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Un viaggio ‘d’occasione’: gli artisti e i loro protettor

1.3 «Iter Campanicum»: itinerari e condizioni materiali del viaggio in Campania

2. ARTISTI, CLIENTI E SOCIETÀ: LE STRUTTURE DELLA PRODUZIONE

2.1.1 Un viaggio ‘d’occasione’: gli artisti e i loro protettor

Per numerosi artisti francesi la possibilità di compiere un viaggio di formazione a sud delle Alpi era preclusa, ciò principalmente per ragioni economiche. In particolare non avevano accesso a Palazzo Mancini paesaggisti, disegnatori o incisori, poiché appartenenti a categorie non ammesse all’Académie. A questi artisti l’opportunità di

viaggiare in Italia, o addirittura in Campania, era offerta dal mecenatismo privato, che in questa maniera rimediava alle mancanze delle istituzioni reali. Possiamo citare come esempio i casi di Claude-Louis Châtelet (Parigi 1749/50 – ivi 1795), che visitò la Svizzera e l’Italia grazie al sostegno di La Borde; dell’incisore Cochin, che viaggiò in Italia con il marchese di Vandières; o ancora di Hubert Robert, che fu condotto a Roma dal futuro duca de Choiseul e a Napoli dall’abate de Saint-Non.

Per altri artisti, il periplo italiano finiva a Roma che, ancora nel Settecento, era considerata come la capitale delle arti, il luogo privilegiato di formazione per tutti gli stranieri, il crocevia di tutti i percorsi del Grand Tour e il punto d’incontro tra clienti e artisti. I ricchi turisti o gli uomini di cultura, desiderosi di prolungare il viaggio fino al sud della penisola e di trarne il maggior profitto culturale, si avvalevano a tal scopo dei servizi di un artista, in generale un disegnatore o un architetto, che documentava i siti visitati. Dal momento che clienti ed artisti traevano reciproco vantaggio dalla collaborazione, questa si concretizzò abbastanza spesso.

Il primo artista francese, in ordine di tempo, a cui si presentò questa opportunità fu Clérisseau, che incontrò – non a Roma, ma a Firenze, nell’autunno-inverno del 1754- 1755 – l’architetto scozzese Robert Adam, il quale aveva appena iniziato il suo Tour. Il contratto concluso tra i due prevedeva che Clérisseau facesse da consigliere per le antichità, da professore di disegno e di prospettiva a Robert Adam e gli consentisse di copiare i suoi studi dall’antico. Lo scozzese, in cambio, s’impegnava a fornire all’artista un alloggio e a provvedere ai suoi bisogni materiali. Soddisfatti del mutuo accordo, i due decisero di recarsi in diverse città d’Italia e di Dalmazia; dopo Roma, la prima tappa del loro viaggio fu Napoli, dove soggiornarono da aprile a settembre del 1755. Nel 1760 Clérisseau conobbe James Adam, fratello di Robert, con il quale intraprese una proficua collaborazione. I due - allo scopo di raccogliere la documentazione necessaria alla pubblicazione delle Antiquities of Sicily and Grecia Major (London, 1766) - dopo un viaggio attraverso l’Italia del Nord, esplorarono per intero (da settembre a dicembre del 1761) il Meridione. Secondo Mariette, Clérisseau «alla à Naples, et il n’y eut pas un coin des environs qu’il ne fouillât.»291; i due appassionati di antichità, durante il periodo

trascorso in Campania, si recarono a Benevento, Baia, Pozzuoli, Cuma, Paestum, Caserta e Capri (figg. 21 e 24). Su richiesta di James Adam, che voleva avere una

ventina di vedute dei luoghi visitati, Clérisseau realizzò dei disegni a penna, inchiostro ed acquerello, che serviranno da modello alle quattordici incisioni di Cunego per le Antiquities.

Nel 1760, fu la volta di Hubert Robert (Parigi 1733 – ivi 1808) di recarsi nel Sud d’Italia. L’artista, durante la sua permanenza a Palazzo Mancini, entrò in contatto con l’abate de Saint-Non, che era giunto a Roma nel novembre del 1759292, diventandone

amico. Insieme decisero di intraprendere un viaggio a Napoli nei mesi di maggio e giugno del 1760. L’abate aveva già soggiornato in precedenza nella capitale borbonica ma desideroso di approfondire lo studio dei monumenti antichi e di farli disegnare, volle rinnovare l’esperienza in compagnia di un artista; con Hubert Robert visitò quindi i luoghi più celebri della Campania, dalla zona flegrea (Pozzuoli, Baia, Miseno...) al Cilento (con Paestum), interessandosi sia alle vestigia antiche sia alle costruzioni e collezioni moderne (le chiese e i palazzi napoletani). L’artista eseguì, durante il viaggio, numerosi disegni che rimasero in possesso di Saint-Non293 e furono utilizzati, almeno in parte, per diverse serie di incisioni (i Fragments..., il Choix...des Peintures antiques d’Herculanum, la Suite de différentes vues... e il Voyage pittoresque). Come testimonia la Correspondance des directeurs, anche un altro pensionnaire fu associato all’impresa294:

