VII. La lotta di tutti contro tutti nel nazionalsocialismo
VII.VI La società nazionalsocialista
Il nazionalsocialismo ha coordinato le molteplici e contraddittorie interferenze dello stato in un sistema che aveva un’unica finalità: la preparazione della guerra imperialista. […] Il nazionalsocialismo aveva formulato il suo obiettivo già nel 1935 nei seguenti termini: «Il fascismo è la dittatura del partito fascista (nazionalsocialista), della burocrazia, dell’esercito e della grande industria, dittatura sul popolo intero, per la completa irreggimentazione del paese in vista della guerra imperialistica»92.
Questi quattro gruppi che componevano la classe dirigente nazionalsocialista dominavano le masse e allo stesso tempo poggiavano il loro potere sul loro consenso.
Si trattava di caste chiuse e caratterizzate da profondi antagonismi interni che scelsero di sostenere l’ideologia del nazionalsocialismo, e in generale le forze vittoriose, per mantenere la propria posizione e aumentare il proprio prestigio.
Pur essendo strutture stratificate e gerarchiche non mancavano tuttavia le interferenze tra i vari gruppi93. In questo senso Neumann analizza come il partito intervenisse nelle decisioni prese dalla burocrazia ministeriale controllando i funzionari pubblici, in particolar modo il gruppo degli insegnanti e dei maestri. Quest’ultimi erano ancora segnati dal risentimento accumulato durante la Repubblica, che accusavano di aver tradito la monarchia nel 1918. Pur non avendo inizialmente aderito al nazionalsocialismo, trovarono nella sua ideologia e nelle sue false promesse di abolire le classi e creare una società basata su professioni e competenze una valvola di sfogo94.
L’essenza della politica sociale nazionalsocialista sta nell’accettazione e nel consolidamento del carattere prevalentemente classista della società tedesca, nel tentativo di rafforzare la sua classe dirigente, nell’atomizzazione degli strati inferiore attraverso la distruzione di ogni gruppo autonomo intermedio tra questo e lo stato, nella creazione di un sistema di burocrazie autocratiche che intervengono in ogni sfera dei rapporti umani. Il processo di atomizzazione si estende in parte anche alla classe dirigente, e procede parallelamente a un processo di differenziazione entro il partito di massa e la società che crea élite fidate in ogni settore. Grazie a queste, il regime mette un gruppo contro l’altro e consente una minoranza di terrorizzare la maggioranza95.
92 Ivi, p. 395.
93 Ivi, pp. 403-408. 94 Ivi, pp. 409-414. 95 Ivi, p. 401.
184 Il concetto di uomo di massa creato dalla democrazia e dal capitalismo attraverso organizzazioni che gestivano ogni momento della vita, venne rafforzato durante il nazionalsocialismo. Eliminando ogni istituzione che preservasse spontanee relazioni tra gli individui, nella società, nel potere e nella vita privata, e intervenendo nella gestione delle attività di ogni gruppo sociale, il nazionalsocialismo non eliminò i rapporti di classe, bensì consolidò gli antagonismi.
Attraverso la burocratizzazione crescente in ogni settore, la spersonalizzazione dei rapporti umani e l’eliminazione di qualsiasi organizzazione autonoma intermedia tra la società e lo stato, contribuì ad atomizzare le masse e in un certo senso anche la classe dirigente96.
Dal momento che il controllo totale sulla società non poteva avvenire in un apparato burocratico normale, il nazionalsocialismo selezionava alcune élite, che in cambio di un trattamento privilegiato, agivano come «punta di lancia del regime entro la massa amorfa»97, denunciando qualsiasi comportamento sospetto.
«L’obiettivo immediato del partito, dell’esercito e dell’industria è uno solo: ora che la guerra è in corso, bisogna impedire a tutti i costi una sconfitta della Germania. Ma al di là di questo è dubbio se vi sia una qualche reale identità di obiettivi»98.
