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sottoposte le tre Terre del Commissariato

(pag. 271) I SS. Priori di Ripe annunciarono al Consiglio del 10 agosto 1642 che erano stati deputati i Signori Capitano Lenci A. ed Ugolini V. segretario per acquistare «e tenere la polvere di archibugi secondo il conto che di tutto essen-do a 50 fuochi, che a 4 libre per foco seconessen-do l’ordine di S.E. fu dato ordine, che se ne comprasse 200 libre, libre 100 di miccia, e doi cento libre di palle di piombo»; e nel Consiglio del 18 istesso mese fu deputato per la riscossione di una nuova imposizione colla quale si dovevano pagare i soldati M. Pierangelo Saginati colla retribuzione di 12 scudi. All’ordine mandato anche a Monterado dell’acquisto di polvere ed altro i Priori risposero che non vi erano soldi per ac-quistare né polvere, né miccia e né piombo. Ma finalmente tutto fu acquistato, e siccome non vi ebbe fortunatamente bisogno venne rivenduto dietro permesso ottenuto da Monsignor Vice-Legato e col denaro che se ne ritrasse le due comu-nità pagarono i debiti che avevano fatto nell’acquisto dell’armamento. Frattanto nel Consiglio dell’ultimo agosto 1645 si fece la ratifica dell’obbligo assunto da tutti i Consiglieri di Ripe verso il Sig. Governatore Generale delle Armi di tutto lo Stato di Urbino nel 15 settembre «quale ha fatto mostra de’ soldati, et giunti al Rollo, molti, et essere stati alcuni non atti per impotenza al servitio, et altresì ha bisognato che li medesimi SS. Priori faccino obbligo di pagare alla Apostolica Camera sc. 96 de paoli da pagarsi dette armi, ciò è (pag. 272) moschetti 22, et picche 8 di sodetti sc. 96 di pauli»; frattanto si doveva riscuotere da’ soldati il prezzo delle dette armi nel termine di 6 mesi: nel 1646 venne l’ordine di pagare entro 4 giorni in Urbino scudi 38 alle milizie come per tangente di Ripe.

Nel giorno 9 settembre 1663 il Cardinal Bichi scriveva alle Comunità che, secondo le ordinanze di Papa Alessandro VII, ciascuna di esse doveva imporre una Colletta straordinaria per somministrazione degli utensili alla soldatesca di linea «e pagare ogni bimestre scudi 31 e baj 95 papali, oltre li 2100 di provi-sione; sicché bisognava nominare due deputati per imporre la gabella e pagare il Vice-Tesoriere. Era poi necessario di far sapere a S. Eminenza Padrona che, pagandosi in questo luogo, a Ripe, paoli quattro per soma di terra (fuor che li

soldati che pagavano mezzo scudo) si pregava di far ad essi pagare quel tanto che pagavano gli altri per li utensili». Nell’anno dopo si fece l’istessa richiesta, e Ripe decise di servirsi del denaro depositato nel Monte di Pietà di Senigallia che era destinato al risarcimento delle mura castellane «e quando tal quantità non fosse stimata bastevole e conveniente si dasse anche la somma di scudi 50»

che il municipio aveva qualche giorno prima ritirato da un censo «acciò con tal dimostrazione riconoschino Sua Beatitudine e Sua Em. la pronta volontà della Comunità, e s’appaghino insieme del poco in luogo del più che si dovrebbe».

E Ripe offrì scudi 200. Monterado dette scudi 150 di moneta di Urbino, mo-strandosi il Consiglio dispiacente di non poter somministrare somma maggiore;

il denaro fu trovato in prestito, ed i consiglieri dovettero garantirlo sui loro fondi. Per felice combinazione il denaro non fu speso tutto, e venne rimborsato ai municipii.

Siamo al secolo XVIII e le gravezze ed i guai per somministrazioni alle truppe aumentarono ancora. Il 20 maggio 1707 si leggeva una lettera del Card. Legato nella quale si richiedeva ai paesi ubbidienza agli ordini dati dal Luogotenente di Senigallia, affinché non nascessero disordini al passaggio che facevano gl’impe-riali per il territorio di Senigallia «e ciò anche per il bene pubblico, per difendere lo stato di S. Chiesa. Quindi (pag. 273) la necessità di ubidienza a quanto im-porrà ed ordinerà il detto Luogo Tenente».

