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CAPITOLO 2 Le strategie per cambiare i comportamenti di viaggio

2.3 Mass Communication e comunicazione personalizzata

2.3.3 Travel Feedback Programs

Le esperienze giapponesi, relative ai PTP, sono probabilmente le più interessanti dal punto metodologico.

Taniguchi e altri (2003) definiscono queste misure come Travel Feedback Programs (TFPs) (letteralmente programmi che forniscono feedback di viaggio), classificando con tale definizione tutte le misure che utilizzano l’informazione personalizzata (quindi anche IndiMark, Travel Blending, Personalised Travel Plans in generale), denominazione che poi verrà ripresa da vari autori (Gärling e Fujii, 2009) per riferirsi in generale ai programmi VTBC che utilizzano la comunicazione personalizzata.

Il nome di questi programmi deriva dal fatto che viene fornito un feedback ai partecipanti, con il quale si caratterizza qualitativamente e quantitativamente il comportamento di viaggio rilevato durante il programma. In particolare, una diagnosi del comportamento individuale è fondamentale, dal momento che i problemi per la collettività sono percepiti in maniera migliore quando sono valutati preventivamente a livello personale.

Nel caso giapponese i Travel Feedback Programs rappresentano esperimenti di piccola scala, condotti da ricercatori dei trasporti, che si contrappongono ai programmi commerciali implementati su larga scala, ad opera di società.

Le implementazioni giapponesi non presentano uno schema procedurale ben identificato come in Travel Blending o IndiMark. Ciascuna esperienza presenta elementi metodologici diversi dalle altre. A questo proposito gli autori suggeriscono una distinzione delle varie metodologie implementate sotto il nome di Travel Feedback Programs, in base a quattro parametri: (1) Localizzazione, (2) Tecnica, (3) Procedura, (4) Comunicazione. In base a tali parametri gli autori classificano le sperimentazioni dei Travel Feedback Programs.

Localizzazione

La localizzazione identifica l’ambito all’interno del quale la misura agisce. Il set di base è composto da: luogo di lavoro, luogo di studio, e aree residenziali. Confrontando la classificazione inglese data da Cairns e altri (2004), con quella giapponese, si può affermare che nei primi due casi (luoghi di lavoro o di studio), il target è composto da lavoratori e da studenti e loro famiglie così come nei Workplace travel plans e i School place travel plans; per le aree residenziali il target genericamente è il “nucleo familiare”.

Tecnica

La tecnica utilizzata dai TFPs può variare: in funzione di tre domande specifiche: - Il programma motiva al cambiamento?,

- Il programma richiede un piano di cambiamento comportamentale?, - Il programma fornisce informazioni personalizzate?.

Il programma motiva al cambiamento?

Molti programmi possono fornire, attraverso l’informazione, un supporto motivazionale al cambiamento, ovvero motivare il cambiamento in direzione di uno specifico comportamento. Un esempio di programma TFP che motiva al cambiamento è quello condotto da Taniguchi e altri (2003) a Sapporo. Tale programma, aveva l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 e ha coinvolto un

campione di quasi 600 partecipanti, provenienti da 219 gruppi familiari. Così come in Travel Blending, ai partecipanti era richiesto di compilare un diario di attività e viaggio di 7 giorni. Al termine della prima settimana di compilazione i partecipanti ricevevano un feedback relativo al comportamento osservato (comprendente anche informazioni sulla CO2 emessa), nonché suggerimenti su

come ridurre l’uso dell’auto. Dopo un anno dalla consegna del feedback veniva richiesto ai partecipanti di compilare il diario di attività e viaggio per una seconda settimana, al fine di verificare il cambio comportamentale. Gli autori suggeriscono che il feedback consegnato può essere considerato appunto come “comunicazione persuasiva” (Fujii, 2005), ovvero un elemento di motivazione e incoraggiamento a ridurre l’uso dell’auto a favore di modalità di trasporto attive.

Il programma richiede un piano di cambiamento comportamentale?

