E ancora, si legge nella citata relazione ARPA del 16.09.2008 (sempre a proposito di quanto evincibile dalla relazione ISPESL):
“ … La concentrazione media del Benzo(a)Pirene nel sito di via Orsini nella stagione estiva risulta di 0/827 ng/m3, di poco inferiore al valore obiettivo di 1 ng/m3, mentre nella stagione invernale la concentrazione media nello stesso sito è risultata di 5/63 ng/m3, ben superiore a 1 ng/m3.
Nel sito di Statte, le concentrazioni di BaP risultavano più basse, comunque al di sopra del sito "di fondo" di Palagiano; tuttavia, nel periodo invernale "il limite di 1 ng/m3 viene superato 8 volte in un mese nel sito Orsini e 7 volte nel sito Statte; nel sito Palagiano solo 2 volte".
La relazione evidenzia, nel sito Orsini, “ … un accumulo di benzo(a)pirene nei giorni dal 2 al 5 marzo con un picco allarmante il giorno 4 marzo di 67 ng/m3 … ” e, dall'esame dei parametri descrittivi degli effetti meteorologici, risulta che “ … nel periodo dal 2 al 5 marzo i venti prevalenti erano da nord-ovest, cioè Orsini si trovava sottovento rispetto al sito industriale” … Evidenziando un superamento particolarmente marcato del limite di 1 ng/m3 nel sito di Statte nel giorno 21 febbraio, la relazione (ISPESL) puntualizza come da “ … una simulazione della dispersione della S02 il giorno 21 febbraio a partire dalla emissione dei camini dell'acciaieria, tenendo conto ovviamente delle condizioni meteorologiche, si vede come Statte in quei giorni sia investita dagli inquinanti provenienti dal sito industriale … … … La relazione (ISPESL) conclude che “... Gli andamenti temporali delle concentrazioni di Fe e Mn, elementi caratteristici delle emissioni da acciaieria, sono risultati molto correlati fra loro in entrambi i siti e le stagioni, e caratterizzati da picchi molto intensi (fino a 15 mg/m3 di Fe fine, 12 mg/m3 di Fe grosso, 170 ng/ m3 di Mn fine e 115 ng/ m3 di Mn grosso) di durata di poche ore. E' importante notare che i picchi nelle concentrazioni di questi elementi sono risultati completamente sfasati nei due siti di campionamento, come ci si poteva aspettare dato che essi si trovano quasi diametralmente opposti rispetto al sito industriale. Dall'analisi della direzione del vento si è infatti visto che i picchi in Via Orsini e a Statte vengono rilevati quando il vento soffia da NW e S-SE, rispettivamente (ovvero in condizioni di sottovento rispetto all'acciaieria) …”.
Sulla base, poi, dei risultati delle campagne di monitoraggio svolte da ARPA Puglia nel
periodo dal 23 giugno al 3 luglio 2008 e dall’11 al 29 agosto 2008, con campionatori
vento-selettivi di microinquinanti organici, si legge nella relazione ARPA del 16.09.2008:
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“ … I risultati dei campionamenti, effettuati nel periodo dal 23 giugno al 3 luglio 2008 e dall'11 al 29 agosto 2008 in una postazione situata a Taranto in Via Lago di Bolsena (a circa 6 Km dall'area industriale), hanno mostrato una netta direzionalità di provenienza degli IPA (oltre che degli altri microinquinanti), con concentrazioni di IPA provenienti dal settore di vento corrispondente all'area industriale più di 10 volte superiori a quelle rilevate da tutto il rimanente settore di provenienza. Quanto sopra mostra, nell'area di Taranto e Statte, la predominante presenza in aria di IPA e di Benzo(a)Pirene provenienti dall'area industriale, con concentrazioni dipendenti dalle condizioni meteo-climatiche e, in particolare, dalla direzione del vento e dalla distanza del sito rispetto alla sorgente industriale; la maggiore frequenza della provenienza del vento da N-NW (tramontana/maestrale) nella stagione invernale, oltre che la fotodegradabilità degli IPA, fa sì che siano particolarmente alte le concentrazioni invernali di IPA e di BaP nel Quartiere Tamburi (via Orsini), pur essendo riscontrabili significativi eventi "di picco" anche nella zona di Statte e nella stagione estiva … … … (Con riferimento alle) concentrazioni di Benzo(a)Pirene nel materiale particellare sedimentabile rilevate in una postazione situata nel quartiere Tamburi (Cimitero), negli anni 1999-2000, dall'equipe polidisciplinare incaricata dall'Autorità Giudiziaria … [ …
di determinare la concentrazione degli inquinanti in aria nella zona di Taranto; i risultati di tale indagine, pubblicati negli atti del Congresso di Genova "La prevenzione primaria dei tumori di origine industriale e ambientale", inseriti nel sito dell'accordo di programma, riportano per la prima volta le concentrazioni di Benzo(a)Pirene nella frazione fine (PM10) e nel materiale particellare sedimentabile rilevato in una postazione situata nel quartiere Tamburi (Cimitero)]
