capacità attraverso attenzione impegno e formazione) condiziona in un certo modo la sua capacità contrattuale nel futuro in un senso non definibile nel contratto iniziale.
Partendo dalla critica che Alchian e Demesetz fanno della teoria di Coase,16, H. M evidenziano anche come alcuni aspetti, al di la di quelli tangibili come la tecnologia, la posizione o il portafoglio dei clienti , possano influenzare la distribuzione degli asset: parliamo per esempio della buona volontà , della dedizione ma anche autorità e controllo sono elementi difficilmente quantificabili e non tangibili ma gli autori stessi , introducono l’idea che possano essere trattati allo stesso modo degli asset tangibili.
H.M. evidenziano alcuni limiti della loro analisi dovuti al fatto che si basa su una contrattazione ex ante per ottenere il first best :in questo modo però, cercando di eliminare le inefficienze al tempo T0 della transazione, si
provvede già a immaginare le possibili inefficienze successive. Inoltre, non prendendo in considerazione fattori come la disparità di informazioni, l’avversione al rischio o la possibilità di variazioni della situazione economica, disegnano un lavoratore che sa già che cosa fare in maniera autonoma e non va istruito dal datore di lavoro ovviamente questo non sempre può essere vero.
Dati questi aspetti critici, la teoria si propone di evidenziare quali sono i collegamenti che definiscono il funzionamento dell’azienda, principalmente nei rapporti interni alla catena di produzione e a quella dei fornitori, investigando come tali rapporti influenzano gli investimenti.
2.5 Teoria del nesso dei contratti
Un altra teoria che prova ad analizzare la black box disegnata dagli
16
Alchian – Demesetz (1972). Coase differenziava tra lavoratori dipendenti e non dipendenti dicendo che per i dipendenti il datore di lavoro poteva dire loro che cosa fare mentre verso i lavoratori autonomi doveva utilizzare la contrattazione e la definizione di un prezzo per la prestazione. A. e D. evidenziano come il datore di lavoro non possa in alcun modo forzare il lavoratore a fare cosa vuole: il fatto di poterlo licenziare non rende in effetti la loro relazione molto differente da quella che ci può essere tra un cliente e il fruttivendolo, per cui se il cliente non è soddisfatto della merce può “licenziarlo” non comprando più i suoi prodotti.
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economisti neoclassici è quella che prende in esame i contratti che regolano le relazioni interne ed esterne di un azienda.
Jensen e Meckling17 nel loro articolo del 1976, partendo dalla teoria dell’agenzia e dei diritti di proprietà, si propongono di individuare e analizzare i costi necessari per monitorare le attività dei vari agenti, (manager, principalmente, ma anche fornitori e impiegati) oltre a quelli derivanti dalla semplice contrattazione (costi di agenzia). Più in generale definiscono i contratti che costituiscono e regolano l’impresa come impliciti o espliciti: i primi sono tutte quelle regole che, seppur non definite in modo formale, comunque influenzano l’andamento e i funzionamento dell’azienda, i secondi invece sono tali e quali a quelli presenti sul mercato ed esplicitano l’opzione “market” per la soluzione dei conflitti di interesse interni. Per esempio se può essere definito dal contratto nazionale quali sono gli adempimenti formali necessari per una promozione, non possono essere definiti quali sono i comportamenti migliori che debbono essere tenuti per ottenerla: “In this paper
we draw on recent progress in the theory of (1) property rights, (2) agency,and (3) finance to develop a theory of ownership structure1 for the firm. In addition to tying together elements of the theory of each of these three areas, our analysis casts new light on and has implications for a variety of issues in the professional and popular literature including the definition of the firm, the “separation of ownership and control,” the “social responsibility” of business, the definition of a “corporate objective function,” the determination of an optimal capital structure, the specification of the content of credit agreements, the theory of organizations, and the supply side of the
17 “
. Contractual relations are the essence of the firm, not only with employees but with“suppliers, customers, creditors, and so on. The problem of agency costs and monitoring exists for all of these contracts, independent of whether there is joint production in their sense; i.e., joint production can explain only a small fraction of the behavior of individuals associated with a firm. It is important to recognize that most organizations are simply legal fictions12 which serve as a nexus for a set of contracting relationships among individuals” Jensen , Meckling (1976), Theory of the Firm: Managerial Behavior,Agency Costs and Ownership Structure ,Journal of
36 completeness of markets problems.”
Il loro punto di partenza è considerare tutti gli individui come guidati dal loro comportamento massimizzante. Sia i managers che i proprietari cercano per se stessi il risultato migliore compensando costi e benefici delle loro decisioni. In una nota del lavoro contestano l’interpretazione che viene spesso data del lavoro di Simon (1955): “Simon (1955) developed a model of human choice
incorporating information (search) and computational costs which also has important implication for the behavior of managers. Unfortunately, Simon’s work has often been misinterpreted as a denial of maximizing behavior, and misused , especially in the marketing and behavioral science literature. His later use of the term “satisficing” (Simon, 1959) has undoubtedly contributed to this confusion because it suggests rejection of maximizing behavior rather than maximization subject to costs of information and of decision making”.
Data questa premessa e il fatto che i diritti sono definiti comunque da contratti, sia impliciti che espliciti, in qualsiasi organizzazione , ecco che i diritti di proprietà presenti nei contratti tra managers e proprietari possono spiegare i loro comportamenti. J.M mettono in evidenza come la relazione principale – agente, presente in molti contratti tra proprietario e dipendente, se vista dal punto di vista di soggetti entrambi massimizzanti, possa portare a comportamenti non sempre positivi per l’organizzazione . C’è un costo che emerge da questa relazione dovuto a :
Costi di monitoraggio per il proprietario. Costi di relazione esclusiva per l’agente. Perdita residuale.
E’ a partire da questi costi che il tema della separazione tra proprietà e controllo diviene fondamentale, soprattutto nella struttura delle moderne società per azioni. J.M si concentrano poi principalmente nel definire soltanto la parte che riguarda il rapporto contrattuale tra proprietà e top management: “We confine our attention in this paper to only a small part of this general
37 arrangements between the owners and top management of the corporation.”18
prospettiva che è al di fuori della presente trattazione, per cui procederemo di seguito ad illustrare la teoria del sistema di incentivi , che è tecnicamente la più aderente al tema dell’incentivazione interna alle organizzazioni e non solo dei loro vertici.