A titolo di curiosità, e perché meglio si sappiano gli aggravi ai quali anda-vano incontro per opera delle truppe straniere soggetti i contadini riferisco qui una «Nota delle persone intimate, che dovevano portarsi in Sinigaglia la matti-na del 10 corrente (genmatti-naio 1708) con Buoi e Carri in occasione delle Reclute Alemanne, e portarsi sotto la fortezza vicino la fontana».

«Tomba»

«Ludovico di Lenci Ant. della Grata

«Giuseppe Secchiaroli

«Fabiano Pagliareccio»

«Ripe»

«Carlo Bertini

«Bernardo Montese

«Baldo di Giovanni Paulo

«Giovanni Benedetto di Pandolfo abilitati per ordine di V.S. Ill.ma

«Carlo Maltempo

«Quali tutti furono comandati a ubbidire sotto pena della vita, come per rapporto fatto da Piazzari apparisce in questo tribunale». (115)

Nel settembre del 1708 il Card. Legato scriveva alla Comunità di Tomba che si richiedevano scudi romani 1850 «pro rata tangente per le contribuzioni imposte dal nostro stato e per il mantenimento delle truppe pontificie avendo bisogno Sua Santità di far leva per la difesa dello stato ecclesiastico». Si doveva-no così eleggere anche dei deputati i quali con i deputati di Ripe e Monterado assistessero alle Congregazioni da farsi per l’oggetto.

Nel 20 ottobre i deputati tanto ecclesiastici che laici proposero un dazio sul vino, ma prima si volle che seguisse la visita di tutte le cantine per sapere il pre-ciso delle some di vino imbottate, e tassarlo ad un paolo per soma.

Nel 1710 per Senigallia vi fu passaggio delle truppe ed i coloni furono tassati per i soliti trasporti. Nell’anno dopo, siccome taluni non si erano presentati all’appello, il Card. Legato Tanari scriveva da Pesaro nel dì 30 marzo al Luogo Tenente di Senigallia per sapere in mano di chi si trovava il denaro pagato da quelli «che erano stati graziati dal trasporto dei bagagli delle Truppe Alemanne per Senigallia nel 1710»; e fra i contadini graziati vi erano di Scapezzano, Mondolfo e Tomba. (116) Anzi il Cardinal Tanari con lettera del gennaio or-dinava al Commissario di Tomba che due deputati prendessero nota fedele di tutti i carri e bovi del Commissariato, per poi ordinare ai proprietari di allestirli

e di portarsi ad ogni ordine a Senigallia, o dove credeva meglio l’Uditore «con certezza che saranno ben trattati, come sono stati quelli di Pesaro». Oltre a che nel febbraio del 1709 l’istesso Legato Tanari scriveva a Tomba: «vogliono le truppe Alemanne che alle (pag. 275) gravi spese delle contribuzioni e quartieri che chiedono alle città di Pesaro, e Senigallia, concorrano per equal porzione gli altri luoghi della Legazione, altrimente minacciano l’esecuzione alla militare»;

quindi ordinava di spedire subito del denaro. Il municipio di Tomba venne in questa circostanza ad un accomodamento col Collegio Germanico, dal quale ebbe 60 scudi romani.

Le truppe alemanne erano il terrore delle nostre popolazioni: abbiamo la se-guente risoluzione consiliare del 21 febbraio 1709 fatta dal municipio di Tomba che ce lo attesta. Quel consesso stabilì «di far ritoccare da un buon pittore l’im-magine della Madonna SS. di Loreto posta di sopra alla porta pubblica per esser scolorita, e guasta anche l’immagine di S. Rocco, e gl’ornamenti di detto pittore, giacché per l’intercessione di detta Vergine e Santi nostri avvocati siamo restati illesi da gl’avanzamenti degli Alemanni, li quali sono di già passati per la Dio gratia, e siamo stati preservati da mille danni, che vi potevano occorrere, massime anco, che tutto il popolo di questa Terra vi è disposto».