Le sieur Fragonard est bien prest de son départ ; Monsieur l’abbé de Saint-Nom, toujour porté à rendre service à ce pensionnaire, […] vient de l’envoyer à Naples, pour voir les belles choses que renferme cette ville.295

L’esperienza di Jean-Honoré Fragonard (Grasse 1732 – Parigi 1806) risulta diversa: il pittore non accompagnò Saint-Non in Campania, ma vi si recò, a spese dell’abate, per due o tre settimane nel mese di marzo del 1761, con l’incarico di disegnare i dipinti o i cicli di affreschi che avevano destato l’interesse del suo cliente durante il soggiorno nella regione.

292 Sull’abate di Saint-Non e tutti gli artisti che collaborarono al Voyage pittoresque si veda l’indispensabile pubblicazione di P. LAMERS, Il viaggio nel sud dell’Abbé de Saint-Non. Il «Voyage pittoresque à Naples et en Sicile », la genesi, i disegni preparatori, le incisioni, Napoli, Electa, 1995.

293 Sappiamo, in effetti, da una lettera dell’abate Paciaudi che le vedute di Paestum erano nelle mani di Saint-Non. Cfr. ROSENBERG in SAINT-NON eFRAGONARD, Panopticon Italiano, cit., p. 24.

294 LAMERS, Il viaggio nel sud, cit., pp. 80-81.

All’impresa del Voyage pittoresque, che nel corso degli anni 60-70 prendeva lentamente forma, collaborarono anche altri artisti: Châtelet, Desprez e Renard. Essi furono ingaggiati da Saint-Non allo scopo di accompagnare Denon nel suo periplo completo dell’Italia del Sud, compresa la Sicilia. Châtelet – che era già stato associato nel 1776 ai Tableaux de la Suisse, che costituiranno la prima parte della pubblicazione - al ritorno dalla Svizzera, si imbarcò per l’Italia nel novembre del 1777. Louis-Jean Desprez (Auxerre 1743 – Stoccolma 1804), che studiava ancora all’Académie de France a Roma, li raggiungerà a Napoli il mese seguente. Secondo Petra Lamers, il suo contratto di collaborazione era stato discusso a Parigi, tra Laborde, editore dell’opera296,

e il Surintendant des Bâtiments d’Angiviller. Jean-Augustin Renard (Parigi 1744 – ivi 1807), che aveva appena finito la sua borsa di studio a Palazzo Mancini, si unirà agli altri alla fine del 1777; egli, infatti, avendo già visitato Napoli nel 1775, possedeva una conoscenza dei monumenti che poteva rivelarsi utile. La scelta di fare partecipare Renard all’impresa fu sicuramente dovuta a Laborde, anche se, come per Châtelet e Desprez, a partire da una segnalazione di Vien o di D’Angiviller. I tre artisti trascorsero insieme tutto l’anno seguente, viaggiando attraverso la Campania, la Puglia, la Calabria e la Sicilia, disegnando sotto la direzione di Denon e soffermandosi a Napoli e nella sua regione a due riprese, nei mesi d’aprile e di dicembre del 1778. Altri due artisti presero parte al progetto, ma senza aggregarsi alla compagnia: Hoüel e Cassas. Durante il loro soggiorno a Napoli, nel 1779, incontrarono entrambi Denon, che allora lavorava all’ambasciata di Francia. Quest’ultimo, da fine amateur qual’era, si accorse subito del talento dei due artisti e li coinvolse nella realizzazione del Voyage pittoresque. Cassas tornò in un secondo momento in Italia, negli anni 1782-1783, con un finanziamento del duca di Rohan-Chabot e ne approfittò per completare la sua documentazione iconografica su Napoli e la Sicilia.

