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4. Tribunale e Uffici di Sorveglianza

4.3 Ufficio di Sorveglianza di L’Aquila

Nei tre penitenziari di L’Aquila, Avezzano e Sulmona non si sono registrate nell’anno in corso significativi scostamenti rispetto all’anno precedente nell’entità complessiva della popolazione detenuta; anche quest’anno non sono registrati casi di suicidio.

Casa di Reclusione - SULMONA

La Casa di reclusione di Sulmona, carcere di massima sicurezza, accoglie, nella quasi totalità, detenuti sottoposti al regime di Elevato Indice di Vigilanza (EIV).

La popolazione carceraria si compone al 30-06-2020 di 397 detenuti, di cui solo 3 unità c.d.

“comuni”, appartenendo tutti gli altri al circuito dei “collaboratori di giustizia” (n. 15 in totale), ovvero a quello di Alta Sicurezza (AS – n. 379 in totale).

Tale numero è destinato ad incrementarsi nel corso del 2021, essendo in fase di ultimazione l’ampliamento della struttura, con la costruzione di un nuovo padiglione, che accoglierà altri 200 ristretti della medesima categoria; in tale prospettiva è stato rafforzato di una unità l’organico dell’Ufficio di sorveglianza di L’Aquila.

I detenuti del circuito “AS” sono ristretti in forza di titolo (definitivo o cautelare) correlato a delitti connotati dalla matrice “mafiosa” di cui numerosi in passato sottoposti al regime differenziato di trattamento ex art. 41bis O.P.

Trattasi, quindi, di soggetti in espiazione di pene detentive considerevoli (numerosissimi coloro che stanno espiando condanne a 30 anni di reclusione e gli ergastolani), aventi un’età media superiore a quella che si riscontra tra la popolazione carceraria degli istituti di media sicurezza o a custodia attenuata.

Al fine di dare concreta attuazione al principio costituzionale (art. 27) della rieducazione del condannato, si impone una particolare cura per garantire misure di trattamento consone, il che fa assumere valenza centrale ai temi dell’adeguatezza degli organici del personale e della congruità delle opportunità per i detenuti di dedicarsi ad un’attività lavorativa o culturale, nonché a quello di un efficiente presidio sanitario, capace di sovvenire con professionalità alle esigenze diagnostiche e di cura dei detenuti, temi per i quali permangono intatte le evidenze critiche da anni denunciate (anche in questa sede), così come lontano dalla soluzione è il problema della qualità delle camere detentive, originariamente concepite per accogliere un solo ristretto, per la maggior parte adattate a cella doppia, con letti impilati a castello. Nulla è stato fatto per migliorare le attività di svago, non esistendo una palestra, ma solo aree di passeggio e un campo da calcio, è fruibile a turno.

Piccoli miglioramenti, tuttavia, vanno segnalati: sono stati ampliati i locali per i colloqui dei detenuti, che si potranno svolgere anche in un’ area verde; è attivo un protocollo d’Intesa con la Regione Abruzzo per il programma produttivo delle biodiversità agricole, mediante la moltiplicazione di varietà autoctone abruzzesi e la produzione di seme di pre-base dell’aglio Rosso di Sulmona, che, in Convenzione con il Consorzio produttivo aglio rosso di Sulmona, sarà venduto ai produttori agricoli del territorio; è stato siglato un protocollo d’Intesa con i patronati INCA-CGIL e ITAL-UIL per l’apertura di uno sportello per lo svolgimento di pratiche in favore della popolazione detenuta.

Sul piano dell’offerta culturale si registrano un protocollo d’intesa con il Teatro Stabile Abruzzo per l’attivazione di un laboratorio teatrale, una Convenzione con il Conservatorio Musicale dell’Aquila per la promozione e lo sviluppo di attività musicale, un Protocollo d’Intesa con l’associazione premio Benedetto Croce per la Istituzione di una giuria popolare composta da detenuti.

A partire dal mese di febbraio 2020, a causa dell’emergenza sanitaria tutte le attività trattamentali hanno subito una contrazione: le attività scolastiche sono state sospese e svolte a distanza con enormi difficoltà, le attività lavorative hanno subito una contrazione, salvo quelle necessarie per la sussistenza della struttura stessa; nel laboratorio di sartoria è iniziata la produzione di mascherine di protezione individuale, tutti i progetti rieducativi con la partecipazione della comunità esterna sono stati sospesi. Inoltre, sono state prese misure precauzionali per escludere contagi dall’esterno: i colloqui visivi dei detenuti con i familiari sono stati sospesi, sono state incrementate le telefonate e concessi colloqui a mezzo di videochiamate.

