2 Risultati della concezione liberale della bonifica
TORRENTE LOTZORAI O DI PALMERA
origine: territorio di Urzulei lunghezza: 26 km
direzione: nord/sud per 8 km, nord-ovest e est per altri 8 km, nord-est sino alla foce sbocco: presso Donigalla
affluenti a destra: rivo di Taluna, scorre in direzione nord-est; rivo di S. Efisio, scorre
in direzione nord-ovest.
affluenti a sinistra: rivo di Triei, scorre in direzione nord/sud
L’attenzione del Ministro era rivolta al controllo sullo sfruttamento dei corsi d’acqua, infatti il Regolamento dell’8 settembre 1867 sulla derivazione delle acque pubbliche stabiliva che lo sfruttamento delle acque attraverso la formazione di canali potesse avvenire solo tramite il rilascio di una concessione statale che prevedeva anche la corresponsione di un canone annuo. La circolare ministeriale 19 novembre 1867263
stabiliva che gli uffici tecnici compilassero un registro delle derivazioni di acque pubbliche, contenente i seguenti dati:
1 - Comune
2 - Nome e Cognome del concessionario e canone annuo 3 - Data del decreto di concessione
4 - Descrizione della derivazione:
- oggetto (se l’acqua derivata viene utilizzata come forza motrice e per quale macchina, o per irrigazione e in questo caso la quantità di terreno irrigata) - quantità di acqua derivata
- se è continua o ad interruzione 5 - Durata della concessione
6 - Modificazioni successive 7 - Disposizioni Speciali 8 - Osservazioni
Come testimoniato dalla corrispondenza della Prefettura, le eccessive derivazioni di acqua tramite chiuse a monte privavano i paesi più a valle del normale corso del fiume, che formava piscine di acqua ferma e malsana, e non forniva più acqua corrente, ad esempio ai mulini o per l’abbeveraggio degli animali. Nel 1870 i comuni di Las Plassas, Barumini e Villamar presentano degli esposti contro i comuni di Isili, Gesturi e Nurallao, accusati di un’eccessivo sfruttamento dei ruscelli di San Sebastiano e Flumini Mannu, tale da privarli quasi totalmente dell’apporto di acqua264.
Nel 1868 il Sottoprefetto di Iglesias sottolinea la necessità di evitare derivazioni non autorizzate, soprattutto per cause igieniche: «Per gli abusi, e per le acque stagnanti in vicinanza del comune di Siliqua, si credette compromessa la salute pubblica, avvegnaché la malaria della Sardegna sia in gran parte la conseguenza dell’abbandono in cui sono tenuti i corsi d’acqua dei fiumi e torrenti»265. Afferma anche di aver
raccomandato agli agenti forestali di estendere la vigilanza alle contravvenzioni sulle acque, quasi a dimostrare che a livello locale il legame acque-foreste rimaneva forte.
Intanto iniziano a venire redatti dei primi progetti di bonifica, per lo più da parte del personale del Genio Civile. È curioso però il Progetto per la bonifica di tutta l’isola presentato nel 1862 da una Società formata da tali ing. Casanova e sig. D’Onofrio, che con una spesa di 40 milioni di lire avrebbe garantito la bonifica di 500.000 ettari di terreni paludosi. Queste le condizioni proposte:
«1- Il Governo concederà ad una società anonima rappresentata dal sottoscritto la facoltà di risanare la Sardegna per mezzo di lavori e metodi appropriati ai bisogni delle località e di stabilirvi un sistema d’irrigazione artificiale. Le opere anzidette saranno dichiarate di utilità pubblica e godranno quindi dei vantaggi in simili casi concessi dalle leggi;
2- Il concessionario si obbliga entro sei mesi di costituire la suddetta Società Anonima col fondo di quaranta milioni, somma necessaria tanto per i lavori tutti da fasi per il risanamento e l’irrigazione artificiale nello spazio di otto anni che per l’acquisto dei terreni particolari richiesti da dette opere;
3- A garanzia degli obblighi che si assume il concessionario farà il deposito di due milioni di lire immobilizzandoli sul Gran Libro del Debito Pubblico; il qual deposito gli sarà liberato a rate in proporzione dei lavori fatti;
4- Il concessionario si obbliga di sottomettere al Governo, ogni anno, ed un mese prima di incominciare i lavori da eseguirsi, una descrizione circostanziata dei lavori di ogni specie che intende intraprendere ed eseguire nella campagna successiva;
