Sezione II – Gli organi investigativi specializzat
B) I servizi centrali e interprovincial
L’idea di creare degli organi di polizia specializzati per contrastare le forme più complesse di criminalità, fa ormai parte della cultura giuridica europea. Di conseguenza a partire dal 1991, nell’ambito di una riforma organica finalizzata ad un miglior coordinamento delle indagini di polizia, gli organi specializzati delle tre forze di polizia sono stati riorganizzati per migliorarne l’efficienza nella lotta contro il crimine organizzato.
Per assicurare una maggiore efficacia ed un collegamento delle attività di indagine relative ai reati di criminalità organizzata sono stati organizzati i servizi centrali e interprovinciali all’interno della Polizia, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. Il loro compito è di assicurare la citata azione di coordinamento e svolgere in via prioritaria l’azione di contrasto alle associazioni criminali (art. 12, D.L. 13 maggio 1991 n. 152, conv. con modif. nella legge 12 luglio 1991 n. 203).
La riorganizzazione su questo fondamento dei servizi specializzati delle forze di polizia ha consentito al pubblico ministero di avere nuovi strumenti, senza per questo
112 violare l’autonomia dei magistrati della procura, dal momento che il pubblico ministero non è obbligato ad utilizzarli. Infatti, nelle inchieste per delitti di criminalità organizzata il pubblico ministero «si avvale di regola» di tali servizi (art. 12, co. 4, D.L. 13 maggio 1991 n. 152).
L’istituzione di nuove strutture periferiche delle forze di polizia e la riorganizzazione di quelle già esistenti ha avuto luogo solamente a seguito di due decreti del ministro dell’Interno, del 1998 e del 2000.
Nel 1998 i compiti dei servizi centrali ed interprovinciali sono stati attribuiti come segue120:
- ai servizi centrali appartengono compiti di analisi, di collegamento informativo e di supporto tecnico e logistico per quanto concerne le attività d’indagine svolte dai servizi interprovinciali nella lotta contro la criminalità organizzata;
- ai servizi interprovinciali spettano compiti di informazione, di indagine ed operativi, ricollegandoli , in quanto strutture specializzate, ai comandi a livello provinciale o ai servizi di polizia giudiziaria in sede di DDA.
Nel 2000 un altro decreto del ministro dell’Interno ha confermato l’attribuzione dei citati compiti ai servizi centrali, ma ha anche regolamentato lo sviluppo dell’attività di «concorso» da parte degli stessi nelle attività di indagine dei servizi interprovinciali121. Per i delitti indicati nell’art. 51, co. 3 bis del codice di procedura penale, i responsabili dei servizi interprovinciali possono segnalare ai procuratori distrettuali la necessità di richiedere il concorso dei servizi centrali alle indagini più complesse. I servizi centrali intervengono a seguito della richiesta dei procuratori distrettuali.
Attualmente i servizi centrali delle tre forze di polizia sono organizzati come segue:
- il Servizio Centrale Operativo (S.C.O.) per la Polizia di Stato, - il Raggruppamento Operativo Speciale (R.O.S.) per i Carabinieri,
120 Decreto del min. dell’Interno n. 1070/M/22(4) del 25 marzo 1998, detto «direttiva Napolitano» dal nome del ministro dell’Interno dell’epoca.
121 Decreto del min. dell’Interno del 4 marzo 2000, detto «direttiva Bianco» dal nome del ministro dell’Interno dell’epoca.
113 - il Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.) per
la Guardia di Finanza.
Lo SCO, servizio centrale della Polizia di Stato, che nel 1998 ha preso il posto della «Criminalpol»122, è incaricato di coordinare l’analisi, le indagini e le operazioni sviluppate dagli organismi investigativi della Polizia. Inoltre esso assiste, con l’attività di concorso della sua prima divisione, le Sezioni di criminalità organizzata (Sezioni C.O.), che sono preposte presso le 26 Squadre Mobili a livello provinciale123.
Il ROS, che era già stato creato nel 1990, è attualmente il servizio centrale dei Carabinieri competente per la criminalità organizzata. Esso deve assicurare, come previsto dal D.L. 152/1991, il collegamento delle attività di indagine per i delitti di criminalità organizzata, per affrontare il fenomeno secondo una strategia unitaria. Esso comprende un ufficio centrale per il concorso alle indagini più complesse, e coordina inoltre l’azione dei servizi a livello interprovinciale, quattro Reparti Anticrimine e le Sezioni Anticrimine.
Per la Guardia di finanza nel 1993 è stato creato lo S.C.I.C.O., il Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata, che fornisce l’eventuale concorso ai G.I.C.O. (Gruppi di Investigazione sulla Criminalità Organizzata), posti in ogni Nucleo di polizia tributaria presso i comandi provinciali delle città ove ha sede la corte d’Appello.
Infine, per l’analisi strategica dei dati riguardanti i fenomeni criminali, è stato creato in seno alla Direzione Centrale della Polizia Criminale del ministero dell’Interno un Servizio Analisi Criminale, a composizione interforze.
§ 2. La polizia giudiziaria specializzata in Francia
Per quanto riguarda la Francia, essa possiede delle strutture di polizia giudiziaria specializzate in seno alle sue forze di polizia, che sono soprattutto la Polizia Nazionale e la Gendarmeria Nazionale. L’ordinamento francese ha dunque adattato anche le
122 Circolare del min. dell’Interno – Dipartimento della Pubblica Sicurezza n. 123/183/739 del 24 luglio 1998.
123 Decreto del min. dell’Interno del 5 giugno 1998. Prima della direttiva Napolitano, la Criminalpol era organizzata in 14 Centri Operativi.
114 strutture degli uffici centrali e periferici della polizia e della gendarmeria all’esigenza di contrastare il crimine organizzato. In Francia, come in molti altri paesi europei, alcune forme di criminalità organizzata non sono territorialmente compartimentate in reti “stagne” ma divengono sempre di più di tipo transazionale. Ciò obbliga a disporre di una organizzazione repressiva sufficientemente versatile per poter lottare con lo stesso grado di professionalità contro i gruppi criminali nella diversità delle loro attività illecite. In conseguenza di tutto ciò, sono state messe in atto le recenti riforme della polizia giudiziaria. Nel 2002 è stato creato il Gruppo d’Intervento Regionale per poter «disporre di una vera forza di proiezione capace in ogni momento, su un determinato territorio, di mettere in opera (…) un dispositivo in grado di mettere in opera i mezzi e le competenze necessarie» 124.
Andiamo dunque ad esaminare le modalità di coordinamento tra le forze di polizia che operano a livello regionale, per mezzo dei Gruppi di Intervento Regionali (A) e di seguito si confronterà l’evoluzione dei differenti uffici delle forze di polizia specializzati nella lotta contro la criminalità organizzata (B):