Casa Circondariale – L’AQUILA

Attualmente ospita n. 187 detenuti, dei quali n. 98 sottoposti al regime differenziato di trattamento ex art. 41 bis dell’O. P.; resta tuttora uno dei carceri italiani con la maggior concentrazione di tali detenuti, il che ha determinato le criticità da anni inutilmente segnalate al DAP, soprattutto sul piano della inidonea strutturazione degli spazi, che non consente di evitare l’interazione tra gruppi appartenenti alla medesima organizzazione criminale, senza incidere negativamente sulle possibilità di movimento e di socialità; il che da tempo è occasione di gravi tensioni nella popolazione detenuta, colpita da numerose contestazioni disciplinari per interlocuzioni tra soggetti appartenenti a gruppi di socialità differenti, con relativi procedimenti di reclamo al Magistrato di sorveglianza (l’abnormità del dato è facilmente apprezzabile ove si consideri nel periodo tra il luglio 2019 ed il giugno 2020 sono stati iscritti n. 182 procedimenti per reclamo avverso sanzioni disciplinari, mentre l’Ufficio di Pescara -che pure ha giurisdizione su un più elevato numero di detenuti– ne ha trattati 100.

Casa Circondariale – AVEZZANO

Trattasi di istituto a custodia attenuata, che ospita attualmente n. 49 detenuti comuni” (di media sicurezza e scarsa pericolosità sociale, in espiazione di pene di norma non superiori a 5 anni), di cui 18 stranieri; i definitivi sono 34.

Anche quest’anno non si evidenziano particolari problematiche o criticità e permane ampia l’offerta di istruzione (percorsi di primo livello, alfabetizzazione e apprendimento della lingua italiana per stranieri, inglese ed informatica modulare) mentre scarse sono le possibilità di lavoro.

Il percorso rieducativo è “autoresponsabilizzante”, nel senso che il detenuto aderisce, fin dal suo ingresso, ad un patto trattamentale, che prevede varie attività rieducative utili a stimolarne la capacità relazionale positiva e costruttiva. E’ sempre attivo il protocollo di intesa con il Tribunale e la Croce Rossa Italiana per l’inserimento dei detenuti in attività in favore della collettività: nel periodo 2019/2020 tre detenuti hanno svolto attività di volontariato presso il Tribunale di Avezzano, occupandosi prevalentemente della sistemazione dell’archivio, e presso la Croce Rossa Italiana per collaborare nello svolgimento di pratiche per il carico e lo scarico delle merci, la distribuzione delle merci, la mensa ecc.

Anche con l’Istituto Don Orione è stata firmata una Convenzione grazie alla quale due detenuti in art. 21 O.p. svolgono lavori di manutenzione degli spazi utilizzati dalle persone anziane ricoverate presso l’Istituto Don Orione.

Degno di nota è anche lo svolgimento del laboratorio teatrale che è stato posto in essere con l’obiettivo finale di rappresentazioni all’esterno del carcere il cui ricavato è stato dato in beneficenza: si sono tenute rappresentazioni teatrali da circa tre anni con la partecipazione di detenuti, operatori penitenziari e persone diversamente abili dell’UNITALSI, ed attori di una compagnia teatrale amatoriale, in Avezzano, Civitella Roveto, Roma, Pescina e Luco dei Marsi con l’obiettivo della solidarietà e della beneficienza.

Alle carenze dell’amministrazione penitenziaria sovviene, ormai da anni, una rete di volontariato molto organizzata ed attiva, che costituisce una valida risorsa, facilitando la sperimentazione anche extramuraria.

Tutte le attività hanno risentito dell’emergenza Covid-19, restando sospese dalla fine di febbraio 2020.

L’esecuzione penale esterna. l’esecuzione delle misure alternative e delle misure di sicurezza.

Nel periodo in esame sono stati iscritti presso l’Ufficio di L’Aquila n.121 procedimenti per l’esecuzione di misure alternative e n. 19 per l’esecuzione della misura di sicurezza della libertà vigilata. La dotazione del personale dell’Ufficio dell’Esecuzione esterna di L’Aquila è migliorata tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 ed ha consentito all’Ufficio di riorganizzarsi; il lavoro ha risentito della pandemia che ha spinto l’Ufficio ad arricchire le procedure operative facendo ricorso agli strumenti informatici, come i video-colloqui individuali e di gruppo, al fine di assicurare l’esecuzione delle misure alternative alla detenzione, mantenendo, anche durante il periodo di emergenza l’operatività, garantendo l’attività istituzionale ed il regolare servizio a favore dell’utenza.

