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1.3 «Iter Campanicum»: itinerari e condizioni materiali del viaggio in Campania

2. ARTISTI, CLIENTI E SOCIETÀ: LE STRUTTURE DELLA PRODUZIONE

2.1.4 Un viaggio istituzionalizzato: i pensionnaires

painne à se tirer d’affaire ici [à Rome], car ils se multiplient à l’infini et je crois qu’il en pousse un tous les jours.402

A causa di ciò, diventava ormai difficile proporre nuovi soggetti o guadagnarsi la fiducia dei clienti; al contrario, a Napoli, per i pittori di paesaggio, i problemi sopra elencati non si presentavano e coloro (ad eccezione del poco scrupoloso Giraud) che la scelsero come città d’adozione, non se ne pentirono.

2.1.4 Un viaggio istituzionalizzato: i pensionnaires

Il viaggio dei pensionnaires a Napoli entrò a far parte del regolamento interno dell’Accademia nel 1775 e divenne, a partire da quella data, obbligatorio; quello che era stato per diversi anni un’iniziativa personale degli allievi si trasformò in un viaggio istituzionalizzato che ogni membro dell’Accademia di Francia a Roma doveva compiere per completare la propria formazione. L’avvenimento rappresentò il primo riconoscimento ufficiale dell’importanza dell’esperienza napoletana per il cursus formativo degli artisti francesi. La decisione, adottata da Vien, era stata tuttavia preceduta, come abbiamo già rilevato, sia dalla politica dei diversi direttori del Palazzo Mancini che lo avevano preceduto – volta a incoraggiare i pensionnaires allo studio del paesaggio e/o al soggiorno in Campania – che dal viaggio privato di molti allievi a Napoli. Studieremo quindi questa «cronologia in due tempi» che si articola intorno alla data cardine del 1775, per successivamente analizzare in modo più approfondito la politica artistica francese.

L’interesse dei direttori dell’Accademia verso il genere del paesaggio403 - che, in un periodo nel quale la pittura di storia prevaleva ancora su ogni altro genere nel gusto ufficiale e privato, costituiva un’attitudine assolutamente moderna - iniziò con il mandato di Nicolas Wleughels (1725-1737). L’artista assunse la direzione di un’istituzione indebolita dalla crisi economica e artistica che aveva contrassegnato il mandato di Poërson, e si mostrò contrariato dalla scomparsa dei pittori di paesaggio:

402 Lettera di Ménageot à D’Angeviller del 15 ottobre 1788 citata da O.MICHEL in DE SADE, Voyage d’Italie, cit., vol. II, p. VI.

403 Su questo tema, cfr. J.F. MÉJANÈS, Le voyage d’Italie, in La donation Baderou au musée de Rouen, Études de la Revue du Louvre et des Musées de France, n. 1, 1980, pp. 81-88 (in particolare pp. 84-87).

On ne voit plus de Carrache, de Claude Lorrain, de Poussin, de Mole, de Fouquières, de Francisque, etc. Peut-être viendra t-il quelqu’un qui relèvera cette partie, qui est presque éteinte.404

Come notato da diversi studiosi, Wleughels - incoraggiato in ciò dal Directeur des Bâtiments du Roi, il duca d’Antin - fece di tutto per stimolare la produzione paesaggistica, accompagnando il fine settimana i pensionnaires nella campagna laziale, a Tivoli e a Frascati405:

Le Sieur Wleughels fait fort bien de promener les élèves; ce serait un bon coup s’il pouvait leur donner le goût du paysage.406

Non limitandosi ad incoraggiare lo studio della natura, Wleughels decise di avvalersi della collaborazione del noto pittore di paesaggio Giovan Battista Panini, come professore di matematica e di prospettiva; questi assumerà un ruolo non trascurabile nell’evoluzione del genere pittorico presso la giovane generazione di artisti francesi. Tra i suoi allievi più fedeli troviamo Louis-Joseph Le Lorrain, Hubert Robert e Charles- Louis Clérisseau. Wleughels inoltre aiutò Vernet al suo arrivo a Roma, consentendogli di lavorare negli studi dell’Accademia, malgrado fosse privo del titolo di pensionnaire, incoraggiandolo nella sua scelta di diventare pittore di paesaggio e di marina e incitandolo, insieme a d’Antin, a lavorare in riva al mare. Come i suoi predecessori Wleughels fu anche convinto della necessità per gli allievi di viaggiare in altre città della penisola, in particolare quelle della Lombardia, del Veneto e della Toscana, per perfezionare la propria conoscenza dell’arte italiana.