E nel 1712 il Card. Legato scriveva a Tomba, e chiedeva la quota di scudi 85:40 di moneta romana, «reintegrazione alla Camera Apostolica per gli utensili somministrati alle soldatesche di nuova leva in Ferrara».

Il riparto delle spese per il passaggio delle truppe estere per lo Stato, e per altre indigenze dello Stato medesimo, fu pubblicato con chirografo del 27 aprile 1715 e marzo 1720, e 6 agosto 1720; il che veniva annunziato da Federico Lanti presidente, da Urbino 28 agosto 1732. Cinque anni dopo fu emanato l’editto del ripartimento delle spese occorse dal 1734 al 1736 per il passaggio ed accan-tonamento delle truppe straniere nello stato della Chiesa, da farsi sopra tutte le Comunità, escluse le città di Bologna, Ferrara e Benevento con i luoghi delle rispettive loro giurisdizioni. In conclusione, per tacere di altri aggravi, nei soli primi dieci anni del secolo XVIII le tre Terre furono tassate per scudi 1819, così ripartiti: Tomba 663, Ripe 731, Monterado 405. A tante angherie si univano ancora le bastonate: il seguente documento è dei più importanti. Un tal Baldo Baldarelli di Tomba nel giorno 28 agosto del 1718 avanzava una istanza al Card.

Salviati nella quale diceva che «con l’occasione del passaggio de’ Tedeschi gli avvenne (pag. 276) di ricevere delle bastonate, e restar sequestrato per molte hore in mano de’ medesimi col pericolo di sua vita, stante l’errore commesso dal suo compagno della rottura d’un carro de’ medesimi Tedeschi. Il medesimo oratore per simili vessazioni et rotture preso dalla collera et alterazioni del detto suo compagno, diede al medesimo due bastonate, il quale dopo pochi giorni

restò libero e sano, e ritornò alle fatiche di campagna. E perché il povero oratore capo di casa, e carico di famiglia si trova contumace da alcuni mesi in qua ...»

chiedeva al Card. Salviati Legato la grazia di poter tornare a casa; ma questo ri-spondeva che prima facesse e procurasse la pace con il Montesi offeso, cosa che poté ottenere solo dopo che il padrone del Montesi dette il consenso sborsando però scudi 8 di moneta romana. E così il 21 dicembre fu stipulato l’istrumento di pace, ed il giorno dopo il Cardinale dette il Consenso «in honorem festivita-tum Nativitatis» (in onore delle festività Natalizie). (112)

Dopo i Tedeschi vennero gli Spagnoli i quali nell’anno 1744 furono a Ripe tre volte, come risulta da una nota di un tal Rossini di Mondolfo il quale aveva somministrato libre 779 di fieno e ne domandava il pagamento al Consiglio nel giorno 15 novembre. Il 10 gennaio 1745 si chiedeva dall’istesso consiglio di creare un censo «a cagione delle spese occorse per le truppe estere». Dalla se-guente nota risulta come si alternassero nel vessare con i loro passaggi le truppe tedesche e spagnuole.

«Il 24 Decembre 1746 pagati paoli 3 per essere andati ad avvisare i carri per il servizio delle truppe austriache sc. 2».

«16 febraio a un Deputato per i carri sc. 1:90 per aver obbligati tutti i carri e sc. 6 a chi aveva accompagnati i carri per 15 giorni».

«13 maggio 1744 paoli 4 per pane somministrato ai soldati mandati per sforzare i bifolchi renitenti».

«12 ottobre 1744 paoli 12 per essere andato 4 giorni a comandare i bifolchi con i birocci per i Tedeschi».

«13 giugno sc. 3:50 per essere andato in tutti i poderi del luogo a provedere le molte paglie che si richiedono, e qui non si trovano, paglia (pag. 277) che poi si dovette accompagnare a Pesaro. Per aver somministrato ai bifolchi il puro necessario per governare i bovi sc. 4:10. Tutta la spesa per la truppa austriaca ascese a sc. 26:40».

