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Una prospettiva di destra sull’Unione Europea

Da questa analisi dei manifesti e delle piattaforme programmatiche dei gruppi politici sopra illustrati è possibile vedere come vi siano alcuni temi che accumunano tutta la famiglia della destra europea, sia la parte più moderata e favorevole al progetto comunitario, sia quella più fortemente critica verso il processo di integrazione. La loro idea di Europa emerge attraverso alcune parole chiave quali identità, sovranità, difesa della cultura e delle frontiere nazionali, libertà di scelta e autonomia di azione. È possibile individuare anche alcune aree di intervento ritenute prioritarie da tutte le fazioni, quali tutela dell’ambiente, crescita economica e soprattutto contenimento dei flussi migratori, percepiti come un grave pericolo per il mantenimento dell’ordine e della prosperità europea. Tutti queste questioni, a seconda di come declinate, potrebbero essere ricondotte ad una medesima visione della realtà politica, in realtà, le differenze tra i gruppi parlamentari di destra sono sostanziali e rivendicate dagli stessi partiti che li compongono, diversi per storia e contesto politico. Come visto, il gruppo del Partito Popolare Europeo sottolinea la sua vocazione europeista e la sua opposizione a qualsiasi tentativo di vanificare il lavoro svolto dai Padri Fondatori dell’UE, tra cui Alcide De Gasperi, primo Presidente dell’Assemblea comune, e Konrad Adenauer, primo Cancelliere della Repubblica federale di Germania e artefice della riconciliazione con la Francia71.

Oggi Italia e Francia eleggono per il PPE sempre meno rappresentanti rispetto al passato, mentre si assiste ad una netta affermazione dei polacchi di PO (Piattaforma Civica, Platforma Obywatelska) e degli ungheresi di Fidesz72. Il numero maggiore

di deputati proviene ancora dalle fila della CDU tedesca, per cui la Germania si conferma essere il “Musterknabe” (ragazzo modello) dell’UE, con un livello di consenso, più o meno permissivo, ancora elevato73. Lees (2008) ritiene che questo atteggiamento possa essere spiegato se si tiene conto del fatto che le istituzioni e le norme di governance europee sono simili a quelle tedesche, se si considera che il settore manifatturiero e bancario ha tratto notevoli vantaggi dall’apertura dei mercati UE e infine non è da sottovalutare la presenza di vincoli costituzionali

71 Unione Europea, Eu Pioneers, testo disponibile all’URL: https://europa.eu/european-union/about- eu/history/eu-pioneers_it

72 Parlamento Europeo, Deputati per Stato membro e gruppo politico, testo disponibile all’URL: https://www.europarl.europa.eu/meps/it/search/table

73 Less C. (2008), The limits of Party-based Euroscepticism in Germany, in Paul Taggart, Aleks Szczerbiak (ed.), “Opposing Europe? The Comparative Party Politics of Euroscepticism (Volume 1), Case Studies and Country Surveys”, Oxford University Press, New York, p.16.

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all’esercizio di referendum e plebisciti che limitano una possibile mobilitazione intorno alla questione europea, che risulta essere assente anche nelle agende dei media74. Questo contesto, così come avviene per i sistemi a contestazione limitata,

non ha però escluso del tutto l’emergere di un’insofferenza verso l’UE, già manifestata nei primi anni Duemila, quando i tedeschi chiesero che alla loro nazione fossero conferiti maggiori poteri in relazione al loro peso geografico e demografico e che fosse riconosciuto il tedesco come lingua ufficiale dell’UE75. Le vicende degli

ultimi anni, di cui al capitolo uno, hanno contribuito a inasprire la critica euroscettica, come testimoniato dalla crescita dell’estrema destra, in particolare del partito AFD, il quale è riuscito non solo a diventare seconda forza in tutto l’est del Paese, ma anche a mettere in crisi la ferma volontà dei partiti tradizionali di non dialogare o fare accordi con la parte radicale del sistema76. Nel Lander orientale della Turingia, infatti, in seguito alle elezioni dell’ottobre 2019, fu eletto presidente il liberale Thomas Kemmerich proprio grazie ai voti congiunti di CDU e AFD. Questa scelta sollevò però numerose critiche, a tal punto che la leader della CDU Annegret Kramp-Karrenbauer fu spinta da annunciare l’abbandono della presidenza e il ritiro della propria candidatura alla cancelleria77. Sempre rimanendo nell’ambito del gruppo del PPE, interessanti sono i casi di Polonia e Ungheria, Stati che stanno progressivamente abbandonando il sistema a contestazione vincolata conseguente alla loro recente adesione all’Unione Europea, per adottare un atteggiamento di manifesta sfida e opposizione alla comunità di cui fanno parte. In Polonia, il principale partito di governo è Diritto e Giustizia (PIS), considerato come uno dei partiti euroscettici più influenti e risultato vincitore anche alle ultime elezioni europee, ma continua a ricoprire un ruolo rilevante anche Piattaforma Civica (PO) presentatosi alle urne all’interno di una coalizione variegata, composta da popolari, verdi e democratici di sinistra, con un programma europeista, focalizzato sui benefici che lo Stato ha ottenuto grazie all’ingresso nell’Unione, come ad esempio la crescita del PIL e la diminuzione della disoccupazione, e sulla condanna della «deriva autoritaria» assunta dal governo in carica, con un riferimento particolare alla riforma della giustizia e alla nuova disciplina dei

