• Non ci sono risultati.

The Silence of the Lambs: ritratto di una mostruosità incarcerata

Il silenzio degli innocenti si apre presentandoci la giovane aspirante detective

Clarice Starling, allieva all'accademia del Fbi di Quantico, Virginia, che viene convocata dal direttore della sezione di Scienza del comportamento, l'agente speciale Jack Crawford. L'incarico ricevuto dal direttore riguarda la possibilità di condurre un interrogatorio al famoso serial killer Hannibal Lecter, presso il manicomio criminale di Baltimora, in cui è rinchiuso; l'obiettivo è recuperare qualche informazione utile, o un valido parere psichiatrico, sul caso Buffalo Bill, un killer ricercato dalla polizia e dal Fbi per una serie di omicidi particolarmente efferati e per il recente rapimento di Catherine Martin, figlia di un'influente senatrice del Tennessee. Nel tentativo di mettere in guardia la giovane agente, Crawford ci presenta subito la chiave di lettura attraverso cui guardare allo spietato assassino:

«Svolga il suo lavoro, ma non dimentichi mai che cosa è Lecter. E che cosa è? Lei lo sa?

So che è un mostro. A parte questo, nessuno può dirlo con certezza.89»

In questo breve scambio di battute, vediamo come Hannibal Lecter si connoti per essere una riconferma di quell'imprendibilità del male, la cui natura sfuggente l'uomo non ha strumenti per interpretare, classificare e quindi controllare. “Cosa” è Lecter riguarda una definizione che sfugge a chiunque; il subdolo direttore del manicomio di Baltimora, dottor Frederick Chilton, lo classifica come un “sociopatico puro”, tuttavia il suo parere psichiatrico non porta molto lontano. Lecter è impenetrabile per qualsiasi tipo di test si possa condurre su di lui, egli è «troppo sofisticato per i test abituali.» (19): Rorschach, Thematic Apperception, niente può avvicinarsi a tracciare il ritratto di un suo profilo psicologico, egli non rientra in nessuna categoria conosciuta ed evade da qualsiasi ferma classificazione.

Il rapporto di “consulenza” professionale che Clarice vuole stabilire con il dottor Lecter si evolve ben presto in una relazione psicologica contraddistinta dal

89 Thomas Harris, Il silenzio degli innocenti, Mondadori, Milano, 1991, p. 15. Seguendo il testo originale: «Do your job, just don't ever forget what he is.», la particolare scelta testuale che vede impiegato what al posto di who rivela la volontà di caratterizzare il mostro come non appartenente alla classe di “umanità”, ma indica al contrario l'essenza di una natura del tutto altra, aliena.

forte coinvolgimento emotivo di entrambi. Vogliamo far notare da subito che ci troviamo nella tradizione tematica della persecuzione erotica di una giovane americana da parte di un libertino aristocratico che, mai come in questo caso, conserva ed esalta i suoi tratti europei. Pur esprimendo chiaramente i caratteri della propria “Americanità”, Clarice ci appare come “non plasmata” da quella cultura americana la quale, seguendo l'analisi che Francesco Orlando fa di Lolita, potremmo definire Kitsch; il concetto identifica infatti una Weltanschauung di pretesa armonia, di innocenza e perbenismo in cui non c'è spazio per il male. Avvicinandoci anche al punto di incontro tra il romanzo e la critica di Baudrillard, presentata all'inizio, possiamo affermare che Clarice e Lolita, nonostante siano il prodotto della medesima cultura, sono sostanzialmente diverse: al contrario di Lolita, Clarice non è «acquisita ai paradisi mercificati come a una fede, a un dovere o a un messaggio personale.90» ; e

tale sarà un elemento sul quale Lecter baserà la sua prima piccola tortura psicologica, facendole notare la bruttezza di alcuni dettagli della sua immagine:

«[…] È una borsa molto graziosa. […] Ha portato la più bella che ha, non è così?! […] È molto meglio delle scarpe.» (26)

oppure

«Nella sua stanza ha una sfilza di perline d'oro, di quelle che si aggiungono via via, e prova un senso di fastidio ogni volta che le guarda e vede quanto sono volgari, non è così? […] Essere intelligenti rovina molte cose, no? E il buon gusto non è gentile.» (31)