Nel mese di febbraio, parimente a Ripe, si dovette dare legna e paglia ad un picchetto che si trattenne più giorni: sc. 1:40. «Per pane che convenne farli dare dalla fornara paoli 9; per coppe 3 d’orzo che vollero pei cavalli sc. 1:95».

«15 Novembre 1744 per fieno dato dalla Com.tà ai cavalli spagnuoli l’anno antecedente sc. 4:62; sc. 6:50 per tre passaggi di picchetti spagnuoli per li cibari, et altro per liberare i luoghi da insolenze, che sovrastano. Totale sc. 19:97».

Ai consiglieri di Tomba, nella riunione del giorno 8 aprile 1742 i SS. Priori dicevano che continuando il passaggio delle truppe spagnuole nelle nostre regio-ni del mare Adriatico, ed essendosi accampate in Seregio-nigallia, accorrevano carri,

cavalli ed altro che abbisognava, del che faceva premura Mons. Lanti Presidente della Legazione di Urbino. Era adunque necessario nominare per questa bisogna una persona idonea per provvedere il tutto, e fu nominato il Sergente Angelo Maria Tamburini con autorità di eleggere «a suo piacimento i Colonnelli affine di comandare ancora gl’abitanti di Ripe e Monte Rado».

Nel 1749 il Governo papale mandò al Commissariato il conto definitivo

«delle spese occorse per il mantenimento delle truppe estere dimoranti nello sta-to ecclesiastico dall’anno 1742 fino al 1746» ed il Commissariasta-to veniva tassasta-to per scudi 3973:93:3, dalla qual somma dovevansi difalcare scudi 136:57:4 «per altrettanti spesi dalle Comunità del Commissariato, secondo le note trasmesse a Roma, restando a pagare scudi 3836:95:3l ½, con obbligo di doversi costituire un fondo capace per detta somma, e stipulare istrumento in Roma per maggior sicurezza del nuovo Monte Communità». Ed il riparto fra le tre Comunità venne fatto nel modo seguente: (pag. 278) a Tomba furono imposti scudi 1446:3:1, a Ripe 1512:03:01, ed a Monterado 878:61:1 ½; il fruttato ascendeva a scudi 102:27:4 ½.

Nel 1753 venne il riparto di altra tassa detta dei due milioni imposta nel 1748; ed il Commissariato fu condannato a scudi 1644 e baiocchi 13 ½ «col decorrere i frutti dal 1º dicembre anno suddetto, alla ragione del 3 per 100 da pagarsi detta quota nel termine di 7 anni». Tomba nel riparto fu condannata a scudi 616:23, Ripe a 638:54:3, Monte Rado a scudi 389:36.

Se poi i rispettivi municipi desideravano «l’annessione al Monte Conto nuovo con prestare un sicuro fondo o fondi per la suddetta somma tassata e ripartita fra tutte le tre comunità era in loro potere».

Venne così stabilito di rilevare un fondo per la sicurezza con istrumento da spedirsi a Roma a nome di Tomba debitrice principale, per essere poi rileva-to dalle altre due comunità, nominando a tale scopo due deputati per comu-ne con l’approvaziocomu-ne anche dei deputati ecclesiastici; e furono stabiliti alcuni fondi appartenenti a Domenico Montanari, e Silvano Valentini. Ma al povero Montanari mal gliene incolse, perché nel 1754 il governo fece la rappresaglia contro di lui per mancato pagamento.

Sul declinare del dicembre del 1785 il Legato da Pesaro ordinava che si al-lestissero «gli alloggi e letti per una soldatesca che doveva stanziare a Tomba per estirpare i banditi e malviventi che infestano questi nostri contorni». Ma il Consiglio decise che «questi nostri paesi sono miserabili, e totalmente sprovvisti di vettovaglie ed alloggi; onde fu pregato il Sig. Commissario d’informare S.E.

medesima, perché dia altro provvedimento a detta urgenza, non sapendo la no-stra Comunità come ripararla». Per l’estirpazione di questi malviventi Tomba fu tassata a scudi 144 e bai 95, Monterado a scudi 60:60.