Se durante i mandati di Lestache (1737-1738) e di de Troy (1738-1751) la situazione riguardante la pittura di paesaggio non subì alcuna significativa evoluzione, essa conobbe invece una svolta decisiva durante la direzione di Natoire (1751-1775), così come durante il periodo in cui fu Marigny ad assumere l’incarico di Directeur des Bâtiments du Roi. Natoire proseguì la politica di Wleughels, conducendo gli allievi nella

404 Correspondance des directeurs, cit., t. VIII, p. 131 citato in LAPAUZE, Histoire de l’Académie de France à Rome, cit., t. I, p. 184.

405 LAPAUZE, Histoire de l’Académie de France à Rome, cit., t. I ; L’Italia vista dai Pittori francesi dei XVIII e XIX secoli, catalogo della mostra (Roma, Palazzo delle Esposizioni, febbraio – marzo 1961), a cura di G. BAZIN, Roma, Istituto Grafico Tiberino, 1961, pp. 9-11; B. HERCENBERG, Nicolas Vleughels peintre et Directeur de l’Académie de France à Rome. 1668-1737, Paris, Léonce Laget, 1975 ; G. ROMANO, L’attenzione di Giovan Pietro Vieusseux e le distrazioni di Julien Sorel, in Studi sul paesaggio, Torino, Einaudi, 1991, pp. 87-201 (in part. pp. 120-121).

406 Correspondance des directeurs, cit., t. VII, p. 98 citato in LAPAUZE, Histoire de l’Académie de France à Rome, cit., t. I, p. 184.

campagna romana e provando a convincere i giovani artisti, ossessionati dall’esercizio della copia, ad applicarsi allo studio del paesaggio407.

La pluspar croyant se dégrader dans ce party [la peinture de paysage] ayment mieux ramper dans l’un [la peinture d’histoire] que de chercher à se distinguer dans l’autre [la peinture de paysage].408

Egli incoraggiò particolarmente il viaggio a Napoli, lasciando partire i pensionnaires che avevano ricevuto l’offerta di accompagnare qualche ricco viaggiatore (come Greuze), quelli sofferenti di problemi di salute (come Hoüel), o infine quelli che avevano terminato il loro soggiorno a Palazzo Mancini (come Callet):

Le temps expiré [i tre anni di studi a Roma] non seulement je permettray à ceux qui en auront profité de se perfectionner à Naples ; mais je leur procureray quelques secours pour faire ce voyage comme récompense de leur assiduité et de leur progrès dans l’Académie de Rome.409

Agli allievi venivano in aggiunta consegnate delle lettere di presentazione per i ministri o gli amateurs d’arte; riportiamo di seguito, a titolo di esempio, un passo della lettera in cui Hoüel riferisce delle raccomandazioni di cui beneficiò per il suo soggiorno napoletano:

Monsieur, j’ay reçu de M. Wattelet les cent louis d’or et la lettre de Monsieur de Vergennes pour Monsieur Bérenger à Naples, que vous avés eu la bonté d’envoyer pour moy, dont je vous fais mes très humbles remerciements ; j’ay reçu aussi des lettres de Monsieur de Sartines pour les différends consuls d’Italie que je pouray voir et dont j’auray besoin, notament Monsieur de Saint-Didier à Naples.410

Inoltre, ai più bravi tra i pensionnaires, Marigny assegnava un piccolo sussidio allo scopo di agevolarne il soggiorno in Campania.

