• Non ci sono risultati.

Ricerca quantitativa e qualitativa

La ricerca quantitativa e qualitativa in ambito museale

4.1 Ricerca quantitativa e qualitativa

Capitolo 4

La ricerca quantitativa e qualitativa in

ambito museale

4.1 Ricerca quantitativa e qualitativa

Prima di trattare delle ricerche svolte in ambito museale, mi è sembrato opportuno definire cosa si intenda per ricerca quantitativa e ricerca qualitativa, quali caratteristiche presentino e in cosa si differenzino.

La ricerca quantitativa ha come scopo quello di spiegare e descrivere le variabili e i loro legami sulla base della formulazione di ipotesi che devono essere verificate e sviluppate. Per far ciò si avvale di tecniche statistiche con le quali rilevare i dati:

“Quantitative research uses numbers and statistical methods. It tends to be based on numerical measurements of specific aspects of phenomena; it abstracts from particular instances to seek general description or to test causal hypotheses; it seeks measurements and analyses that are easily replicable by other researchers”. (King, Keohane, & Verba, 1994, pp. 3-4).

Invece, la ricerca qualitativa è finalizzata alla comprensione della realtà indagata attraverso il coinvolgimento diretto del ricercatore:

 

approach to its subject matter. This means that qualitative researchers study things in their natural settings, attempting to make sense of, or interpret phenomena in terms of the meanings people bring to them. Qualitative research involves the studied use and collection of a variety of empirical materials – case study, personal experience, introspective, life story, interview, observational, historical, interactional and visual texts – that describe routine and problematic moments and meanings in individuals’ lives” (Denzin, NK & Lincoln, YS, 2004, p. 2).

Partendo dalla loro definizione, è evidente che le due tipologie di ricerca presentino caratteristiche diverse che hanno portato gli studiosi a contrapporle. Per analizzare le differenze esistenti tra ricerca quantitativa e ricerca qualitativa, ho ripreso l’impostazione seguita da Corbetta (1999) che ne ha esaminato separatamente paradigmi di riferimento, impostazione della ricerca, rilevazione, analisi dei dati e risultati.

a. Paradigmi di riferimento.

Il paradigma sotteso alla ricerca quantitativa è quello positivista, che si avvale di apparati concettuali, di tecniche di osservazione e misurazione, di strumenti di analisi matematica per studiare la realtà sociale, ottenere risultati veri e certi e giungere a formulare leggi naturali e generali.

La ricerca qualitativa, invece, è riconducibile al paradigma interpretativo, che mira ad interpretare la realtà sociale, senza limitarsi ad osservarla, e senza la pretesa di generalizzare i risultati ottenuti.

b. Impostazione della ricerca.

Nella ricerca quantitativa, il rapporto tra teoria e ricerca è strutturato in fasi sequenziali, secondo un’impostazione deduttiva: la teoria precede l’osservazione ed è formulata in precedenza sulla base della letteratura e deve trovare conferma nei dati empirici; nella ricerca qualitativa, invece, la relazione fra teoria e ricerca è interattiva: si assiste ad una perdita di importanza dell’elaborazione teorica e della conseguente riflessione sulla letteratura. Ne consegue anche un diverso uso dei concetti, ossia degli elementi costitutivi della teoria, che attraverso la loro trasformazione in variabili empiricamente osservabili (operativizzazione) ne permettono il controllo empirico. Nell’approccio quantitativo, l’operativizzazione avviene prima di iniziare la ricerca, col vantaggio di poter rilevare empiricamente il concetto anche se risulta ridotto e impoverito; nell’analisi qualitativa, i concetti sono una guida per l’avvicinamento alla realtà empirica, sono “orientativi”, ossia predispongono alla percezione.