Jean Hoüel (Rouen 1735 – Parigi 1813) aveva già in precedenza ricoperto il ruolo d’accompagnatore: nel 1769, l’artista, appena arrivato a Roma era stato invitato dallo chevalier d’Avrincourt (attraverso l’intermediazione di Natoire) a recarsi a Napoli e in Sicilia:

M. le Cardinal de Bernis, ministre, s’interessant pour M. le comte d’Havrincour, et désirant qu’il pû amener avec luy un pensionnaire de l’Académie pour aller à Naples, l’un et l’autre m’ont beaucoup sollicité pour donner la permission. Après

que je leur ay fait connoître que s’étoit contre la loy établie qu’auqun des pensionnaires ne pouvoit interompre ses études dans le courent de leur pension à Rome, Monsieur le Cardinal, à toutte ses difficultés, est venu au poin de me dire qu’il en fesoit son affaire auprès de vous, Monsieur ; après quoy, j’ay sédé à cette Eminance, et, aux lieux du sieur Calais que l’on vouloit amener, j’ay fait rejaillir ce petit voyage au sieur Houel, attendu que celuy-ci ne fesoit que d’arriver, et n’ayant comancé aucune étude ; son talen, d’aillieur,est le païsage, ce qui remplissoit beaucoup mieux les idées de M. le comte d’Havrincour, et me rend moins répréhensible.297

Insieme allo chevalier d’Hancarville, collaboratore di Hamilton nella pubblicazione della Collection of Etruscan, Greek and Roman Antiquities…(Napoli, s.n., 1766-1767), i due uomini visitarono i siti archeologici della Campania. I disegni realizzati nell’occasione dall’artista - che sono stati studiati da Madeleine Pinault Sørensen – ci permettono di ricostruire il loro percorso: Napoli, Pozzuoli, Baia e Nocera dei Pagani. Numerosi acquerelli del disegnatore si trovavano nella collezione d’Havrincourt prima della Rivoluzione Francese, ciò lascia supporre che Hoüel, seguendo l’abitudine dell’epoca, abbia offerto la produzione realizzata durante il soggiorno campano al suo cliente in cambio del finanziamento del viaggio.

Tra il 1770 e il 1776 Louis Chaix (Marsiglia 1740 ca. – Parigi? 1811) ebbe l’occasione di recarsi in Italia grazie alla protezione di un ricco amateur suo concittadino, Louis de Borely. Chaix soggiornò soprattutto a Roma (dove eseguì delle copie da Raffaello, Tiziano e Guido Reni e dei disegni raffiguranti monumenti antichi), ma si fermò sicuramente a Napoli, poiché realizzò una monumentale e classica Veduta del tempio di Serapide (Paris, École Nazionale Supérieure des Beaux-Arts, fig. 20) e una seconda versione del soggetto (coll. Jeffrey Horvitz). Al suo ritorno dalla penisola Chaix continuerà a lavorare per il suo mecenate, realizzando le decorazioni di Palazzo Borély.

Dopo il poco noto Louis de Borély, una grande figura di amateur e mecenate francese della seconda metà del Settecento fu l’esattore d’imposte Jacques Onésyme Bergeret de Grancourt. Negli anni 1773-1774 egli compì un viaggio in Italia con i suoi parenti più stretti, una scorta di servitori e un artista: Fragonard, il quale, come abbiamo

297 Lettera di Natoire a Marigny del 26 luglio 1769. Correspondance des directeurs, cit., t. XII, pp. 245-246. D’Havrincourt era precedentemente venuto a Napoli, ma forse solo di passaggio come documenta la corrispondenza diplomatica: « Monsieur le Chevalier d’Havrincourt étant arrivé à Naples [de Malte] depuis deux jours je luy ai remis la lettre qui vous avoit été recommandée par Madame la Comtesse de Gergy. » Lettera di d’Artenay al ministro degli affari esteri del 15 maggio 1751. Paris, A.M.A.E, Correspondance diplomatique, Naples, vol. LXII, f. 262.

visto in precedenza, conosceva già il Sud d’Italia per avervi accompagnato l’abate de Saint-Non. In cambio del vitto, dell’alloggio e delle spese di viaggio pagate dal mecenate, il pittore accettò il ruolo di guida, di disegnatore e di consigliere artistico per l’acquisto di opere. Insieme soggiornarono a Napoli e nella sua regione tra aprile a giugno del 1774, visitando diversi quartieri e monumenti della capitale, Pompei, Portici e il Vesuvio. Seguendo l’usanza comune, al ritorno dal viaggio l’artista avrebbe dovuto consegnare i disegni realizzati al suo mecenate, ma Fragonard - probabilmente grazie alla propria fama, all’epoca già affermata – contravvenne a quest’abitudine; ne scaturì una controversia che degenererà in screzio e infine in un processo. I giovani pittori erano sicuramente meno esigenti e più accomodanti! Come ricorda Georges Wildenstein, Bergeret - eccezion fatta per Fragonard - si circondò di artisti più disponibili. Infatti, come riporta nel suo diario, visitò il primo giorno la città «en polisson, sans conducteur, pour prendre première connaissance», ma ricorse in fretta ad un ex pensionnaire, architetto, «qui est fort utile», senza nominarlo: si trattava in realtà di Pierre-Adrien Pâris (Besançon 1745 – ivi 1819), residente in quel periodo a Napoli298. Purtroppo non disponiamo di maggiori informazioni sul suo bearleadership.