Per la promozione dell’inclusione sociale sono stati portati avanti alcuni progetti:

sperimentazione dell’attività di gruppo a fini trattamentali e per prevenire la recidiva realizzati con la piattaforma teams; progetto “rafforzamento dell’esecuzione penale esterna attraverso il potenziamento dei processi di reinserimento socio-lavorativo”, con avviamento al lavoro di affidati in prova al servizio sociale, mediante l’erogazione di borse lavoro; progetto Servizio inclusione sociale realizzato dall’Uepe di Roma per detenuti senza fissa dimora che possano essere dimessi dagli Istituti penitenziari a seguito della pandemia da Covid-19; progetto Abruzzo inclusivo che è un programma di interventi per fronteggiare l’emergenza epidemiologica Covid-19 in ambito penitenziario, promosso dalla Regione Abruzzo e finanziato dalla Cassa ammende.

La REMS di Barete

La struttura, operativa dal 9-05-2016, in applicazione della legge n.81/2014 che ha disposto il definitivo superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari è competente per le Regioni Abruzzo e Molise.

Nel periodo 1-07-2019/30-06-2020, ha visto l’ingresso di 10 pazienti di cui 5 con provvedimenti definitivi relativi a prosciolti per vizio totale di mente, 5 con provvedimenti provvisori; sono stati dimessi 12 pazienti di cui otto con applicazione della misura della libertà vigilata in Comunità terapeutica al fine di proseguire l’intervento terapeutico in atto, mentre per altri 4 ospiti la libertà vigilata è stata disposta presso il domicilio, proseguendo il programma con il Centro di Salute mentale competente.

Attualmente sono presenti 17 pazienti; si è creata una lista di attesa per 10 persone per le quali non è disponibile un posto letto. Non si sono verificati inconvenienti nell’esecuzione dei provvedimenti di misure di sicurezza applicate. Dopo l’“Accordo di Collaborazione” del 13.4.2016 con la Regione e la sottoscrizione di un Protocollo Operativo (5.12.2017) con il Direttore del Dipartimento di Salute Mentale ASL1, è stato costituito un Tavolo Tecnico con il DSM e gli organi regionali di vigilanza, per il costante monitoraggio delle prassi in uso presso gli Uffici Giudiziari al fine di migliorare il coordinamento con i Servizi Sanitari territoriali, soprattutto sotto il profilo dell’adesione dei magistrati al quesito sulla pericolosità sociale proposto nel Protocollo; a seguito di due incontri distrettuali con i capi degli uffici giudicanti e requirenti ed i magistrati interessati, tenuti nella primavera del 2019, è stata raggiunta una visione condivisa che ha consentito di uniformare le prassi sul territorio.

La struttura è costituita da sette moduli abitativi ed in essa vengono svolte attività riabilitative e risocializzanti tra le quali sono degne di nota: 1) l’attivazione di un cineforum con la visione condivisa di film proposti dagli operatori e dai pazienti (l’idea nasce dalla consapevolezza che il linguaggio cinematografico è veicolo per la comprensione della realtà e di alcune problematiche sociali: la visione condivisa di un film è momento di incontro, confronto e scambio di idee e stimola la riflessione); 2) laboratori ed attività di supporto alla didattica, tra cui un laboratorio artistico, uno sull’euro e sull’educazione finanziaria, un laboratorio sull’educazione alimentare e di mestieri manuali, proposti dall’associazione culturale Calliope con sede in L’Aquila; 3) progetto di cura dell’orto all’interno della REMS e progetto di restauro del legno per i pazienti con maggiori abilità cognitive.

A partire dal 1° marzo 2020 sono state prese misure per fronteggiare lo stato di emergenza nazionale e tutelare gli ospiti della struttura dalla eventuale diffusione del Covid -19: sono state sospese le visite da parte dei soggetti esterni alla struttura, sono stati aumentati i tempi riservati alle telefonate a disposizione di ciascun paziente; sono state sospese tutte le attività extramurarie rientranti nel progetto Aria Pulita, e sono stati fatti i tamponi a ciascun paziente.

4.4. l’Ufficio di sorveglianza di Pescara

Casa Circondariale di Pescara

L’emergenza COVID ha inciso fortemente sulla quotidianità detentiva; l’Istituto non è stato interessato da rivolte, costante è stato il dialogo continuo con i detenuti, che hanno compreso come le misure adottate (sospensione dei colloqui in presenza, dell’ingresso volontari, ecc.) erano finalizzate esclusivamente alla prevenzione del contagio e alla tutela della salute di tutti; preziosa è stata la continuità del raccordo con l’Area Sanitaria per la gestione dell’emergenza; da marzo 2020 ad oggi vi è stata una graduale incisiva riduzione della presenza dei detenuti passati da 410 a 310 unità, con positiva ripercussione sulle complessive condizioni di vivibilità interna, pur rimanendo sovraffollamento rispetto alla capienza regolamentare (270 unità); è presente in Istituto, una sezione di ATSM che segue un alto numero di soggetti psichiatrici; è il carcere in