Capitolo 6. Le fattispecie di tributi ambientali in Italia
6.4 Tributi ambientali a livello locale
6.4.1 Tassa o canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche (TOSAP o COSAP)
La tassa o canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche (TOSAP o COSAP) è inerente e funzionale alla gestione del suolo urbano. Infatti il presupposto è costituito dall’occupazione di spazi o aree pubbliche da parte di soggetti privati, sottraendole al godimento della collettività.
Una tassa o canone di natura prettamente risarcitoria con una duplice finalità di risarcire la collettivit{ della deprivazione di queste aree pubbliche e dall’altra di renderne più efficiente l’utilizzo del suolo pubblico. In questa ultima finalit{ esposta, rintracciamo un nesso con la materia ambientale. Mediante il pagamento di una tariffa o canone per l’utilizzo dei beni pubblici i quali devono essere preservati, tutelati e messi a disposizione della collettività, si vuole incentivare un utilizzo più sapiente del bene pubblico.
La TOSAP viene disciplinata in tutti i suoi aspetti agli articoli 38 e seguenti dal decreto legislativo n. 507 del 1993. A partire dal 1999 questa tassa avrebbe dovuto essere
abrogata, invece ciò non è avvenuto79, Anzi all’articolo n. 63 della stessa legge è stata introdotta la facoltà per i comuni di applicare o meno tale tassa nella forma originaria di tassa oppure di applicarla sotto forma di canone (COSAP) sempre a partire dal 1999. In tal modo si venne a configurare la sussistenza di una tassa o un canone per l’occupazione degli spazi ed aree pubbliche applicate o meno a discrezione dei comuni. Per quanto riguarda il canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche, non vi è una regolamentazione ad hoc come la tassa, ma la regolamentazione è demandata interamente alla discrezione dei comuni. A differenza invece della TOSAP che possiede un’esplicita disciplina a livello nazionale, lasciando agli enti locali solamente autonomia in merito alla definizione precisa delle tariffe a livello comunale nel rispetto dei limiti previsti agli articoli 44 e 45 del decreto legislativo n. 507/1993.
Per quanto riguarda la TOSAP, il presupposto è costituito dall’occupazione a qualsiasi titolo80 di un bene pubblico indipendentemente dal possesso dell’autorizzazione rilasciata dagli organi amministrativi competenti, quali l’amministrazione provinciale o comunale a seconda della pertinenza degli spazi occupati. La tariffa considera soggetti passivi della tariffa non solo coloro che posseggono l’autorizzazione necessaria, ma anche coloro che occupano abusivamente le strade, i corsi, le piazze o beni del demanio o del patrimonio indisponibile dei comuni o delle provincie, come disciplinato all’articolo 38 del decreto legislativo n. 507/1993.
All’interno della disciplina, si prevedono due casi di occupazione con differenti tariffe. Se è un’occupazione permanente, cioè la durata supera l’anno solare, dovr{ sottostare a
79 La TOSAP venne abrogata dall’articolo 51 del decreto legislativo n. 446/1997 con vigenza dal 1999. Tuttavia a seguito della legge n. 448/1998, l’articolo 51 che determinava l’abrogazione della TOSAP fu abrogato con vigenza dal primo gennaio 1999.
80 Merita sottolineare che il presupposto non si sostanzia solamente sulla base dell’occupazione dell’area o spazio, è necessario il soggetto occupante ne tragga beneficio privato dalla sottrazione dell’area pubblica alla collettività. Sulla base di ciò sono previsti casi di esenzione dal pagamento della tassa se l’occupazione avviene nello svolgimento di attività di finalità culturali, assistenziali, previdenziali, sanitarie, educative e di ricerca scientifica che vanno a beneficio della collettività stessa, esonerata dal godimento di tale bene pubblico. Il disagio della sottrazione di un bene pubblico viene compensato dallo svolgimento di azioni a beneficio della collettivit{ stessa, eliminando il presupposto che legittima l’applicazione della tassa. Deve dunque esserci un effettivo beneficio economico rinvenibile nell’occupazione dello spazio alla cui presenza scatta l’obbligo della tassa per risarcire gli effetti negativi di sottrazione di un bene pubblico alla collettività.
determinate tariffe annue stabilite dal comune stesso differenziate sulla base dell’importanza dell’area occupata e moltiplicate per metri quadrati occupati effettivi. Mentre per le occupazioni temporanee, la tassa è commisurata alle tariffe giornaliere differenziate a seconda dell’area occupata e moltiplicate ai metri quadrati occupati. Oltre ai casi di esclusione riportati alla nota 80 che escludono il vantaggio privato, vi sono casi di riduzione della tariffa come ad esempio l’applicazione della tariffa più bassa per l’occupazione di suoli provinciali, oppure occupazione di spazi soprastanti o sottostanti, eccetera.
Mentre per quanto riguarda il canone istituito dall’articolo 63 del decreto legislativo n. 446/1997, non vi è una disciplina puntuale a livello nazionale, ma si rimanda alla scelta autonoma da parte degli enti per ciò che attiene alle tariffe ed alla disciplina stessa. Un altro aspetto fondamentale che differenzia il canone dalla tariffa, è la natura patrimoniale del canone e non tributaria come la TOSAP.
Al di fuori della TOSAP e COSAP, all’interno della tassazione generale del suolo pubblico rientra anche il ticket di parcheggio il quale oltre ad assurgere all’obiettivo di raccogliere gettito per la pulizia e mantenimento dell’area e delle strade, ha un effetto disincentivante nell’impiego dei mezzi di traposto privati che cagionano inquinamento atmosferico e acustico. Questo effetto disincentivante viene perseguito mediante una modulazione della tariffa a seconda della zona, del periodo e del valore dei beni paesaggistici o culturali localizzati in quella determinata area e che devono essere salvaguardati dall’inquinamento. Infatti nei centri storici ed abitati dove l’emissione di anidride carbonica e dei rumori deve essere limitata al fine di evitare il degrado delle opere storiche e dall’altra di tutelare la salute dei cittadini, vi è l’applicazione di una tariffa oraria particolarmente elevata disincentivando l’utilizzo dei mezzi privati e la relativa sosta, incentivando l’utilizzo dei mezzi di trasporto alternativi o pubblici.