264 Ivi, nota del 1868 s.d. 265 Ivi, nota del 6 luglio 1868.
5- Il concessionario è autorizzato ad emettere obbligazioni negoziabili fino alla concorrenza della somma effettiva di quaranta milioni;
6- Il Governo garantirà al concessionario un interesse annuo del sei per cento sul capitale totale di quaranta milioni. Il Governo si obbliga inoltre alla ammortizzazione del suddetto capitale in ragione dell’uno per cento. L’interesse ed il fondo di ammortizzazione decorreranno dal giorno in cui i lavori saranno stati intrapresi, salva la verifica da farsi tratto per tratto; 7- Il concessionario otterrà la proprietà assoluta e perpetua di centocinquantamila ettari di terreni demaniali;
8- Il concessionario avrà diritto di ottenere a tutto suo beneficio dal Demanio, Comuni, Manimorte e privati quella indennità che le leggi vigenti accordano per le bonifiche, comprendendovi il risanamento, essendo questo la più importante bonifica per la Sardegna;
9- La presente concessione in quanto riguarda ai diritti provenienti dall’irrigazione artificiale sarà duratura per novantanove anni»266.
Progetto senz’altro ambizioso, ma la Commissione per le bonifiche della Sardegna, istituita nel 1861 ma mai recatasi nell’isola, non lo prende neanche in considerazione perché, alla richiesta di maggiori delucidazioni, Casanova afferma che lui e il sig. D’Onofrio avrebbero applicato alla bonifica dell’isola un metodo di loro invenzione, ma che non intendevano intraprendere studi dispendiosi se prima non avessero ricevuto un’approvazione. La Commissione non intende verificare il metodo in mancanza di un brevetto e la questione viene chiusa.
Più serio è il progetto di bonifica delle saline presso Cagliari. Nel 1865 un medico (Chierasco) e un ingegnere (Marghinotti) sono incaricati dal Prefetto di eseguire una perizia sul luogo. A ovest di Cagliari sono presenti 5 saline (S. Pietro, Vittoria, Media Plaja, Fortunata e Maddalena), fino al 1852 lavorate per conto del governo, poi sottoposte ad un contratto di cessione temporanea per 30 anni alla Compagnia delle saline di Sardegna. Questa è obbligata a migliorare e coltivare le saline a est di Cagliari ma per quelle a ovest non ha obblighi. Ha mantenuto infatti solo quella d S. Pietro, rilasciando le altre 4 al governo, ora in stato di assoluto abbandono.
Viste le condizioni insalubri il prefetto suggerisce che vengano interrate, anche perché tutto intorno ad esse è un continuo ristagno di acque. La popolazione stessa ritiene quella zona fonte di malaria. Propone anche di raccogliere informazioni sul possibile utilizzo industriale delle numerose alghe che si depositano tra spiaggia e
266 ACS, Ministero dei Lavori Pubblici (MLLPP) - Direzione Generale Opere Idrauliche (D.G.Op.Idr.),
saline, come l’estrazione della “soda Varek” o soda di Normandia usata nell’arte vetraria, o per la concimazione dei terreni e il foraggiamento degli animali.
L’Ingegnere Capo del Genio Civile, Imperatori, interpellato in merito, si dichiara d’accordo con la perizia, ma ritiene che sia necessario risanare anche lo stagno di S. Gilla. Viene approntato un progetto per l’apertura di canali di scolo, con una spesa prevista di £ 1.700; la ricolmatura invece avrebbe richiesto £ 280.487, ma lo stesso Imperatori ritiene sia una spesa eccessiva per un terreno che non sarebbe comunque diventato fertile. Il Ministero, a cui viene presentato il progetto, afferma però di non poter stanziare neppure le 1.700 lire del progetto più economico.
Nel 1870 l’Ingegner Imperatori, in risposta ad una circolare prefettizia, stende un prospetto contenente Dati statistici sulle bonifiche dei terreni paludosi vallivi o
sommersi267 della provincia di Cagliari: