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Un territorio antico, uno sguardo nuovo: la letteratura dipartimentalista e il Piemonte

3. La Statistique générale et particuliere de la France (1803)

Altra opera descrittiva dei dipartimenti francesi è la Statistique générale et

particuliere de la France et de ses colonies pubblicata da una “sociétè de gens de

lettre set de savans” e curata da Pierre Etienne Herbin de Halle, funzionario del Ministero della giustizia oltre che e membro della Société de Statistique de Paris212.

La descrizione del Piemonte e dei suoi sei dipartimenti venne pubblicata in appendice al sesto tomo della raccolta, in quanto quando venne impostato il piano editoriale dell’opera ancora non si conosceva il destino istituzionale di questa regione (Herbin de Halle 1803, p. 345). Si tratta di fatto della sola statistica napoleonica redatta in modo unitario per l’intero territorio subalpino (Woolf 1990, p. 199)213. Le diverse statistiche prefettizie, in buona parte ancora inedite, e gli stessi

211 L’indicazione delle “Quatre-Vallées protestantes” è ripresa anche dalla Statistique générale et

particuliere de la France (Herbin de Halle, vol. VI, p. 361), anche qui queste valli sono erroneamente

inserite nel Dipartimento della Dora. Non è però da escludere che il riferimento ai “protestanti” sia invece attribuito – impropriamente – alle popolazioni Walser, che sono sì di origine tedesca ma di religione cattolica, nel qual caso risulterebbe verosimile la localizzazione delle due valli alle pendici del Rosa, nella Valli del Lys (dipartimento della Dora) e in Valsesia (divisa fra dipartimento della Sesia e Regno d’Italia). La “scoperta” delle peculiarità delle comunità Walser da parte dell’amministrazione napoleonica avvenne peraltro solo a partire dagli anni successivi, in particolare in seguito all’inchiesta linguistica promossa da Charles-Etienne Coquebert de Montbret (Bonola 2005a, in partic. pp. 99-103; cfr. anche Nicco 1989, p. 311). Va inoltre ricordato che anche in Val Soana, a Ronco, ebbe sede (1636-1802) una Missione di frati Cappuccini (Ingegneri 2008).

212 L’opera è segnalata da Perrot 1977, pp. 67-68 e da Woolf 1990, p. 199 n. 9.

213 L’opera statistica di Pierre Laboulinière (1802-1803) non è infatti paragonabile, trattandosi di un testo teorico-metodologico che non offre dati fattuali e di terreno (Bianchini 2008, p. 149).

almanacchi dipartimentali sono infatti riferiti a singoli dipartimenti e non abbracciano quindi in modo unitario e sincronico l’intero territorio piemontese.

Sotto l’aspetto contenutistico la Statistique contiene una descrizione geografica ed economica del Piemonte e più in generale dell’Italia settentrionale (la catena alpina e quella appenninica, i fiumi, l’agricoltura, l’industria e il commercio, ecc.) per poi passare a presentare più analiticamente i singoli dipartimenti, presentati in senso orario a partire da quello della Dora per poi passare a quelli della Sesia, Marengo, Tanaro, Stura e Po.

La Statistique générale et particuliere de la France vide la luce lo stesso anno di pubblicazione del Voyage en Piémont di Breton de la Martinière: il 1803. Le due opere, seppur diverse per impostazione e contenuti, contengono parti di testo identiche. L’opera di Breton nel frontespizio riporta indicato, a fianco dell’anno 1803 l’indicazione “an XI”, mentre il sesto tomo della Statistique riporta l’indicazione “an XII”. Questo ci permette di ipotizzare che abbia visto quindi la luce prima il Voyage en Piémont e solo nei mesi successivi la Statistique214, e che quindi sia quest’ultima opera a dipendere dalle informazioni di Breton e non viceversa. Ad esempio quanto detto circa la cattiva qualità dei vini del dipartimento del Tanaro (pp. 378-379) come si è visto è di fatto la ripetizione pressoché identica delle riflessioni ed osservazioni già pubblicate da Breton de la Martinière. Analogamente il testo riferito alle produzioni agro-alimentari del dipartimento di Marengo (pp. 371-372) riprende con leggere varianti il Voyage en Piémont (pp. 78-79).

La Statistique non presta alcuna attenzione all’organizzazione ecclesiastica piemontese, che proprio negli ultimi mesi del 1803 vedeva muovere i primi passi di quella ampia riforma che sarebbe poi stata portata a compimento nel 1805. Unico flebile accenno è, nella descrizione di Torino, la segnalazione che la città era “le siége d’un évèché” (p. 397), indicazione che però non viene ripetuta per le altre città sede di vescovado.