74 Ibidem.

75 Less C. op. cit. pp. 31-32.

76 Daniele L. (2020), Il punto sulla Germania: la quiete prima della tempesta? «YouTrend» testo disponibile all’URL: https://www.youtrend.it/2020/02/13/il-punto-sulla-germania-la-quiete-prima- della-tempesta/

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media78. Infine, un caso a parte è rappresentato da Fidesz, partito del premier ungherese Victor Orban, uscito trionfante dalle elezioni 2019, con il 51,5% dei voti, sostenendo una dura linea anti-immigrazione e la necessità di una riforma profonda dell’UE79. La radicalità di queste posizioni, molto più simili a quelle di altri gruppi

parlamentari euroscettici, fa dell’Ungheria un alleato scomodo, ancora di più se considerata la decisione del PE di applicare nuove misure sanzionatorie come conseguenza delle continue violazioni dei diritti umani e delle regole dello Stato di diritto da parte del governo di Budapest80, decisione appoggiata anche dal gruppo del PPE81. In un memorandum sullo stato del Partito Popolare Europeo, rivolto alla dirigenza del gruppo e del partito, il primo ministro ungherese non nasconde la sua perplessità per la strada che i suoi colleghi hanno scelto di percorrere, accusandoli di aver perso di vista quelli che sono le radici della destra europea, occupati in continui dibattiti interni e mossi dalla volontà di non restare esclusi dal sistema di potere costituito, di cui egli non si sente più parte82.

Memorandum sullo stato del PPE83

78 Troisi M. (2019), Le elezioni europee del 2019 in Polonia: una importante cartina al tornasole

per il futuro dell’Europa, «Federalismi.it, rivista di diritto pubblico italiano, comparato, europeo», n.10/19, pp.11-12.

79 Sasso A. (2020), Ungheria, Fidesz sopra al 50% «YouTrend» testo disponibile all’URL: https://www.youtrend.it/2019/05/28/ungheria-trionfo-di-fidesz/

80 Misure adottate in conformità all’articolo 7 (c.1) TUE: 1. Su proposta motivata di un terzo degli Stati membri, del Parlamento europeo o della Commissione europea, il Consiglio, deliberando alla maggioranza dei quattro quinti dei suoi membri previa approvazione del Parlamento europeo, può constatare che esiste un evidente rischio di violazione grave da parte di uno Stato membro dei valori di cui all'articolo 2. Prima di procedere a tale constatazione il Consiglio ascolta lo Stato membro in questione e può rivolgergli delle raccomandazioni, deliberando secondo la stessa procedura. 81 Cellante G. (2020), I gruppi politici del Parlamento europeo: Il Partito Popolare Europeo, op.cit. 82 Fidesz, Memorandum On The State Of The European People’s Party (2020), testo disponibile all’URL: https://fidesz-eu.hu/en/memorandum-on-the-state-of-the-european-peoples-party/ 83 Ibidem.

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Il legame tra i popolari europei e Fidesz è quindi molto controverso, e se da un lato il PPE ha ritenuto opportuno sospendere l’adesione del partito ungherese dall’euro- partito84, dall’altro entrambe le parti temono una rottura totale delle relazioni che

indebolirebbe il fronte dei moderati all’interno del PE e danneggerebbe Orban sotto il profilo della rilevanza nelle istituzioni comunitarie85. All’esatto estremo rispetto