90 Francesco Orlando, Gli oggetti desueti nelle immagini della letteratura, Einaudi, Torino, 1993, p. 491. Stiamo ovviamente parlando di due romanzi ben distinti, la statura dell'elaborazione letteraria del testo e dei personaggi di Nabokov non può essere paragonata ad un testo fondamentalmente pop come il romanzo di Harris. Tuttavia è bene non lasciarci sedurre da facili separazioni perché anche un testo di consumo può essere dotato di una certa densità semantica. Si può infatti vedere un parallelismo tra la figura di Humbert e quella di Hannibal, entrambi europei che conservano i tratti del libertino aristocratico e si caratterizzano come il terribile risultato finale della macchina consumistica che sfugge di mano. L'America degli anni '50 narrata da Nabokov attraverso gli occhi di Humbert fa della giovane ragazza un prodotto di consumo, un oggetto seriale con cui soddisfare la propria sete di piacere, ma il risultato di questo processo è paradossalmente proprio la consumazione del corpo di Lolita da parte di Humbert. Alieno rispetto a un punto di vista moralistico, Nabokov ci mostra come il proprio personaggio si faccia in qualche modo carico delle conseguenze di questa perdita di controllo della macchina consumistica. Egli consuma qualcosa che la società stessa sta producendo e di ciò si mostra pienamente consapevole. Vedremo infatti come il medesimo discorso valga anche per Hannibal, la sua consumazione seriale di corpi è la nemesi della consumazione capitalistica di cui l'America degli anni '80 è il simbolo, è quella stessa creazione che si ritorce contro il proprio creatore, il ritorno della metafora dell'apprendista stregone.

Clarice Starling è giovane e bella, ma, al contrario di Lolita, è caratterizzata da quella bellezza innocente, quasi asessuata e quasi priva di fascino erotico, che le persone attorno a lei cercano di far emergere goffamente, e talvolta violentemente91,

come fa ad esempio il dottor Chilton mentre la introduce in manicomio:

«Crawford è molto abile... no?... a servirsi di lei con Lecter. Cosa vorrebbe dire, dottor Chilton?

Una giovane donna per “accenderlo”...penso si dica così […]

Mi sono laureata con lode all'Università della Virginia, dottore. Non è una scuola per indossatrici.» (19)

Capiamo subito che Clarice, il cui nome fa riecheggiare nella memoria la

Clarissa di Richardson (1748), vuole affermarsi primariamente nella propria attività di

detective92, rigetta con freddezza le stupide attenzioni sessiste che, magari, altre sue

coetanee gradirebbero ricevere al suo posto.

Lecter è invece descritto come un uomo dalle maniere educate tipiche dell'alta società e, oltre a possedere una vasta cultura che spazia dalla psichiatria ai campi umanistici dell'arte, della letteratura, del teatro e della musica, è dotato di gusti raffinati in fatto di preparazione e degustazione culinaria; un talento che egli applica nella preparazione dei suoi piatti preferiti: le sue vittime. Le prime due caratteristiche fisiche di Hannibal che l'autore vuole farci osservare come anomalie sono dirette a farci comprendere come ancora una volta si tratti di una figura del male del tutto particolare: il male che Hannibal compie non ha fini materiali, egli è spinto dal bisogno di soddisfare un desiderio inestinguibile di male che genera più che un piacere sfrenato inteso come godimento, un piacere quasi ascetico. Nonostante i suoi spiccati tratti di sensibilità artistica ed estetica si connettano all'umano, queste caratteristiche denotano quello statuto di malvagio imprendibile, quasi alieno, che già

91 A questo proposito è degno di nota l'episodio in cui Clarice, mentre si allontana dalle celle del manicomio, al termine del primo colloquio con Lecter, viene colpita in faccia da una spruzzata di sperma, lanciata da Multiple-Miggs, psicopatico rinchiuso per i suoi disturbi della personalità. L'intervento di Lecter è repentino: «Non avrei voluto che le succedesse una cosa simile. La scortesia mi sembra indicibilmente disgustosa.» (33) e la sua vendetta non tarderà a consumarsi; Lecter infatti indurrà Miggs a staccarsi la lingua e ad inghiottirla, in modo da soffocare.