Progressivamente il viaggio a Napoli entrò a far parte delle abitudini degli allievi e, durante il mandato di Hallé (1775), gli artisti che decisero di soggiornare a Napoli beneficiarono del vitto per la durata di un mese. In una nota datata 1° novembre 1775 e indirizzata al Directeur des Bâtiments du Roi, Hallé proponeva di inserire nel

407 Su Natoire paesaggista, cfr. L. DUCLAUX, Les paysages romains et des environs de Rome, in Charles-Joseph Natoire. Peintures, dessins, estampes et tapisseries des collections publiques françaises, catalogo della mostra (Troyes, Musée des Beaux-Arts, s.d. - Nîmes, Musée des Beaux- Arts, s.d. - Roma, Villa Médicis, marzo - giugno 1977), Nantes, Chiffoleau, 1977, pp. 102-110; E. DACIER, Natoire paysagiste, «Archives de l’Art français», n.s., n. 21, 1949, pp. 230-242 ; F. BOYER, Catalogue raisonné de l’œuvre de Charles Natoire, peintre du Roy (1700-1777), «Archives de l’Art français», n.s., n. 21, 1949, pp. 31-106 ; W. KROENIG, Rom-Vedute mit Rom-Historie im Werk von Charles Natoire, in Festschrift für Heinz Ladendorf, a cura di P. BLOCH e G. ZICK, Köln, Bohlau Verlag, 1970, pp. 50-57.

408 Correspondance des directeurs, cit., t. X, p. 422 citato in LAPAUZE, Histoire de l’Académie de France à Rome, cit., t. I, p. 253.

409 Correspondance des directeurs, cit., t. XI, p. 88 citato in Charles-Joseph Natoire, cit., p. 28. 410 Lettera di Hoüel à D’Angiviller del 23 febbraio 1776, in Correspondance des directeurs, cit., t. XIII, pp. 190-191.

regolamento dell’Accademia un articolo riguardante i viaggi411; il tentativo venne portato a termine durante la presidenza di Vien (1775-1781). Il nuovo regolamento, redatto da Pierre, Hallé e Vien, prevedeva, infatti, all’articolo V, «Voyages»:

Il est accordé aux pensionnaires de faire le voiage de Naples pendant les quatre ans de leur séjour en Italie ; leur nourriture leur sera donnée à leur retour en argent, sur le pied de 30 bayoques par jour, mais cette rétribution ne leur sera accordée que pour un mois et on ne leur tiendra pas compte des jours qu’ils passeroient au-delà de ce terme ; s’ils répétoient ce voiage, ils ne pourroient pas prétendre aux mêmes avantages.

La même chose ne leur sera point accordée pour les autres séjours qu’il leur plairoit de faire en d’autres endroits, comme Tivoly, Frescati, etc. Cela ne se pourroit sans donner lieu à des abus considérables ; d’ailleurs ces absences ne doivent pas être longues.412

David ebbe così l’opportunità di compiere, in compagnia del suo collega Suzanne e probabilmente del giovane Quatremère de Quincy, un viaggio a Napoli che assunse un ruolo fondamentale nella carriera dell’artista, come è stato più volte sottolineato dagli storici dell’arte. Ma anche altri allievi, come ad esempio de Senne e de Lannois, approfittarono dell’occasione offerta loro:

Les Sieurs de Senne et de Lannois sont partis ce matin pour Naples, ils ont entrepris de faire le voyage à pied, pour pouvoir faire à ce qu’ils disent, plus facilement des études qu’ils se proposent de faire sur la route.413

Bisogna sottolineare come soltanto il soggiorno a Napoli fosse oggetto di un articolo speciale nel regolamento dell’Accademia; in effetti il viaggio a Firenze, Bologna o Venezia non era previsto nel cursus formativo degli allievi. Cosicché, nell’ottobre del 1780, Vien fu costretto a chiedere un’autorizzazione speciale a D’Angiviller affinché Peyron potesse recarsi a Venezia piuttosto che nella città partenopea414.

