• Non ci sono risultati.

Riconoscere gli altr

Nel documento Apprendimento, cognizione e tecnologia (pagine 46-50)

Marta Maria Battello

Dip. di Scienze Cognitive, Pedagogiche, Psicologiche e degli Studi Culturali, Università di Messina

MBattello@unime.it

1. Il Baby Schema 1.1. Introduzione

Il termine cura parentale definisce ogni forma di comportamento teso ad aumentare la fitness della progenie diretta. Collegato al concetto di cura è quello di riconoscimento del conspecifico che, attivato da meccanismi speci- fici, dà origine alle cure parentali. Le forme di riconoscimento possono esse- re: uditive, olfattive e visive. Nel riconoscimento visivo rientra la risposta, da parte degli adulti al “Baby Schema”(BS) (Lorenz 1943 ). Il BS è l’insieme delle caratteristiche facciali che definiscono il volto infantile uma- no e animale; esso innesca un meccanismo innato, probabilmente attraverso l’attivazione di aree cerebrali ancestrali legate alla sopravvivenza, che spinge l’adulto a prendersi cura dei piccoli. (Lorenz 1943, Glocker et Al. 2009 ). I parametri che caratterizzano il BS sono stati riscontrati sia nei bambini che nei cuccioli di cane e gatto. (Glocker 2009) Lo scopo del presente lavoro è verificare se il Baby Schema sia riscontrabile nelle facce di altri animali e se esso influenzi comportamenti di adozioni interspecifiche, testimoniate da numerose indagine etologiche su campo.

1.1.2 Materiali e Metodi

Nel presente lavoro sono state prese in considerazione 50fotografie (vi- sta frontale, sguardo all’obbiettivo, bocca chiusa e espressione facciale neu- tra) che riproducono 10 facce di: cucciolo di leopardo, cucciolo di ghepardo, cucciolo di leone, piccolo di scimmia cappuccino e piccolo di bertuccia.

La maggior parte delle immagini sono state scaricate dal motore di ricer- ca Google immagini e da Thinkstock/Getty Images1 e rappresentano animale in libertà.

Attraverso le procedure di creazione delle immagini usate da Borgi et al (2014) è stato utilizzato il programma Geogebra 4.4, un software di geome- tria dinamica, per riportare su un sistema di assi cartesiani i punti che caratte- rizzano il BS e le misure delle distanze fra questi punti.Le misure delle facce sono state ottenute calcolando le distanze tra i principali punti di riferimento: C (punto superiore della testa), D (punto inferiore della testa), E e F (punti estremi della faccia lungo l’asse x), M-N (estremi degli occhi), G (punto di incontro tra segmento CD e segmento EF), H (estremo inferiore della punta del naso), I e J (estremi laterali del naso), K ed L (estremi laterali della boc- ca).

Con il software geogebra sono state misurate le distanze fra questi punti e i seguenti rapporti: CG/CD; MN/EF; GH/CD; IJ/EF; KL/EF, per ciascuna delle immagini delle specie prese in esame. Per tutti i parametri considerati sono stati calcolati la media e la deviazione standard. E’ stato successivamen- te applicato il T test per verificare, ove fosse presente, la significatività fra i parametri considerati e i rapporti calcolati nelle coppie: leone/leopardo; ber- tuccia/scimmia cappuccino; leopardo/bertuccia, leone/scimmia cappuccino. 2.Coppie a Confronto

2.1 Risultati

I risultati ottenuti nel presente lavoro concordano, fatte salde le misure specifiche, con i rapporti dimensionali che caratterizzano il BS riscontrato nel bambino e nei cuccioli di cane e gatto (Glocker, Borgi).In particolare il T

test ha evidenziato differenze significative e altamente significative fra i sin-

goli parametri considerati nella coppia: Leone/Leopardo, Bertuc- cia/Cappuccina e Leone/Cappuccina (p compreso fra 0.05- 0.001). Nessuna differenza significativa è stata evidenziata fra i singoli parametri nella coppia Leopardo/Bertuccia. In merito ai rapporti fra i parametri considerati, il T test ha evidenziato differenze statisticamente significative nelle coppie: Leone /Leopardo nei rapporti MN/EF(p minore 0.01); GH/CD (p minore 0.05),

KL/EF (p minore 0.001); nella coppia Bertuccia/Cappuccina nel rapporto CG/CD (p minore 0.01) ; nella coppia Leopardo / Bertuccia nel rapporto KL/EF (p minore 0.01) ; nella coppia Leone/cappuccina nel rapporto GH/CD (p minore di 0.01) IJ /EF (p minore 0.01).