92 A differenza dell'atteggiamento da zotico di Chilton, Hannibal comprende benissimo le ambizioni della Starling, il che è espresso nella promessa che chiude il loro primo incontro: «Le darò ciò che desidera di più, Clarice […] l'avanzamento […] Me l'ha fatto venire in mente il giorno di San Valentino.» (34)

appartenevano allo Chigurh di McCarthy. La prima riguarda l'episodio in cui, liberato dalla camicia di forza per condurre un elettrocardiogramma, riuscì ad aggredire al volto l'infermiera incaricata.

«I dottori riuscirono a salvarle un occhio. Lecter rimase collegato al monitor durante l'intero episodio. Le spezzò la mascella per strapparle la lingua, e il suo polso non salì mai oltre ottantacinque, neppure quando la inghiottì.» (20)

Il gesto brutale concepito e avviato dalla mente di Lecter non comunica niente di anomalo al suo corpo, esso rimane calmo senza percepire la minima tensione. Questo tratto stabilisce la sua natura “leviatanica” che si palesa in una tranquillità anormale e inspiegabile, così come inspiegabili sono il suo Io, il suo quoziente di intelligenza e il grado di razionalità i quali:

«non sono misurabili con metodi convenzionali. Addirittura, nella comunità psichiatrica si nega che possa essere definito uomo. Da molto tempo i suoi omologhi nel campo della psichiatria […] lo considerano qualcosa di radicalmente Altro. Per convenienza lo chiamano “mostro”.93»

La seconda caratteristica è la sua inconsueta e rara forma di polidattilia: il killer possiede sei dita nella mano sinistra il cui dito medio è duplicato perfettamente. Il rapporto che si instaura a partire dal primo incontro tra la giovane detective e il dottore richiama la tradizionale relazione tra maestro e allievo e contemporaneamente quella tra psichiatra e paziente94. Benché egli mantenga un

comportamento altezzoso per tutto il corso della conversazione, e goda nell'umiliare Clarice con riferimenti alla sua bassa estrazione sociale e alle sue difficoltà

93 Thomas Harris, Hannibal, Mondadori, Milano, 2015, p. 123.

94 Secondo il parere di John Goodrich, il nome «“Lecter” suggerisce le radici di “lecture” e “lectern”, dal latino lectus, piuccheperfetto di legere. Considerando che la precedente professione del dottor Lecter era quella di psichiatra, il “lettore” potrebbe indicare l'idea che egli sia un lettore di uomini, qualcosa che viene confermato sia dalle interazioni con Will Graham che con Clarice Starling.» John Goodrich,

economiche che non le permettono di assaporare i privilegi del buongusto, Lecter rimane subito affascinato dalla pronta intelligenza e dalla determinazione della giovane Starling. Il “mostro” decide quindi di prendere in esame il caso dello scuoiatore seriale Buffalo Bill e orientare le ricerche di Clarice. Il dottore certo mira anche al conseguimento di un guadagno personale che però, ancora una volta, non riguarda un'acquisizione materiale; egli infatti imposta il rapporto secondo la logica dello scambio di informazioni: mentre Lecter illumina la giovane detective nel suo lavoro facendole notare alcuni dettagli grazie ai quali far progredire la ricerca (l'avanzamento che le ha promesso), Clarice deve rivelare la sua vita al dottore, deve aprirsi ad una relazione psicanalitica che la porterà a rivivere uno shock dell'infanzia continuamente represso e da cui alla fine riuscirà a liberarsi. Notiamo come i loro incontri seguano quasi sempre una struttura stabile secondo la quale il dottore le impartisce la consueta lezione su un elemento che possa metterla sulla pista giusta, per poi avere in cambio le informazioni personali di lei:

«Perché i giornali hanno riferito che i cadaveri avevano segni di legami ai polsi, ma non alle caviglie. Ne ha visti alle caviglie della ragazza del West Virginia? […] Clarice, gli scuoiamenti per divertirsi vengono effettuati con la vittima a testa in giù, in modo che la pressione del sangue si mantenga più a lungo nel cervello e nel petto e il soggetto rimanga cosciente. Non lo sapeva? […] Quando tornerà a Washington, vada alla National Gallery e guardi Apollo scuoia Marsia di Tiziano […] Tiziano era meraviglioso in fatto di dettagli... guardi il premuroso Pan che porta il secchio d'acqua.» (161)

Per poi chiederle:

«Qual'è il ricordo peggiore della sua infanzia?» (163)

L'evento che Clarice ricorda con più orrore è la morte di suo padre, un poliziotto che venne ucciso nel tentativo di fermare due rapinatori fuori da un drugstore. L'intera narrazione è giocata secondo la logica del Quid pro quo, in cui la figura della giovane innocente lascia entrare nelle profondità della propria psiche la

curiosità graffiante del dottore, di cui poco alla volta inizierà a percepire il fascino95.

