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Strumento di mercato dei permessi negoziabili

Nel documento La tassazione ambientale (pagine 52-54)

Capitolo 3. Gli strumenti di attuazione delle politiche ambientali

3.2 Strumenti economici-finanziari di mercato

3.2.3 Strumento di mercato dei permessi negoziabili

Un esempio di strumenti funzionali alla creazione di un apposito mercato utilizzato in Italia ed altri paesi è quello dei “permessi negoziabili”.

I permessi negoziabili o Emission Trading o altrimenti chiamati sistema di cap and trade, rappresentano dei titoli che attribuiscono la facolt{ all’acquirente di emettere un certo livello di emissioni inquinanti entro una determinata quantità prevista dal titolo.

In particolare l’amministrazione sulla base di analisi tecniche e scientifiche, individua la quantità massima (cap) tollerabile di sostanze inquinanti che possono essere rilasciate in un determinato territorio o stato, al fine di preservare gli ecosistemi biologici e la salute dell’uomo. Sulla base del limite massimo individuato a livello normativo, le autorità competenti rilasciano successivamente un certo numero di permessi, i quali incorporano una certa quota di emissione che può essere prodotta dal soggetto che li ottiene o acquista successivamente. Infatti l’autorit{ rilascia questi titoli ai grandi impianti che emettono elevate quantità di emissioni negative, qualora il grande impianto non necessiti di tutti i titoli ricevuti in quanto emette una quantità di emissioni inferiore rispetto a quella legittimata dai titoli ricevuti, può vendere i restanti titoli in esubero ad altri impianti. I titoli vengono scambiati all’interno di un apposito mercato vigilato dalle autorità ed il prezzo dei titoli viene definito dalle contrattazioni dei privati. Se la domanda è elevata anche il prezzo sarà elevato, mentre se la domanda è ridotta anche il prezzo. Quest’ultima rappresenta è la casistica prospettata, in quanto significa che le imprese impiegano impianti e macchinari non dannosi per l’ambiente.

Con questo sistema, i soggetti potenzialmente inquinatori possono scegliere di acquistare i titoli al prezzo formatosi sul mercato ed inquinare per la relativa quota, oppure di investire in macchinari ed impianti più tecnologici che rispondano alle BAT (best available technology) contenendo l’emissione di sostanze nocive.

La scelta viene effettuata sulla base della convenienza economica dei grandi impianti industriali prediligendo la soluzione che appare loro meno costosa. Infatti se il prezzo dei titoli è eccessivo rispetto ai costi di investimento per acquistare impianti che

emettono meno emissioni, il soggetto è propenso ad effettuare investimenti nei macchinari ed impianti. Viceversa invece nel caso in cui sia più oneroso investire in nuovi macchinari che acquistare i titoli.

Gli standard massimi stabiliti a livello normativo vengono rispettati perché le emissioni possono essere disperse solamente da chi possiede i permessi di inquinamento e per le quantità previste.

Alcuni studiosi come Crocker e Dales sulla base della teoria dell’allocazione dei diritti di proprietà di Donald Coase29, riconoscono al sistema dei permessi negoziabili una soluzione alle esternalità negative rappresentate dalle emissioni negative. Secondo questi studiosi mediante i permessi negoziabili sono legittimati a disperdere emissioni solamente chi paga un prezzo per il titolo, sopportando i costi legati al danno ambientale provocato come espressione dell’indennizzo per la società che subisce il danno. Raggiungendo un punto di equilibrio tra inquinatori e coloro che subiscono l’inquinamento.

Il sistema dei permessi negoziabili o ETS30 fu introdotto in Europa con la direttiva Emission Trading 2003/87/CE al fine di raggiungere gli obiettivi previsti dal Protocollo di Kyoto. La direttiva ha previsto che ogni paese membro possiede un tetto massimo di emissioni che può produrre e sulla base di tale limite massimo, le autorità dei paesi rilasciano dei titoli che possono essere scambiati. All’inizio questo sistema era previsto solamente per l’industria pesante ed ad elevato consumo di energia (come l’industria di trasformazione del ferro ed dell’acciaio, l’industria dei minerali, l’industria della carta e cartone e l’industria della produzione di energia) escludendo molti altri settori che producono complessivamente emissioni maggiori rispetto a quelle della grande industria. Alla luce di tale mancanza, il sistema è stato oggetto di alcune rivisitazioni per estenderlo a più settori soprattutto al fine di raggiungere gli obiettivi climatici posti dalla Strategia 2020 di riduzione di gas serra del 20% rispetto ai gas serra del 1990 reputati i principali responsabili del buco dell’ozono.

Oltre alla mancanza di questo sistema di essere applicato solamente ai grandi inquinatori e non a tutti coloro che cagionano emissioni, si ravvisa la problematicità derivante dalla gestione del mercato dei titoli. I mercati devono possedere apposite regole, controlli e costi organizzativi. Inoltre nella realtà le imprese difficilmente

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Teoria che verrà trattata al paragrafo 5.3 Teoria di Coase. 30

conoscono quali altre imprese sono propense a scambiare titoli oppure se i titoli sono concentrati nelle mani di pochi soggetti, può verificarsi la paralisi del funzionamento del mercato se i possessori non li vogliono scambiare o lo scambiano a prezzi sproporzionati.

Secondo una visione ambientale questi permessi non sono per nulla indirizzati alla preservazione e tutela dell’ambiente, in quanto si crea un mercato dell’inquinamento che non indirizza il comportamento dell’inquinatore a ridurre il suo impatto ambientale in cambio del pagamento di un prezzo. Invece gli effetti che produce questo mercato sull’ambiente sono analoghi a quelli di command and controll quindi funzionali all’applicazione del principio di prevenzione e precauzione, poiché una volta definito il livello massimo di sostanze inquinanti che possono essere emesse, l’organo pubblico emette un certo numero di permessi che permettono di inquinare. Anzi a differenza dei sistemi di regolamentazione diretta, i costi sono inferiori in quanto non richiede alle amministrazioni competenti di emettere le autorizzazioni ed effettuare il successivo controllo. Sar{ l’inquinatore a scegliere se è più conveniente inquinare ed acquistare titoli in compensazione, oppure rispettare i limiti di inquinamento.

Nel documento La tassazione ambientale (pagine 52-54)