a quanto visto fino ad ora, vi sono i deputati di Identità e Democrazia eletti con partiti le cui posizioni inequivocabilmente euroscettiche stanno riscuotendo sempre maggiore successo all’interno dei confini nazionali, ma che per il momento non riescono a costituire un’ampia coalizione a livello europeo. Villa (2019) ritiene che i motivi di tale difficoltà siano intrinsechi nella natura sovranista di questi soggetti, i quali non riescono ad accordarsi su un programma comune volendo ognuno privilegiare i propri interessi. Le differenze tra loro sono molte, tra cui la gestione dei rapporti con Mosca, le preferenze sulle politiche economiche da adottare, con gli Stati del centro-est europeo molto più vicini a politiche di rigore e austerity, osteggiate invece da italiani, francesi e greci86. L’avanzata dell’euroscetticismo si riflette nei casi della Lega e di RN, due partiti che nel corso degli anni sono profondamente mutati per poter intercettare la nuova insoddisfazione e sfiducia diffusa tra la cittadinanza. Emblematica di questa evoluzione è la decisione di cambiare il loro nome come segnale di rottura con il passato. Nel 2017 con la denominazione “Lega per Salvini Premier” si eliminò definitivamente la parola “Nord” e con essa trenta anni di storia federalista, autonomista e persino europeista87. Quaglia (2008) ricorda infatti come la Lega abbia votato a favore della

ratifica del TUE e abbia sostenuto la necessità di soddisfare i criteri di convergenza per aderire all’UEM, considerando questa un’opportunità per dare più potere alle regioni e per poter portare a compimento il progetto di una “Padania libera e indipendente” che avrebbe potuto aderire all’Unione anche in assenza del Meridione d’Italia. La presa di coscienza dell’impossibilità di realizzare tali

84 Il PPE ha sospeso il partito del primo ministro ungherese Viktor Orbán: Per l'approvazione di

diverse leggi illiberali e per la campagna politica diretta contro Jean-Claude Juncker, « Il Post» testo disponibile all’URL: https://www.ilpost.it/2019/03/20/ppe-sospeso-fidesz-ungheria/

85 Sasso A. op.cit.

86 Villa M. (2019), Euroscettici: gli ostacoli di un’opposizione fuori dall’ordinario «ISPI Osservatorio ISPI-IAI sulla politica estera italiana n.5» testo disponibile all’URL: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/euroscettici-gli-ostacoli-di-unopposizione-fuori-

dallordinario-23176

87 Curridori F. (2019), Da Bossi a Salvini, ecco i 30 anni di storia della Lega Nord, «Giornale.it» testo disponibile all’URL: https://www.ilgiornale.it/news/politica/bossi-salvini-ecco-i-30-anni- storia-lega-nord-1801808.html

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ambizioni portò ad un cambio di atteggiamento nei confronti dell’UE che fu definita dall’allora leader Umberto Bossi come “l’Unione Sovietica d’Europa”. Cominciò così un passaggio graduale da un euroscetticismo soft ad uno più hard, e già agli inizi degli anni Duemila i commentatori definirono il comportamento della LN come eurofobico o antieuropeo88. Oggi le posizioni sostenute dalla Lega possono

essere classificate come “revisioniste”89, infatti dal programma presentato nel 2018

in occasione delle elezioni per il rinnovo del Parlamento italiano, emerge l’ambiguità delle intenzioni della Lega rispetto al futuro dell’Unione Europea, perché se da una parte non è messa in discussione la permanenza in UE, dall’altra sono poste condizioni molto stringenti per rimanere, come la ridiscussione di tutti i trattati e il ritorno allo status quo precedente al Trattato di Maastricht90. Inoltre, un nuovo tema ricorrente della propaganda leghista è l’ipotesi di abbandonare l’eurozona per tornare ad una moneta nazionale, ma le proposte concrete in questo senso sono spesso contradditorie e impraticabili. Come accennato in precedenza, la decisione della Lega di cambiare la propria natura ha consentito al partito di Matteo Salvini di affrancarsi dai margini del sistema fino a diventare primo partito in Italia91. Il Front National nacque invece nel 1972 come sorta di contenitore di svariate forme populiste di destra, in particolare quelle monarchiche e anticomuniste. Jean-Marie Le Pen riuscì a riunificare queste tendenze e sotto la sua guida il partito assunse una rilevanza nazionale, facendosi portatore di posizioni radicali in nome dell’identitarismo e dell’antiamericanismo92. Alle elezioni europee

del 1984 FN ottenne più di due milioni di voti, risultati importanti confermati anche ai successivi appuntamenti elettorali. Nel 2002 Le Pen riuscì per la prima volta ad accedere al ballottaggio per la conquista dell’Eliseo spostando il focus del suo programma sulle difficoltà connesse all’integrazione di immigrati, soprattutto

88 Quaglia L. (2008) “Euroscepticism in Italy∗”, in Paul Taggart, Aleks Szczerbiak (eds.), Opposing

Europe? The Comparative Party Politics of Euroscepticism (Volume 1), Case Studies and Country Surveys, Oxford University Press, New York, pp.67-69

89 Classificazione fatta secondo lo schema realizzato da Flood. (Szczerbiak A. e Taggart P. (2003)

Theorising Party-Based Euroscepticism: Problems of Definition, Measurement and Causality, Sei Working Paper n. 69, Sussex European Institute - University of Sussex, Brighton.)