Prima di concludere l’elenco dei fortunati artisti e/o ciceroni che si recarono nel Sud d’Italia in compagnia di un ricco cliente, bisogna ricordare brevemente il caso di Jacques-Germain Soufflot (Irancy 1713 – Parigi 1780). Com’è noto l’architetto soggiornò in Italia con Monsieur de Vandières - futuro Directeur des Bâtiments du Roi - Cochin e l’abate Le Blanc; e di propria iniziativa (approfittando probabilmente del contributo finanziario del fratello della Pompadour), intraprese un viaggio a Napoli nel giugno del 1750, recandosi sul Vesuvio, a Pompei, Ercolano, Portici e Paestum. A Napoli Soufflot conquistò, grazie al suo spirito e al suo talento, la stima dell’ambasciatore di Francia, il marchese de l’Hôpital, stabilì contatti di lavoro con l’aristocrazia ed ottenne alcune commissioni per il palazzo di Portici:

Je charge Monsieur Soufflot, architecte du Roy, de cette lettre qu’il remettra en main propre au directeur de la poste de France. Je dois enfin vous rendre compte que la duchesse de Castropignano l’a fait rechercher par le comte Gobbola, commandant d’artillerie, afin qu’il donât des idées de plans à la reine de Naples pour des cabinets que cette princesse veut faire dans ses appartements de Portici. Monsieur Soufflot répondit à Monsieur de Gobbola qu’il le prioit de men parler parce qu’étant architecte du Roy il ne pouvoit rien sans ma permission. Le comte

298 G. WILDENSTEIN, Un amateur de Boucher et de Fragonard, Jacques Onésyme Bergeret (1715- 1785), « Gazette des Beaux-Arts », 1961, p. 47 e p. 59, nota 24.

Gobbola m’en parla et je luy répondis que tous ceux qui appartenoient au Roy feroient leur cour à Sa Majesté en cherchant tous les moyens de plaire à la Reine de Naples et que je dirais à Monsieur Soufflot de se surpasser pour rencontrer le goût de leurs Majestés. Il compte travailler à Rome à des desseins. Comme il part dans une heure je n’ai pas eu le temps de mettre ma lettre en chiffres.299

I gabinetti di Portici non saranno mai realizzati: Soufflot, interrotto nel suo lavoro dai problemi di salute, dovrà recarsi a Viterbo per sottoporsi a cure termali. Malgrado questo insuccesso, il soggiorno in Italia di Vandières e dei suoi noti accompagnatori, ebbe una grande risonanza nell’ambiente culturale francese e contribuì in maniera decisiva allo sviluppo, presso l’alta borghesia e l’aristocrazia, del fenomeno del Tour e del mecenatismo artistico.

In definitiva, i pittori e i disegnatori che soggiornarono nell’Italia meridionale a spese di un mecenate, ricavarono da questa esperienza, oltre ai vantaggi più immediati dovuti alla generosità del cliente, numerosi altri benefici sia economici che artistici. Durante il viaggio, difatti, gli artisti avevano la possibilità di vendere i loro quadri e disegni ai personaggi facoltosi incontrati nelle diverse città visitate. Inoltre, al ritorno, si offriva loro l’opportunità di pubblicare la documentazione iconografica del viaggio, di ricevere richieste d’acquisto da parte degli amici del cliente, di ottenere un riconoscimento sociale e di assicurarsi il sostegno di personalità influenti allo scopo di procurarsi titoli, favori o per esporre nelle manifestazioni ufficiali. Rari sono perciò gli artisti che, come il lupo di La Fontaine, disdegnarono l’aiuto dei grandi e vi preferirono l’indipendenza, numerosi invece coloro che ambivano al successo in società. D’altra parte, per un giovane artista quale migliore occasione, per muovere i primi passi verso il riconoscimento del proprio talento, che quella di fare da cicerone in Italia a qualche potente, consegnando su carta i ricordi del viaggio?