Le forze armate condividevano con il nazionalsocialismo la volontà di ristabilire la posizione internazionale della Germania, riportare le frontiere a quelle del 1914 e riconquistare le colonie. L’esercito aveva abbandonato le tradizioni più sacre, si era sottomesso al controllo del partito e alla dirigenza di Hitler, ma l’obiettivo principale delle forze armate restava tuttavia quello di mantenere le proprie posizioni di prestigio, sia a livello sociale che politico. L’esercito infatti mantenne sempre la sua autonomia, rifiutò qualsiasi interferenza del partito nelle questioni militari e disapprovò i metodi terroristici utilizzati sulla popolazione99.
«La classe dirigente della Germania nazionalsocialista è tutt’altro che omogenea. Esistono al suo interno altrettanti interessi quanti sono i gruppi che la compongono. Questi sono tenuti insieme solo dal terrore e dal timore che il crollo del regime li coinvolga tutti»100.
96 Ivi, pp. 401-403. 97 Ivi, p. 439. 98 Ivi, pp. 418. 99 Ivi, pp. 417-419. 100 Ivi, pp. 432.
185 Alla base della collaborazione tra i vari gruppi che componevano la classe dirigente c’era l’obiettivo comune della politica di conquista e lo sfruttamento dei paesi stranieri, così come dello stesso popolo tedesco, ma oltre a questo non c’era nulla. Pur essendo tutti riconoscenti ai progressi sociali che aveva apportato il nazionalsocialismo, gli obiettivi comuni con il partito si limitavano solo al breve termine. Artigiani e piccoli commercianti avevano ottenuto l’eliminazione di concorrenti ebrei e di banche. L’industria aveva ottenuto l’eliminazione del potere dei sindacati, l’esercito l’espansione delle forze armate e la burocrazia l’abolizione del controllo parlamentare e l’eliminazione dei funzionari socialdemocratici, ma tutti erano scontenti dell’esagerato livello di ingerenza del partito nelle loro attività101.
Le precedenti basi ideologiche dei diversi gruppi erano state spazzate via e sostituite dai principi del razzismo proletario e dall’adorazione del Führer, principi molto fragili se si considera che il consenso di tutti questi gruppi al nazionalsocialismo dipendeva dall’andamento della guerra e dal successo del partito. Nemmeno la religione poteva più essere un collante, dal momento che non era una priorità tra i principi del partito e per il fatto che il clero tedesco stesso era molto diviso internamente.
Il partito era ben consapevole di questa situazione e a tal fine erano dirette le iniziative che incrementavano il coinvolgimento delle masse e la partecipazione al partito.
A partire dall’istruzione dei giovani e dal loro coinvolgimento nelle organizzazioni di partito fino all’ampio controllo di scuole elementari, secondarie e università e perfino delle scuole per dirigenti d’impresa, tutto era fortemente impregnato dei principi del partito. Si cercava di dare ai membri della classe media e agli operai, simboli della piccola borghesia declassata, la prospettiva di poter raggiungere migliori condizioni economiche e posizioni sociali e magari qualche ruolo di potere nelle gerarchie di partito102.
La struttura naturale della società è dissolta e sostituita da un’astratta «comunità del popolo», che nasconde la completa spersonalizzazione dei rapporti umani e l’isolamento fra gli uomini. Nei termini della moderna psicoanalisi sociale, potremmo dire che il nazionalsocialismo sta cercando un carattere uniformemente sadomasochista, un tipo umano determinato dal suo isolamento e dalla sua
101 Ibidem.
186 insignificanza, che per questo solo fatto è spinto ad aderire a un organismo collettivo dove partecipa della gloria e del potere dell’istituzione di cui è diventato parte103.
Il già citato psicoanalista e sociologo Erich Fromm aveva riflettuto sul carattere dell’individuo determinato dal bisogno di autoconservazione, che costringe l’uomo ad accettare condizioni economiche, sociali e politiche del sistema in cui vive104. Il carattere sadomasochista tipico della classe media inferiore della Germania era determinato dal duplice atteggiamento nei confronti dell’autorità, come già analizzato precedentemente nello stalinismo. Da un lato si cercava nell’obbedienza servile al partito un senso di protezione e sicurezza, mentre dall’altro si traeva forza dalla sottomissione dei più deboli, riconoscendoli inferiori secondo i dettami della razza105.