… è interessante notare come sia i valori del BaP contenuto nel PM10 che quello presente nel materiale particellare sedimentabile abbiano valori che si collocano nello stesso intervallo delle concentrazioni rilevate nelle analoghe campagne effettuate in anni successivi … …; in tutti i casi, le concentrazioni di IPA e di Benzo(a)Pirene presenti nel quartiere Tamburi sono quelle più alte misurate nell'area di Taranto … … … … Prima del 2007, la stazione di via Machiavelli era dotata per la rilevazione del PM10 di un sistema nefelometrico in merito al quale, nello stesso anno 2007, sono stati manifestate eccezioni sulla sussistenza di una valida certificazione di equivalenza ai sensi del D.M. 60/02, che sono state confortate, nel 2007, da una sentenza il TAR del Veneto (n. 556/08) confermata anche dal Consiglio di Stato. In seguito a ciò, nel luglio 2007 si è provveduto all'installazione in tale stazione, di un misuratore bicanale di PM10 e PM2,5 basato sul principio dell'attenuazione di raggi beta, metodo dotato di dichiarazione di equivalenza e che ha consentito di rilevare, oltre alle concentrazioni di PM10, anche quelle di PM2,5; con tale metodo di rilevazione sono stati evidenziati i superamenti sopra citati e riportati in dettaglio nella nostra precedente relazione datata 15 luglio 2008, peraltro confermati con i dati più recenti dai quali risulta che al 31/8/2008 il numero di giorni di superamento del Valore Limite giornaliero di 50 µg/m3 in tale stazione ha raggiunto quota 48, contro i 35/anno previsti dal D.M. 60/02 … … … L'inventario Regionale delle Emissioni in Aria (INEMAR) … basato su dati 2005 … riporta, per la provincia di Taranto e il macrosettore 4 (processi produttivi), un'emissione di N02 pari a 28750 tonnellate/anno, che corrisponde al 60,9% delle emissioni provinciali; di queste, 28648 tonnellate/anno, cioè la quasi totalità, corrispondono alle emissioni dello stabilimento ILVA (dati INES 2005). Per le polveri totali, l'inventario regionale riporta, sempre per la provincia di Taranto e il macrosettore 4 (processi produttivi), un'emissione pari a 11167 tonnellate/anno, che corrisponde all'87,9% delle emissioni provinciali di polveri; di queste, 10979 tonnellate/anno, anche in questo caso la quasi totalità, corrispondono alle emissioni dello stabilimento ILVA (dati INES 2005).Il peso delle emissioni di N02 e polveri da parte dei macrosettori 2 (combustione non industriale) e 7 (trasporto su strada) appare, per la provincia di Taranto, assolutamente minoritario … … Nella precedente relazione di ARPA Puglia, datata 15 luglio 2008, si esponevano i primi risultati del monitoraggio in continuo del PM2,5 presso la stazione di Via Machiavelli (quartiere Tamburi), mediante l'utilizzo di un analizzatore bicanale, avviato dall'1 giugno 2007. La media ''annuale'' di tale parametro, calcolata considerando un intero anno di campionamento dall'1/6/2007 al 31/5/2008, è risultata pari a 29 µg/m3; tale valore, confrontato con i limiti previsti dalla nuova Direttiva 2008/50/CE sulla qualità dell'aria, risulta
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superiore sia al Valore Limite medio sull'anno solare, individuato in 25 µg/m3, che al valore di esposizione da raggiungere nel 2015, pari a 20 µg/m3 per le aree urbane …”.
Rilevano, ancora, i PP.MM. nella richiesta di misura cautelare.
Nella stessa relazione ARPA (del 16.09.2008) emergeva il collegamento tra le alte concentrazioni di IPA e l’attività delle cokerie. In particolare, raffrontando analoghe realtà industriali si chiariva come: “Risulta infine importante rilevare come le concentrazioni di IPA misurate dall’Istituto Nazionale di Ricerca sul Cancro nell’abitato di Genova Cornigliano, per le quali si registrava negli anni 2000-2001 il superamento del livello di 1 ng/m3, abbiano mostrato un netto abbassamento dopo lo spegnimento della cokeria, rientrando all’interno del limite”.
Peraltro, come prosegue l’ARPA, le cokerie degli impianti citati avevano una potenzialità produttiva dell’ordine delle centinaia di migliaia di tonnellate/anno di coke, mentre Taranto ha una produttività potenziale di 4,7 milioni di tonnellate/anno e nel 2007 ha avuto una produzione superiore a tre milioni di tonnellate.
A seguito di ordine di esibizione del P.M. dottor Buccoliero (del 9.12.2008) l’ARPA Puglia trasmetteva la nota dell’8.05.2009 ove erano allegate diverse relazioni concernenti i risultati dei rilevamenti effettuati in ordine a diossine, PCB e IPA (nel faldone n. 3).
