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10. componenti ambientali, pressioni, temi 45

10.3. suolo

caratterizzazione e criticità

Una delle tematiche maggiormente rilevanti in tema di sfruttamento delle risorse ambientali è quella del consumo di suolo.

Tale tematica, peraltro ciclicamente ricorrente, necessità di una sostanziale e preliminare considerazione, funzionale anche a depurare la questione da un certo tasso di retorica: è opportuno quindi distinguere il concetto di ‘consumo’ di suolo, che rimanda a pratiche strutturalmente connesse ai processi di antropizzazione del territorio, dal concetto di ‘spreco’ di suolo, che riferisce invece di una deformazione del ‘solo’ consumo e si manifesta quando il suolo viene utilizzato in modalità improprie (ad esempio per eccesso di quantità utilizzate, per inefficace localizzazione rispetto alla funzione, per disponibilità di aree già infrastrutturale ecc.).

Dai dati ERSAF-DUSAF 2.1, l’uso e la copertura del suolo del territorio regionale hanno mostrato nel periodo 1955-2007 una tumultuosa dinamica di utilizzo insediativo e infrastrutturale, che ha determinato un aumento del 235% delle aree antropizzate a discapito prevalentemente delle aree

agricole dell’alta pianura, della collina e dei fondivalle alpini e prealpini. Nel 1955 le superfici impermeabili rappresentavano il 2,8% della superficie regionale; nel 2007 tale valore ha raggiunto il 7,2%.

Successivamente alle crisi del 2008 e del 2018 i trend di consumo di suolo hanno registrato un significativo calo; dai dati ISPRA si evince che, sul territorio nazionale, si è passati da un consumo di 8 mq al secondo negli anni 2000, ai 6-7 mq fra il 2008 e il 2013 e a 4 mq tra il 2013 e il 2015 (35 ettari al giorno). Nella figura seguente (ISPRA 2018, elaborazione su cartografia SNPA e dati di popolazione ISTAT) si osserva che nel 2018 il dato regionale del consumo di suolo pro-capite (c.ca 300 mq/ab) si colloca ben al di sotto della media nazionale (poco meno di 400 ma/ab) e, in modo ancora più evidente, anche delle regioni contermini che vedono dinamiche simili del sistema socio-economico (Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna).

Tema rilevante nell’ottica di una qualificazione delle politiche di uso del suolo è quello delle aree dismesse e del loro riuso; con il censimento 2008-2010 sono state censite 266 aree dismesse, di cui il 48% si trova in provincia di Milano, 32% in provincia di Varese, 11% in provincia di Monza e della Brianza e 8% in provincia di Lodi. La più estesa superficie fondiaria occupata da aree dismesse è in provincia di Milano (643 ha), seguita da Varese (245 ha), Monza e Brianza (103 ha) e Lodi (43 ha).

I tassi di utilizzo di suolo per i processi di antropizzazione che si sono sviluppati negli ultimi decenni nel territorio lombardo (così come in altri contesti) sicuramente possono essere ascritti non solo ad un fisiologico consumo, ma anche a evidenti fenomeni di spreco, in principal modo rintracciabili nella diffusività del comparto residenziale e nella frammentazione di quello produttivo. Evidentemente anche le polarità commerciali extraurbane di

nuova formazione sono risultate fortemente consumatrici di suolo; al contempo, negli ultimi anni, una parte significativa delle polarità commerciali della media e grande distribuzione hanno ‘riabilitato’, dentro a fuori i centri urbani, i luoghi dismessi dalle pregresse attività produttive.

Il tema del contenimento del consumo di suolo è in questi anni diventato un tema strutturale delle politiche urbanistico-territoriali; dal livello comuni-tario a quello regionale, le agende politiche e gli strumenti programmatori declinano in diverse modalità i provvedimenti funzionali a qualificare l’uso del suolo. Non senza elementi di incongruenza, indotti, a monte, sia dal particolare assetto fiscal-tributario dei suoli (la cui antropizzazione, nel nostro paese, ancora, costituisce fattore di capitalizzazione economica), sia dalla difficoltà di conciliare gli obiettivi funzionali delle diverse politiche settoriali (politiche agricole vs scenari infrastrutturali, politiche paesistico-ambientali vs scenari insediativi …).