Lagrénée (1781-1787) - personalità tollerante, liberale e aperta - successore di Vien alla direzione dell’Accademia, proseguì nella direzione intrapresa dai suoi predecessori ma si trovò in contrasto, in diverse circostanze, con la politica di d’Angivillier, che si proponeva di sostenere la pittura di storia, di contenuto politico, e di scoraggiare lo sviluppo dei generi minori (provò, ad esempio, di limitare a due anni anziché tre il

411 Paris, Archives Nationales, O11942 citato in LAPAUZE, Histoire de l’Académie de France à Rome, cit., t. I, p. 345.

412 Règlemens qui doivent être observés par les pensionnaires de l’Académie de France à Rome d’après les ordres de Monsieur le Directeur Général, in Correspondance des directeurs, cit., t. XIII, p. 159.

413 Paris, Archives Nationales, O119499 citato in LAPAUZE, Histoire de l’Académie de France à Rome, cit., t. I, p. 378.

414 Lettera di Vien a D’Angiviller del 11 ottobre 1780. Correspondance des directeurs, cit., t. XIV, p. 58.

pensionato romano del paesaggista Taunay). Ma per quanto riguarda il soggiorno partenopeo (la cui durata, come abbiamo visto, era fissata ad un mese), questo era ormai entrato nelle abitudini degli allievi; così D’Angiviller precisava, in una lettera indirizzata a Lagrenée, che soltanto il viaggio a Napoli era finanziato, mentre un artista che avesse deciso di recarsi in altre città della penisola, avrebbe dovuto farlo a proprie spese415.

Ciò, dal punto di vista del nostro studio, assume una rilevanza particolare; dimostra, infatti, come - nell’opinione del potente Directeur des Bâtiments du Roi - Napoli fosse ormai considerata, dopo Roma (e Parigi), uno dei principali centri di formazione degli artisti e una vera e propria capitale culturale. In realtà, il considerevole patrimonio artistico napoletano, era in grado di rispondere alle aspettative di ciascuno degli allievi: gli scultori (come Guyard), realizzavano il calco dell’Ercole Farnese o del Balbus; i pittori (come Lethière), copiavano la Pietà di Ribera alla Certosa di San Martino; e infine gli architetti (come Delannoy), eseguivano i rilievi dei tempi di Paestum. A partire dagli anni 80 diverse opere napoletane cominciarono così a figurare nell’elenco prioritario dei lavori scelti come tema di studio per i pensionnaires.

Sotto il mandato di Ménageot (1787-1792), venne ribadita nel regolamento la possibilità per i pensionnaires d’effettuare un soggiorno di un mese a Napoli a spese dell’Accademia. Ménageot rilevava come ormai Roma non offrisse più tanti quadri da copiare per il re e fosse ormai diventata una necessità, per i giovani artisti, cercare altrove dei modelli.

Suvée (1792-1801), a sua volta, sottolineò l’importanza per i pensionnaires di completare la formazione in un altra città italiana, con il vitto, l’alloggio e le diverse spese rimborsate dall’Accademia:

Il est extrêmement important que la dernière année du séjour de chaque élève en Italie soit employée à la parcourir à son choix et selon la direction de son génie ou de son talent, qu’il puisse séjourner soit à Naples, soit à Venise, soit à Florence, à Bologne ou à Gênes.416

Molto probabilmente, Suvée aveva saputo ascoltare i consigli di Quatremère de Quincy, il quale, nel 1791, nelle sue Considérations sur les arts du dessin, aveva scritto:

Je pense qu’on devrait, sans cesser d’avoir un chef-lieu à Rome, procurer aux élèves pensionnés, des moyens d’étude plus libres en Italie. Il faudrait que chacun fut le maître, selon la nature de son goût et du style qu’il auroit adopté, de séjourner à volonté dans les diverses villes d’Italie, dont les écoles seroient plus en accord avec

415 Lettera di D’Angiviller a Lagrenée del 19 aprile 1784. Correspondance des directeurs, cit., t. XIV, p. 429.