Ad un livello sottostante, la seconda scena traumatica dell'infanzia di Clarice è quella appunto delle grida degli agnelli; grazie ad un'attenta osservazione comprendiamo il potenziale allegorico di questa immagine. Nella cultura cristiana infatti l'agnello è il simbolo inequivocabile del sacrificio di Cristo, ovvero il sacrificio di un corpo che viene consumato cannibalicamente per la salvazione dell'umanità. Contemporaneamente ci rendiamo conto di come tale elemento, all'interno del quadro simbolico che il testo ci presenta, stia a significare un chiaro rimando al reale sacrificio degli agnelli impiegati per il soddisfacimento di una voracità senza fine, quella appunto generata dal cannibalismo consumistico. L'episodio degli agnelli fa scattare un meccanismo di collegamenti simbolici che ci permette di comprendere ancora meglio lo statuto di entrambe i personaggi: Clarice soffre il tormento costante dato dalle grida degli innocenti massacrati per la violenza dei piaceri del consumo cannibale, seriale e fuori controllo, mentre Hannibal rappresenta di contro l'esito della mostruosa macchina capitalistica alimentata dalla società stessa. Egli consuma corpi lasciandosi guidare dalla stessa logica del consumo impiegata nel mondo in cui vive, come a dire “sono ciò che voi avete creato e che ora vi si ritorce contro”. Hannibal è il male e contemporaneamente colui che punisce il male.

Tornando all'indagine, il motivo per il quale sulle vittime di Buffalo Bill, alias Jame Gumb, non vengono rinvenuti segni alle caviglie è dato dal fatto che il killer le imprigiona in un vecchio pozzo, nello scantinato della propria abitazione. Come Hannibal ci fa osservare, il killer non scuoia le proprie vittime per divertimento, egli ha bensì un preciso obiettivo: Buffalo Bill è convinto di essere un transessuale, vuole rinascere donna nel corpo di una donna, un corpo da abitare e che egli si costruisce di volta in volta grazie alle singole parti che egli asporta alle ragazze rapite. È il concetto di mutazione a costituire la chiave per interpretare la psicosi dell'assassino; egli è infatti ossessionato dal processo di evoluzione delle falene “testa di morto”, così chiamate per la particolarità di avere sul dorso una combinazione cromatica che 95 La rievocazione della morte del padre di Clarice è il motivo cardine dell'analisi psichica condotta da

Lecter. Tramite il processo di spostamento, fase onirica descritta da Freud in cui l'energia psichica viene trasferita da un ricordo per investirne un altro ad esso collegato, l'inconscio di Clarice la porta a sognare la macellazione degli agnelli che avveniva nel ranch dei cugini con i quali dovette trasferirsi dopo l'omicidio del padre. L'incubo ricorrente nelle notti della giovane detective è costituito dalle urla e dai gemiti degli agnelli condotti alla morte, evento che la sua psiche ha associato alla perdita del genitore. L'elemento che spiega il titolo del romanzo è dunque il superamento di tale trauma. «Mi svegliai e sentii gli agnelli gridare. Mi svegliai al buio, e gli agnelli gridavano.» «Crede che se prendesse Buffalo Bill e se salvasse Catherine, potrebbe fare in modo che gli agnelli smettessero di gridare? Crede che si salverebbero anche loro e non si sveglierebbe più di notte sentendo le loro grida? […] Addio, Clarice. Me lo farà sapere se gli agnelli smetteranno di gridare?» (244-5)

ricorda un teschio umano. Gli esemplari di questa specie esercitano un tale fascino sul killer, da indurlo ad utilizzare i bozzoli degli insetti, messi sotto la lingua delle vittime, come firma. Precisa Lecter:

«Il significato della crisalide è il cambiamento, la trasmutazione. Il bruco diventa farfalla o falena. Billy crede di voler cambiare. Si sta facendo una pelle di donna con le pelli di donne vere. […] il numero delle vittime fa pensare che forse vede il procedimento come una serie di mute.» (176)