Nello stesso anno (XI e.f.) in cui vide la luce la Statistique générale il curatore Pierre Etienne Herbin de Halle pubblicò con Pierre G. Chanlaire (1758-1817)215 il Tableau de la division des six nouveaux departemens, en arrondissemens 214 L’anno XI terminò il 23 settembre 1803, l’anno XII iniziò il giorno successivo.

communaux et justices de paix, indiquant la population, l’etendue territoriale, et le nombre de communes composant chaque justice de paix et chaque arrondissement communal216. Nonostante il titolo articolato e un po’ ampolloso si trattava in buona sostanza di un piccolo atlante del Piemonte francese, in cui i Dipartimenti della Dora, Sesia, Marengo, Po, Stura e Tanaro vennero raffigurati ciascuno con una propria carta geografica, insieme ad una settima carta dell’intero territorio regionale. Le carte disegnate da Chanlaire vennero poi aggiornate con i successivi ampliamenti territoriali e con le modificazioni conseguenti all’unione della Liguria all’Impero (soppressione del dipartimento del Tanaro e costituzione di quello di Montenotte, modificando i territori dei dipartimenti della Stura e di Marengo) e ristampate nelle edizioni dell’Atlas National de France realizzate negli anni seguenti (1806, 1811 e 1818)217.

216 L’opera è segnalata dal Monglond (1949, vol. VI, col. 209); le copie a noi note di questa piccola (11 pp. + 7 carte) e rara pubblicazione sono quelle conservate presso il Service historique de la Défense - Archives de l’Armée de Terre, Vincennes, ms. 1363 e presso gli Archives Nationales di Parigi, AD XVI 43; un’ulteriore copia è catalogata presso la Biblioteca Reale di Torino (segnatura N.28.19, che però nel momento in cui scriviamo – 17 novembre 2011 – risulta irreperibile).

217 Le cartografie dell’edizione 1803 (quindi con il dipartimento del Tanaro, e senza quello di Montenotte, istituito nel 1805) si possono vedere riprodotte in Frasca 1993, pp. 71-78 (una carta complessiva del Piemonte e quelle dei sei dipartimenti, dalla copia degli Archives Nationales); Pressenda 1997, p. 53, scheda 158 (dipartimento del Po, da una copia dell’Archivio Storico della Città di Torino, Collezione

Cartografica, 120); Peyrot 2005, vol. II, p. 551, scheda 361 (dipartimento della Stura, da una collezione

privata); le cartografie delle edizioni 1806-1811 (quindi senza il Tanaro ormai soppresso, ma con i dipartimenti della Stura e di Marengo ampliati e il nuovo dipartimento di Montenotte) si possono vedere in Barrera 1989b, pp. 33-34, schede 79-85; Portinaro, Bo 1982, p. 145, scheda 110 e Portinaro 1984b, p. 94, scheda 64 (dipartimento della Sesia); Portinaro, Bianchi 1984, p. 125 scheda 104 (dipartimento di Marengo); Pressenda 1997, pp. 53-54, schede 159/1-3 (dipartimenti del Po, Dora e Stura); Sturani 2001, p. 118 (dipartimento della Stura); Aliprandi 2005, vol. I, p. 241, schede 142-143 (dipartimenti della Dora e della Sesia); 2007, vol. II, p. 67, scheda 142.1 (dipartimento della Dora); Peyrot 2005, pp. 603-605, scheda 394 (dipartimenti delle Alpi Marittime, Po e Stura). Per il dipartimento del Po esistono altre due raffigurazioni cartografiche, pubblicate in Pressenda 1997, p. 54, scheda 161 (anche in Barrera 1989b, p. 32, scheda 76; Viarengo 2008, p. 26) e Sereno 2009, p. 44.

Ill. 8-10 - I frontespizi del Voyage en Piémont di Jean-Baptiste-Joseph Breton (1803), della traduzione italiana del Tableau historique,

statistique et moral de la Haute-Italie di Carlo

Denina (1806) e del primo volume del Voyage en

Savoie, en Piémont, a Nice, et a Gènes di

Aubin-Louis Millin (1816). Queste tre opere si possono considerare gli esempi meglio riusciti della letteratura dipartimentalista relativa al Piemonte.

4. Il Tableau historique, statistique et moral de la Haute-Italie