Il nazionalsocialismo otteneva la spersonalizzazione e l’isolamento dei rapporti umani tramite due principi basilari dell’organizzazione sociale. In primo luogo il partito nazionalsocialista aveva eliminato qualsiasi forma di pluralismo e di organizzazione sociale intermedia autonoma per non incorrere in movimenti reazionari. In secondo luogo, ricorreva all’atomizzazione degli individui distruggendo ogni sfera della loro vita, come la vita famigliare, la chiesa e la religione, la carità, che veniva sostituita con organizzazioni assistenziali ufficiali, il tempo libero e il lavoro106.
«Il Fronte del lavoro tedesco ha spinto il processo di burocratizzazione al massimo. Non solo i rapporti fra l’impresa e i lavoratori, ma anche quelli fra i lavoratori stessi sono ora mediati da una burocrazia autocratica. […] Il compito principale del Fronte del lavoro è l’indottrinamento della casse operaia tedesca e la distruzione degli ultimi residui di socialismo e di marxismo, di sindacalismo cattolico e democratico»107.
L’accresciuto intervento dello stato nelle condizioni lavorative e salariali a seguito del passaggio da economia capitalistica concorrenziale a sistema monopolistico, indebolì il potere dei sindacati che non furono quindi capaci di opporsi al nuovo regime108. Il partito nazionalsocialista smantellò le strutture precedenti e diede vita al Fronte del lavoro tedesco.
103 Ivi, p. 439.
104 E. Fromm, Fuga dalla libertà, cit., p. 18. 105 Ivi, pp. 121-154.
106 F. Neumann, Behemoth, cit., pp. 437-439. 107 Ivi, pp. 454-455.
187 I lavoratori, riuniti nel Fronte, non avevano più una rappresentanza politica o sociale e avevano perso il potere contrattuale di decidere delle proprie condizioni lavorative e salariali109.
«Il controllo del lavoro è ciò che più d’ogni altro aspetto distingue il nazionalsocialismo dalle società democratiche. Il lavoratore non ha nessun diritto. Il potere effettivo e potenziale dello stato sul mercato del lavoro è il più ampio possibile»110.
Nonostante l’obiettivo della prima fase economica del nazionalsocialismo fosse stato quello di garantire la piena occupazione al fine di evitare l’opposizione delle classi lavoratrici, il nazionalsocialismo aveva cancellato il libero mercato del lavoro e aveva eliminato qualsiasi organizzazione autonoma delle classi lavoratrici. Inoltre, il partito applicava la piena utilizzazione della manodopera per scopi produttivi, senza riguardo per le considerazioni umanitarie111.
Altri strumenti di dominazione delle masse erano la politica salariale e i redditi. Il nazionalsocialismo non permetteva mai di dimenticare alle masse di averle portate alla piena occupazione e che per questo motivo avrebbero dovuto essere grate al partito. Le disparità retributive restavano al centro della politica salariale nazionalsocialista ed erano ulteriore strumento per mantenere forti legami con i settori dell’industria e del commercio e per creare nuovi gruppi fidati112.
«Per impedire alle masse di pensare, queste debbono essere tenute in uno stato di tensione permanente. Ciò avviene attraverso la propaganda. L’ideologia è un processo incessante di modificazione e adattamento del sistema predominante tra le masse113. Il terrore e la sua manifestazione nella propaganda vanno di pari passo»114.
Propaganda e violenza erano cioè complementari e miravano a sottomettere gli uomini all’autorità. La propaganda nazionalsocialista si serviva del terrore delle SS e delle SA e si consolidò sfruttando gli antagonismi, le debolezze sociali, economiche, religiose e la competizione tra i vari gruppi politici. La propaganda del nazionalsocialismo fu vincente anche perché non era legata ad alcuna politica e in base alla situazione si appoggiava all’ideologia più conveniente.
