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Solima e Il pubblico dei muse

in ambito museale

5.2 Le ricerche svolte in Italia

5.2.1 Solima e Il pubblico dei muse

Negli anni ‘90 Ludovico Solima è incaricato dal Ministero per i Beni e le Attività culturali di compiere un’indagine sul pubblico dei musei.

Punto di partenza è la concezione del museo quale istituzione culturale finalizzata a conservare e a sviluppare conoscenza.

Il museo ha anche il compito di comunicare e per farlo deve determinare l’oggetto della sua comunicazione, il destinatario e gli strumenti da utilizzare; il museo, quindi, deve determinare cosa, come e a chi comunicare.

Rispetto al cosa comunicare, è necessaria una selezione delle informazioni al fine di non inficiare l’efficacia comunicativa con una sovrabbondanza di informazioni.

Tali informazioni precedentemente selezionate sono poi trasmesse attraverso il supporto di diverse tipologie di strumenti comunicativi:

- naturali: riguardano la comunicazione interpersonale offerta dal museo ed instauratasi tra visitatore e personale di sala, operatori didattici e personale di contatto;

- testuali: comprendono didascalie, pannelli, schede di sala, guide a stampa;

- simbolici: sono costituiti da segnaletica interna, piantine create per facilitare gli spostamenti del visitatore;

- elettronici: includono audioguide e postazioni multimediali.

Ma chi è il destinatario di questo processo di comunicazione attivato dal Trasmittente – Museo?

È il visitatore, che durante la visita al museo avvia un processo di apprendimento influenzato dagli stimoli ricevuti durante la fruizione, dalle sue conoscenze pregresse ed eventualmente dalla dimensione intersoggettiva che si ha se la visita è effettuata in compagnia.

Sulla base di questi presupposti, Ludovico Solima ha avviato un’indagine per determinare il profilo demografico dei visitatori, verificare l’efficacia comunicativa dei musei italiani e il gradimento dei sistemi di comunicazione impiegati al fine di un miglioramento degli stessi.

Lo studio ha interessato dodici musei d’arte e archeologici scelti in base all’ubicazione, al tipo di collezioni esposte e alla capacità di attirare pubblico.

Anche per quest’indagine è stato utilizzato il questionario e ne sono stati somministrati 4000 nei mesi di giugno e luglio del 1999.

Ne è emerso che le donne (57,8%) sono le più assidue frequentatrici di musei e che la maggior parte dei visitatori sono giovani di età compresa tra i 19 ed i 34 anni (35,6%) in possesso del diploma (43,7%) o della laurea (35,4%).

Riguardo ai mezzi di comunicazione utilizzati dal museo, gli strumenti testuali come pannelli e didascalie e quelli elettronici come le postazioni multimediali sono considerati

positivamente, anche se un visitatore su quattro le giudica poco o per niente soddisfacenti.

Interessante l’emergere di un dato: la segnaletica interna e le cartine orientative costituiscono un valido supporto soprattutto per i visitatori in possesso dei titoli di studio meno elevati, che li giudicano in modo molto positivo poiché semplici e immediati da leggere.

Questi ultimi considerano molto positivamente anche le visite guidate, ritenute molto o abbastanza soddisfacenti dal 70% dei visitatori.

In conclusione, i sistemi comunicativi utilizzati nei musei sono stati graditi dai visitatori, ma sono emerse anche indicazioni utili al miglioramento dell’offerta museale quali la predisposizione di materiale informativo in lingua straniera, il potenziamento di supporti simbolici, di postazioni multimediali, di visite guidate e la necessità di avere una presenza costante dei musei sui canali di comunicazione esterna (libri, guide turistiche, internet) utilizzati solitamente dal pubblico.

 

Figura 4: La comunicazione nel museo (Solima, 2004, p.126).

Lo studio di Solima appena descritto costituisce uno degli studi di riferimento dell’indagine condotta dal Centro di Didattica Museale.

5.2.2 Il Centro di Didattica Museale e

Musei e pubblico

Nel 2001, il gruppo di ricerca del Centro di Didattica Museale ha condotto una ricerca sul pubblico dei musei.

Rispetto alle suddette indagini di Solima e di Bourdieu e Darbel che sono incentrate sul museo, la ricerca del Centro di Didattica Museale sposta l’attenzione sul pubblico e, in particolare, sui fenomeni educativi.