Ecco che riemerge il concetto di consumazione rovesciata del corpo. Jame Gumb vive la sua psicosi in un contesto costantemente bersagliato da immagini corporali appartenenti al mondo della televisione, della moda e della pubblicità. Un mondo che consuma ripetutamente, serialmente, l'erotizzato corpo femminile, corpo che si fa metafora stessa del consumismo americano. In questa prospettiva di ribaltamento assoluto, Gumb aderisce all'imperativo dell'immagine del corpo: ha costruito il proprio atelier sotterraneo nel quale, con la precisione di una sarta d'alta moda, seziona e taglia i corpi delle sue vittime per confezionare il vestito della sua nuova vita.

Grazie al disvelamento degli elementi investigativi orientato da Lecter, Clarice si avvicina sempre di più alla cattura del serial killer. La senatrice Martin, informata del prezioso contributo del dottore, organizza un incontro con lo stesso a Memphis per stabilire un accordo: l'identità di Buffalo Bill in cambio del trasferimento in una clinica di eccellenza oltre alla concessione di permessi privilegiati che di norma non spetterebbero a uno psicopatico cannibale con nove omicidi alle spalle. Rivelando alla senatrice un nome falso, Lecter sfrutta l'incontro per alimentare il proprio gioco maligno e in secondo luogo per organizzare la propria fuga. Liberandosi dalle manette grazie al fermaglio di una penna a sfera, Lecter aggredisce a mani nude e a morsi gli agenti che lo stanno riportando nella cella e, sostituendosi ad uno dei feriti, riesce a farsi portare fuori dall'edificio a bordo di un'ambulanza, della quale prenderà il controllo uccidendo gli infermieri. Nel frattempo gli interrogatori dei conoscenti delle vittime di Buffalo Bill, conducono Clarice alla casa di Jack Gordon, uomo che lavorava per la sartoria della signora Lippman e collega quindi di una delle ragazze

massacrate. Non appena superata la soglia dell'abitazione, a Clarice si dispiega la vera identità di Gordon, perché ecco che:

«Dalle pieghe della vestaglia di Gumb, sul dorso, uscì una falena testa-di-morto. Si fermò al centro della schiena, più o meno nel punto corrispondente al cuore, e si assestò le ali. […] Gumb la guardò. Quando si accorse che la visitatrice non la guardava, che non distoglieva gli occhi da lui, comprese. I loro occhi s'incontrarono. Ognuno dei due seppe chi era l'altro.» (357)

Di colpo le luci si spengono e il Killer, avvalendosi di un visore notturno a raggi infrarossi, da via all'inseguimento della preda, tuttavia nella sparatoria che segue, la giovane detective ha la meglio su Gumb del quale sente la voce terribile e soffocata nella tenebra chiederle: «Che... effetto... fa... essere... così... bella?» (364)

Il caso si risolve così a favore delle “forze del bene”, ma Lecter, l'incarnazione principale del male nel romanzo, è libero. Hannibal raggiunge infatti il sud America e, sotto mentite spoglie, altera il proprio volto con iniezioni di collagene; finalmente liberato da una cattività durata otto anni, il dottore è pronto per consumare ancora.

Come già segnalato, le avventure cannibaliche di Lecter sono rievocate tramite flashback e la sua figura, in qualche modo formata anche da tutte le identità di cui si è nutrito, costituisce una sorta di basso continuo che fa da sfondo ombroso alla trama principale e, paradossalmente, la illumina. Per cercare di raffinare la rappresentazione di Hannibal, prendiamo in esame il caso di Benjamin Raspail, primo e fondamentale elemento di indirizzamento dato da Lecter alla Starling: «Cerchi i suoi biglietti di san Valentino nella macchina di Raspail.» (34) le dice il dottore al termine del primo incontro96. Raspail era primo flautista dell'Orchestra Filarmonica di Baltimora,

paziente del dottor Lecter. Qualche giorno dopo la sua sparizione, il suo cadavere venne rinvenuto seduto in un banco nella chiesa di Falls Church, il 22 marzo 1975.

«L'autopsia aveva rivelato che il cuore di Raspail era stato trapassato, e che erano stati asportati il timo e il pancreas. […] Alla