il Legno della Croce, che durante la traslazione fu posto sotto un baldacchino rivestito di tessuto dorato, trovò dimora nella cappella di San Giovanni Evangelista, in un

189 Tra il1404 e il 1550 dei 111 vescovi nominati nelle 12 diocesi venete ben 85 furono

patrizi veneziani.

Renato Zironda, Aspetti del clero secolare e regolare della chiesa vicentina dal 1404 al 1563, in Franco Barbieri e Paolo Preto (a cura di) Storia di Vicenza. Età della Repubblica Veneta (1404-1797), Vicenza, 1989, p. 171.

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armadio di pietra chiuso con tre chiavi, una in consegna al vescovo, la seconda ai Canonici della Cattedrale, la terza alla città, deputando come patroni della medesima i vicentini Nicolò Porto, Antonio Thiene e Girolamo da Schio.191

Nel 1580 la reliquia del Legno della Croce fu trasferita all’Altare Maggiore, luogo in cui si riponeva anche l’Eucarestia, insieme alle reliquie dei Santi Leonzio e compagni, e dove tutt’oggi si trova.

La notizia è riportata nella documentazione redatta in occasione della visita del vescovo Michele Priuli avvenuta proprio in quell’anno. Tra le reliquie presenti non si menzionano due parti del Legno della Croce come sarebbero dovute esistere a detta di Barbarano ma solamente una, come riportato nell’inventario del 1532 quando ormai, la donazione da parte di Pietro Dandolo, doveva essere già avvenuta.192

Lo stesso Giovanni Battista Dolfin nella visita effettuata nel 1604, dichiara quanto segue:

“visitavit altare majus … et primo visitavit reliquiam Sanctissimae Crucis D. N. Jesu Christi, qua es in vasculo argenteo in forma crucis cum pede argenteo, cum stegmate familiae nobilium de Dandulis Venet. cum mitra et literis P. D. EP. VIC. altitudinis unius quarti branchii et apparebat lignum Sanctae Crucis in forma Crucis coopertum cristallo: vasculuim dictae reliquiae et nimis arctum, et parvum, et non ita ornatum et fabricatum prout tantam reliquiam decet.” 193

Il reliquiario, identificabile dalle lettere abbreviate, è sicuramente donazione di Dandolo e morfologicamente è molto diverso rispetto a quello proposto come contenitore del Legno, donato da Bartolomeo.

191 Antonio Magrini, Sopra la insigne reliquia della Santa Croce ... op. cit., p. 25. 192 Antonio Magrini, Sopra la insigne reliquia della Santa Croce ... op. cit., p. 31. 193 ibid.

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