Gravoso fu anche il governo della repubblica francese-romana del 1798-99;

e qui diamo alcune spigolature per far vedere ancora il genere di spese alle quali i municipi dovevano provvedere.

(pag. 279) «4 Marzo 1798. Alla Guardia Civica per un mese: sc. 8: bai 43».

«2 Aprile 1798. Alla Guardia Civica per rinfreschi passati per vari servizi prestati sc. l:10».

«3 Aprile 1798. Alla Guardia Civica compreso il Caporale per il passato mese di marzo sc. 8:30».

«25 Aprile 1798. Al Cittadino Luigi Sceral in suo rimborso per altrettanti pagati, cioè ai Dragoni, che vennero col Commissario Caraucci sc. 6».

«25 Aprile 1798. Alla Guardia Civica e Tribunale per l’esecuzione fatta al Collegio per la contribuzione come alla nota sc. 9:95:42».

«25 Aprile 1798. A Francesco Lescini sc. l: bai 2 per un agnello che fu rega-lato al Comandante di piazza di Sinigaglia; sc. 0:94 per un agnello servito per la cena fatta al Commissario Caraucci; bai 20 per il messo che andò a trovare il fieno per i cavalli de’ Dragoni; bai 25 allo stalliere che custodì i cavalli; e bai 31

½ per le tre corde servite per i cavalli di detti Dragoni».

«9 maggio 1798. Al Cittadino Camillo Montanari bai 24 per i messi manda-ti a trovare i carri per trasporto delle truppe francesi».

«17 maggio 1798. Ad Angelo Amatori per aver cucinato la cena data al Commissario Carucci bai 40».

«12 luglio 1799. Per due lenzuoli dati per la contribuzione sc. 3:20; per tre paia scarpe date per contribuzione sc. 8:15».

«30 luglio 1799. Al Tribunale di Tomba per n. 29 precetti spediti d’ordine di S.E. contro de’ contadini per la requisizione de’ carri e paglia il dì 3 e 12 giugno al servizio dell’armata francese sc. 2:32».

«1 ottobre 1799. Ad Antonio Scipioni n. 29 precetti spediti dal Tribunale di Tomba d’ordine di S.E. ed eseguiti dal medesimo a de’ contadini per il trasporto delle truppe sc. 1:16».

«A di 8 ottobre 1799. f. f. B. (fu fatta Bolletta) ad Antonio Gianfranceschi per aver avvisato carrari 45 a bai 4 per carro per trasportare li legnami della selva di Corinaldo e di Monte Nuovo in Senigallia a beneficio di Francesi sc. 1:80».

«A di 21 Decembre 1799. f. f. B. a Gianfrances(chi) per tanti avvisi fatti alli carrari (pag. 280) in più volte in beneficio de’ Francesi per trasporto di legnami e artiglieri sc. 3:24».

Siamo alla restaurazione, ed anche in questa aggravi: nel Consiglio 17 agosto del 1800 qualche consigliere faceva dei lamenti perché il Generale Maresciallo Baron De Mittius aveva fatto richiesta di 7 migliaia [di some] di paglia, ma arri-vato un ufficiale con sette soldati ne volle 9 migliaia «oltre alle spese per cibarie ed altro in 4 giorni di circa scudi 9, non compresa la mercede ai bifolchi che fecero il trasporto in Ancona».

E Monterado, oltre alle solite ordinarie spese pagava altri 100 scudi mensili a causa dell’accantonamento delle truppe Russe in quel Castello. Insomma il Commissariato era addirittura soffogato dalle spese militari; quindi si venne alla risoluzione nel giorno 23 marzo del 1801 «di mandare il Commissario a pero-rare presso S.E. R.ma Mons. Delegato per ottenere un qualche provvedimento per la sussistenza dei viveri per la popolazione del Commissariato, nonché alla gravosa spesa della truppa francese».

Siamo arrivati al governo imperiale, quindi nuovi pesi, ma sempre vecchi. Le seguenti indicazioni le trovo nei libri di Monterado.

«15 Agosto 1807. f. f. B. a Gianfrancesco per aver inviato 5 carri per il tra-sporto della truppa Francese in Senigallia bai 20».