Anche il rapporto con l’ambiente studiato è diverso nei due approcci: nella ricerca quantitativa, il ricercatore manipola la realtà sociale in modo completo, creando una

 

situazione artificiale e innaturale, a differenza di quanto avviene nella ricerca quantitativa, nella quale il ricercatore si astiene da qualsiasi manipolazione, interferenza, stimolazione o disturbo nei confronti della realtà, studiata nel corso del suo naturale svolgimento. Differenze tra i due approcci sono riscontrabili anche nell’interazione psicologia e fisica tra lo studioso e i soggetti studiati, nonché nel ruolo dello studioso stesso. Il ricercatore quantitativo è considerato passivo, ha un punto di osservazione esterno al soggetto studiato con il quale non ha contatti fisici, secondo una prospettiva scientifica, neutrale e distaccata; il ricercatore qualitativo, invece, svolge un ruolo attivo all’interno della ricerca, non resta neutrale, ma giunge a sviluppare con i soggetti studiati una relazione di immedesimazione empatica, si incontra, interagisce con loro per comprendere la realtà sociale.

c. Rilevazione.

Nelle due tipologie di ricerche, il disegno della ricerca, la rappresentatività dei soggetti studiati, gli strumenti di rilevazione utilizzati e la natura dei dati rappresentano alcuni degli aspetti che li differenziano maggiormente.

Il disegno della ricerca, che comprende tutte quelle scelte di carattere operativo che sono alla base dell’organizzazione pratica della ricerca, nella ricerca quantitativa, è stabilito a priori prima di iniziare la ricerca, è strutturato e chiuso, a differenza di quanto avviene nella ricerca qualitativa, in cui è destrutturato, aperto, costruito nel corso della ricerca.

Questa diversa impostazione del disegno della ricerca determina anche una diversa concezione della rappresentatività dei soggetti studiati. Nella ricerca quantitativa, il ricercatore si preoccupa di poter generalizzare i suoi risultati, piuttosto che di comprendere il pezzo di società che sta studiando, contrariamente a quanto avviene nella ricerca qualitativa, nella quale la rappresentatività statistica rappresenta un aspetto marginale, da subordinare alla comprensione.  

Anche la rilevazione avviene mediante l’utilizzo di strumenti differenti: nella ricerca quantitativa si utilizza lo stesso strumento per tutte le rilevazioni per garantire la validità statistica, mentre nella ricerca qualitativa, gli strumenti variano a seconda dell’interesse dei soggetti. Ne consegue una diversa natura dei dati: oggettivi e standardizzati (hard) nella ricerca quantitativa, ricchi e profondi (soft) in quella qualitativa.

d. Analisi dei dati.

Le maggiori differenze tra i due approcci sono riscontrabili nell’analisi dei dati, a partire dall’oggetto di analisi, dall’obiettivo e dall’utilizzo delle tecniche matematiche e

 

ricerca), di cui si vogliono spiegare le cause che ne determinano la varianza della variabile dipendente a partire dalle variazioni delle variabili indipendenti (obiettivo dell’analisi), attraverso l’utilizzo di una strumentazione matematica e statistica. Nella ricerca qualitativa, invece, l’oggetto della ricerca è costituito dall’individuo, col fine di comprenderlo nella sua interezza senza avvalersi di tecniche statistiche, considerate inutili.

e. Risultati.

Naturalmente anche la presentazione dei dati raccolti è diversa. Nella ricerca quantitativa si fa largo uso di tabelle per descrivere la realtà, fornire sistematizzazioni e sintesi d’ordine superiore, connettendo la ricerca alla teoria, forma astratta di realtà. Ciò avviene mediante lo studio delle relazioni fra variabili, per giungere all’enunciazione di rapporti causali fra le variabili stesse. Nella ricerca qualitativa, invece, la presentazione dei risultati avviene sotto forma di narrazione; inoltre, l’analisi per soggetti mira all’interpretazione dei fenomeni sociali, non alla loro spiegazione, e porta molti autori ad individuare dei “tipi ideali” per raggiungere il loro obiettivo di sintesi. Per “tipo ideale” si intende una categoria concettuale che non ha un corrispettivo effettivo nella realtà, ma che liberano i casi reali dai dettagli e dagli accidenti della realtà per estrarne le caratteristiche essenziali ad un livello superiore di astrazione; lo scopo dei tipi ideali è quello di essere utilizzati come modelli con i quali scoprire e interpretare la realtà stessa.

RICERCA

QUANTITATIVA RICERCA QUALITATIVA