Lo sviluppo di alcune agende politiche di recente formulazione (LR 31/2014 sul consumo di suolo e la rigenerazione urbana, piano territoriale regionale integrato dalla LR 31/2014, LR 18/2019 sulla rigenerazione urbana e territoriale, piano della mobilità regionale …) hanno individuato elementi di maggiore chiarezza e congruenza intersettoriale; nel frattempo, è evidente che anche la programmazione del settore commerciale debba puntare, da un lato, a non introdurre elementi di stimolo (anche indiretto) al consumo di suolo, dall’altro a incentivare e agevolare i processi di riuso di suoli già compromessi ad utilizzi agro-ambientali.

elementi di pressione temi di attenzione

polarità commerciali

ex-traurbane Le polarità commerciali extraurbane e i loro ampliamenti provocano, se non inserite in ambiti dismessi e di rifun-zionalizzazione, significativi consumi di suolo, sia, in modo diretto, per i comparti edificati sia, in modo indi-retto ma strettamente funzionale, per le opere viabilisti-che e infrastrutturali connesse.

Al fine di contenere gli impatti in termini di consumo di suolo, i temi di attenzione ineriscono sostanzialmente al livello pia-nificatorio e al livello progettuale.

A livello pianificatorio, l’opportunità circa la realizzazione di nuove polarità commerciali su suoli non urbanizzati è da va-lutarsi in relazione al contesto territoriale, ambientale e in-frastrutturale di riferimento. Livelli di saturazione, accessibi-lità, connettività agro-ambientale .. sono i principali fattori di valutazione da considerarsi sia per provare a distinguere i fenomeni di consumo da quelli di spreco, sia per indivi-duare, all’interno dei percorsi istruttori, gli elementi di com-pensazione del patrimonio agro-paesistico-ambientale eventualmente eroso.

In generale, è evidentemente da privilegiare l’utilizzo di aree già urbanizzate e con condizioni di accessibilità che non

elementi di pressione temi di attenzione

rendano necessarie nuove opere viabilistiche e infrastruttu-rali.

A livello progettuale, il tema del contenimento dell’uso del suolo è principalmente da svilupparsi nella ottimizzazione del rapporto tra la superficie territoriale implicata dall’inter-vento e superficie di vendita, anche privilegiando layout di-stributivi e di parcamento a sviluppo verticale.

addensamenti

commer-ciali urbani - -

epicentri urbani Gli epicentri urbani, anche quando si configurano come rifunzionalizzazione di aree già urbanizzate, possono in-durre significativi fenomeni di eccessiva saturazione e di

‘sigillatura’ di suoli che hanno interessanti potenzialità di riequilibrio ecologico urbano.

In relazione al livello di criticità ambientale del contesto di localizzazione, il tema da considerarsi è quello delle ‘reti verdi urbane’ e quindi del contributo del nuovo insedia-mento alla strutturazione, attraverso un parsimonioso uso del suolo permeabile e/o opere di ‘depaving’, di connessioni verdi (utili anche in relazione alla mobilità ciclo-pedonale e al micro-clima urbano)

Anche in questo caso, in sede di progetto specifico, il tema del contenimento dell’uso del suolo è principalmente da svi-lupparsi nella ottimizzazione del rapporto tra la superficie territoriale implicata dall’intervento e superficie di vendita, anche privilegiando layout distributivi e di parcamento a svi-luppo verticale.

I recenti provvedimenti regionali in tema di invarianza idrau-lica costituiscono un significativo riferimento per il manteni-mento di adeguati bilanci idrogeologici.

elementi di pressione temi di attenzione

commercio diffuso di

vi-cinato - -

esercizi “puntiformi” - -

e-commerce - Il tema rimanda alle politiche e ai provvedimenti relativi alla

logistica distributiva e alle modalità insediative del magazzi-naggio.