90 Lega (2018),Elezioni 2018, Programma di governo, testo disponibile all’URL: file:///C:/Users/damam/OneDrive/Desktop/ultima%20parte%20cap%203/Programma_Lega- SalviniPremier_2018.pdf

91 Borghese S. (2019), Europee 2019: un primo bilancio, «Youtrend», testo disponibile all’URL: https://www.youtrend.it/2019/05/27/elezioni-europee-2019-analisi-bilancio/

92 Muratore A. (2019), Storia e obiettivi del Rassemblement National, il partito di Marine Le Pen, «Insideover» testo disponibile all’URL: https://it.insideover.com/schede/politica/storia-e-obiettivi- del-rassemblement-national-il-partito-di-marine-le-pen.html

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quelli di religione islamica, considerati come in “antitesi” rispetto alla cultura e alle tradizioni francesi93. Nel 2011 Marine Le Pen prese le redini del partito, riuscendo a confermare quanto fatto dal padre. Alle elezioni europee del 2014 ottenne più del 24 % e nel 2017 riuscì ad accedere al secondo turno delle presidenziali, dove però perse contro Emmanuel Macron. In seguito a questa sconfitta decise di avviare un processo di “normalizzazione” per smarcarsi dalla figura del padre, ancora troppo legata ad ambienti estremisti e neofascisti, nonché danneggiata dagli scandali che lo videro coinvolto94. L’obbiettivo della Le Pen è infatti quello di farsi paladina di un’alleanza sovranista, motivo per cui si rende necessario ammorbidire alcune posizioni per avvicinare quanti più alleati possibile. La scelta presa nel 2018 di cambiare il nome in Rassemblement National, si configura proprio come «un’operazione di branding volta a riequilibrarne il posizionamento politico e renderlo più appetibile al tradizionale elettorato di centro-destra»95. Rispetto a quanto visto con la Lega, dal programma presentato da FN nel 2017 emergono posizioni ancora più dure nei confronti dell’Unione Europea che fanno del RN un partito pressoché “rejectionist”96. All’UE si chiede infatti di rispettare

l’indipendenza e la sovranità dei suoi Stati membri, pena il ricorso ad un referendum popolare circa la necessità di continuare a esserne parte97.

93 Ibidem.

94 Nel 2019, J.M. Le Pen fu accusato di aver speso illegalmente fondi parlamentari UE per pagare il personale del partito con sede in Francia, come se lavorassero come assistenti di deputati al PE. (fonte: France 24, https://www.france24.com/en/20190913-jean-marie-le-pen-charged-over-eu- funding-scandal-lawyer-1)

95 Muratore A. op.cit.

96 Classificazione fatta secondo lo schema realizzato da Flood. (Szczerbiak A. e Taggart P. (2003)

Theorising Party-Based Euroscepticism: Problems of Definition, Measurement and Causality, Sei Working Paper n. 69, Sussex European Institute - University of Sussex, Brighton.)

97 Rassemblement National (2017), 144 Engagements Présidentiels, testo disponibile all’URL: https://rassemblementnational.fr/pdf/144-engagements.pdf

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Grafico n. 12

Risultati delle elezioni europee in Italia nel 2014 e nel 2019 98

98 Parlamento Europeo, Risultati delle elezioni europee/strumento comparativo, testo disponibile all’URL:https://europarl.europa.eu/election-results-2019/it/strumenti/strumento-comparativo/

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Grafico n. 13

Risultati delle elezioni europee in Italia nel 2014 e nel 201999

99 Parlamento Europeo, Risultati delle elezioni europee/strumento comparativo, testo disponibile all’URL:https://europarl.europa.eu/election-results-2019/it/strumenti/strumento-comparativo/

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Infine, tra questi due estremi si colloca il gruppo ECR, il quale si definisce “non antieuropeo, ma eurorealista” in quanto il suo obbiettivo non è quello di abbandonare il progetto di integrazione europea, ma quello di porre delle critiche costruttive, una «visione alternativa e audace di una UE riformata» che sia una «comunità di nazioni che cooperano in aree in cui hanno alcuni interessi comuni»100. Coerentemente con gli obbiettivi del gruppo di cui sono parte, ma

attraverso una retorica che assume toni estremamente duri, i partiti soci conducono una dura battaglia contro il sistema di potere europeo, per cui l’eurorealismo si traduce in posizioni “minimaliste” e “revisioniste”101. Primo fra tutti PIS (Prawo i