109 Ivi, p. 454. 110 Ivi, p. 370. 111 Ivi, pp. 386-389. 112 Ivi, pp. 470-475. 113 Ivi, p. 439. 114 Ivi, p. 476.
188 «Il sistema giuridico nazionalsocialista non è altro che uno strumento di manipolazione delle masse mediante il terrore. I tribunali penali, insieme alla Gestapo, al pubblico ministero e ai giustizieri, sono adesso soprattutto istituzioni abilitate alla pratica della violenza. I tribunali civili sono invece principalmente agenti per l’esecuzione delle direttive delle organizzazioni monopolistiche industriali»115.
La propaganda nazionalsocialista fu vincente anche grazie al sostegno della magistratura, che tollerava qualsiasi forma di abuso. Il nazionalsocialismo aveva cancellato il carattere generale della legge, la divisione dei poteri e l’indipendenza della magistratura, in quanto la legge era il comando del Führer e il giudice un semplice funzionario di polizia.
Il processo di manipolazione delle masse attraverso il terrore era entrato a far parte del diritto penale. Non solo gli atti reali, ma anche i tentativi o preparativi di un atto considerato reato politico erano punibili con la morte. La pena capitale non era più esempio di giusta punizione, bensì era diventato un atto deterrente e la giustizia aveva perso la sua posizione prioritaria116.
«Per eliminare l’aggressività, bisogna spezzare definitivamente il potere dell’economia monopolistica e la struttura economica della Germania deve essere profondamente mutata, oltre a sradicare il potere del partito, dell’esercito e dell’alta burocrazia»117.
In un simile contesto, secondo Neumann, l’unica soluzione per la fine del nazionalsocialismo poteva essere solo la sconfitta militare della Germania. Per raggiungere lo sradicamento del nazionalsocialismo dalla mente del popolo tedesco la disfatta militare ed economica era assolutamente necessaria, ma per dimostrare al popolo tedesco che la superiorità militare poteva essere raggiunta anche da una democrazia era fondamentale una guerra psicologica, dividere la Germania separando le grandi masse del nazionalsocialismo118.
Ma non vi è alcuna certezza che il crollo del regime sradicherà le radici della mentalità nazionalsocialista che rendono possibile il regime. Questa mentalità scomparirà solo quando verrà dissolto il dominio di quei gruppi che si sono legati per la vita con il regime, e al di là del regime, con i suoi motivi e i suoi fini. Scomparirà solo quando verrà eretto un ordine sociale nel quale le
115 Ivi, p. 499. 116 Ivi, pp. 479-499.
117 Enzo Collotti, Introduzione, cit., p. xxvii. 118 F. Neumann, Behemoth, cit., p. 5.
189 conquiste del regime (pieno impego e sicurezza materiale) saranno preservate in una forma veramente democratica119.
Nella visione di una Germania futura, Neumann vedeva come protagonista della ricostruzione la democrazia. Egli temeva che le misure punitive, per la smilitarizzazione e nei confronti della struttura economica che si riteneva responsabile di aver dato vita al nazismo, avrebbero potuto generare nuove basi di instabilità sociale, penalizzano inoltre l’occupazione. Il progetto di Neumann prevedeva una ricostruzione della Germania secondo una rivisitazione della Repubblica di Weimar, analizzando e correggendo gli elementi che avevano portato al suo fallimento, dando vita a una democrazia in cui, come nell’epoca weimariana, il movimento operaio aveva un ruolo fondamentale120.
«Il popolo ha visto quanto sia stato facile per la gang nazionalsocialista subentrare ed esercitare funzioni amministrative che erano state appannaggio di un gruppo privilegiato saldamente chiuso, particolarmente abituato ad esercitare queste funzioni»121.
Nelle previsioni di Marcuse, il popolo tedesco, che aveva visto come il nazionalsocialismo aveva trasformato la presa di potere in un racket personale, sarebbe stato pronto per l’autodeterminazione politica. I tedeschi si erano resi conto che ai nazisti non erano state richieste particolari abilità, ma per spezzare la situazione avevano bisogno di essere rieducati alle proprie forze liberatrici e di potersi servire della propria coscienza che il regime schiacciava122.
119 H. Marcuse, Davanti al nazismo, cit., p. 48 120 F. Neumann, Behemoth, cit., p. 40
121 H. Marcuse, Davanti al nazismo, cit., p. 77. 122 Ibidem.
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