«24 Novembre 1807. f. f. B. al donzello Pierfranceschi per 27 inviti fatti a birocciai per trasportare l’artiglieria Francese ed altro sc. 1:08».

«4 feb. 1808. f. f. B. al donzello Pierfranceschi per sei inviti fatti a diversi contadini che sono andati in Senigallia per trasporto dei bagagli francesi bai 24».

«12 aprile 1808. f. f. B. al donzello Pierfranceschi per mercede di otto inviti fatti a diversi contadini cercati per il trasporto de’ legnami per la marina italiana».

«30 aprile1808. f. f. B. al donzello Pierfranceschi per 16 inviti (pag. 281) fatti a diverse persone che restarono requisiti delli lenzuoli per le truppe militari da Senigallia in questura bai 64».

«30 aprile 1808. f. f. B. a Domenico Salvatori di Tomba per tangente di questa Comunità delle razioni date a 12 soldati che accompagnarono il Commissario Baldi per requisire de lenzuoli per le caserme di Senigallia bai 30».

«30 aprile 1808. f. f. B. a Giuseppe Persi per essersi portato con un somaro in Senigaglia a trasportare a quelli Sig. Deputati li lenzuoli requisiti bai 50».

«25 maggio 1808. f. f. B. a Giambattista Gianfranceschi per due inviti pre-sentati a due carrari per fare il trasporto de’ legnami per la regia imperiale ma-rina bai 08».

«24 Decembre 1808. f. f. B. al Gianfranceschi avvisatore delli carri per aver avvisato 5 carri per il trasporto della legna di costruzione per la regia marina bai 39».

Neanche il blocco di Ancona del 1815 lasciò in pace i nostri paesi, perché il Generale Geppert che quell’assedio dirigeva, richiedeva a Ripe uomini ed at-trezzi da mandarsi a Senigallia: voleva 9 operai muniti di ronche n. 6 e 3 accette

«i quali poi in giornata, 27 maggio, dovevano arrivare al Campo delle Torrette presso Ancona». (118)

In uno dei volumi dell’Archivio di Ripe ho letto la seguente annotazione dalla quale apprendiamo l’enormità delle spese sostenute nel solo anno 1815 fra il governo murattiano e il provvisorio austriaco.

«Comune di Ripe. Dipartimento del Metauro. Riassunto generale delle somme esatte, e pagate dal sudetto Comune per somministrazioni militari fatte nell’anno 1815 a tutto maggio. Totale esatto 2767:29. Totale passivo 3099:25».

«Comune di Ripe. Governo Provvisorio Austriaco. Spese per le truppe Austriache. Stato dimostrativo le spese incontrate dal Comune di Ripe per le truppe Austriache £. 1941:07. N.B. Per le suddette spese pagate, e da pagarsi si è proposta una sovrimposta di (pag. 282) £. 1:25 sull’estimo totale ascendente a £. 1773:16».

Nel consiglio generale dei tre paesi tenuto a Tomba nel giorno 27 febbraio del 1817 il Sindaco di Ripe Francesco Lenci portò la lagnanza dei ripesi «a mo-tivo della truppa qui giunta, la quale non può a meno di non essere di aggravio in paese come sono questi sforniti d’ogni occasione e mancando perfino de’ ne-cessari mezzi di sussistenza». Gli arringatori opinarono che si scrivesse a S.E.R.

a Pesaro interessandola «a togliere la forza» anzi furono incaricati il Priore della parrocchia di Tomba e Don Giambattista Emanuelli a presentarsi a Pesaro «e tutto ciò per togliere alla popolazione il disgusto di una requisizione, che do-vrebbe privare tante famiglie del mezzo di riposare, o da ripararsi dai rigori della

a Pesaro interessandola «a togliere la forza» anzi furono incaricati il Priore della parrocchia di Tomba e Don Giambattista Emanuelli a presentarsi a Pesaro «e tutto ciò per togliere alla popolazione il disgusto di una requisizione, che do-vrebbe privare tante famiglie del mezzo di riposare, o da ripararsi dai rigori della