Sprawiedliwość, Diritto e Giustizia) che propone un programma fortemente conservatore e anti-immigrazione basato sulla difesa delle radici cristiano- cattoliche dalla società polacca, messe in pericolo da un’Unione vista come troppo progressista. La fermezza con cui ancora oggi il governo polacco difende quelle riforme, di cui parlato prima, considerate come antidemocratiche e per le quali la Commissione europea decise nel 2018 di avviare una procedura d’infrazione, contribuisce ad acuire le tensioni tra questo Paese e l’UE. A seguire, Fratelli d’Italia, fondato nel 2012 come erede del partito estremista Allenza Nazionale, è riuscito a riconfermarsi in Parlamento con il 6% delle ultime elezioni europee, un risultato notevole se considerato che nel 2014 ottenne poco più del 3%. Il partito di Giorgia Meloni, sulla scia della netta preferenza accordata dagli italiani alle forze politiche dichiaratamente di destra, è oggi dato dai sondaggi di opinione sopra uno storico 10% che fa di FdI il secondo partito più rilevante della coalizione di centro destra, sopra al moderato Forza Italia102. Sul sito ufficiale si legge che FdI è un Movimento che si ispira «una visione spirituale della vita e ai valori della tradizione nazionale, liberale e popolare, e partecipa alla costruzione dell’Europa dei Popoli», questo promuove infatti i principi di sovranità popolare, indipendenza e unità nazionale103. Il modello di Europa proposto è quindi quello di una «Confederazione

100 ECR group, About, testo disponibile all’URL. https://ecrgroup.eu/about.

101 Classificazione fatta secondo lo schema realizzato da Flood. (Szczerbiak A. e Taggart P. (2003)

Theorising Party-Based Euroscepticism: Problems of Definition, Measurement and Causality, Sei Working Paper n. 69, Sussex European Institute - University of Sussex, Brighton.)

102 Sulla base dei dati rilevati da Youtrend al 26 marzo. Testo disponibile all’URL: https://www.youtrend.it/2020/03/27/supermedia-sondaggi-politici-26-marzo-lega-sotto-il-29/ 103 Fratelli d’Italia, Chi siamo, testo disponibile all’URL: https://www.fratelli-italia.it/about-us/

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europea di Stati nazionali, liberi e sovrani «dove si riaffermi il predominio delle Costituzioni sopra il diritto europeo104.

Programma di FDI per le elezioni europee 2019 105

Infine, nel 2013 alcuni fuoriusciti dal Partito Popolare spagnolo fondarono Vox con lo scopo di creare un movimento che fosse a servizio esclusivo della collettività, in contrasto con «l’attuale modello che mette i cittadini al servizio dei politici»106. Il

partito oggi guidato da Santiago Abascal non solo è riuscito a diventare la terza forza politica spagnola, ma anche a raddoppiare i propri seggi nelle due tornate elettorali tenutesi nell’aprile e nel novembre dello scorso anno107. Questo si

presenta come un partito radicalmente diverso dalla sinistra progressista, ma anche dal nazionalismo e dal separatismo, una vera e propria «alternativa patriottica e sociale per la Spagna intera»108. Come Fratelli d’Italia, anche Vox ritiene che la

104 Fratelli d’Italia (2019), Programma elezioni europee, testo disponibile all’URL: https://www.fratelli-italia.it/wp-content/uploads/2019/04/Programma-completo-1.pdf

105 Programma elezioni europee, op. cit. p. 1

106 Vox, Qué es VOX, testo disponibile all’URL: https://www.voxespana.es/espana/que-es-vox 107 Montalto Monella L. (2019), Cosa c'è dietro alla crescita di Vox, diventato il terzo partito di

Spagna, «Euronews», testo disponibile all’URL: https://it.euronews.com/2019/11/10/cosa-c-e- dietro-alla-crescita-di-vox-diventato-il-terzo-partito-di-spagna

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forza dell’UE derivi dalla difesa delle diverse culture e identità nazionali, e solo chi crede in questo può definirsi un vero europeista. Par fare ciò è necessaria una riforma completa dei Trattati che consenta la costruzione di un Europa a diverse velocità dove gli Stati siano liberi di scegliere se proseguire o meno nel percorso di integrazione rafforzata.109

Preambolo della Piattaforma programmatica e valoriale di Vox Spagna 110

109 Ibidem.

110 Vox, (2019), Programa electoral para las elecciones europeas de 2019, testo disponibile all’URL:https://www.voxespana.es/wp-content/uploads/2019/05/Programa-Europeas-