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SUSSIDIARIETA’ ORIZZONTALE TRA CONCORRENZA E DEMOCRAZIA

L’introduzione del principio di sussidiarietà può rendere più efficiente l’intervento statale stesso. Abbiamo visto che lo Stato interviene nel mercato per risolvere il problema dell’insufficiente concorrenza e può farlo anche attraverso il riconoscimento della sussidiarietà orizzontale. Lo Stato amplia la concorrenza quando riconosce a soggetti diversi la competenza per svolgere attività di interesse generale: si può avvalere delle attività dei privati per lo svolgimento della sua missione.

In situazioni di fallimento del mercato, un’alternativa alla fornitura diretta dello Stato è la sussidiarietà orizzontale. Lo Stato può realizzare il compito di garantire gli scambi efficie nt i non intervenendo direttamente nel mercato ma incoraggiando l’offerta privata. Soprattutto nell’ambito dei servizi di cura della persona, settore considerato non profittevole, lo Stato può finanziare il Terzo Settore perché provveda all’erogazione di tali sevizi41.

40AA. VV., Sussidiarietà e… spesa pubblica, Fondazione per la Sussidiarietà, 2015, pag. 154 e ss.

41 A. M. Altieri, Servizi pubblici: la specificità dell'erogazione da parte di società cooperative, Fondazione

Barberini, 2012. Consultabile in

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Contributi e aiuti all’imprese favoriscono la produzione di determinati beni mentre sconti e esoneri fiscali sollecitano la domanda dei cittadini.

I meccanismi di deduzione e detrazione fiscale, i voucher e buoni erogati dallo Stato, sono mezzi per garantire all’individuo la libertà di scegliere l’erogatore dell’offerta tra una pluralità di fornitori, pubblici e privati, che operano in concorrenza tra loro.

Dal lato della domanda, lo Stato, con tali meccanismi fiscali, riconosce alcune spese sostenute dai cittadini come attività d’interesse generale, delle quali decide di farsi carico indipendentemente dalla natura pubblica o privata dell’erogatore de servizio. Vedremo nei prossimi capitoli quali spese ed in che misura rientrano in questa copertura ma al momento è utile tenere presente che la sussidiarietà si esplicita attraverso la rinuncia da parte dello Stato di parte del gettito fiscale per sostenere la libera scelta dei cittadini nel soddisfacimento delle loro necessità e per favorire l’attivazione della domanda di beni e servizi attraverso il denaro che rimane in tasca all’individuo.

Per quel che riguarda la libertà di scelta tra i fornitori, la sussidiarietà orizzontale trova piena applicazione nel sistema dei “quasi mercati”, cioè la teoria di matrice inglese che prevede, in particolare nel settore della sanità e dell’istruzione, la compresenza di più produttori di natura pubblica, privata, profit o no-profit. In tale sistema lo Stato agisce principalmente come regolatore della concorrenza tra i vari fornitori e favorisce sostegno ai cittadini, assicurando la libera scelta.

In questo modello lo Stato evita le situazioni di monopolio, sia privato che pubblico, e stimo la i soggetti, con finanziamenti e regolamentazioni, ad offrire un servizio diversificato. La particolarità è che tale teoria prevede per i soggetti che vengono “accreditati” dallo Stato una piena autonomia nella gestione delle risorse finanziarie e nella selezione e retribuzione dei propri dipendenti42.

L’autonomia è assicurata anche per il lato della domanda, in quanto si prevedono contributi e meccanismi di differenziazione delle tariffe sulla base delle condizioni economiche dei cittadini. In questo sistema risultano fondamentali gli strumenti di diffusione delle informazioni riguardanti le particolarità delle offerte e delle performance dei vari fornitori. Al momento, per misurare il grado di sussidiarietà orizzontale in Italia, possiamo analizza re l’ammontare di risorse che lo Stato destina a sostegno dell’offerta di beni e servizi.

42 T. Agasisti (a cura di), Verso un (quasi) mercato dell’istruzione?, Fondazione per la sussidiarietà, 2010.

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In particolare possiamo considerare la quota di ricchezza che, attraverso il meccanismo dell’8 per mille e del 5 per mille, lo Stato non incassa ma devolve, su indicazione dei cittadini, ad enti e organizzazioni la cui attività ha per oggetto finalità sociali.

Al momento della dichiarazione dei redditi, il contribuente decide come gestire una parte del proprio reddito, o meglio può scegliere se destinare allo Stato o ad altra istituzione, una quota del gettito dell’imposta sui redditi delle persone fisiche (IRPEF).

Dai dati sintetizzati dal Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia, attraverso l’istituto dell’8 per mille, nel 2015, circa 1.1 miliardi di euro sono stati destinati ad enti diversi dallo Stato. L’80,22 % sul totale delle scelte espresse dai cittadini ha come destinatario la Chiesa Cattolica, prevendendo in suo favore un importo di circa 995 milioni di euro43.

Con l’istituto del 5 per mille i contribuenti destinano la quota di reddito ad enti pubblici e privati, che siano stati accreditati dalle Agenzia delle Entrate. I beneficiari possono essere scelti tra ONLUS, associazioni che sostengono attività sociali svolte nei Comuni, enti di ricerca sanitaria e di ricerca scientifica ed associazioni sportive dilettantistiche, riconosciute dal CONI, che svolgono attività di interesse sociale. Nel 2012 sono stati erogati circa 13 milioni di euro ai Comuni e 86 milioni ad altri 45 mila enti44.

Dal 2014, inoltre, il contribuente ha la possibilità di destinare il 2 per mille della propria imposta sul reddito delle persone fisiche al finanziamento di un partito politico e dall’analis i effettuata dal Dipartimento delle Finanze sono stati erogati circa 326 mila euro45.

Questi istituti sono forme di democrazia diretta, garantiscono la sovranità del cittadino, la libertà di scelta e la partecipazione nelle decisioni di spesa. Pur non essendo un sostegno diretto all’autonoma iniziativa dei cittadini, come prevede la Costituzione, sono strumenti per responsabilizzare il cittadino che decide quali enti meritano di essere finanziati con le risorse pubbliche. In questo modo, sulla base delle decisioni prese dal basso, dai cittadini, le organizzazioni efficienti sono premiate e le cattive gestioni sono tagliate.

In conclusione, il sostegno dello Stato all’iniziativa privata, secondo la logica della sussidiarietà, appare un’ottima risorsa per la creazione di benessere soprattutto nel nostro Paese. Dato il tessuto economico dell’Italia, formato dalla tradizione artigianale e dalla presenza di piccole e medie imprese, le politiche pubbliche dovrebbero avere come obbiettivo

43 Dipartimento delle finanze, Analisi statistiche consultabili in

www1.finanze.gov.it/finanze2/stat_8xMilleSerie/index.php?&req_classe=01.

44 AA. VV., Sussidiarietà e… spesa pubblica, Fondazione per la Sussidiarietà, 2015, pag. 192. 45 Dipartimento delle finanze, Analisi statistiche consultabili in

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quello di incentivare l’iniziativa privata, prevedendo finanziamenti in base alle performance, sussidi per lo sviluppo delle aree arretrate del Paese e la libera gestione dell’attività. La finalità principale delle politiche pubbliche dovrebbe essere quella di investire nella imprenditorial ità che è il motore della sviluppo economico.

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3. SUSSIDIARIETA’ VERTICALE