Molti programmi giapponesi includono l’eventualità che ai partecipanti venga richiesto di escogitare autonomamente un piano di cambiamento comportamentale. Gli autori dimostrano come questa tecnica abbia molta influenza e maggiore efficacia nella riduzione dell’uso dell’auto privata. Fujii e Taniguchi (2005) propongono un TFP che richiede ai partecipanti di studiare da sé un piano per cambiare il proprio comportamento; questo metodo è stato implementato in alcune realtà giapponesi quali: Hyogo Prefecture (Doi et al., 2004), Suita (Matsumura et al., 2003), e Obihiro (Taniguchi et al., 2003). Diversi studi hanno infatti mostrato come le implementazioni in cui si richiede la costruzione del piano di cambiamento da parte dei partecipanti abbiano avuto un forte effetto sul cambiamento dell’attuale comportamento (Gollwitzer e Brandstatter, 1997; Gärling e Fujii, 2002; Fujii, 2005; Fujii e Taniguchi, 2005). A questo proposito un’implementazione condotta a Sapporo (Fujii e Taniguchi, 2005), aveva proprio lo scopo di confrontare la riduzione dell’uso del veicolo privato, a seguito dell’implementazione di una strategia soft, presentata diversamente a due sottogruppi: “Advice” e “Planning”. L’indagine è stata condotta su un campione di 292 bambini di quinta elementare selezionati dalla scuola elementare di Sapporo e le loro famiglie. In seguito alla somministrazione di un questionario preliminare sul comportamento di viaggio della famiglia (riguardo l’utilizzo del trasporto pubblico e del mezzo privato) il campione è stato suddiviso nei due sottogruppi di cui sopra. Al primo gruppo di famiglie è stato

richiesto di compilare dei diari di attività e viaggio per il periodo di 3 giorni consecutivi, al termine dei quali è stato fornito un feedback quantitativo sui km percorsi per modo, le calorie bruciate, la sequenza delle attività svolte in forma schematica e informazioni e consigli su come ridurre l’utilizzo dell’auto. Al secondo gruppo invece è stato chiesto di sviluppare dei piani comportamentali per modificare i loro spostamenti home-based, con l’obiettivo di ridurre le emissioni. I risultati di questa implementazione mostrano come nel complesso il gruppo dei “Planning” abbia ridotto più significativamente rispetto agli “Advice” il numero degli spostamenti e le distanze percorse.

Il programma fornisce informazioni personalizzate?

Alcuni programmi non forniscono informazioni personalizzate, ma rappresentano unicamente delle campagne informative sul trasporto pubblico (e.g. Obhiro, Taniguchi e Fujii, 2007), mentre altri forniscono suggerimenti personalizzati su come ridurre l’uso dell’auto, intervenendo sia sulla scelta del modo che sull’organizzazione giornaliera delle attività, sulla base di diari di attività compilati dai partecipanti. I TFPs riportati in Fujii e Taniguchi (2005); Matsumura et al. (2003) e Taniguchi et al. (2003) forniscono informazioni personalizzate, studiate sulla base del comportamento osservato attraverso diari di attività e viaggio.

Procedura

La procedura con la quale si implementa la misura, si identifica nel numero e nella tipologia di contatti con gli individui, portati avanti nel corso del programma. Anche in questo caso esistono diverse “procedure” relative all’implementazione dei TFPs.

Il più semplice TFP include un solo contatto. I TFPs implementati a Obihiro (Taniguchi e Fujii, 2007) e Suita (Matsumura, 2004), interagivano unicamente una volta coi partecipanti, richiedendo la compilazione di un questionario e fornendo informazioni non personalizzate.

Nelle implementazioni svolte a Hyogo Prefecture (Doi et al., 2004), alcuni partecipanti erano contattati due volte (una volta per la compilazione del questionario e una seconda volta per richiedere la creazione del piano personalizzato).

I TFP riportati da Fujii e Taniguchi (2005) prevedevano invece 4 contatti, così come visto nella descrizione dell’esperienza di Sapporo nel 2003.

Comunicazione

La tipologia di comunicazione può avvenire face to face, al telefono, via e-mail, via posta ordinaria, su un sito internet e così via.

Il TFP implementato a Hyogo ad esempio (Doi et al., 2004) utilizzava servizi di posta tradizionale; in un TFP implementato in luoghi di lavoro a Toyonaka invece (Daito et al., 2004), il primo contatto avveniva face to face in una breve riunione coi partecipanti e successivamente via mail o attraverso comunicazioni su un sito web costruito ad hoc.

2.3.4 Confronto dei programmi descritti in base alla classificazione dei