Nella tabella seguente si confrontano gli studi appena citati riguardo alle tipologie museali coinvolte, alla dimensione geografica, alla modalità di adesione, al numero di musei coinvolti e al numero di questionari somministrati:

Indagini Tipologie museali Dimensione geografica Modalità di adesione Numero di musei Numero di questionari utilizzati Bourdieu Darbel

musei d’arte nazionale campionamento stratificato

21 9226

Solima musei d’arte e d’archeologia

nazionale spontanea 12 4000

Mironer tutte nazionale spontanea 101 da un minimo di

324 (Musée de l’Armée di Prigi) a un massimo di 9328 (Musée du Louvre di Parigi) Centro di Didattica Museale

tutte nazionale spontanea 34 7352

Figura 5: Confronto tra gli studi (Nardi, 2004, p.23).

 

Il progetto, intitolato Musei e pubblico. Un rapporto educativo, attraverso una indagine sulle caratteristiche del pubblico di 34 musei italiani, si proponeva di verificare due ipotesi:

H1. L’atteggiamento del pubblico adulto risente dell’esperienza museale svoltasi in età scolastica.

Musei di tipologie diverse sono stati scelti attraverso una spontanea adesione e sono stati classificati in quattro categorie: musei d’arte e di archeologia, musei della scienza e della tecnica, musei etnografici ed antropologici, musei territoriali, ubicati perlopiù nel Centro Italia (61%).

L’indagine è stata condotta attraverso la somministrazione di un questionario composto da 26 domande finalizzate alla raccolta di informazioni mirate alla verifica delle ipotesi formulate.

Nella costruzione dello strumento si è cercato di essere brevi in modo da poter rispondere al questionario in 10-15 minuti, di essere chiari e neutri, di evitare domande che inducessero a ‘risposte nobili’.

Ogni museo ha somministrato tra i 150 e i 300 questionari per un totale di 7352 questionari.

Attraverso i dati raccolti è stato possibile delineare il profilo socio-demografico dei visitatori dei musei:

-­‐ si tratta perlopiù di donne (55%); -­‐ il 67% è costituito da italiani;

-­‐ il 45% è in possesso della laurea, il 36% del diploma di maturità.

È emerso che la prima visita al museo è avvenuta a meno di dieci anni (55%) grazie alla scuola che l’aveva inserita nella propria programmazione.

Questo dato è stato messo in relazione con il titolo di studio: i visitatori di uno status socio culturale elevato possono disporre di condizioni privilegiate fin da bambini ed hanno avuto una esperienza familiare molto stimolante.

Inoltre, l’esperienza museale in giovane età condiziona la fruizione dei beni culturali. Accanto alla famiglia (47%) c’è la scuola (43%) a svolgere il rito di iniziazione alla fruizione museale.

I ricordi relativi alla prima visita sono focalizzati soprattutto sulle collezioni per più del 56% dei rispondenti.

Inoltre, le informazioni ritenute necessarie durante la visita riguardano gli oggetti esposti e non il museo o l’istituzione.

Tali dati mettono in evidenza che il visitatore non è consapevole del fatto che il museo è un oggetto culturale in cui interagiscono la storia della collezione, dell’edificio e dell’istituzione.

Riguardo all’adeguatezza delle conoscenze possedute per comprendere le collezioni, l’83% dei visitatori ha dichiarato di non aver avuto nessuna difficoltà a comprendere, mostrando di sopravvalutare le proprie conoscenze, incuranti dell’estrema complessità del museo.

Ne consegue che:

- la scuola svolge un ruolo importante nell’introduzione degli allievi al museo e deve far sì che la visita al museo sia il punto di arrivo di attività inserite in un itinerario programmato in precedenza;

- il museo non è percepito come sistema: quest’aspetto deve essere tenuto in considerazione quando si organizzano le attività didattiche;

- “il condizionamento socio-culturale è molto forte, [...][ma] il museo può divenire uno strumento fondamentale per ridurre il divario nei comportamenti culturali della popolazione” (Nardi, 2004, p. 34).

Con questa ricerca si conclude l’excursus storico sugli studi sul pubblico dei musei fino alla fine del secolo scorso. Ma la ricerca continua e diverse sono le linee di indagine seguite dai ricercatori del settore.