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Un matrimonio “quasi” perfetto: unione politica e sentimentale

Nella sezione Druses et Maronites il protagonista interrompe la sua convivenza con la schiava Zeynab lasciandola presso la scuola francese di Mme Carlès a Beirut il tempo necessario per compiere un viaggio sulle montagne del Libano. Per dimostrare ulteriormente l’impossibilità di conciliare l’educazione e le abitudini della schiava -nella cui figura si incarna l’alterità per eccellenza- e quelle del suo padrone, Nerval moltiplica i rifiuti della ragazza ad accogliere lo stile di vita delle donne europee ed evidenzia la sua reticenza a convertirsi alla religione cristiana. Ostinandosi a non svolgere nessun tipo di lavoro domestico in quanto cadine (signora), rettifica l’idea iniziale del protagonista circa la condizione delle schiave in Oriente: una volta acquistate esse non devono più svolgere umili mansioni, quali cucire o cucinare, che rimangono una prerogativa delle serve:

-Et pourquoi ne veux-tu pas apprendre à coudre?

-Parce que, dès qu’on me verrait travailler comme une servante, on ferait de moi une servante.

-Les femmes des chrétiens, qui sont libres, travaillent sans etre des servantes. -Eh bien ! Je n’épouserai pas un chrétien, dit l’esclave ; chez nous, un mari doit donner une servante à sa femme.261

Il protagonista mostra a più riprese il suo sforzo per trovare un punto d’incontro con la ragazza che, seppure difficile da raggiungere, non risulterebbe impossibile finchè entrambi risiedono in Vicino-Oriente, terra a metà strada fra i rispettivi paesi di origine. Assolutamente diversa sarebbe la situazione qualora egli dovesse rientrare a Parigi portandola con sé:

[…] après quoi, je serai, moi, jeune encore, l’époux d’une femme jaune, qui a des soleils tatoués sur le front et sur la poitrine, et dans la narine gauche la boutonnière d’un anneau qu’elle y a porté. Songez un peu qu’elle est fort bien en costume levantin, mais qu’elle est affreuse avec les modes de l’Europe. Me voyez-vous entrer dans un salon avec une beauté qu’on pourrait suspecter de goûts anthropophages! Cela serait fort ridicule et pour elle et pour moi.262

261 Ivi, p.450.

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Non solo Zeynab sarebbe costretta a cambiare completamente il suo modo di essere, ma la sua trasformazione avrebbe anche un esito paradossale poiché, non potendo modificare i lineamenti del suo volto, essi contrasterebbero completamente con gli abiti occidentali. Il legame con la ragazza è quindi per sua natura destinato ad esaurirsi su quelle terre.

Tutt’altra connotazione avrebbe invece l’unione matrimoniale che il protagonista auspica di contrarre con una fanciulla drusa che insegna alla scuola francese di Mme Carlès. Il biondo dei suoi capelli e il colore chiaro della pelle delle sue mani, che si intravedono sotto il velo che la ricopre, lasciano presupporre una bellezza più simile a quelle occidentali. Salèma è un’akkale-siti (signora spirituale), figlia dello sceicco druso Eschérazy e anche dal punto di vista religioso il protagonista non rileva una completa incompatibilità fra la confessione della ragazza e quella cristiana. La religione drusa, accogliendo tutte le altre come manifestazioni diverse di una stessa divinità rivelata, sembra incarnare il culto sincretico abbracciato dallo stesso Nerval al termine del suo viaggio. L’autore gioca sul contrasto cromatico fra il colore olivastro della pelle della schiava e la carnagione chiara di Salèma in quanto specchio del divario culturale che le separa. La prima, infatti, si rifiuta di apprendere gli insegnamenti di Mme Carlès; l’altra, al contrario, impara l’italiano e insegna alle bambine l’arabo letterario: «Elles sont bien ensemble; c’est comme le jour et la nuit.»263 Questo contrasto pittoresco affascina il

viaggiatore che, in breve tempo, si infiamma d’amore per Salèma: «Ah! Je crois être amoureux, ah je crois être malade, n’est-ce pas? Mais si je crois l’être, je le suis!»264 Per il

protagonista è l’incarnazione della donna ideale che ognuno persegue nei propri sogni ma, proprio come in un sogno, anche la loro unione sarà destinata a durare solo per un breve lasso di tempo. Appena ottenuto il consenso del padre della ragazza e fissata la data delle nozze, quando ormai il viaggiatore si dispone ad apprendere come diventare un buon réfik (compagno), rimane vittima di terribili febbri che lo costringono a lasciare il Paese:

Si je retourne en Syrie plus tard, je verrai renaître cette fièvre que j’ai eu le malheur d’y prendre; c’est l’opinion des médecins. Quant à faire venir ici la femme que j’avais choisie, ne serait-ce pas l’exposer elle-même à ces terribles maladies qui emportent, dans les pays du Nord, les trois quart des femmes d’Orient qu’on y transplante?265

263 Ivi, p.454.

264 Ivi, p.456. 265 Ivi, p.561.

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Sia Salèma che il protagonista rimarranno quindi legati al clima, alla cultura e alla religione della propria terra d’origine e, come lei non seguirà il promesso sposo in Europa, egli non si tratterrà oltre in Siria.

Così si interrompe l’intrigo romanzesco che pertanto sarà assente nella sezione successiva dell’opera, Les Nuits du Ramazan dove, tuttavia, non mancheranno descrizioni della situazione femminile delle donne in Oriente e dello stile di vita che esse conducono all’interno degli harem. In tal modo verranno completamente rimessi in discussione i cliché europei e questo consentirà al viaggiatore di restituire una visione più oggettiva della situazione.