3. Considerazioni e Conclusioni

I risultati di questo contributo confermano quanto ipotizzato all’origine del nostro lavoro. In primo possiamo dire, pur utilizzando una campionatura limitata che potrebbe nel tempo essere integrata, che il BS è riscontrabile non solo nel bambino e nei cuccioli di cane e di gatto (Glocker 2009, Borgi 2013), ma anche in altre specie di mammiferi. Questi dati confermano ed e- stendono ulteriormente l’intuizione teorica di Lorenz (1943). In secondo luo- go, i risultati ottenuti dalla comparazione dei parametri e dei rapporti del BS, in particolar modo l’assenza di differenze significative a carico dei parametri riscontrati nella coppia Leopardo/ Bertuccia, confermano come quest’ultimo, ulteriormente potenziato dall’azione dell’imprinting cui sono sottoposti i pic- coli (face-sesitive cell; Rodman 1987) è uno dei meccanismi visivi ancestra- li che si attivano in defeault negli adulti prima di prendersi cura di un picco- lo. Il meccanismo cerebrale sollecitato dal BS, rafforzato e potenziato da altri segnali di riconoscimento, sarebbe così potente da sovrapporsi ad altri mec- canismi primordiali, inibendoli e garantendo l’azione di cura non solo verso la propria prole ma, in alcuni casi, anche verso cuccioli di specie diversa, spiegando così anche l’insolito fenomeno delle adozioni interspecifiche. La cosiddetta risposta al BS si esprime in un aumento dell’attenzione e della vo- lontà di prendersi cura, in affettività positiva e in comportamento protettivo dei piccoli, così come in una diminuzione dell’aggressività verso i piccoli stessi. La forza del BS sarebbe garantita da una concomitanza di attivazioni cerebrali che avvengono nel cervello adulto, sollecitato in molte aree con- temporaneamente: da quelle percettive a quelle legate alla ricompensa, alle emozioni positive verso gli altri, alla compassione, che si attiva quando si ve- de lo stato di sofferenza altrui e che sollecita il successivo desiderio di aiutar- le.

Altre attivazioni invece, di tipo inibitorio hanno lo scopo di abbattere le risposte allo stress e di accrescere contestualmente la motivazione. Questi meccanismi e i rispettivi comportamenti elicitati vincolerebbero le risposte degli adulti che sarebbero motivati a prendersi cura dei propri piccoli e, nel caso delle adozioni, anche dei piccoli di altre specie.

Più le fattezze facciali dei piccoli si avvicinano alle proporzioni stabilite dal BS della propria specie, come sembrano dimostrare i nostri dati, più forte è la funzione attrattiva del cucciolo sull’adulto, che metterebbe in atto forme

di cura anche a scapito della propria sopravvivenza, reprimendo, come dimo- strato dalla letteratura specifica, comportamenti di base altrimenti insoppri- mibili.

Alla luce dei risultati conseguiti, il presente lavoro costituisce inoltre un possibile modello, di facile approccio ed economicamente sostenibile, per studiare e dimensionare i BS di diverse specie animali, rendendo possibile e più facile il confronto e per fornire un archivio di dati di cui disporre, sia pur teoricamente, per approfondire il ruolo del BS nelle cure parentali

Bibliografia

Borgi, M., Cirulli, F. (2013) Children’s preferences for infantile features in dogs and cats. Borgi, M., Cogliati-Dezza, I. Brelsford, V., Meints, K., Cirulli, F. (2014) Baby

schema in human and animal faces induces cuteness perception and gaze allocation in children, Front Psychol, 5: 411.

Glocker, M.L., Langleben, D.D., Ruparel, K., Loughead, J.W., Gur, R.C., et al. (2009) Baby schema in infant faces induces cuteness perception and motivation for care- taking in adults. Ethology 115: 257–263.

Glocker, M.L., Langleben, D.D., Ruparel, K., Loughead, J.W., Valdez, J.N., Griffin, M.D., Sachser, N., Gur, R.C. (2009) Baby schema modulates the brain reward sys- tem in nulliparous women. Proceedings of the National Academy of Sciences, 106: 9115.

Lorenz, K.Z. (1943) Die angeborenen formen moglicher arfahrung.Zeitschrift fur Tierpychologie. In Shaw R. Bransfors J. (eds.) Perceiving, acting, and knowing: toward an aecological psychology. Erlbaum,Hillsdale,pp.235-409.

Rodman, H.R, Gross, C.G., Skelly, J.P (1987) Adult-like properties of interior tem poral neurones in macaques.

L’espressività oggettuale:

Nel documento Apprendimento, cognizione e tecnologia (pagine 46-50)

Outline

Documenti correlati