A seguito delle analisi delle deposizioni di quattro postazioni installate nel mese di maggio 2008 (Statte e Taranto), giugno 2008 (quartiere Tamburi), settembre 2008 (Talsano scuola U. Foscolo) emergeva che “Le deposizioni atmosferiche (secche e umide) di PCDD/PCDF e PCB-dl misurate in tre località di Taranto e Statte eccedono le soglie tollerabili indicate in area EU. Risulta particolarmente elevata la deposizione misurata per la stazione di campionamento nel rione Tamburi, Taranto” (v. relazione del 22.12.2009).
Ancora ARPA Puglia nella nota del 13.01.2009 (allegata alla nota dell’8.05.2009 di cui sopra) concludeva nel senso che “I risultati delle misurazioni della concentrazione di PCDD/PCDF nell’area ambiente e nelle deposizioni atmosferiche di Taranto, Statte e Talsano sono in larghissima parte eccedenti i limiti massimi tollerabili indicati dalle autorità competenti (ISS, EU, OMS)”.
Ancora più chiara era l’ARPA quando rispondendo ad una richiesta del Corpo Forestale dello Stato, con nota del 19.03.2009, concludeva sostenendo che le deposizioni atmosferiche di PCDD/PCDF e PCB-dl, misurate in tre località di Taranto e Statte, eccedevano le soglie tollerabili indicate in area EU, risultando poi particolarmente elevata la deposizione misurata per la stazione di campionamento nel Rione Tamburi di Taranto. Più precisamente chiariva che
§ “I profili dei congeneri di PCDD/PCDF osservati nei campioni di deposizione atmosferica sono caratteristici di una sorgente combustiva (prevalenza di furani, combustione non ottimale o povera di ossigeno) e sono confrontabili con i profili della maggiore sorgente di PCDD/PCDF censita dell’area industriale di Taranto, ovvero il camino E312 dello stabilimento ILVA spa.
§ L’entità delle deposizioni di PCDD/F appare compatibile con le concentrazioni di diossine e furani riscontrate in campioni di terreno, acqua e animali da allevamento.
E’ possibile stimare in maniera preliminare che il flusso annuo di deposizioni per le aree in questione sia pari a circa 5-50 ng TE/mq anno. Nell’ipotesi che la massa dello strato superficiale di terreno (10 cm) sia pari a 5-10 kg, un terreno indisturbato dovrebbe raggiungere concentrazioni pari a 0,5 – 5 ng TE/kg in 6-12 mesi. Tali valori di concentrazione corrispondono a quanto misurato da ARPA in campioni di terreno superficiale nelle aree a ridosso della zona industriale. Analoghe considerazioni valgono per i PCB-dl (diossina-simili).
§ Le deposizioni atmosferiche totali (secche e umide) di IPA/BaP misurate in tre località di Taranto e Statte eccedono i valori riscontrabili in letteratura per siti di analoga
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classificazione (urbana/industriale). Risulta particolarmente elevata la deposizione di BaP misurata per la stazione di campionamento nel Rione Tamburi, Taranto”.
Non solo. Come emerge dalla relazione del 9.04.2009 di ARPA Puglia, l’Istituto Superiore di Sanità e la Commissione Consultiva Tossicologica Nazionale hanno proposto i seguenti valori limite di PCDD/PCDF in aria ambiente: 40 fg TE/mc per aria ambiente e 120 fg TE/mc per ambienti di lavoro. Tali limiti massimi tollerabili di PCDD/PCDF sono intesi come media annuale corrispondente all’1 – 2% della quantità assunta attraverso l’alimentazione e sono ritenuti adeguati ad evitare fenomeni di accumulo nell’ambiente.
I dati registrati a Taranto nel 2007-2008 sono quasi tutti superiori a tali limiti come riportato nel grafico 2 della suddetta relazione.
Di particolare interesse appaiono, inoltre, alcune considerazioni sviluppate dall’ARPA nella richiamata relazione del 9.04.2009, ove si legge, tra l’altro:
“ … Non viene
affrontato [nel documento, prodotto dal ILVA s.p.a.: “Studio di interazione su area esterna delle emissioni di diossine e furani dell’impianto di agglomerazione AGL/2 ILVA s.p.a. di Taranto”, al quale la relazione ARPA si riferisce]
il problema delle emissioni fuggitive e diffuse che, provenendo da punti di emissione relativamente bassi, hanno il loro impatto maggiore sui recettori posti nelle loro immediate vicinanze, in primis i lavoratori.Sebbene sia comprensibile che lo studio proposto da ILVA s.p.a. voglia escludere l’esposizione dei lavoratori focalizzandosi sull’area esterna al perimetro dell’azienda, tuttavia occorre considerare l’esistenza di quartieri residenziali nelle immediate vicinanze dello stabilimento (circa 100 m) … … I dati sperimentali a nostra disposizione sembrano dimostrare che queste sono le più impattate dalle deposizioni atmosferiche totali …”.
Proseguono i PP.MM.
Nette appaiono essere poi le conclusioni di ARPA Puglia riportate nella nota del 30.04.2009 soprattutto con riferimento ai profili di PCDD/F rilevati. Trattasi di
conclusioni in linea con il lavoro svolto dai periti chimici in sede di incidente probatorio nel presente procedimento.